tag:blogger.com,1999:blog-47854558221358268462024-03-13T22:01:47.112+01:00BLOG_cultcorner.infoBlog d'informazione su eventi di interesse sociale, attualità varie, è un blog antifascista, riporta post da altri blogs con comuni interessicultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.comBlogger314125tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-69125442768653241932011-02-26T13:03:00.002+01:002011-03-04T07:33:22.244+01:00Reindirizzamento del Blog su CultCorner.info<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://cultcorner.info/"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 291px;" src="http://4.bp.blogspot.com/-wG2O7piyFUk/TWjluli3OfI/AAAAAAAABHQ/o0abz58nAns/s400/CC_webpage.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5577960727013439986" border="0" /></a><br /><span style="font-weight: bold;">Reindirizzamento di questo Blogzine: </span><a style="font-weight: bold;" href="http://cultcorner.info/">http://cultcorner.info/</a>Brondhttp://www.blogger.com/profile/17311184174704995580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-68185931036661822912010-10-29T11:08:00.003+02:002010-10-29T11:19:01.585+02:00Le atomiche tutte in Italia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/TMqQ0U96ZuI/AAAAAAAAAjo/vcRq0C5tIDo/s1600/yankees.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 200px; height: 129px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/TMqQ0U96ZuI/AAAAAAAAAjo/vcRq0C5tIDo/s200/yankees.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5533394320834062050" border="0" /></a><span class="grey-l"><b><span style="font-size:85%;">di Tommaso Di Francesco, Manlio Dinucci</span></b></span><br /> <span style="font-size:180%;"><span class="grey"></span></span><br /> <span style="font-weight: bold;" class="grey-l">L'Alleanza atlantica non smantella le testate Usa in Europa come promesso da Obama e le ridisloca ad Aviano</span><br /><div style="text-align: justify;"> «Finché vi saranno armi nucleari, la Nato rimarrà un'alleanza nuclearizzata»: è questa la direttiva di Washington che il segretario generale dell'Alleanza atlantica Anders Fogh Rasmussen sta trasmettendo e che gli alleati europei hanno approvato alla riunione dei ministri della difesa, svoltasi a Bruxelles il 14 ottobre, in preparazione del vertice dei capi di stato e di governo il 19-20 novembre a Lisbona. In altre parole, gli Stati uniti manterranno in Europa un arsenale nucleare. Eppure nello «storico» discorso di Praga del 5 aprile 2009, il presidente Barack Obama dichiarava che gli Stati uniti faranno passi concreti verso un mondo senza armi nucleari, rafforzando il Trattato di non-proliferazione che impegna i paesi nucleari ad eliminarle e quelli non-nucleari a non acquisirle. Lasciava quindi intendere di essere favorevole alla rimozione delle armi nucleari statunitensi dall'Europa. Su questa base, cinque membri europei della Nato - Germania, Belgio, Lussemburgo, Norvegia e Olanda - avevano espresso l'intenzione di sollevare la questione al summit di Lisbona.<br /></div><strong>Moderne e iper-penetranti<br /></strong><div style="text-align: justify;">Come stanno invece le cose emerge dal rapporto U.S. non-strategic nuclear weapons in Europe: a fundamental Nato debate, presentato in questo fine ottobre da un comitato dell'Assemblea parlamentare della Nato. Anzitutto esso conferma che non si conosce quante siano esattamente le armi nucleari non-strategiche (con gittata inferiore ai 5500 km) che gli Usa mantengono in quattro paesi europei della Nato - Italia, Belgio, Germania, Olanda - e in Turchia. Secondo una stima al ribasso, citata nel rapporto, sarebbero 150-200, di cui 70-90 in Italia (ad Aviano e Ghedi-Torre). Secondo altre stime, almeno il doppio. Sono bombe B-61 in diverse versioni, la cui potenza va da 45 a 170 kiloton (13 volte maggiore della bomba di Hiroshima). Tra queste, probabilmente, la B61-11 che può penetrare nel terreno così da creare, con l'esplosione nucleare, un'onda d'urto capace di distruggere obiettivi sotterranei. Tutte queste bombe sono tenute in speciali hangar insieme ai cacciabombardieri F-15, F-16 e Tornado, pronti per l'attacco nucleare.<br /></div><div style="text-align: justify;">Il rapporto conferma che esistono «accordi nucleari bilaterali» segreti, in base ai quali una parte di queste armi può essere usata dalle forze armate dei paesi ospitanti una volta che gli Usa ne abbiano deciso l'impiego. Ma, si ricorda nel rapporto, i fautori del controllo degli armamenti sostengono che «la Nato ha la responsabilità di porre fine a tale pratica di condivisione nucleare», poiché viola il Trattato di non-proliferazione: esso vieta agli stati in possesso di armi nucleari di trasferirle ad altri (Art. 1) e a quelli non-nucleari di riceverle da chicchessia (Art. 2).<br /></div><strong>Il silenzio del governo italiano<br /></strong><div style="text-align: justify;">Tra l'opzione di mantenere le armi nucleari Usa in Europa così come sono e quella di ritirarle completamente, vi sono delle proposte intermedie. La più accreditata, secondo il rapporto, è quella della US Air Force di «raggruppare le armi nucleari in meno località geografiche». Secondo la maggior parte degli esperti, «le località più probabili per tale ridislocazione sono le basi sotto controllo Usa di Aviano, in Italia, e Incirlik, in Turchia». Significativo, rileva il rapporto, è che alla riunione dei ministri degli esteri della Nato nell'aprile 2010, la questione delle armi nucleari Usa in Europa è stata sollevata da Germania, Belgio e Olanda, mentre Italia e Turchia sono rimaste in silenzio. Ciò lascia presupporre che il governo italiano abbia già dato segretamente il suo consenso al piano di rimuovere le armi nucleari Usa da Germania, Belgio e Olanda per raggrupparle ad Aviano, dove verrebbero trasferite anche quelle di Ghedi-Torre.<br /></div><div style="text-align: justify;">Ad Aviano è dislocato il 31st Fighter Wing, composto di due squadriglie di cacciabombardieri F-16 - 510th Fighter Squadron e 555th Fighter Squadron. La sua missione è quella di «fornire potenza di combattimento da un capo all'altro del globo per conseguire gli obiettivi degli Usa e della Nato». Potenza anche nucleare, come mostra l'emblema del 510th Fighter Squadron in cui, accanto all'aquila imperiale, vi è il simbolo dell'atomo con tre fulmini che colpiscono la terra. </div>cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-6285267360042449432010-10-13T19:31:00.003+02:002010-10-13T19:42:55.692+02:00IL CORAGGIO DELLA VERITÀ<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/TLXutIXKAhI/AAAAAAAAAjg/37ZHd-u3ojM/s1600/LaRussa3.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 200px; height: 166px;" src="http://2.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/TLXutIXKAhI/AAAAAAAAAjg/37ZHd-u3ojM/s200/LaRussa3.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5527586576773284370" border="0" /></a>«Mi sono rotto», aveva scritto su Facebook uno dei militari feriti, e ieri uno dei parenti all'arrivo delle bare a Ciampino si è rivolto così al ministro La Russa: «Godetevi lo spettacolo». Se sulla tragedia afghana i diretti interessati hanno avuto parole così disperate e irrituali, che dire dell'ansia monumentale di Piero Fassino che vuole un mausoleo per i militari italiani caduti in «missione di pace»?<br /><div style="text-align: justify;">È possibile che Fassino dopo anni di guerre definite spudoratamente missioni di pace, non abbia ancora capito. Il fatto è che le guerre giustificate per «salvare i civili» e «la pace», sono uno degli assi portanti del Partito democratico che così appare adeguato a governare, con assunzione della guerra in un'ottica di legittimità «costituente». All'interno di quell'asse bipolare che fa sì ormai che le guerre, come quella in Afghanistan, siano votate da entrambi gli schieramenti e sostenute anche dai governi di centrosinistra, basta ricordare la guerra jugoslava. Allora il responsabile esteri del Pd ripete che in Afghanistan le truppe italiane non stanno facendo la guerra, contro ogni evidenza. Contro quel che avviene sul campo, contro le dichiarazioni dei nostri soldati, contro i ringraziamenti del comandante in capo, il generale Petraeus, e in contraddizione con i ministri in carica che ora, di fronte alle troppe disfatte, avvertono la necessità «elettorale» del ritiro.<br /></div><div style="text-align: justify;">Sarebbe utile sapere dalla sinistra in guerra quali risultati abbia raggiunto finora di quelli dichiarati in partenza. I talebani dilagano nei due terzi del paese, rioccupano le aree da poco conquistate dalle truppe Usa e Nato, Karzai - che tratta separatamente con i talebani - è stato eletto con i brogli e le ultime elezioni sono state disertate, i soldati afghani sono impreparati e infiltrati, il conflitto si è esteso al Pakistan, i signori della guerra comandano, l'obiettivo attuale è comprare i talebani, i civili sono il target dei raid aerei e dei droni. A proposito di vigliaccheria degli agguati talebani, come definire l'azione di scaricare sui villaggi, in anonimato d'alta quota, tonnellate di Cruise e cluster bomb intelligenti perché rientrano nei target definiti a migliaia di chilometri di distanza, nel centro di comando di Tampa in Arizona? Il politically correct degli «italiani brava gente» non funziona più. Il ministro La Russa chiede al parlamento che gli aerei Amx siano armati di bombe, ma la verità è che noi già siamo protagonisti della guerra aerea afghana con il ruolo degli alti ufficiali italiani che decidono i raid aerei nel comando unificato di Tampa.<br /></div><div style="text-align: justify;">In effetti, di un mausoleo ci sarebbe bisogno: per le vittime civili. Fin dalla guerra «umanitaria» jugoslava, dove i raid della Nato provocarono 3.500 vittime civili secondo il nuovo governo di Belgrado. Fassino le ha dimenticate, La Russa si fa forte di questa dimenticanza. E la moltiplica, con le vittime civili della guerra «cattiva» all'Iraq, e con quelle bipartisan in Afghanistan. Sono decine e decine di migliaia dicono le stime degli organismi umanitari e dell'Onu. È la consapevolezza oggettiva di questo crimine che terrà lontano il terrorismo da casa nostra o non è piuttosto il contrario, come avverte lo stesso Obama? Non sono ormai in sopravanzo la conta dei morti e il principio di vendetta che hanno ispirato l'attacco all'Afghanistan dopo l'11 settembre?<br /></div><div style="text-align: justify;">Il rispetto che dobbiamo ai militari italiani caduti è reale solo se esercitiamo il coraggio della verità. Sono morti per salvare un'alleanza militare che non ha più ragione di esistere ma che rappresenta, dentro la crisi, l'unica consistenza materiale dell'Occidente dopo l'89. E noi dichiariamo che non voteremo più per partiti di sinistra o per una coalizione di centrosinistra che non rispetti, non solo a parole, l'articolo 11 della Costituzione.<br /><br /> <span class="grey-l"> di Tommaso Di Francesco</span><br /></div>cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-10406986417464039512010-07-19T22:40:00.004+02:002010-07-19T23:06:45.463+02:00Lettera aperta al governo in favore della cultura italiana<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/TES5bv_tMsI/AAAAAAAAAjQ/j-1S9RTIqnY/s1600/guardando.JPG"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 150px; height: 200px;" src="http://2.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/TES5bv_tMsI/AAAAAAAAAjQ/j-1S9RTIqnY/s200/guardando.JPG" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5495721331690123970" border="0" /></a><br /><br /><style type="text/css"> <!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --> </style> <p style="margin-bottom: 0cm;">TAGLIO BASSO | <b>di Arianna Di Genova</b><br />CIVILTÀ IN PEZZI<br /><b>Lettera aperta al governo in favore della cultura italiana</b><br />Contro la manovra, si uniscono Federculture, Fai, Italia Nostra, Wwf, Legambiente, Civita<br />La manovra di Tremonti che tiene in scacco l'Italia che lavora (quella vera) continua a non far entrare in nessun emendamento la parola «cultura» e a tenerla accuratamente fuori la porta. Parola che persevera nella sua «invisibilità», facendo colare a picco il nostro paese in una recessione di civiltà. Così, dopo il drammatico incontro svoltosi al Maxxi lo scorso 6 luglio, alcune associazioni nazionali - Federculture, Civita, Fai, Italia Nostra, Legambiente e Wwf - hanno deciso di unire le loro firme per inoltrare una lettera aperta al presidente del consiglio Berlusconi, al ministro Sandro Bondi e a Giulio Tremonti, annunciado un allarme rosso.<br />In gioco, infatti, con i tagli alla spesa e i trasferimenti di beni agli enti locali (peraltro decurtati fino all'osso del loro budget), c'è la sopravvivenza stessa di un'intera fetta di patrimonio, non ultimo quello paesaggistico e ambientale. La tutela si fa impossibile così come la promozione - e meno che mai programmazione - dell'offerta culturale. La mortificazione dai contorni sadici di quel settore, l'unico che potrebbe consegnare l'Italia a una prospettiva futura, invece di farla sprofondare in un buco nero, risulta incomprensibile perché «anti-economica» e nefasta portatrice di una paralisi che bloccherebbe ogni crescita del paese. È quanto sottolineato anche da questo inedito «consorzio» di lavoratori, unanimi nello spedire la «cartolina di sos» al governo, con la speranza di trovare ascolto e di abbattere il muro dell'indifferenza.<br />Nel testo, le sei associazioni condividono la necessità di individuare gli sprechi di denaro, ma chiedono di salvaguardare le eccellenze e di salvaguardare i livelli dei servizi erogati ai cittadini, facendo leva sulla cultura vista come un tesoro in grado di attirare il capitale privato. «La manovra - scrivono - rischia di mettere in discussione il principio costituzionale di tutela e promozione del nostro patrimonio culturale, artistico e ambientale, sancito dall'articolo 9. La riduzione del 50% delle risorse destinate agli istituti culturali, quasi fossero tutti 'enti inutili', senza l'individuazione di criteri e parametri oggettivi che valutino l'effettiva esistenza di sprechi, decreterà un indiscriminato abbassamento dell'intervento pubblico per la cultura... Non si investe, anzi risultano ulteriormente penalizzate le ricchezze artistiche e l'industria creativa, che sono un volano per l'economia, la competitività locale, l'occupazione». Poi, l'affondo finale: «La recessione culturale è un danno troppo grave, che il paese non può permettersi e i cui effetti negativi si farebbero sentire per molti anni, ben al di là della crisi economica». Messo a punto lo stato delle cose, le associazioni reclamano dunque un'azione coraggiosa che colpisca le inefficienze e valorizzi la qualità delle iniziative; chiedono criteri selettivi e trasparenti e, soprattutto, un severo controllo del governo sui meccanismi del federalismo demaniale. La ricetta sarebbe utile anche per evitare l'emorragia di talenti e l'emigrazione intellettuale che affligge l'Italia da troppi anni. </p>cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-19366823658430902052010-07-18T12:42:00.002+02:002010-07-18T12:51:58.165+02:00PENA di MORTE: Mumia Abu-Jamal -«Obama ferma l'esecuzione contro la voce dei senza voce»<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/TELbxnCugKI/AAAAAAAAE8Y/f0q-hveDHW8/s1600/cover.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 199px; height: 200px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/TELbxnCugKI/AAAAAAAAE8Y/f0q-hveDHW8/s200/cover.