È possibile che Fassino dopo anni di guerre definite spudoratamente missioni di pace, non abbia ancora capito. Il fatto è che le guerre giustificate per «salvare i civili» e «la pace», sono uno degli assi portanti del Partito democratico che così appare adeguato a governare, con assunzione della guerra in un'ottica di legittimità «costituente». All'interno di quell'asse bipolare che fa sì ormai che le guerre, come quella in Afghanistan, siano votate da entrambi gli schieramenti e sostenute anche dai governi di centrosinistra, basta ricordare la guerra jugoslava. Allora il responsabile esteri del Pd ripete che in Afghanistan le truppe italiane non stanno facendo la guerra, contro ogni evidenza. Contro quel che avviene sul campo, contro le dichiarazioni dei nostri soldati, contro i ringraziamenti del comandante in capo, il generale Petraeus, e in contraddizione con i ministri in carica che ora, di fronte alle troppe disfatte, avvertono la necessità «elettorale» del ritiro.
Sarebbe utile sapere dalla sinistra in guerra quali risultati abbia raggiunto finora di quelli dichiarati in partenza. I talebani dilagano nei due terzi del paese, rioccupano le aree da poco conquistate dalle truppe Usa e Nato, Karzai - che tratta separatamente con i talebani - è stato eletto con i brogli e le ultime elezioni sono state disertate, i soldati afghani sono impreparati e infiltrati, il conflitto si è esteso al Pakistan, i signori della guerra comandano, l'obiettivo attuale è comprare i talebani, i civili sono il target dei raid aerei e dei droni. A proposito di vigliaccheria degli agguati talebani, come definire l'azione di scaricare sui villaggi, in anonimato d'alta quota, tonnellate di Cruise e cluster bomb intelligenti perché rientrano nei target definiti a migliaia di chilometri di distanza, nel centro di comando di Tampa in Arizona? Il politically correct degli «italiani brava gente» non funziona più. Il ministro La Russa chiede al parlamento che gli aerei Amx siano armati di bombe, ma la verità è che noi già siamo protagonisti della guerra aerea afghana con il ruolo degli alti ufficiali italiani che decidono i raid aerei nel comando unificato di Tampa.
In effetti, di un mausoleo ci sarebbe bisogno: per le vittime civili. Fin dalla guerra «umanitaria» jugoslava, dove i raid della Nato provocarono 3.500 vittime civili secondo il nuovo governo di Belgrado. Fassino le ha dimenticate, La Russa si fa forte di questa dimenticanza. E la moltiplica, con le vittime civili della guerra «cattiva» all'Iraq, e con quelle bipartisan in Afghanistan. Sono decine e decine di migliaia dicono le stime degli organismi umanitari e dell'Onu. È la consapevolezza oggettiva di questo crimine che terrà lontano il terrorismo da casa nostra o non è piuttosto il contrario, come avverte lo stesso Obama? Non sono ormai in sopravanzo la conta dei morti e il principio di vendetta che hanno ispirato l'attacco all'Afghanistan dopo l'11 settembre?
Il rispetto che dobbiamo ai militari italiani caduti è reale solo se esercitiamo il coraggio della verità. Sono morti per salvare un'alleanza militare che non ha più ragione di esistere ma che rappresenta, dentro la crisi, l'unica consistenza materiale dell'Occidente dopo l'89. E noi dichiariamo che non voteremo più per partiti di sinistra o per una coalizione di centrosinistra che non rispetti, non solo a parole, l'articolo 11 della Costituzione.
di Tommaso Di Francesco
di Tommaso Di Francesco
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