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5495196140685918370" border="0" /></a><span class="grey-l">PENA DI MORTE</span><br /> <span class="grey"><b>LA STORIA</b></span><br /> Scelse il nome swahili Mumia al liceo, sotto l'influenza di un insegnante d'origine kenyota a cui aggiunse Abu-Jamal alla nascita del suo primo figlio, Jamal. Scrittore e giornalista, Mumia è soprannominato «la voce dei senza-voce» per la sua critica della corruzione della polizia e dei dirigenti politici locali. Il 9 dicembre 1981 Mumia Abu-Jamal fu gravemente ferito nel corso di una sparatoria nel quartiere sud della città, dove aveva appena portato un cliente. Arrestato, fu accusato dell'omicidio di un poliziotto, Daniel Faulkner, ucciso in quella sparatoria. Malgrado i suoi dinieghi e l'assenza di suoi precedenti giudiziari, un'inchiesta molto discussa portò all'imputazione di Mumia e alla sua comparizione davanti al tribunale di giustizia della Pennsylvania. Nel luglio 1982 fu condannato alla pena di morte nonostante diverse contraddizioni nelle prove a suo carico e violazioni dei suoi diritti. Nel giugno 1999 un vecchio sicario, Arnold Beverly, ha confessato a uno degli avvocati di Mumia di aver ucciso il poliziotto Faulkner, in un quadro di collusioni tra polizia e mafia, questa confessione non è stata tuttavia tenuta in considerazione. Intorno al processo e alla condanna di Mumia si è creata una mobilitazione internazionale, Mumia è diventato un simbolo della lotta contro la pena di morte. L'8 ottobre del 2003 sono stati respinti gli ultimi ricorsi, rimandando la questione a livello federale, dove la sua pena avrebbe potuto essere commutata in ergastolo.<br /><br /><span class="grey-l"><b> di Mumia Abu-Jamal</b></span><br /> <span class="grey"><b>Lezioni dimenticate</b></span><br /> <span class="grey-l">Dal Vietnam all'Afghanistan, l'impero Usa scorda le sconfitte e prova a perpetuare il suo dominio militare</span><br /> Sono passate generazioni dalla guerra del Vietnam, il conflitto che potrebbe essere ribattezzato «La guerra che la maggior parte degli americani vorrebbe dimenticare». Per molti si tratta di un conflitto da non ricordare, in parte proprio perché gli Stati Uniti l'hanno perso. E in quel periodo una sconfitta bellica Usa rappresentava un evento inimmaginabile: come poteva un piccolo paese del terzo mondo sconfiggere una super-potenza mondiale? Il suo segreto era semplice: i vietnamiti si rifiutarono di perdere.<br />Anni fa, l'ex segretario della difesa Robert McNamara era un avvoltoio in guerra: sosteneva la necessità di sganciare tonnellate di bombe sui nazionalisti che cercavano di riunificare il paese. Anni dopo, ormai sceso dal trono esaltante del potere, McNamara denunciò il fervore distruttivo di quegli anni di guerra imperialista.<br />Nel documentario «La nebbia della guerra», McNamara, parlando della carneficina della seconda guerra mondiale, disse: «Abbiamo bruciato vivi 100.000 giapponesi a Tokyo». E aggiunse: «Il generale Curtis Lemay ammise che quello che stava facendo sarebbe stato ricordato per sempre, se avesse perso. Ma cos'è che ti rende immortale se perdi e mortale se vinci?».<br />La guerra in Vietnam è stata una guerra imperialista, creata e sostenuta dalle bugie. Suona familiare?<br />Un impero intraprende una guerra per salvarsi la faccia ed estendere la propria influenza. Non c'entrano la democrazia da esportare, il terrorismo da debellare, il buon governo, e neanche il controllo del narcotraffico. Questi sono solo pretesti, utilizzati dalla propaganda per mascherare i reali motivi che stanno dietro alla decisione d'intraprendere una guerra. C'entrano il potere e le sfere di influenza globale, basta.<br />Oggi, l'Afghanistan è un paese impegnato nella produzione e nel traffico di droga: una cosa che i temuti taleban non tollererebbero. Dopo oltre otto anni di campagne militari, la situazione del paese asiatico è quanto di più lontano si può avere dalla democrazia. E sia l'Iraq che l'Afghanistan hanno governi saliti al potere attraverso imbrogli elettorali.<br />Tutto ciò merita le vite, la salute fisica e mentale delle persone che amiamo?<br /><strong><em>Traduzione di Alessandra Potenza<br /><br /></em></strong><span class="grey-l">L'APPELLO</span><br /> <span class="grey"><b>«Obama ferma l'esecuzione contro la voce dei senza voce»</b></span><br /> <p>«Obama, ferma l'esecuzione». Noi sottoscritti Le chiediamo di pronunciarsi contro la pena di morte per Mumia Abu-Jamal e per tutti quelli che nel mondo devono affrontare un'esecuzione. Questa forma di punizione finale è inammissibile in una società civilizzata e pregiudica la dignità umana (Onu- Moratoria Pena di Morte, Ris. 62/149, 18/12/2007). Mumia Abu-Jamal, famoso giornalista e scrittore afro-americano, è nel braccio della morte da quasi trent'anni. (...) Le chiediamo, come leader morale sulla scena mondiale, di richiedere una moratoria globale sulla pena di morte (...). Mumia Abu-Jamal è diventato un simbolo globale, la «Voce dei senza voce», nella lotta contro la pena capitale e contro gli abusi dei diritti umani. Più di 20.000 persone nel mondo stanno aspettando l'esecuzione, e oltre 3.000 di loro si trovano nei bracci della morte negli Stati Uniti. Il processo di Mumia Abu-Jamal del 1982 fu caratterizzato da irregolarità e razzismo, ed ebbe luogo a Philadelphia, città con una lunga storia di corruzione della polizia e di discriminazioni. Secondo Amnesty International (già Nobel per la pace), «molti aspetti del caso chiaramente non hanno rispettato le norme internazionali che salvaguardano i processi. La concessione di un nuovo processo a Mumia Abu-Jamal servirebbe gli interessi della giustizia. Il nuovo processo dovrà conformarsi alle norme internazionali della giustizia e non potrà consentire una nuova imposizione della pena di morte».<br />Per firmare l'appello in sostegno di Mumia Abu-Jamal: <a href="http://mumialegal.org/">http://mumialegal.org</a> </p>CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-51541024539090604382010-06-17T11:39:00.003+02:002010-06-17T11:47:24.941+02:00VIOLENZA SESSUALE "LIEVE" AI MINORI: ECCO I NOMI DEI SENATORI FIRMATARI<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/TBnuIpRJPgI/AAAAAAAAE8A/bc_rfWTriQ0/s1600/stupro2.bmp"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 200px; height: 134px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/TBnuIpRJPgI/AAAAAAAAE8A/bc_rfWTriQ0/s200/stupro2.bmp" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5483675853584416258" border="0" /></a> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0pt; line-height: normal;" mce_style="margin-bottom: 0pt; line-height: normal;"><span style="font-weight: bold;">Ricevo e inoltro<span style="color: rgb(153, 0, 0);"> (senza commenti che è meglio)</span></span><b><span mce_ style=";font-family:Tahoma;font-size:medium;" ><span mce_ style="font-weight: bold;font-family:Tahoma;font-size:13.5pt;" ><span mce_ style="color:navy;"><span mce_ style="color:navy;"></span></span></span></span></b></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0pt; line-height: normal;" mce_style="margin-bottom: 0pt; line-height: normal;"><span mce_ style=";font-family:Calibri;font-size:x-small;" ><span mce_ style="font-size:11pt;"></span></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0pt; line-height: normal;" mce_style="margin-bottom: 0pt; line-height: normal;"><span mce_ style=";font-family:Calibri;font-size:x-small;" ><span mce_ style="font-size:11pt;"></span></span></p> <p class="MsoNormal" style="line-height: normal;" mce_style="line-height: normal;"><span mce_ style=";font-family:Calibri;font-size:x-small;" ><span mce_ style="font-size:11pt;"></span></span></p> <p class="MsoNormal" style="line-height: normal;" mce_style="line-height: normal;"><br />Si erano inventati un emendamento proprio carino.<br /><br />Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1.707, quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori.<br /><br />Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arresto in flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità".<br /><br />Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.<br /><br />Dopo la denuncia del Partito Democratico, nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito", il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano "ci avete frainteso".<br /><br />Poi, finalmente, un deputato del Pd ha scoperto i firmatari dell'emendamento 1707.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Annotateli bene:</span><br /><br /><span style="color: rgb(51, 51, 255); font-weight: bold;">sen. Maurizio Gasparri (Pdl),</span><br /><span style="color: rgb(51, 51, 255); font-weight: bold;">sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania),</span><br /><span style="color: rgb(51, 51, 255); font-weight: bold;">sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),</span><br /><span style="color: rgb(51, 51, 255); font-weight: bold;">sen. Roberto Centaro (Pdl),</span><br /><span style="color: rgb(51, 51, 255); font-weight: bold;">sen. Filippo Berselli (Pdl),</span><br /><span style="color: rgb(51, 51, 255); font-weight: bold;">sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania) e il</span><br /><span style="color: rgb(51, 51, 255); font-weight: bold;">sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).</span><br /><br />Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico" (ma non per chi palpeggia o mette un dito dentro ad una bambina);<br /><br />il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...);<br /><br />il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti";<br /></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal;" mce_style="line-height: normal;">mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi e che capiscono solo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).<br /><br /><span style="color: rgb(204, 0, 0);font-size:180%;" ><span style="font-weight: bold;">...e ora votateli gente!</span></span><span mce_ style=";font-family:Myriad Pro;font-size:small;color:black;" ><span mce_ style=";font-family:'Myriad Pro';font-size:12pt;color:black;" ><b><span style="font-weight: bold;" mce_style="font-weight: bold;"></span></b></span></span></p>CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-33262628932966560672010-06-09T08:32:00.003+02:002010-06-09T08:37:08.795+02:00Il governo cancella l'assegno di assistenza per chi soffre della sindrome di Down<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_ki5yBRis3mQ/TA82UZjt9tI/AAAAAAAABFg/_OlN8aE-C5o/s1600/down.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 200px; height: 158px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_ki5yBRis3mQ/TA82UZjt9tI/AAAAAAAABFg/_OlN8aE-C5o/s200/down.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5480658995619165906" border="0" /></a><span style="font-family:trebuchet ms;">Apprendo dalle notizie stampa che il Governo intende alzare la soglia dell'handicap per cui è previsto il mantenimento dell'assegno di assistenza che dovrebbe passare così dal 74% all'85%.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Quasi tutti i 38mila down italiani hanno un handicap riconosciuto del 75%, e resteranno quindi tagliati fuori dal contributo.<br />Lo stato dovrebbe investire maggiormente nel Welfare invece che considerarlo la fonte dove continuamente togliere risorse.<br />Ancora una volta a pagare la crisi sono le persone più bisognose e meno abbienti: invece di tassare chi ha più disponibilità economica si continua a penalizzare chi fa difficoltà ad arrivare a fine del mese ( ed in numerosi casi si parla di difficoltà già alla terza settimana mensile).<br />Se desideriamo davvero superare la crisi le politiche economiche devono essere di ben altro spessore e toccare veramente i soggetti che possono sopportare agevolmente tassazioni e tagli adeguati.</span><p class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;"><span style="line-height: 200%;font-size:14pt;" ><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style=";font-family:'Verdana','sans-serif';font-size:10pt;" ><o:p> </o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><b>LUCA MARSI</b><b><span style=";font-family:'Times New Roman','serif';font-size:12pt;" ><o:p></o:p></span></b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center">Email: <a href="mailto:lucamarsi@triestegiovane.it">lucamarsi@triestegiovane.it</a><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center">Cell. 347 98.33.464</p>Brondhttp://www.blogger.com/profile/17311184174704995580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-35626567737871523892010-06-09T08:25:00.002+02:002010-06-09T08:30:43.740+02:00Emendamento 1707: la vergogna italiana<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_ki5yBRis3mQ/TA80jcDOmTI/AAAAAAAABFY/uHr4r6gHRLQ/s1600/pedofilia1.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 200px; height: 200px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_ki5yBRis3mQ/TA80jcDOmTI/AAAAAAAABFY/uHr4r6gHRLQ/s200/pedofilia1.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5480657054962981170" border="0" /></a><span style="font-family:'Verdana','sans-serif';">Con tale emendamento i reati di Pedofilia vengono suddivisi in Reati maggiori o minori. <o:p></o:p></span> <p class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;"><span style="font-family:'Verdana','sans-serif';"></span></p><span style="font-family: trebuchet ms;">Toccherà al poliziotto, sorprendendo il Pedofilo mentre abusa di un minore, decidere se si tratta di Reato grave o meno grave.</span><br /><span style="font-family: trebuchet ms;"> Se egli lo considera meno grave non vi sarà nessun obbligo di arresto immediato per il Pedofilo. </span><br /><span style="font-family: trebuchet ms;">Tale emendamento è un fatto gravissimo: i bambini non devono mai essere toccati; essi sono intangibili ed intoccabili. </span><br /><span style="font-family: trebuchet ms;">Vanno protetti e difesi dalle insidie. </span><br /><span style="font-family: trebuchet ms;">Non si può in alcun modo legittimare il comportamento di persone, malate, che abusano ed approfittano delle povere creature indifese.</span><br /><span style="font-family: trebuchet ms;"> Se un emendamento andata fatto, doveva andare in direzione di un inasprimento delle pene per questa gente, che merita tutto ad eccezione delle nostra solidarietà e delle attenuanti del caso (ovvero che il reato in essere sia grave o meno).</span><br /><span style="font-family: trebuchet ms;"> Anzi, con le attenuanti del caso, si rischia ulteriormente di incrementare la pedofilia favorendo l’espansione di questo fenomeno.</span><br /><span style="font-family: trebuchet ms;"> Bisogna in tutti i modi attivarsi per bloccare questo scellerato emendamento. </span><br /><span style="font-family: trebuchet ms;">I bambini sono sacri.</span><p class="MsoNormal" style="line-height: 200%; text-align: justify;"><span style="font-family:'Verdana','sans-serif';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style=";font-family:'Verdana','sans-serif';font-size:10pt;" ><o:p> </o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center"><b>LUCA MARSI</b><b><span style=";font-family:'Times New Roman','serif';font-size:12pt;" ><o:p></o:p></span></b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center">Email: lucamarsi@triestegiovane.it<o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align: center;" align="center">Cell. 347 98.33.464<o:p></o:p></p>Brondhttp://www.blogger.com/profile/17311184174704995580noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-26607088381260202952010-05-26T21:26:00.002+02:002010-05-26T21:29:07.969+02:00Scandalo "bavaglio"Cari Amici di tutta Italia,<br /><br /><table bg="" style="color: rgb(255, 255, 255);" align="right" width="220"> <tbody> <tr> <td style="border: 1px solid rgb(0, 0, 0); padding: 10px;"><span style=";font-family:Arial;font-size:85%;color:black;" >La coalizione guidata da Berlusconi sta vergognosamente tentando ancora una volta di far passare la cosiddetta <b>"legge bavaglio"</b>, che limiterebbe terribilmente i poteri del nostro sistema giudiziario nella lotta alla corruzione e rafforzerebbe la cultura dell’impunità. <b>Clicca qui per firmare e unisciti ad altre 300,000 voci a favore della democrazia e della libertà d’informazione.</b><br /></span><div style="text-align: center;"><span style=";font-family:Arial;font-size:85%;color:black;" ><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?cl=588312272&v=6374"><img alt="Firma la Petizione!" src="http://avaazimages.s3.amazonaws.com/italian_firmalapetizione.png" border="0" width="200" /><br /><br /></a><a href="http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?cl=588312272&v=6374"><img src="http://avaazmedia.s3.amazonaws.com/2350_-1.jpg" border="0" width="200" /> </a><br /></span></div><span style=";font-family:Arial;font-size:85%;color:black;" ></span></td></tr></tbody></table>E' scandaloso -- tra pochi giorni, <b>il Parlamento potrebbe approvare una legge che renderebbe intoccabili il governo -- e tutti i politici-- da ogni indagine in materia di corruzione!</b><br /><br />La coalizione guidata da Berlusconi sta tentando ancora una volta di far passare la cosidetta <b>"legge bavaglio"</b>, che <b>limiterebbe terribilmente i poteri del nostro sistema giudiziario nella lotta al crimine e alla corruzione</b> e imporrebbe <b>pene draconiane a editori e giornalisti</b> che osassero documentare le responsabilità dei politici.<br /><br /><b>I Parlamentari sono sotto un'enorme pressione</b> perchè appoggino il disegno di legge; dimostriamo loro che è in gioco la loro reputazione! Già <b>220.000 Italiani hanno richiesto al Senato di respingere la "legge bavaglio" e difendere la nostra democrazia -- cerchiamo di raggiungere le 300.000 firme questa settimana -- clicca qui per firmare,</b> e poi inoltra questa email a tutti i tuoi contatti e noi consegneremo la petizione direttamente ai Parlamentari e attraverso i media:<br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?cl=588312272&v=6374">http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?vl</a><br /><br />Ora che non sono più sui titoli dei giornali <b>recenti scandali di tangenti, gli scandali sessuali e quello dello sfruttamento del terremoto dell'Aquila a fini di arricchimento personale,</b> il governo Berlusconi sta tentando ancora una volta vergognosamente di riproporre misure per restringere il controllo giudiziario - come per esempio l'uso delle intercettazioni telefoniche - che erano già state respinte dal Parlamento 2 anni fa, e anche di intimidire editori e giornalisti.<br /><br />In questi anni hanno cercato sistematicamente di consolidare il loro <b>controllo sui media e l'opinione pubblica,</b> di ottenere <b>l'immunità giudiziaria</b> per le alte cariche dello stato e di limitare il raggio d'azione delle leggi in materia di corruzione.<br /><br />Se la "legge bavaglio" verrà approvata, non potremo più raccogliere prove necessarie nei processi per corruzione e un pilastro fondamentale della nostra democrazia verrà demolito. <b>Firma la petizione, clicca qui in basso</b> e inviamo questo messaggio a tutti i nostri amici e familiari:<br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?cl=588312272&v=6374">http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?vl</a><br /><br />Siamo sempre più numerosi in tutta Italia -- giornalisti, avvocati, e comuni cittadini -- a dichiaraci pronti a difendere attivamente la nostra democrazia e le libertà sancite dalla nostra Costituzione. <b>Uniamoci per sollevare le nostre voci per spingere le istituzioni a lavorare per il bene comune.</b> Clicca qui in basso e inoltra questa email a tutti i tuoi contatti:<br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?cl=588312272&v=6374">http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio/?vl</a><br /><br />Con speranza e determinazione,<br /><br />Guido Scorza e il Team di Avaaz<br /><br />Per ulteriori informazioni::<br /><br />L’appello contro la "legge bavaglio" sulle intercettazioni; hanno già aderito quasi 220.000 persone, gruppi, sindacati e associazioni:<br /><a href="http://nobavaglio.adds.it/">http://nobavaglio.adds.it/</a><br /><br />La pagina su Facebook "Libertà è partecipazione" sulla quale è stato lanciato l'appello contro la legge bavaglio:<br /><a href="http://www.facebook.com/nobavaglio?v=wall">http://www.facebook.com/nobavaglio?v=wall</a><br /><br />La Repubblica, articoli e info: La legge bavaglio:<br /><a href="http://www.repubblica.it/rubriche/la-legge-bavaglio/">http://www.repubblica.it/rubriche/la-legge-bavaglio/</a><br /><br />In inglese:<br /><br />The Guardian, "Silvio Berlusconi affronta una valanga di critiche sulla legge contro le intercettazioni":<br /><a href="http://www.guardian.co.uk/world/2010/may/21/silvio-berlusconi-telephone-bugging-law">http://www.guardian.co.uk/world/2010/may/21/silvio-berlusconi-telephone-bugging-law </a><br /><br />Euronews, "Il dibattito sulle intercettazioni si accende in Italia":<br /><a href="http://www.euronews.net/2010/05/22/italian-wiretapping-row-heats-up/">http://www.euronews.net/2010/05/22/italian-wiretapping-row-heats-up/ </a><br /><br /><b>CHI SIAMO</b><br />Avaaz.org è un'organizzazione no-profit e indipendente con 4,9 milioni di membri di tutto il mondo, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229<br /><br />Clicca <a href="http://www.avaaz.org/it/report_back_2/"><b>qui</b></a> per avere maggiori informazioni sulle nostre campagne.<br /><br /><b>Non dimenticare di andare a vedere le nostre pagine:</b> <a href="http://www.facebook.com/Avaaz">Facebook</a>, <a href="http://www.myspace.com/avaazorg">Myspace</a> e <a href="http://www.bebo.com/Profile.jsp?MemberId=6305316853">Bebo</a>.CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-65068698283546882662010-05-12T05:18:00.003+02:002010-05-12T05:23:48.117+02:00Bella Italia ...<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/S-oeVl90zBI/AAAAAAAAE7w/L2DSWr8tZrI/s1600/BellaItalia.gif"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 167px; height: 200px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/S-oeVl90zBI/AAAAAAAAE7w/L2DSWr8tZrI/s200/BellaItalia.gif" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5470218053712399378" border="0" /></a>L'Italia che cambia, esempio mondiale d'onestà e correttezza e rispetto per i lavoratori ed immigrati, dove i politici e parlamentari e scassacazzi vari si riducono gli stipendi, che ora, a seconda delle cariche, vanno dai 1200 Euro ad un massimo di 8000 per le massime cariche; vendute 500.000 auto blu ai cinesi ad una media di 10.000 Euro caduna per un incasso complessivo di Euro 50.000.000.000! Gli aiutisti delle autoblu si riteovano ora molto più avantaggiati dei "normali" cassaintegrati/mobilitati/disoccupati, perchè con il pensionamento anticipato, possono comprarsi un pezzo di terra e qualche capra da allevare e sostenersi in vita sana in qualche terreno sequestrato alla mafia.<br />Annullati i progetti Tav e ponte sullo stretto e reinvestiti i denari per mettere in sicurezza i territori disastrati e deturpati come quelli della Calabria e Sicilia, purificati tutti i mari e spiagge dell'Italia dai rifiuti tossici, annullati i progetti nucleari ed investiti i denari in energia pulita ed ora come d'incanto, con questi nuovi progetti sono stati creati 3.000.000 nuovi posti di lavoro. Rallentati i tempi di produzione alimentare, ora sana con progetti di degressione puntati all'allevamento e coltivazione di prodotti biologici.<br />Nessuno paga più l'acqua, l'aria che respira è sana ed i nostri figli hanno l'istruzione garantita e gratuita.<br />I centri commerciali trasformati i centri di scambio merci equosolidali. Con la totale responsabilizzazione della popolazione si sono svuotate le carceri per far spazio a mafiosi ealtri delinquenti asociali incalliti che però saranno impiegati in campi di lavoro sociale per un'eventuale futura re-integrazione...<br />Ma allora l'Italia è diventata una società onesta e comunista?<br />No cazzo! era solo un altro dei miei sogni impossibili!<br />Peccato! stavo già meglio e più sereno, meglio tornare a dormire? No!<br />Raconterò a tutti questo mio sogno perchè credo sia possibile quando tutti si sveglieranno dal rincoglionimento autodistruttivo manovrato da chi ci governa, per sottometterci, per i propri porci comodi ...<br />Ma, scusate! il fascismo! non era fuori legge? (ma questo è un altro discorso)CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-8651653726111193562010-04-01T08:21:00.001+02:002010-04-01T08:22:33.188+02:00Daniele Biacchessi "Il lavoro rende liberi"<embed src="http://www.arcoiris.tv/flash/flvplayer.swf" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" flashvars="height=240&width=320&file=http://movies2.arcoiris.tv/movies/users/biacchessi_lavoro_rende_liberi_4050.flv&searchbar=false&autostart=false" height="240" width="320"></embed>cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-28451885915146444092010-03-19T23:04:00.001+01:002010-03-19T23:04:13.450+01:00Frames in nyc _ video: Caterina Ongaro<div xmlns='http://www.w3.org/1999/xhtml'><p><object height='350' width='425'><param value='http://youtube.com/v/q2kimpZzNlk' name='movie'/><embed height='350' width='425' type='application/x-shockwave-flash' src='http://youtube.com/v/q2kimpZzNlk'/></object></p><p>Una piccola fotocamera digitale e la grande voglia di osservare una sconfinata metropoli.<br />Canon Ixus 75 ha permesso a Caterina Ongaro di muoversi con discrezione, agilità e disinvoltura a New York, catturando immagini dense di significato. Videomaker distante da ciò che è superficiale, con uno stile diretto e incisivo traduce le sue sensazioni in un approccio non banale verso la quotidianità, in cui coglie con intelligenza dettagli sommersi che rende tangibili.<br /><br />Frames in NYC, nasce dall'incontro con Alessandro Lepore cantautore con influenze blues e rock, la cui voce graffiata si esprime in ballate che fanno vibrare cuore e stomaco. Le sue esperienze negli USA emergono in brani che profumano di chilometri e polvere, che lasciano sospesi in luoghi senza tempo governati da ritmo e poesia.<br /><br />www.caterinaongaro.it<br />www.alessandrolepore.com </p></div>cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-57320521067227560972010-03-18T08:04:00.001+01:002010-03-18T08:06:27.628+01:001 milione contro gli OGMCari amici,<br /><br /><table bg="" style="color: rgb(255, 255, 255);" align="right" width="220"> <tbody> <tr> <td style="border: 1px solid rgb(0, 0, 0); padding: 10px;"><span style=";font-family:Arial;font-size:85%;color:black;" >La Commissione Europea ha appena autorizzato la coltivazione di raccolti geneticamente modificati, mettendo i profitti della lobby degli OGM al di sopra delle preoccupazioni per la salute della pubblica opinione. <b>Clicca in basso e aiutaci a sottoscrivere una petizione con un milione di cittadini che chiedono una ricerca indipendente ed una forte regolamentazione in materia di alimenti OGM:</b><br /><div style="text-align: center;"><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/eu_health_and_biodiversity/?cl=512399392&v=5626"><img src="http://avaazimages.s3.amazonaws.com/signpetition%3Aitalian.png" border="0" width="200" /><br />Firma la petizione!</a><br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/eu_health_and_biodiversity/?cl=512399392&v=5626"><img src="http://avaazimages.s3.amazonaws.com/gmo2.jpg" border="0" width="200" /> </a><br /></div></span></td></tr></tbody></table>La <b>Commissione Europea ha appena approvato la coltivazione di raccolti OGM nell'Unione Europea per la prima volta in 12 anni! </b><br /><br />Crollando di fronte alla lobby degli OGM, la commissione <b>ha ignorato il 60% di Europei </b>che sentono di dover valutare i fatti prima di coltivare alimenti che possono costituire una minaccia per la nostra salute e l'ambiente.<br /><br />Una nuova iniziativa permette ad un milione di cittadini europei di presentare richieste ufficiali e legali alla Commissione Europea. <b>Leviamo un milione di voci per la messa al bando di alimenti OGM fino a quando non sarà completata la ricerca;</b> saranno consegnate al Presidente della Commissione Europea Barroso. <b>Firma la petizione ed inoltra questa e-mail</b> ad amici e familiari:<br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/eu_health_and_biodiversity/?cl=512399392&v=5626">http://www.avaaz.org/it/eu_health_and_biodiversity/?vl</a><br /><br />I gruppi di consumatori, della salute pubblica, ambientalisti e coltivatori per lungo tempo hanno manifestato contro uno sparuto gruppo di compagnie internazionali favorevoli agli OGM che hanno una significativa influenza sull'agricoltura europea. Le preoccupazioni sulla coltivazione di OGM includono:<b> contaminazione di raccolti organici e dell'ambiente; il loro impatto sul clima per l'eccessivo uso di pesticidi richiesto; la distriuzione della biodiversità e dell'agricoltura locale; e gli effetti degli alimenti OGM sulla salute pubblica.</b><br /><br />La decisione dell'Unione Europea di autorizzare la coltivazione della patata della BASF e del mais della Monsanto ha trovato la dura opposizione del ministero dell'agricoltura italiano, che ha dichiarato di volere "difendere e slavaguardare l'agricoltura tradizionale e la salute dei cittadini".<br /><br />Non c'è ancora consenso sugli effetti a lungo termine dei raccolti OGM. <b>Ed è l'industria OGM</b>, che ricerca i profitti non il bene pubblico, <b>che sta finanziando la scienza e guidando l'ambiente regolatore</b>. Ecco perché i cittadini europei stanno richiedendo una ricerca più indipendente, esperimenti e precauzione prima che i raccolti vengano permessi nella nostra terra.<br /><br />Adesso, l'<b>"Iniziativa dei Cittadini Europei" </b>dà l'opportunità ad un milione di cittadini europei di presentare proposte politiche alla Commissione Europea e <b>ci offre una possibilità unica di scardinare l'influenza delle lobby.</b><br /><br />Leviamo un milione di voci per porre una moratoria all'introduzione dei raccolti OGM in Europa e creare un ente scientifico etico ed independente per condurre la ricerca e determinare una forte regolamentazione dei raccolti OGM. <b>Firma la petizione adesso e poi inoltrala ampiamente</b>:<br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/eu_health_and_biodiversity/?cl=512399392&v=5626">http://www.avaaz.org/it/eu_health_and_biodiversity/?vl</a><br /><br />Con determinazione,<br /><br />Alice, Benjamin, Ricken, Luis, Graziela, l'intero team Avaaz e PropitQmò<br /><br />Ulteriori informazioni:<br /><br />Rapporto Eurobarometro 2008 sull' "attitudine dei cittadini europei verso l'ambiente" (inglese), pagina 66:<br /><a href="http://bit.ly/aMkeVJ">http://bit.ly/aMkeVJ</a><br /><br />L'Europa dice sì alle "superpatate", Il Tempo:<br /><a href="http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2010/03/03/1133194-europa_dice_alle_superpatate.shtml">http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2010/03/03/1133194-europa_dice_alle_superpatate.shtml</a><br /><br />OGM: Tutta l'Italia (o quasi) contro la patata transgenica, ASCA:<br /><a href="http://bit.ly/bbJUyA">http://bit.ly/bbJUyA</a><br /><br />Basf senza freni, altri due Ogm entro il 2010, Terra:<br /><a href="http://www.terranews.it/news/2010/03/basf-senza-freni-altri-due-ogm-entro-il-2010">http://www.terranews.it/news/2010/03/basf-senza-freni-altri-due-ogm-entro-il-2010</a><br /><br />Greenpeace e il rapporto Isaaa: «Il miracolo Ogm è finito in un ruzzolone», Greenreport :<br /><a href="http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=3633&cat=Consumi">http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=3633&cat=Consumi</a><br /><br />--------------<br /><br /><b>CHI SIAMO</b><br />Avaaz.org è un'organizzazione non-profit e indipendente, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229<br /><br />Clicca <a href="http://www.avaaz.org/it/report_back_2/"><b>qui</b></a> per avere maggiori informazioni sulle nostre campagne.<br /><br /><b>Non dimenticare di andare a vedere le nostre pagine:</b> <a href="http://www.facebook.com/Avaaz">Facebook</a>, <a href="http://www.myspace.com/avaazorg">Myspace</a> e <a href="http://www.bebo.com/Profile.jsp?MemberId=6305316853">Bebo</a>.cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-72080805155236070492010-03-14T23:56:00.001+01:002010-03-15T00:00:06.561+01:00La maglietta clandestina<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S51qH8J5BrI/AAAAAAAAAjI/z6VQjhbb8mQ/s1600-h/clandestino_hpcampagne.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 165px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S51qH8J5BrI/AAAAAAAAAjI/z6VQjhbb8mQ/s200/clandestino_hpcampagne.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5448627808827410098" border="0" /></a><span class="article-author"><a href="http://www.carta.org/archivio/autori/129">Pierluigi Sullo<span class="dettaglio_autore"> </span></a> </span> <div class="foto-archivio"> <span class="article-date">[29 Maggio 2008]</span><br /> <div class="foto-informazioni"> </div>I simboli sono importanti, eccome. Quando se ne parla, mi torna sempre in mente una scritta scolorita dal tempo ma ancora leggibile che vidi sul muro di cinta di una antica villa della Val d’Orcia, in Toscana. Era tracciata con vernice rossa e pennello e diceva “Viva Mao”. Al di là di quel che, con senno di poi, si può dire della Rivoluzione culturale ecc., quel che fu per me quasi commovente era il fatto che fino in quell’angolo del paese, tra cipressi e crete rosse, un ragazzo, evidentemente sessantottino, aveva creduto giusto, utile, far sapere quale fosse il simbolo, il nome di Mao Tse-tung, che voleva scagliare contro l’ordine costituito. Evento microscopico, ma a ben pensarci non molto diverso dalla radio con cui Peppino Impastato, assassinato quarant’anni fa, pensò di combattere la mafia. Oggi ci si attarda a “raccogliere le bandiere” e a tutelare le falci e i martelli, ma la verità è che di simboli efficaci non ne abbiamo gran che, noi – parola molto complicata e più vasta di quanto appaia – che ci sentiamo sulle spine se un campo rom viene incendiato, ci irritiamo se un manipolo di “forzanovisti” (così li chiama il loro duce, debitamente intervistato dalla tv) prende a mazzate un gruppo di studenti, ci allarmiamo se attorno alla questione dei rifiuti napoletani si costruisce un apparato legislativo degno, scrive Stefano Rodotà sulla Repubblica, di una “democrazia autoritaria” (Marco Revelli dice “dispotica”), ci sentiamo impotenti se un milione circa di persone, dette “clandestini”, viene indicato come la selvaggina nella caccia alla “sicurezza”.<br /></div> <div class="article-content"> <p class="article-preview"> </p> <p> E dunque, siccome il nostro mestiere è quello di comunicare, e anche di fabbricare simboli se ne siamo capaci, noi di Carta abbiamo pensato di proporne uno. Non sappiamo se funzionerà, se abbiamo la capacità e la forza di diffondere a sufficienza l’idea, ma chissà. Il ragionamento è questo: dobbiamo trovare una parola-simbolo che unifichi i comitati (proibiti per legge) di cittadini contro le discariche (ma domani toccherà a quelli contro la Tav o la base di Vicenza o il Ponte sullo Stretto); i migranti la cui stessa vita viene negata; i rom, che sono l’ultimo gradino della scala; i lavoratori in nero, molti dei quali stranieri sans papier, ecc. Insomma, dire: guardate che, fatte le debite differenze, alla fine è con tutti voi che i Maroni e i Berlusconi se la stanno prendendo. E qual è la parola che può simboleggiare tutto questo? Forse “clandestino”, ci siamo detti: nella storia molte di queste parole spregiative, cariche di negatività, sono state impugnate da chi le subiva e sfacciatamente esibite. E come auto-denunciare la propria condizione di “clandestino”? Con un mezzo di comunicazione classico: una maglietta.<br />Detto e fatto, ecco la maglietta che semplicemente dichiara “Clandestino”, con un tocco in più nel fatto che la “o” finale è sostituita da una impronta digitale. E la filiera, per così dire, è garantita. Le magliette sono realizzate in Bangladesh da una delle prime esperienze di manifattura etica: le operaie hanno condizioni lavorative e salariali molto migliori della media nazionale e assistenza sanitaria garantita e sono importate da altraQualità, una delle più importanti centrali di commercio equo italiane; a stampare gli artigiani di Arte’ Grafica di Asti [www.promotus.it]: del prezzo finale (12 euro, compresa la spedizione) una certa percentuale va al progetto della “sartoria rom”, avviato nel campo rom di Quintiliani, periferia romana. A Carta vanno meno di due euro, giusto la fatica che ci mettiamo. Potete richiederla, potete indossarla in giro, visto che l’estate sarà caldissima, e potete anche rivenderla in botteghe, librerie, ecc. Se volete, potete guardare il sito <a href="http://bottega.carta.org/">bottega.carta.org</a>, oppure scrivere a <a href="mailto:bottega@carta.org">bottega@carta.org</a> o ancora telefonare allo 0645495659.<br /><img src="http://www.carta.org/attachments/files/0000/0211/DSCN4589.JPG" alt="" /><br /><a href="http://bottega.carta.org/index.php?main_page=product_info&cPath=7&products_id=174">- come acquistare la maglietta</a></p> </div>cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-85229375880205060852010-03-12T11:49:00.003+01:002010-03-12T12:26:58.297+01:00Chi profitta della crisi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/S5odGRECv3I/AAAAAAAAE5o/zw8jSafUnLw/s1600-h/crisi-economica.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 130px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/S5odGRECv3I/AAAAAAAAE5o/zw8jSafUnLw/s200/crisi-economica.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5447698692754816882" border="0" /></a><span style="font-weight: bold;">Aspettando il Grecale</span> - <span style="font-size:85%;">di Galapagos</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;">I</span>eri in Grecia, oggi in Italia: milioni di lavoratori stanno scendendo nelle piazze chiedendo una politica economica diversa che faccia pagare la crisi soprattutto a chi con la crisi si è arricchito tanto. Come ci ha fatto sapere ieri la rivista <span style="font-style: italic;">Forbes</span> (edita dal miliardario Steve Forbes) lo scorso anno i miliardari (con patrimonio superiore al miliardo) sono aumentati di oltre il 20%: da 793 a 1001. E tutti insieme posseggono una fortuna di 3.600 miliardi (quasi il doppio del PIL italiano) il 30% in più dell'anno precedente: Per loro la crisi è stata una benedizione.<br />Ma come è possibile arricchirsi in un anno di crisi nel quale il Pil mondiale è diminuito di quasi il 4%?<br />Semplice: facendola pagare ai lavoratori, riducendo ulteriormente la loro quota nella distribuzione dei redditi. Al tempo stesso proteggendo le enormi ricchezze depositate nelle banche, evitando di far fallire le banche. E stiamo parlando di "sussidi" per migliaia di dollari. Il tutto in base al principio che il capitale finanziario non può essere fatto fallire perché tutto il sistema economico gli crollerebbe dietro. Forse. Ma il risultato è evidente: decine di milioni di lavoratorihanno perso il posto di lavoro e il tasso di disoccupazione sfiora il 10%: Senza contare, come sostengono le Nazioni Unite, che il livello di povertà sta costringendo alla fame centinaia di milioni di persone. Nei paesi "arretrati", ma anche nel cuore dell'impero. E la crisi morde in profondità senza differenze nei paesi nei quali la flessibilità era massima (Stati Uniti e Spagna, tanto per fare un paio di esempi) e dove le garanzie per i lavoratori "erano" un pò più serie. Come in Italia. Erano, perché ora anche in Italia il lavoratore non ha più protezione: con l'abolizione di fatto dell'articolo "18" il capitale anche da noi ha ripreso il coltello dalla parte del manico, pronto a pugnalare.<br />La Cgil che oggi scende in piazza (in maniera un pò sfrangiata e dando l'impressione di aver indetto lo sciopero di 4 ore solo per problemi di rapporti interni) ha posto al primo punto proprio lo smantellamento dell'articolo 18. Purtroppolo fa tardivamente: la mobilitazione andava fatta prima che il parlamento approvasse il progetto degli ex (tanto ex) socialiti Brunetta e Sacconi. Lo sciopero è stato proclamato anche per la difesa della democrazia, del potere d'acquisto dei lavoratori e dei pensionati e per la creazione di posti di lavoro. Il governo che due anni fa aveva lanciato l'elemosina della social card, ieri ha fatto di peggio: ha stanziato 300 milioni di euro per incentivare la ripresa dei consumi. Ogni italiano in media potrà ricevere 5 euro, ogni famiglia 15. Statistiche "false", ma che assumono significato quando si scopre che gli incentivi sono destinati anche per l'acquisto di motori per la nautica da diporto. Immaginiamo la fila di cassaintegrati Fiat o dei lavoratori Eutelia o dei piccoli imprenditori che fanno a pugni per gli incentivi!<br />Ma non è finita: ieri la Bce ci ha detto che la ripresa è lenta e la creazione di nuovi posti di lavoro è rinviata al fututo. Poi ha lanciato un avvertimento ai governi: preparatevi a un "exit Strategy", cioè a ridurre i deficit di bilancio provocati dalla crisi. Visto che il 90% degli aiuti è finito in mani ricche, l'avvertimento potrebbe sembrare buono. ma non è così: quando gli "gnomi" di Francoforte parlano lo fanno a senso unico. Il loro modello sono i provvedimenti greci: il blocco delle pensioni, la riduzione dei salari. In più, privatizzazioni e flessibilità. Il dramma è che molti sono convinti che Menenio Agrippa col suo "apologo" avesse ragione e che un mondo diverso non è possibile: gli schiavi debbono rimanere schiavi e i padroni, padroni per sempre.CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-19640054348469990822010-03-12T07:11:00.002+01:002010-03-12T07:17:16.468+01:00E tempo di scegliere: gli Elefanti o l'Avorio<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://3.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/S5nb_eDKpjI/AAAAAAAAE5Y/uuBYxXEOFkQ/s1600-h/la-cina-ha-bisogno-di-bacchette-davorio-uccidiamo-gli-elefanti-foto.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 134px;" src="http://3.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/S5nb_eDKpjI/AAAAAAAAE5Y/uuBYxXEOFkQ/s200/la-cina-ha-bisogno-di-bacchette-davorio-uccidiamo-gli-elefanti-foto.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5447627107725911602" border="0" /></a>Cari Amici,<br /><table bg="" style="color: rgb(255, 255, 255);" align="right" width="220"> <tbody> <tr> <td style="border: 1px solid rgb(0, 0, 0); padding: 10px;"><span style=";font-family:Arial;font-size:85%;color:black;" ><b>Questo fine settimana, il bando mondiale sancito dall'ONU sul commercio di avorio potrebbe essere abolito -- una decisione che potrebbe eliminare i vulnerabili elefanti dell'Africa.</b> Ma un numero di nazioni africane stanno facendo pressione per confermare il bando. Mandiamo un energico messaggio di sostegno per salvare gli elefanti. <b>Firma la petizione in basso,</b> e inoltra ampiamente questa email:<br /><br /></span><div style="text-align: center;"><span style=";font-family:Arial;font-size:85%;color:black;" ><a href="http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?cl=504532600&v=5581"><img alt="Firma la Petizione!" src="http://avaazimages.s3.amazonaws.com/italian_firmalapetizione.png" border="0" width="200" /></a></span></div><span style=";font-family:Arial;font-size:85%;color:black;" ><a href="http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?cl=504532600&v=5581"></a></span></td></tr></tbody></table>questo fine settimana (13 marzo), due governi africani cercheranno di scardinare la messa al bando mondiale sul commercio d'avorio -- una decisione che potrebbe eliminare intere popolazioni di elefanti e portare questi magnifici animali sempre più vicini all'estinzione.<br /><br />Tanzania e Zambia <b>esercitando pressioni sulle Nazioni Unite per ottenere deroghe speciali dal bando</b>, ma questo lancerebbe un chiaro segnale ai sindacati del crimine dell'avorio che la protezione internazionale si sta indebolendo ed è caccia aperta agli elefanti. Un altro gruppo di stati africani si è opposto chiedendo che si estenda la messa al bando del commercio per altri 20 anni.<br /><br />La nostra migliore occasione per salvare gli elefanti superstiti del continente è quella di sostenere gli ambientalisti africani. Abbiamo solo <b>5 giorni a disposizione e l'ente delle Nazioni Unite per la protezione delle specie minacciate di estinzione si riunisce soltanto una volta ogni tre anni. Clicca in basso per firmare la nostra petizione urgente</b> per proteggere gli elefanti e <b>inoltra ampiamente questa email </b>così che possiamo consegnare centinaia di migliaia di firme all'incontro dell'ONU a Doha:<br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?cl=504532600&v=5581">http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?vl</a><br /><br />Oltre 20 anni fa, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES) approvò una messa al bando mondiale sul commercio di avorio. Il bracconaggio fu sconfitto e il prezzo dell'avorio crollò. Ma una debole applicazione unita a<b>'experimental one-off sales', come quelle proposte da Tanzania e Zambia, hanno restituito energia al bracconaggio </b>e trasformato un commercio illegale in un affare redditizio – i bracconieri possono ripulire il loro avorio illegale con riserve di materiali legali.<br /><br />Adesso, nonostante il bando mondiale, ogni anno <b>oltre 30.000 elef anti vengono abbattuti e le loro zanne divelte dai bracconieri con asce e motoseghe.</b> Se Tanzania e Zambia riuscissero a sfruttare la scappatoia, questo orrendo commercio potrebbe peggiorare ancora.<br /><br /><b>Abbiamo un'occasione unica questa settimana </b>per prolungare la messa al bando mondiale, reprimere il bracconaggio e abbattere i prezzi del commercio d'avorio<b> prima di perdere altre popolazioni di elefanti – firma la petizione adesso </b>e inoltra questo messaggio a tutti:<br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?cl=504532600&v=5581">http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?vl</a><br /><br />Attraverso le culture del mondo e nella nostra storia gli elefanti sono stati riveriti nelle religioni ed hanno catturato la nostra immaginazione -- Babar, Dumbo, Ganesh, Airavata, Erawan. Ma oggi queste meravigliose ed intelligentissime creature stanno per essere annientate.<br /><br />Fintanto che ci sarà richiesta di avorio, gli elefanti saranno a rischio per il bracconaggio e il contrabbando -- <b>ma questa settimana abbiamo una possibilità di proteggerli e mandare in fumo i profitti dei criminali dell'avorio – firma la petizione adesso:</b><br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?cl=504532600&v=5581">http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?vl</a><br /><br />Con speranza,<br /><br />Paul, Alice, Iain, Graziela, Ricken, Raluca, Luis, Paula Benjamin, David, Ben, il resto del team Avaaz e l'associazione culturale PropitQmò<br /><br />Per ulteriori informazioni:<br /><br /><a href="http://www.effettoterra.org/documenti/ambiente/approfondimenti/2010_anno_internazionale_della_biodiversita_elefanti_a_rischio.html">http://www.effettoterra.org/documenti/ambiente/approfondimenti/2010_anno_internazionale_della_biodiversita_elefanti_a_rischio.html</a><br /><br /><a href="http://www.oipaitalia.com/esotici/notizie/tutelaorsopolare.html">http://www.oipaitalia.com/esotici/notizie/tutelaorsopolare.html</a><br /><br />Bloody Ivory e Born Free:<br /><a href="http://www.bloodyivory.org/">http://www.bloodyivory.org/</a><br /><a href="http://www.bornfree.org.uk/">http://www.bornfree.org.uk/</a><br /><br />Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione: <a href="http://www.cites.org/">http://www.cites.org</a><br /><br />-------------------------------<br /><br /><img src="http://www.avaaz.org/act/open/504532600.gif" border="0" /><br /><br /><br /><br /><b>CHI SIAMO</b><br />Avaaz.org è un'organizzazione non-profit e indipendente, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229<br /><br />Clicca <a href="http://www.avaaz.org/it/report_back_2/"><b>qui</b></a> per avere maggiori informazioni sulle nostre campagne.<br /><br /><b>Non dimenticare di andare a vedere le nostre pagine:</b> <a href="http://www.facebook.com/Avaaz">Facebook</a>, <a href="http://www.myspace.com/avaazorg">Myspace</a> e <a href="http://www.bebo.com/Profile.jsp?MemberId=6305316853">Bebo</a>.CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-46053555483208337782010-03-09T14:34:00.000+01:002010-03-09T14:36:03.278+01:00Alla fine cancelleranno anche le elezioni<p class="author">di <a href="http://domani.arcoiris.tv/?author=105" title="Articoli scritti da: Raniero La Valle">Raniero La Valle</a> </p> <div class="entry"> <p><strong>Se non ci sono i giornalisti che scoprono gli operai sui tetti e i giudici che scoprono i reati, anche un delinquente può governare e il governo può raccontare la sua Italia immaginaria</strong></p> <p><strong><br /></strong></p> <p>In una democrazia normale, all’approssimarsi delle elezioni, si istituirebbero alla TV apposite trasmissioni di approfondimento e di dibattito politico. Così si faceva nel regime democristiano, nel quale furono istituite le “Tribune elettorali”, che ebbero grande successo. La mia piccola fama cominciò quando, giovane giornalista, feci a Togliatti una domanda a cui non seppe rispondere. C’era anche un giornalista socialdemocratico, che si chiamava Mangione, che era così aggressivo e sguaiato, che poteva prefigurare Ghedini.</p> <p>Nell’Italia di oggi, invece, all’approssimarsi delle elezioni le trasmissioni di approfondimento e di dibattito politico si tolgono. Intanto si tolgono quelle, poi, se non stiamo attenti, si toglieranno anche le elezioni.</p> <p>La motivazione ufficiale di questo digiuno politico-televisivo (del resto siamo in Quaresima) è che tali trasmissioni violerebbero la “par condicio”, cioè il fatto che tutti possano dire tutto. Ma le nostre trasmissioni di approfondimento politico, da Vespa a Santoro a Floris, sono ammalate proprio di par condicio; sulla base dell’ideologia secondo la quale tutte le idee sono eguali, e che a vincere debba essere il più scaltro e il più forte, i nostri “talk-show”, cioè i dibattiti spettacolarizzati, sono una zuffa senza esclusione di parole (e anche di occhiatacce e di smorfie di reciproco disgusto) dove tutto si può fare tranne che offrire una varietà di opinioni rispettabili ad edificazione e informazione dei telespettatori. Si tratta, peggiorata, dell’ideologia delle tavole rotonde, dove non si fa cultura, perché non c’è cultura dove non c’è né capo né coda, ma è assemblato un assortimento di prodotti, come negli scaffali dei supermercati, quando non c’è nessuna seria ragione per scegliere, a partire dalle etichette, un prodotto invece che un altro. Al contrario, nelle trasmissioni o nei discorsi considerati di parte, dove si segue un orientamento dichiarato, dove si offre un’argomentazione e si segue un filo, non ci sarà il battibecco paritario, ma almeno l’encefalogramma non è piatto.</p> <p>Dunque non è perché non rispetterebbero la par condicio che le trasmissioni censurate non possono andare in onda. La ragione è esattamente l’inversa; Berlusconi ha sempre detto che un partito grosso e un partito piccolo non dovrebbero avere spazi uguali, ma differenziati secondo la rispettiva forza, in modo che i grossi diventino sempre più grossi e i piccoli sempre più piccoli, fino a scomparire. E quanto ad apprezzare la parità, non se ne parla nemmeno, dato che egli si è definito come un “<em>primus super pares</em>”: i pari sono gli altri, lui è il primo e sta sopra tutti: la parola sovrano – <em>superanus</em> – viene da lì, significa che sta sopra e non c’è nessun altro al di sopra di lui. Perciò è sciolto da ogni vincolo: assoluto.</p> <p>Ma il togliere la politica dalle chiacchiere televisive (come nel fascismo la politica era interdetta nelle chiacchiere da bar) non è solo un atto di ordinaria censura: un furto di informazione, come dicono tutti quelli che protestano. È, ancora di più, la rivelazione del vero tarlo, della vera ossessione del presente regime: il rifiuto del controllo. In questo senso la stampa è esattamente come la magistratura; Berlusconi nega il potere di controllo dei magistrati, esattamente come nega il potere di controllo della stampa; e la ragione è molto semplice; se non ci sono i giudici che “dicono la giustizia” (giurisdizione) e nominano i reati con le inchieste, i processi e le sentenze, questi non esistono, e anche i fuorilegge possono governare; e se non ci sono i giornalisti che scoprono gli operai sui tetti, gli aquilani con le carriole e la spazzatura nel mar Tirreno, allora l’Italia non c’è, e il governo può raccontare un’altra Italia, la sua: un’Italia dove non c’è la crisi economica, non ci sono i licenziamenti, i terremotati sono contenti con le loro finte casette e non sono esuli da una città che Bertolaso non ha visto e che resterà distrutta, e la spazzatura è gloria del governo averla tolta di mezzo per sempre. E nemmeno si verrà a sapere che se la destra non presenta come si deve le liste, facendo cadere i propri stessi candidati, non è per un complotto dei nemici, ma perché in un finto partito unico la lotta tra gli “amici” è spietata.</p> <p>Questo è il significato della crociata berlusconiana contro tutti i poteri di controllo, la magistratura, il Parlamento, la Corte Costituzionale, il Presidente della Repubblica, la stampa, la televisione non sua, tutti faziosi, tutti comunisti: non solo dominare la realtà col potere, ma negare la realtà per fondare e preservare il potere.</p> <blockquote class="biopost">Raniero La Valle ha diretto, a soli 30 anni, L’Avvenire d’Italia, il più importante giornale cattolico nel quale ha seguito e raccontato le novità e le aperture del Concilio Vaticano II. Se ne va dopo il Concilio (1967) quando inizia la normalizzazione che emargina le tendenze progressiste del cardinale Lercaro. La Valle gira il mondo per la Rai, reportages e documentari, sempre impegnato sui temi della pace: Vietnam, Cambogia, America Latina. Con Linda Bimbi scrive un libro straordinario, vita e assassinio di Marianela Garcia Villas (“Marianela e i suoi fratelli”), avvocato salvadoregno che provava a tutelare i diritti umani violati dalle squadre della morte. Prima al mondo, aveva denunciato le bombe al fosforo, regalo del governo Reagan alla dittatura militare: bruciavano i contadini che pretendevano una normale giustizia sociale. Nel 1976 La Valle entra in parlamento con Sinistra Indipendente; si occupa della riforma della legge sull’obiezione di coscienza. Altri libri “Dalla parte di Abele”, “Pacem in Terris, l’enciclica della liberazione”, “Prima che l’anno finisca”, “Agonia e vocazione dell’Occidente”. Nel 2008 ha pubblicato “Se questo è un Dio”. Nel 2008 è stato promotore del “Manifesto per la sinistra cristiana” nel quale propone il rilancio della partecipazione politica e dei valori del patto costituzionale del ’48 e la critica della democrazia maggioritaria. </blockquote></div>CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-5858762001258335042010-03-04T20:55:00.003+01:002010-03-04T20:59:33.029+01:00Il silenzio che avvelena la democrazia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/S5AQ4PDdXAI/AAAAAAAAE5I/uIsG7zBzKgs/s1600-h/100_7622-400.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 150px;" src="http://4.bp.blogspot.com/_K0N7Huxk7FU/S5AQ4PDdXAI/AAAAAAAAE5I/uIsG7zBzKgs/s200/100_7622-400.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444870507790687234" border="0" /></a> <strong>Siamo stati informati della legge nascosta che alleggerisce le pene a chi inquina e nasconde rifiuti tossici? Pochi giorni dopo ecco l’onda nera nel Po… Cosa è successo dell’inchiesta che indaga sui rifiuti pericolosi trafficati illegalmente dal padre della Marcegaglia, presidente di Confindustria? Informazione spenta e opposizione timida. Svegliamoci</strong><div class="entry"> <p>Siamo il malato d’Europa. L’Italia culla del diritto, il Paese di Cesare Beccaria è diventato il paese di Niccolò Ghedini, vede la sua Costituzione fatta a pezzi nei capisaldi: l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, il diritto all’informazione libera, la tutela della salute e dell’ambiente. E non è tutto.</p> <p>Il segno irreversibile di questa crisi non è solo in ciò che macroscopicamente appare nella straordinarietà di un capo del governo, re del conflitto d’interessi, plurinquisito che sfugge sistematicamente ai suoi processi: più drammaticamente la crisi democratica si svela nei silenzi, nei vuoti d’informazione delle tante a volte immense illegalità che vengono quotidianamente perpetrate, e che trovano il complice silenzio dell’informazione ufficiale.</p> <p>Abbiamo letto anche in questi giorni, ma relegate tra le notizie seminascoste dello stillicidio di suicidi tra lavoratori licenziati ed imprenditori in difficoltà, della crisi e delle sue conseguenze non si parla, perché la crisi economica non esiste, non ci sono le cessazioni d’attività e le delocalizzazioni selvagge, per non compromettere il clima che deve restare comunque positivo intorno al Governo, come un incantesimo, veniamo trastullati da bambini inconsapevoli. Perché disvelare questa crisi significherebbe comprenderne la portata, le incongruenze del vuoto dell’azione di governo, le drammatiche conseguenze per migliaia di lavoratori e di famiglie. I suicidi sono la manifestazione di una società resa sempre più fragile, di persone abbandonate a se stesse ed alla loro disperazione nella solitudine totale.</p> <p>I telegiornali non hanno potuto nascondere l’immenso danno causato dallo sversamento di migliaia di tonnellate di liquami nel Lambro e nel Po, naturalmente non trascurando di esaltare le prodigiose quasi miracolistiche capacità della Protezione Civile di Bertolaso di curare anche questa ferita; ma non ha trovato alcuno spazio la notizia, non meno grave, del <a href="http://notiziegenova.altervista.org/index.php/te-lo-nasondono/910-la-vergogna-della-legge-salva-inquinatori--semplice-multa-per-il-disastro-del-lambro">disegno di legge</a> approvato venti giorni fa dal Governo proprio a favore degli inquinatori, attraverso il declassamento delle pene per gli scarichi di materiali inquinanti. Chissà se non sia addirittura stata un’azione preventiva per alleggerire il carico di responsabilità per i delinquenti lombardi, però nessun quotidiano (nemmeno tra quelli vicini al centrosinistra) ha fornito questa informazione.</p> <p>Penso che questa vera e propria crisi democratica richieda una profonda revisione politica innanzituttto per l’opposizione, finora troppo debole, per non dire del tutto inefficace; non solo perché non è risuscita a rovesciare Berlusconi, soprattutto perché appare, ancora ora, troppo a rimorchio di una concezione del potere politico come censo, forza separata, lontana dalle sensibilità e dalle aspettative del suo stesso elettorato.</p> <p>La questione morale – in tutto l’arco delle sue variabili: dal malcostume individuale, alla corruzione diffusa, alle collusioni con mafie e massonerie – richiede una mobilitazione delle coscienze, un netto rifiuto di ogni debolezza; e pure invece finora è stata timida la risposta, quasi impacciata, come se “disturbare i manovratori del potere e dell’economia”, quand’anche compromessi da pratiche illegali, significhi danneggiare l’ordinato, si fa per dire, svolgimento “naturale” delle cose; come si può interpretare se non in questo senso l’imbarazzato silenzio verso il coinvolgimento di Steno Marcegaglia, padre del presidente della Confindustria e di un’impresa del suo gruppo, in un’indagine sul riciclaggio illegale di rifiuti tossici? Anche questa non è una notizia?</p> <p>Serve uno scatto di dignità e di autonomia, il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, perché il Paese non cambierà se non si realizza una rivoluzione morale, se le forze sane, i cittadini che lavorano, non diventano protagonisti di un moto di vera e propria liberazione delle coscienze.</p> <p>Il nostro è un Paese ormai spaccato, come se ci fossero due società: una parte che sa sempre cosa fare, che difende i suoi grandi o piccoli privilegi con tenace accanimento, l’Italia di quelli che non pagano le tasse, che costruiscono senza licenza edilizia, che la fanno quasi sempre franca. E gli altri che arrancano perché devono cavarsela da soli e tirano la carretta, i fessi!</p> <p>Il sistema politico appare tutto collocato in quella prima parte, anche se per fortuna non è del tutto vero, ma lo sappiamo in pochi; l’antipolitica ed il qualunquismo sono l’altra faccia della sottomissione; la percezione è che non c’è la forza per una vera e propria svolta, che troppi fili, troppi legami tengono unite maggioranza ed opposizione in un’unica concezione del potere, questo è il sintomo vero di un “mal sottile” che semina sfiducia nel cittadino.</p> <p>Come fare? Fortunatamente non tutto è fermo e le energie di una società comunque viva si stanno manifestando: le grandi manifestazioni dei <em>viola</em>, i tenaci comitati per la Costituzione, il popolo giallo dei lavoratori stranieri venuto numeroso e colorato alla ribalta, i sindacati dei lavoratori (in primis la CGIL e quelli di base), le associazioni, le reti, gli attivisti dell’ambiente, le forze avanzate della Chiesa cattolica, gli intellettuali non in sonno… L’Italia è fortunatamente ancora il Paese dell’intelligenza, delle grandi passioni civili di chi resiste indomitamente ai soprusi, al conformismo ed alla volgarità dilagate.</p> <p>Da questa parte forte e diffusa della società deve partire un vasto ed articolato movimento unitario che sappia indicare alle forze politiche la strada di un profondo rinnovamento, cominciando dal rifiuto delle pratiche consociative, delle mezze misure, del “<em>ma-anch</em>ismo” che ci ha condannato all’immobilità.</p> <p>Occorre aver fiducia, ma è assolutamente necessario non mollare la presa perché questa destra un po’ disperata – come appare in questi giorni in cui molti nodi stanno venendo al pettine e, nonostante l’oblio, la sua crisi emerga in tutta l’inusitata gravità -, questa destra anticostituzionale può riservarci brutte sorprese. Quindi vigilanza democratica prima di tutto.</p>di <a href="http://domani.arcoiris.tv/?author=190" title="Articoli scritti da: Sergio Caserta">Sergio Caserta</a><blockquote class="biopost"><img src="http://domani.arcoiris.tv/wp-content/uploads/userphoto/sergio-caserta.thumbnail.jpg" style="margin: 0pt 8px 2px 0pt; float: left;" />Sergio Caserta è nato a Napoli. Studi in materia giuridica ed economica, dirigente di organizzazioni ed imprese cooperative, attualmente vive a Bologna e si occupa di marketing e comunicazione d'azienda. Formatosi nel PCI di Berlinguer, coordina l'Associazione per il Rinnovamento della Sinistra (www.arsinistra.net). Nel 2005 fu tra i promotori della rete "Unirsi" (www.unirsi.it). Già consigliere provinciale di Sinistra Democratica, oggi aderisce a Sinistra Ecologia e Libertà </blockquote></div>CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-2009866117142609582010-03-03T16:34:00.006+01:002010-03-03T16:45:54.081+01:003 giorni per salvare gli oceani<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S46CQKM98nI/AAAAAAAAAi4/SXZ_zzHUJWE/s1600-h/manifestazione_cop15.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 150px;" src="http://2.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S46CQKM98nI/AAAAAAAAAi4/SXZ_zzHUJWE/s200/manifestazione_cop15.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444432213665772146" border="0" /></a><span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold;">Cari amici,</span></span><br /><br /><table bg="" style="color: rgb(255, 255, 255);" align="right" width="220"> <tbody> <tr> <td style="border: 1px solid rgb(0, 0, 0); padding: 10px;"><span style=";font-family:Arial;font-size:85%;color:black;" ><b>Entro pochi giorni, il governo inglese potrebbe creare la più estesa Area Marina Protetta del mondo.</b> Ma i potenti <b>interessi commerciali della pesca lo vogliono ostacolare.</b> Lanciamo un'ondata di sostegno per salvare i nostri oceani. <b>Firma la petizione in basso,</b> e inoltra questa email a tutti quelli che conosci:<br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/save_our_oceans/?cl=498700275&v=5519"> </a></span><div style="text-align: center;"><span style=";font-family:Arial;font-size:85%;color:black;" ><a href="http://www.avaaz.org/it/save_our_oceans/?cl=498700275&v=5519"><img alt="Firma la Petizione!" src="http://avaazimages.s3.amazonaws.com/italian_firmalapetizione.png" border="0" width="200" /> </a></span></div></td></tr></tbody></table><b>Questo venerdì il governo inglese potrebbe passare </b><b>alla storia creando l'Area Marina Protetta più estesa del mondo </b>intorno alle Isole Chagos.<br /><br />I nostri ecosistemi oceanici stanno letteralmente moren do sotto la pressione della pesca commerciale massiccia e incontrollata e dell'inquinamento. Questa decisione potrebbe iniziare a cambiare il corso degli eventi. <b>Ma le compagnie di pesca commerciale si stanno opponendo alla mossa </b>, mettendo i profitti a breve termine al primo posto. <b>Non possiamo permettere che questo accada </b>– abbiamo già perso più del 90% dei grandi pesci come il tonno e il marlin.<br /><br /><b>Insieme, lanciamo un'ondata di sostegno pubblico globale al governo inglese,</b> chiedendo di essere forti e proteggere gli oceani dallo sfruttamento. <b>Firma la petizione in basso,</b>poi inoltrala a tutti quelli che conosci. <b>Sarà consegnata al Segretario per gli Affari Esteri David Miliband entro il termine ultimo di venerdì prossimo! </b><br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/save_our_oceans/?cl=498700275&v=5519">http://www.avaaz.org/it/save_our_oceans/?vl</a><br /><br />I report sono tremendi:<b> nei prossimi 38 anni, i nostri ocea ni potrebbero essere completamente sfruttati dalla pesca, nei prossimi 100 anni tutte le barriere coralline potrebbero essere morte.</b> Questa azione da sola non sarà sufficiente per invertire la tendenza. Ma servirà a creare un'Area Marina Protetta di 210.000 miglia quadrate – più estesa della Grande Barriera Corallina.<br /><br /><b>Per salvare veramente gli oceani dal collasso avremo bisogno di una forte leadership politica, </b>e di cittadini che agiscano con impegno. Nel 2010, l'Anno Internazionale della Biodiversità, <b>una decisione del Regno Unito per creare l'Area Marina Protetta più grande del mondo assicurerebbe un'eredità di conservazione </b>senza precedenti per scala e significato. Questo costituirebbe un chiaro esempio per altri governi in tutto il mondo.<br /><br />Sovrastiamo le voci delle compagnie di pesca commerciale e gettiamo le basi per proteggere i nostri oceani per le generazioni future. <b>Firma la petizione in basso e inoltrala ad amici e familiari:</b><br /><br /><a href="http://www.avaaz.org/it/save_our_oceans/?cl=498700275&v=5519">http://www.avaaz.org/it/save_our_oceans/?vl</a><br /><br />Con speranza,<br /><br />Alice, Iain, Paul, il resto del team Avaaz e l'Ass. Cult. PropitQmò<br /><br />Ulteriori informazioni:<br /><br />La campagna Protect Chagos:<br /><a href="http://bit.ly/aYibRB">http://bit.ly/aYibRB</a><br /><br />Barriere coralline: entro il 2100 cominceranno a sparire:<br /><a href="http://www.ecologiae.com/barriere-coralline-2100-sparire/13413/">http://www.ecologiae.com/barriere-coralline-2100-sparire/13413/</a><br /><br />Il problema della sovrapesca (inglese):<br /><a href="http://overfishing.org/pages/why_is_overfishing_a_problem.php">http://overfishing.org/pages/why_is_overfishing_a_problem.php</a><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S46DwJH0pJI/AAAAAAAAAjA/7qMmzvw3nrs/s1600-h/resized_1927_dgisland2.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px; height: 203px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S46DwJH0pJI/AAAAAAAAAjA/7qMmzvw3nrs/s320/resized_1927_dgisland2.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444433862643197074" border="0" /></a><b>CHI SIAMO</b><br />Avaaz.org è un'organizzazione non-profit e indipendente, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229<br /><br />Clicca <a href="http://www.avaaz.org/it/report_back_2/"><b>qui</b></a> per avere maggiori informazioni sulle nostre campagne.<br /><br /><b>Non dimenticare di andare a vedere le nostre pagine:</b> <a href="http://www.facebook.com/Avaaz">Facebook</a>, <a href="http://www.myspace.com/avaazorg">Myspace</a> e <a href="http://www.bebo.com/Profile.jsp?MemberId=6305316853">Bebo</a>.cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-76830411234300123782010-03-03T16:18:00.003+01:002010-03-03T16:21:21.486+01:00PROIBIZIONISMO E CAPITALISMO<div style="text-align: justify;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://2.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S4597So08CI/AAAAAAAAAiw/J-JZbfsfTX0/s1600-h/018.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 150px;" src="http://2.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S4597So08CI/AAAAAAAAAiw/J-JZbfsfTX0/s200/018.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5444427457106341922" border="0" /></a>Negli ultimi tempi, dopo la ormai famosa intervista rilasciata dal cantante Morgan, i mezzi di comunicazione di massa hanno riportato alla ribalta nazionale il tema della droga. L’impostazione data alla discussione nei salotti televisivi è, come sempre, distorta, mistificante e strumentale. Evidentemente si intende avallare la linea legislativa di segno proibizionista adottata dal governo in carica, ma rispondente ad un orientamento molto diffuso e trasversale agli schieramenti politici parlamentari. Una linea che fa capo ad una legge che reca i nomi degli onorevoli Fini e Giovanardi, il cui intento dichiarato sin dall’inizio è quello di colpevolizzare i tossicomani, giudicati alla stregua di criminali spacciatori, cancellando quindi la “liceità” del consumo personale.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Come argomentano i sostenitori della legislazione vigente, la gravità della situazione sarebbe causata dal “permissivismo” contenuto nell’idea di “modica quantità”, un concetto avvalorato e incoraggiato dall’affermazione della cosiddetta “cultura della droga” riconducibile alle “culture alternative” o “controculture” diffuse ed egemoni negli anni ’60 e ‘70. In effetti questo è il ragionamento, assai rozzo e semplicistico, seguito dai fautori della legge. Invece, è un dato incontestabile che la causa reale dei crimini abitualmente perpetrati nelle aree urbane più degradate, ad esempio i reati commessi dai tossicomani più giovani, risieda nell’esatto contrario del permissivismo, vale a dire in quel regime proibizionista che di fatto determina in modo decisivo l’intera questione. Un regime che la legge Fini/Giovanardi ha reso più crudo, criminalizzando non solo le abitudini di milioni di consumatori di droghe leggere, ma penalizzando anche altri comportamenti, fino a violare e calpestare alcuni diritti sanciti dalla Costituzione.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Le misure draconiane previste dalla legge vigente mirano a reprimere il diritto allo “sballo”, ma non ne eliminano le cause effettive, nella misura in cui le ragioni del disagio e dell’alienazione giovanile nelle droghe sono di natura sociale, esistenziale, psicologica, culturale, ma non certo giuridica. Inoltre, le norme punitive investono solo i piccoli spacciatori, ossia gli abituali consumatori di sostanze narcotiche. Mi permetto di aggiungere che la nozione di "disagio giovanile" è fuorviante in quanto il disagio non è legato ad una condizione anagrafica. E’ invece più corretto parlare di "disagio sociale", benché il malessere investa soprattutto le "categorie" dei giovani e degli anziani, cioè le fasce più indifese della società, più esposte alle avversità, anzitutto materiali, che l'esistenza quotidiana oppone agli esseri umani senza alcuna speranza di superamento.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Tale disegno politico cela una perversa volontà di esasperare il fenomeno della violenza urbana, specialmente di quella minorile. L’esperienza storica ha dimostrato che l’imbarbarimento di una già ferrea disciplina repressiva non fa altro che scatenare l’effetto contrario, generando fenomeni di recrudescenza e l’aumento della rabbia, del malessere e della disperazione. Il problema delle tossicodipendenze non è una questione di ordine pubblico, benché come tale viene considerata, rinunciando ad un’analisi razionale del fenomeno e ad una rigorosa prassi politico-sociale, per abdicare a favore dell’azione poliziesca ed invocare una crescente militarizzazione del territorio.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Tale orientamento, che coincide con lo spirito autoritario e repressivo che non anima solo l’attuale governo, non ha mai debellato o inibito alcuni atteggiamenti considerati "devianti", ma al contrario li ha incentivati ed esasperati. È indubbio che alcune sostanze, come le cosiddette "droghe pesanti", siano letali, per cui chi ne abusa rischia la morte, ma è altrettanto evidente che la pericolosità di tali droghe, proprio in quanto proibite, rischia di essere accentuata. Del resto, qualsiasi comportamento che produca effetti nocivi per la salute psicofisica delle persone (si pensi all’abuso di psicofarmaci e superalcolici o all’assunzione abituale di nicotina), nella misura in cui è ridotto ad un problema di ordine pubblico, essendo vietato e perseguito penalmente, potrebbe accrescere il livello della tensione sociale, degenerando in atti criminali condannati alla clandestinità e provocando una crescente e pericolosa spirale di violenza. Tale sistema di legge costituisce un ulteriore segnale che attesta l’involuzione in senso codino e reazionario di una parte notevole della classe dirigente italiana, a cui non corrisponde un pari fenomeno regressivo nella società civile, che in tal modo si discosta e si estrania sempre più dagli ambienti, dagli umori e dai poteri istituzionali del “Palazzo”.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Invece, bisognerebbe affrontare il problema partendo da una riflessione lucida e razionale, libera da condizionamenti di natura emotiva e moralistica. Si tratta di compiere una radicale inversione di rotta rispetto alla linea politica finora seguita. Il problema delle tossicodipendenze non si può fronteggiare usando la forza pubblica o assumendo iniziative di segregazione e colpevolizzazione sociale e morale. Al contrario si deve prendere coscienza della reale natura del problema, dissimulata e mistificata sotto una veste superficiale che viene deformata dalle reazioni più emotive ed irrazionali suscitate dal sistema repressivo vigente. Bisogna rendersi conto della pericolosità sociale delle risposte repressive ed alienanti messe in moto dalla macchina propagandistica del regime proibizionista, che è storicamente e politicamente fallito.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Bisogna rendersi conto che in una società che ormai è diventata di massa, in cui prevalgono tendenze e comportamenti consumistici di massa, è inevitabile che anche il consumo di quelle sostanze definite “droghe” si affermi come abitudine diffusa, anzitutto per un effetto di emulazione e omologazione culturale, cioè in virtù di uno strumento di persuasione assai efficace, comunemente detto “moda”.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">In questo ragionamento occupa una posizione centrale il tema della mercificazione del “tempo libero”. La società borghese ha imposto da tempo un’ideologia distorta e mistificante del “tempo libero”, inteso falsamente come una frazione della vita quotidiana libera da impegni di lavoro e di studio, quindi di impegno e lotta politica, da destinare agli svaghi, ai divertimenti, agli “sballi”, alle vacanze, cioè ai consumi economici. Tale mistificazione ideologica è funzionale ad un processo di mercificazione e privatizzazione del “tempo libero” che è un ulteriore momento di alienazione dell’individuo nella fruizione passiva e consumistica di prodotti offerti dall’industria del “tempo libero” e del “divertimento” quali il sesso, la musica, lo sport e le droghe.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Le periodiche campagne mediatiche sulla criminalità e l’ordine pubblico sono ingannevoli e strumentali. Anzitutto si evita accuratamente di analizzare le origini della criminalità comune e di confrontarla con la criminalità delle classi dominanti (guerre, mafia, omicidi bianchi, bancarotta, evasione fiscale, ecc.) che non è mai menzionata dai media ufficiali. Per gli organi di informazione l’unica criminalità esistente è quella dei proletari, degli emarginati, dei migranti. Le classi dominanti mantengono il sistema con la violenza, mediante il monopolio e l’esercizio della forza pubblica, riversando la loro violenza sul proletariato, in particolare sul proletariato giovanile più marginale. Ci troviamo di fronte ad una cinica e perversa opera di criminalizzazione della vita quotidiana, che si avvale di molteplici strumenti economici, sociali, politici, legislativi, tra cui figura anche il regime proibizionista vigente in materia di alcune droghe.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Sul piano economico e politico una sostanza come l’eroina è funzionale ad un sistema retto sul dominio e sulla criminalità di classe. Dal punto di vista economico, benché l’eroinomane non costituisca una forza-lavoro intesa secondo i canoni tradizionali, tuttavia egli, ridotto ad essere uno schiavo della sostanza, un maniaco dipendente, pronto a rubare, spacciare, alimentare il mercato nero, produce reddito illegale in quanto forza-lavoro, come, se non meglio di un lavoratore normale, pretendendo in cambio nessun salario e nessun contratto sindacale. Sul versante politico, gli assuntori di eroina non solo cessano di opporsi attivamente al sistema, ma offrono un terreno fertile per la repressione e la provocazione contro i movimenti giovanili di lotta e di protesta.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Oggi è sempre più impercettibile il confine tra legalità e illegalità, tra economia legale e illegale, tra la cosiddetta “mafia capitalista”, inserita nei circuiti finanziari istituzionali, e la criminalità mafiosa convenzionalmente intesa. Il delitto è assunto al livello della legge e della norma su scala globale. Quella che prima si poteva considerare come una “devianza dalla norma” si è tramutata nel suo esatto contrario, poiché la devianza si è imposta come norma, intendendo per “devianza” soprattutto il delitto, a cominciare dai peggiori crimini commessi dal sistema economico capitalistico a livello planetario.<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Concludo avanzando, se possibile, una semplice proposta di buon senso. Sgombrando il campo da ogni luogo comune, come la tesi che equipara le "droghe leggere" a quelle "pesanti", il problema delle tossicodipendenze appare per quello che in effetti è: una questione di ordine educativo e socio-culturale, da un lato, e una grave emergenza sanitaria, dall’altro. Pertanto, credo sia necessario perseguire una triplice finalità:<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">- promuovere una campagna di controinformazione e sensibilizzazione preventiva per abbattere lo stato di ignoranza che genera pregiudizi e allarmismo sociale;<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">- avviare alcune iniziative sui territori per metterli in condizione di fronteggiare l’emergenza sanitaria che presuppone l’esistenza di presidi di pronto intervento;<br /></div><br /><div style="text-align: justify;">- realizzare una serie di misure e progetti socio-educativi in grado di far fronte al degrado esistente soprattutto in alcune aree sociali metropolitane.<br /></div><br />[fonte: <a href="http://www.arcoiris.tv/" target="_blank" rel="nofollow" onmousedown="'UntrustedLink.bootstrap($(this),">http://www.arcoiris.tv</a> articolo di Lucio Garofalo]cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-2597597358608741852010-03-01T12:15:00.003+01:002010-03-01T12:21:37.856+01:00RACCONTI DI ORDINARI STERMINI<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S4uiwXjqgVI/AAAAAAAAAio/u2B2qLWKDlA/s1600-h/sterminio.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer; width: 200px; height: 133px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_3BENFYAoHv4/S4uiwXjqgVI/AAAAAAAAAio/u2B2qLWKDlA/s200/sterminio.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5443623526448398674" border="0" /></a><span class="grey"><b>Il dolore DELLA CARNE</b></span><br /> <span class="grey-l">Oggetto spesso di sospetto e di ironia, i vegetariani trovano ora in Jonathan Safran Foer un autorevole e appassionato portavoce. Con il suo ultimo libro, «Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?», lo scrittore statunitense, sulla scia di Isaac Bashevis Singer e di J.M. Coetzee, denuncia gli orrori delle multinazionali dell'allevamento e del macello</span><br />Alla vigilia del vertice sul cambiamento climatico di Copenhagen, lo scorso dicembre, Paul McCartney si presentò al Parlamento Europeo. In quell'occasione pronunciò un discorso in favore della riduzione del consumo di carne, ricordando il fatto ben documentato che l'allevamento su scala industriale è tra le prime cause di emissioni di gas serra e riscaldamento globale. Mezzo mondo reagì però con le sopracciglia alzate all'apparizione di Sir Paul, quando non con aperto scherno; fuori dal parlamento, un gruppo della lobby degli allevatori organizzava un barbecue a cielo aperto, con hamburger e salsicce, rispondendo con sarcasmo al discorso del baronetto.<br />Ora, se da un lato si può comprendere l'ostilità verso l'ennesimo miliardario famoso che pretende di impartire lezioni di etica, dall'altro questo episodio appare un esempio della reazione più comune a un tema, come il vegetarianesimo, semplice e pacato eppure a quanto pare disturbante. Come ogni vegetariano sa per esperienza, pochi argomenti suscitano un tale misto di incomprensione, sospetto, ironia qualunquista, quanto la scelta di non consumare carne. Tra le classiche obiezioni mosse a chi non mangia cibi di provenienza animale, due sono molto radicate, una legata alla tradizione culturale (l'uomo alleva animali dal tempo dei tempi), l'altra alla tradizione naturale (gli animali vengono mangiati da altri animali). Obiezioni che potevano forse avere qualche presa fino a un secolo fa, quando ancora l'allevamento si basava su metodi tradizionali e su una figura di allevatore che conosceva e rispettava i suoi animali. Oggi, mangiare carne significa quasi sempre consumare i prodotti dell'allevamento e del macello industriali, gigantesche multinazionali che gestiscono nascita e morte di miliardi e miliardi di esseri viventi. Un sistema scientificamente organizzato sul dolore, la tortura, la manipolazione genetica, la reclusione in spazi sovraffollati fino alla morte per soffocamento, i metodi di uccisione più orrorifici.<br /><br /><strong>Un'eterna Treblinka</strong><br />Pare che Adolf Hitler soffrisse di stomaco nervoso e flatulenza. Quando il dittatore scoprì che ridurre la carne rendeva meno puzzolenti le sue emissioni intestinali, provò a privilegiare i consumi vegetali. In realtà, nonostante la leggenda che fosse vegetariano, Hitler non abbandonò mai le adorate salsicce bavaresi e altri piatti di carne, e con i vegetariani veri fu sempre feroce. Mise al bando le associazioni vegetariane in Germania e più tardi nei territori occupati; il pacifista e vegetariano tedesco Edgar Kupfer-Koberwitz dovette rifugiarsi a Parigi e poi in Italia, dove fu infine arrestato dalla Gestapo e spedito a Dachau.<br />Tutte vicende che venivano ricordate in un saggio di qualche anno fa, Un'eterna Treblinka di Charles Patterson (in Italia pubblicato da Editori Riuniti, pp. 320, euro 16). Oltre a occuparsi delle abitudini alimentari del Führer, Patterson analizza la genesi del modello di sterminio nei lager nazisti, arrivando a suggerire che questo modello avesse una forma di origine comune, e numerose affinità tecnico-operative, con il sistema industriale di allevamento e macello americano.<br /><br /><strong>Catena di montaggio<br /></strong>Se un simile confronto potrà sembrare ad alcuni fuori luogo, va ricordato che il primo a farlo era stato in realtà Isaac Bashevis Singer: fu infatti l'autore della Famiglia Moskat a suggerire che «per gli animali, si tratta di un'eterna Treblinka», richiamando il fantasma del famigerato campo di sterminio. D'altro canto, l'efficiente macchina del macello animale aveva già ispirato altre imprese. Henry Ford, l'industriale delle automobili, confessò che era stata la visita a un mattatoio di Chicago a suggerirgli l'idea per un sistema di lavoro basato sulla catena di montaggio. Nei macelli si trattava di smembrare cadaveri animali nel minor tempo possibile; nelle fabbriche, si sarebbe trattato di assemblare automobili in un tempo altrettanto veloce.<br />La tendenza a liquidare il vegetarianesimo come faccenda per anime belle o per intellettuali saputelli potrebbe quasi trovare conferma, a un primo superficiale sguardo, di fronte a un testo appena uscito in Italia: Se niente importa. Perché mangiamo gli animali? di Jonathan Safran Foer (Guanda, pp. 368, euro 18). Ecco un giovane e famoso scrittore americano, con casetta in un bel quartiere di Brooklyn, che alla nascita del primo figlio si lascia prendere da angosce borghesi su cosa sia giusto dargli da mangiare, e si mette a scrivere un'inchiesta-riflessione sul più controverso dei cibi: la carne. Potrebbe suonare così la storia del libro. Se non fosse che Foer è uno scrittore autentico, ovvero mosso da un senso di piena necessità e capace di immergersi nel tema con una profondità stilistico-letteraria che corrisponde a una profondità di analisi filosofica, di risonanza metaforica, di coinvolgimento emotivo.<br />Frutto di tre anni di lavoro, impeccabilmente documentato, abbastanza ironico da evitare i toni della lezioncina e abbastanza drammatico da provocare brividi di abissale disagio, il libro ha suscitato rumore negli Stati Uniti, un misto di commenti entusiasti e molto ostili. Anche qui, vari recensori hanno preferito alzare un muro di scetticismo, trattando il libro come l'ennesimo caso di scontro tra i castelli in aria dei vegetariani e il realismo dei carnivori, i quali invece sarebbero impegnati a pensare a questioni più serie. Con notevole disonestà critica, la giornalista letteraria più bizzosa d'America, Michiko Kakutani del «New York Times», liquidava il libro chiedendo perché Foer non si dedicasse a cause migliori.<br /><br /><strong>Paludi tossiche</strong><br />«La carne solleva rilevanti questioni filosofiche ed è un'industria da più di centoquaranta miliardi di dollari all'anno, che occupa quasi un terzo delle terre emerse del pianeta, condiziona gli ecosistemi marini e potrebbe anche determinare il clima futuro sulla Terra», ricorda con asciuttezza Foer nel suo libro. E più avanti: «Quanto distruttiva dev'essere una preferenza culinaria prima di farci decidere di mangiare dell'altro?». L'industria dell'allevamento sostiene che il suo obiettivo è sfamare il mondo, ma è difficile vedere come un sistema che consuma colossali risorse agricole, e fa nascere animali dalla genetica così compromessa da non potersi più riprodurre per via naturale, possa avere a cuore le sorti del mondo. A essere alimentata sembra piuttosto l'ossessione che ci fa consumare una quantità insensata di proteine animali, molte più di quante l'umanità abbia mai consumato in precedenza.<br />Tra le tante immagini efficaci che emergono dal libro c'è quella delle paludi tossiche accanto ai grandi allevamenti americani. Ora, immaginiamo pozzi neri all'aria aperta grandi come campi da calcio, destinati a raccogliere gli escrementi degli animali: gli scarichi di queste paludi finiscono spesso in contatto con fiumi e falde acquifere, con effetti terrificanti. Quando sono sul punto di traboccare, talvolta la soluzione è quella di spruzzarli letteralmente in aria, «un geyser di merda che spande un aerosol di feci, creando vortici gassosi capaci di provocare gravi danni neurologici. Le comunità che vivono nei pressi di questi allevamenti intensivi lamentano problemi di epistassi persistenti, otalgie, diarree croniche e bruciori ai polmoni».<br />Quando Foer si introduce, una notte, in un allevamento di tacchini in compagnia di una giovane attivista, a prima vista i pulcini ammassati nel capannone gli paiono tutti uguali. Stanno lì, storditi, sotto le impassibili luci artificiali. Solo quando i suoi occhi si abituano a distinguere in quella massa di animali, si accorge della quantità sconcertante di pulcini deformi, disidratati, coperti di sangue e di piaghe, e di quelli che giacciono già morti.<br />La casistica del dolore nell'industria della carne è sterminata e documentata da migliaia di confessioni di lavoratori, materiali video girati in segreto, statistiche di enti governativi. Si va dai milioni di polli che finiscono vivi nelle vasche di scottatura ai bovini che, per la stessa incuria nella catena di lavoro, finiscono scuoiati mentre sono ancora coscienti. Ci sono animali storditi apposta in modo blando, in modo che il cuore stia ancora pompando quando vengono sgozzati e il dissanguamento sia più veloce. Quantità impressionanti di volatili con fratture alle ossa per le procedure con cui vengono trasportati. Becchi tagliati, code mozzate, denti tranciati, maialini castrati, il tutto senza anestesia. Reclusione e assenza di movimento che provocano problemi ossei, deformità e pazzia, animali che si strofinano contro le sbarre fino a coprirsi di piaghe infette.<br />Ci sono poi le sevizie praticate da lavoratori frustrati e sottopagati: maiali gettati ad annegare nelle paludi dei liquami, scrofe gravide bastonate, volatili schiacciati sotto i piedi e sbattuti contro il muro, sigarette spente addosso agli animali, percosse con martelli, pungoli elettrici nell'ano, il tutto nell'indifferenza dei superiori. Non casi isolati ma fenomeni così estesi da costituire la norma.<br />Senza contare il bombardamento di antibiotici, ormoni e altre medicine per sostituire la totale assenza di ambiente naturale; le manipolazioni genetiche che fanno nascere animali-mostri, incapaci di sopravvivere oltre la propria adolescenza, sempre più deformi e vittime di sofferenze congenite. Nascere nel dolore, vivere nel dolore, morire nel dolore: l'organizzazione sistematica e su larga scala di una simile quantità di dolore non ha precedenti storici. Certo, non si tratta di dolore umano. Ma vogliamo ancora negare, contro ogni evidenza scientifica e di buon senso, che gli animali possano provare sensazioni e avere una vita emotiva?<br /><br /><strong>Gli utilizzatori finali</strong><br />Mentre il libro di Foer fornisce dati relativi soprattutto alla situazione americana, la realtà europea sembra fornire ufficialmente qualche tutela in più agli animali. Ma è facile comprendere che ovunque miliardi di esseri viventi vengono trattati come oggetti, elementi di una catena di montaggio-smontaggio, prigionieri di un processo tecnico che non li riconosce come viventi, si apre lo spazio per l'atrocità. Dall'altra parte ci sono i consumatori, utilizzatori finali di questa atrocità, felici di non farsi troppe domande su cosa ci sia dietro la carne plastificata, anonima e a poco prezzo che trovano al supermercato.<br />Come dice a Foer un allevatore tradizionale, che tenta di combattere i sistemi dell'allevamento industriale: «Gli animali hanno pagato caro il nostro desiderio di avere tutto in qualunque momento a un prezzo irrisorio». Mentre la nonna di Foer, ebrea scappata attraverso l'Europa ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, ricorda al nipote che è assai pericoloso mangiare senza riconoscere il proprio cibo. Pur ridotta alla fame lei rifiutò, per tradizione kosher, di mangiare maiale: «Se niente importa, non c'è più niente da salvare».<br /><br />di <a href="http://www.marcomancassola.com/"><span class="grey-l"><b>Marco Mancassola</b></span></a>cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-42392241331064479102010-02-25T07:44:00.000+01:002010-02-25T07:46:40.787+01:00PETIZIONE POPOLARE: NON ABBIAMO BISOGNO DEL NUCLEARE<a href="http://www.perilbenecomune.org/index.php?mod=petition" target="_blank"><img class="alignleft size-full wp-image-725" title="Clicca per firmare la petizione" src="http://www.propitqmo.info/wp-content/uploads/2010/02/nuovo-banner-nucleare1.jpg" alt="nuovo-banner-nucleare" width="168" height="237" /></a><br /><p style="text-align: right;">Al Presidente della Repubblica,<br />Al Presidente del Senato,<br />Al Presidente della Camera Deputati,<br />Al Presidente del Consiglio,<br />Ai Parlamentari tutti<br /><br />Noi cittadini e cittadine italiane, visto il “Piano Triennale per lo Sviluppo”, approvato dal Consiglio dei Ministri, che lancia “il ritorno all’energia nucleare”, facciamo presente che:<br /><br />a. Il popolo italiano ha votato a larghissima maggioranza, con i 3 referendum del 1987, l'uscita definitiva dell'Italia dall'avventura nucleare, come hanno deciso anche Austria e Polonia (che non hanno avviato le loro centrali già costruite), Danimarca, Grecia, Norvegia e Irlanda (che hanno rinunciato alla loro costruzione), Germania, Belgio, Olanda, Spagna e Svezia (che hanno deciso di non costruire più centrali nucleari nel loro territorio, puntando sulle energie rinnovabili).<br /><br />b. Il nucleare non ci libera dalla dipendenza dall'estero: l’uranio è una fonte esauribile; per far funzionare le centrali dovremmo importarlo e il suo prezzo sta salendo ancora più rapidamente del petrolio: dal 2001 al 2007 si è moltiplicato per dieci.<br /><br />c. Non esiste il nucleare “sicuro” e “pulito”: i reattori di “quarta generazione” sono previsti tra 25-35 anni (dopo il 2030, attorno al 2040); intanto il governo vuole costruire centrali di “terza generazione” che non hanno risolto né il problema della sicurezza ( non c'è solo Cernobyl, ma decine di incidenti gravissimi come quelli che hanno provocato 7 morti nelle centrali giapponesi tra il 1995 e il 2005) né di come smaltire le scorie che restano radioattive per centinaia e migliaia di anni.<br /><br />d. La strada maestra sono le energie rinnovabili: Germania, Spagna, Austria, Grecia, Danimarca e tanti altri stati, europei e non, si stanno liberando dalla schiavitù del petrolio investendo grandi risorse sull'energia solare termica, fotovoltaica e a concentrazione, sull’energia eolica e sul risparmio e razionalizzazione degli attuali consumi. In Italia basterebbe coprire di pannelli fotovoltaici solo lo 0,1% (un millesimo) del territorio nazionale (utilizzando un decimo di tetti, pensiline, barriere autostradali ecc.) per soddisfare il 20% del fabbisogno nazionale di energia elettrica.<br /><br />e. Il nucleare è fuori mercato, vive grazie a sovvenzioni statali e militari: Le stime Usa per i nuovi impianti danno il costo del kWh nucleare a 6.3 cent, addirittura il 20% in più dei 5,5 cent del gas o 5,6 del carbone (anche questi, peraltro, dannosi per la salute e l’ambiente). Per questo negli Usa, nonostante gli enormi incentivi stanziati da Bush, nessun privato ci investe dal 1976. L'unico reattore in costruzione in Europa è in Finlandia, perchè quello stato carica sul proprio bilancio (dei contribuenti) smaltimento delle scorie e smantellamento finale della centrale (che costa quasi come la costruzione). Gli altri 8 stati che, nel mondo, investono nel nucleare, lo fanno, quasi tutti, per produrre anche materia prima per le bombe: Cina, India, Russia, Pakistan, Giappone, Argentina, Romania e l'Iran, attualmente nel mirino degli Usa, perchè non è suo alleato.<br /><br />Perciò chiediamo ai massimi rappresentanti di Stato e Parlamento di non tradire la volontà popolare e non imboccare, con i nostri soldi, questo costosissimo vicolo cieco.<br /><br />I firmatari sono informati, ai sensi dell’art. 13 decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 [Codice in materia di protezione dei dati personali], che promotrice della petizione è la lista civica nazionale PER IL BENE COMUNE con sede nazionale in Ferrara, Piazzale Stazione 15 , e che possono esercitare i diritti di cui all´art. 7 del codice della privacy scrivendo al responsabile del trattamento dati personali dott.ssa Benini Monia. I dati personali verranno trattati per le sole finalità della presente petizione.cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-28397479716545164902010-02-24T07:00:00.000+01:002010-02-24T07:00:55.719+01:00Nuclear Lifestyle<a href="http://www.greenpeace.it/nuclearlifestyle/petizione.html">Nuclear Lifestyle</a>cultcorner.infohttp://www.blogger.com/profile/02174565885400503176noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-78858927058756386682010-02-17T16:31:00.002+01:002010-02-17T16:36:25.761+01:00La vera storia di Haiti<a href="http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Flash&d_op=getit&id=12735"><span></span></a><p class="sinossi">Nessuno si è mai domandato come è possibile che metà di un’isola stia relativamente bene, dal punto di vista economico, mentre l’altra metà sia semplicemente il paese più povero di tutto l’emisfero occidentale?
<br />
<br />Teoricamente un’isola dovrebbe disporre di risorse naturali divise abbastanza equamente, e non si conoscono isole in cui ci siano fragole, ruscelli dorati e fior di loto da una parte, mentre dall’altra vi siano cave di tufo, zanzare e topi morti.
<br />
<br />Perchè allora Haiti è il paese più povero dell’Occidente, mentre a Santo Domingo – l’altra metà dell’isola - la popolazione se la passa relativamente bene, o comunque vive in maniera dignitosa?
<br />
<br />Perchè Haiti ha commesso, oltre duecento anni fa, il più grave peccato mortale che si conosca sulla faccia della terra: ha osato ribellarsi all’uomo bianco.</p>
<br /><embed src="http://www.arcoiris.tv/flash/flvplayer.swf" width="320" height="240" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" flashvars="height=240&width=320&file=http://movies2.arcoiris.tv/movies//users/haiti_3846.flv&searchbar=false&autostart=false&image=http://www.arcoiris.tv/loadFlashMovie.php?id=12735">CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4785455822135826846.post-65474437576637722122010-02-16T08:11:00.001+01:002010-02-16T08:13:53.592+01:00Bavaglio alle Regioni per le centrali nucleari<p class="author">di <a href="http://domani.arcoiris.tv/?author=177" title="Articoli scritti da: Salvatore Giannella">Salvatore Giannella</a> </p> <div class="entry"> <p><strong>Addio alle fonti rinnovabili: tutti i soldi andranno lì. Giro d’affari gigantesco al quale Comuni e Province con l’acqua alla gola non rinunceranno anche se “denuclearizzate”</strong></p> <p>Può aver compiuto un passo falso, ieri 10 febbraio, il governo di centrodestra che si riempie ogni giorno a parole di federalismo e di sovranità popolare e poi vara un decreto nucleare centralista, vago e contro la maggioranza del popolo italiano, incluso quel “popolo delle partite Iva” che è alla base del suo successo elettorale. Si tratta di un decreto che:</p> <ol><li>mette un bavaglio alle Regioni in cui saranno imposti i siti nucleari;</li><li>tace sui nomi delle Regioni destinate ad accogliere i siti e le scorie radioattive per secoli, per paura di vedere influenzati negativamente i risultati delle elezioni regionali. Paura legittima, visto che gli italiani, non solo con il referendum del 1987, ma anche dopo, si sono dichiarati contrari e visto che il nucleare al nostro Paese non conviene sotto nessun aspetto perché è una tecnologia vecchia, dannosa per l’ambiente e la salute e insostenibile dal punto di vista economico. Per questo Greenpeace ha aperto una petizione. In soli tre giorni, già 12mila cittadini hanno firmato per chiedere ai loro candidati alle regionali di schierarsi contro il nucleare sul sito <a href="http://www.nuclearlifestyle.it/"><span style="text-decoration: underline;">www.nuclearlifestyle.it</span></a> ;</li><li>non dice nulla su quante centrali sono programmate, quanta energia c’è da aspettarsi e a quali costi. L’Italia, avverte una nota di Greenpeace, usa le cifre che Enel presenta alle conferenze stampa invece di informarsi su quelle che il costruttore francese presenta alle gare d’appalto: negli Emirati Arabi il gruppo guidato dalla francese Areva ha offerto 4 reattori EPR come al nostro orizzonte a un costo di 6,5 miliardi di euro l’uno mentre in Italia la propaganda parla di 4 miliardi;</li><li>sorvola sui sistemi di sicurezza collegati alle centrali (su questa specifica voce le agenzie di sicurezza di tre paesi, Francia inclusa, hanno pubblicamente dichiarato non sicuro il sistema di emergenza dell’EPR lo scorso ottobre).</li></ol> <p>Si tratta di un decreto che, in assenza di un piano con dati certi e non propagandistici, può far aumentare il senso di demotivazione della maggioranza degli italiani. Di quell’<em>altra</em> <em>Italia</em> che, invece, spesso in un totale silenzio mediatico (a differenza del clamore mediatico pro-atomo) ha detto sì al cambiamento nel settore energetico investendo, in linea con gli altri paesi industrializzati come la Germania, risorse e intelligenze verso il risparmio e una maggiore efficienza energetica e verso le fonti rinnovabili di energia.</p> <p>La novità del 2009 è stato il salto impressionante della crescita degli impianti di fonti rinnovabili installati in Italia. Sono 5.991 i Comuni dove è in funzione almeno un impianto, erano 3.190 solo un anno prima, nel 2008; in pratica le fonti pulite che fino al 1998 interessavano con l’idroelettrico e la geotermia una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nel 79% dei Comuni. Un’ottima notizia che arriva dalla quarta edizione del rapporto “Comuni rinnovabili 2009” di Legambiente, che elabora i dati ottenuti attraverso un questionario rivolto ai Comuni, incrociando le risposte con studi e rapporti di Gse, Enea, Fiper, Anev oltre che di Regioni, Enti locali e aziende. La crescita interessa tutte le fonti: solare fotovoltaico, solare termico, mini idroelettrico, geotermia, impianti da biomasse magari collegati a reti di teleriscaldamento.</p> <p>Il Belpaese, insomma, è pieno di buone pratiche replicabili che mostrano la ricetta per un futuro più pulito, sostenibile, «capace di far risparmiare soldi alle famiglie e alle amministrazioni che sappiano investire in innovazione», spiega il rapporto di Legambiente curato dal responsabile del settore Energie Edoardo Zanchini, «aumentando significativamente i livelli di comfort abitativi e qualità della vita».</p> <p>Questi Comuni stanno dando forma a un nuovo modello di generazione distribuita che cambia profondamente il modo di guardare all’energia e al rapporto con il territorio. È un’Italia dove operano, giorno dopo giorno, tanti amministratori e professionisti, tanti artigiani e tecnici, tante piccole e medie imprese come quelle che ho incontrato nell’ultimo anno e che si vede sfilare nelle fiere come le recenti ‘Made’ di Milano e ‘CasaClima’ di Bolzano: tanti italiani che si occupano di progettare, dirigere, costruire, collaudare in quella nascente “economia verde” (uno dei pochi settori che sta vedendo crescere fatturati e lavoratori, quasi tutti di quel “popolo a partita Iva” che generalmente vota centrodestra). Essi hanno avuto e avranno un ruolo di straordinaria importanza nell’evoluzione del risparmio energetico e delle fonti di energia rinnovabile.</p> <p>Senza una consapevolezza dell’opinione pubblica, da una parte l’inerzia, la disinformazione e i soliti affari continueranno a dominare le scelte e le decisioni nei palazzi del potere, che punteranno sulla vaghezza del piano nucleare per imporlo a un paese che in maggioranza non lo vuole. Dall’altra parte, però, senza un incoraggiamento che premi l’esperienza dei Comuni virtuosi, i risultati dell’operato di questi amministratori ed esperti, scienziati e professionisti che hanno puntato sulle energie giuste, sarebbero inferiori alle potenzialità. Per questo è da auspicare che ognuno di noi possa trovare il tempo per mandare un “bravo” a chi è impegnato, grazie all’energia più pulita, a far respirare aria più buona ai cittadini e a farli risparmiare sulla bolletta.</p> <p>Sarebbe bello che ci si segni sull’agenda di andare a trovare questi Comuni virtuosi, dal paese pioniere di Varese Ligure all’aostana La Thuile, dal blocco dei Comuni altoatesini (Dobbiaco e Vipiteno, Brunico e Prato allo Stelvio in testa) fino al borgo toscano di Scansano e giù in Salento e al suo capoluogo Lecce, sempre più caratterizzato da un ricamo di pietre e di energie. I nomi di tutti questi Comuni virtuosi sono sui siti <a href="http://www.fonti-rinnovabili.it/"><span style="text-decoration: underline;">www.fonti-rinnovabili.it</span></a> oppure <a href="http://www.legambiente.it/"><span style="text-decoration: underline;">www.legambiente.it</span></a>. Vale la pena di andare a ricaricare le energie in città che all’energia sostenibile dedicano intelligenza e risorse. Buon viaggio!</p> <p><img title="Salvatore Giannella" src="http://domani.arcoiris.tv/wp-content/uploads/2010/02/giannella_salvatore-282x300.jpg" alt="" height="300" width="282" /></p> <blockquote class="biopost"><img src="http://domani.arcoiris.tv/wp-content/uploads/userphoto/salvatore-giannella.thumbnail.jpg" style="margin: 0pt 8px 2px 0pt; float: left;" />Salvatore Giannella, giornalista professionista dal 1974, è nato in Puglia nel 1949. Vive e lavora a Milano dal 1975. Studi classici, laurea in lettere moderne. È sposato, ha due figli e due nipoti. Diventa pubblicista collaborando con il settimanale «Oggi». Dopo aver partecipato a Genova all’esperimento di un giornale in cooperativa, «Il lunedì», nel 1975 è chiamato all’«Europeo» da Tommaso Giglio, e diventa direttore del settimanale dieci anni dopo, dopo la pausa di un anno (1984) nella direzione di "Genius", il mensile scientifico dell'Espresso. Nel 1986 viene scelto da Giorgio Mondadori per dirigere «Airone», il primo e più diffuso mensile di natura e civiltà. Lascia «Airone» nel 1994 e crea l’Editoriale Delfi, struttura specializzata in progetti ed eventi, servizi e realizzazioni per l’editoria e per l’economia dei turismi. Nel 1999 scrive il libro "L’Arca dell’Arte", in collaborazione con lo storico pesarese Pier Damiano Mandelli, per raccontare la storia del soprintendente delle Marche che, nel corso della seconda guerra mondiale, diede rifugio e salvezza nel Montefeltro a migliaia di opere d’arte. Allo stesso argomento dedica la sceneggiatura del film-documentario per Rai Educational "La lista di Pasquale Rotondi" che vince il premio della Presidenza della Repubblica all’Art Doc Film Festival di Roma 2005, come «miglior film dedicato all’arte italiana». Per la stessa Rai Educational scrive la sceneggiatura del film "Odissea negli abissi" dedicato a Vassilj Arkhipov, il capitano della marina sovietica che durante la crisi dei missili a Cuba con il suo NO al lancio di un missile atomico dal sottomarino assediato evitò lo scoppio della terza guerra mondiale. Dal 1997 è tra le principali firme di «Oggi» (Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera) per i temi della cultura e delle scienze. Tra i riconoscimenti ricevuti, il premio Zanotti Bianco (1978) e, dieci anni dopo, il premio dei Club Unesco. Nel 2007 ha ricevuto a Rimini la medaglia d’oro del comitato scientifico internazionale del Centro Pio Manzù, presieduto da Mikhail Gorbaciov, «per aver alimentato la mente degli italiani chiarendo preoccupazioni, scovando personaggi e scavando nella storia e nelle storie, creando sostegni con racconti carichi di realtà e di favola». Paulo Coelho lo ha salutato come «cronista della luce». Ama Italo Calvino dal quale ha raccolto l’invito a illuminare «personaggi e mondi che tenebre non sono e a dar loro forza». Nel 2008 esce da Chiarelettere (www.chiarelettere.it) "Voglia di cambiare", il diario di viaggio nell'Europa eccellente che ha risolto problemi che i nostri politici non risolvono da decenni. Nel 2009 ha pubblicato, per Allemandi editore, “I Nicola”, storie straordinarie di restauri d’arte nella storia di una famiglia che, oltre a dare lavoro a metà del paese in cui opera (Aramengo, tra Torino e Asti) ha il merito di aver cancellato la triste fama di quel borgo dove i severi giudici sabaudi spedivano al confino i falliti (da qui la dizione popolare “andare a ramengo”, cioè fallire, andare in malora). Oggi ad Aramengo vanno i capolavori dell’arte, da Giotto a Picasso, per ritrovare colori e salute. È in uscita per metà marzo un libro antologico da lui curato per festeggiare i 90 anni del grande poeta e sceneggiatore Tonino Guerra: "La valle del Kamasutra" (Bompiani). </blockquote></div>CultCorner.info/NEWShttp://www.blogger.com/profile/17517164146180580038noreply@blogger.com0