31/12/08

News dalla Striscia di Gaza: é STRAGE!


Il muro infinito

Il discorso di John Kennedy a Berlino, rivisto in luce dei fatti più recenti in Palestina

______________dai blogs & Websites_________________

  • MASADA n. 848. Israele-Palestina. Un dolore senza fineMurales a Ramallah

  • Striscia di Gaza Il primo camion di Medici Senza Frontiere entra nella Striscia di Gaza con un carico di materiale sanitario31/12/2008

  • (Gaza-Roma) - Dopo quattro giorni di attacchi aerei sulla Striscia di Gaza , gli ospedali sono sovraffollati per l afflusso di feriti. Il primo camion carico di materiale sanitario e di medicine è entrato ieri nella Striscia di Gaza e due team di Medici Senza Frontiere (MSF) stanno visitando i feriti.
    Un team di MSF, composto da un medico e da un'infermiera, danno appoggio all'ospedale di Shifa, il principale di Gaza, per visitare i feriti ed inviare i pazienti alla clinica di Gaza City, alleviando così il carico di lavoro dell'ospedale. La struttura è già sovraffollata a causa dell'afflusso costante di pazienti. Un secondo team di MSF, composto da un medico, tre infermieri e un fisioterapista, ha visitato una dozzina di feriti nella clinica e altri 20 pazienti sono in programma per oggi.
    Oggi un terzo team di MSF spera di riuscire a riaprire la seconda clinica pediatrica di MSF a Beit Lahia, a Nord della Striscia di Gaza, per occuparsi delle emergenze pediatriche e alleggerire il carico di lavoro dell Ospedale di Kemal Edwan, anch'esso sovraffollato di feriti. Un quarto team si sta preparando per operare nella clinica MSF di Khan Yunis , nella parte meridionale della Striscia di Gaza, per dare supporto all'ospedale Al Nasser (Khan Yunis) e all'ospedale Al Najar (Rafah).
    Solo ieri è riuscito ad entrare nella Striscia di Gaza il primo camion di MSF che trasportava un carico di aiuti: materiale sanitario e medicine. Questo materiale ci permetterà di rifornire i nostri stocks di emergenza e di distribuire aiuti agli ospedali della Striscia di Gaza, dove ormai scarseggia tutto. Il carico che ha fatto ingresso nella zona comprende kit per curare diverse centinaia di pazienti feriti e ustionati, ma anche materassi e altri materiali di supporto.
    Al momento nella Striscia di Gaza MSF lavora solo con staff locale, ma ora si sta cercando di rafforzare i team con personale internazionale.
  • Gaza City | 31 dicembre 2008
    Israele: "Nessuna tregua, l'offensiva continua"

    E' ufficiale. L'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza prosegue perché, ha spiegato il premier Ehud Olmert, non ci sono al momento le condizione per un cessate il fuoco.

    Al quinto giorno della operazione 'Piombo Fuso' contro Hamas a Gaza il gabinetto di sicurezza israeliano è convocato stamane per decidere se sia possibile assecondare la attività diplomatica internazionale per un cessate il fuoco o se sia necessario proseguire le ostilità, anche ricorrendo alle forze di terra.

    La 'tregua umanitaria' di 48 ore suggerita dalla Francia è stata respinta la scorsa notte, secondo la radio militare, nel corso di consultazioni tenute dal premier Ehud Olmert, dal ministro degli esteri Tzipi Livni e dal ministro della difesa Ehud Barak.

    Ma sul tavolo ci sono anche altre proposte, relative ad una "tregua di lunga durata" che sono ancora oggetto di esame. Al tempo stesso viene valutata anche la opzione di una operazione terrestre.

    Nel frattempo Hamas sta colpendo diverse città israeliane, fra cui Beer Sheva, Ashqelon, Sderot, Netivot, Ofakim e Kiryat Malach. Non si ha notizia di vittime.

    Con un comunicato diffuso in tarda serata, i ministri degli Esteri dei 27, riuniti d'urgenza a Parigi, avevano chiesto una tregua "immediata e permanente" che consenta "un intervento umanitario immediato" per la popolazione della Striscia di Gaza, oltre che la riapertura dei valichi fra la Striscia e Israele e l'Egitto. "L'Unione europea e' piu' che mai determinata a portare il suo contributo, assieme agli altri membri del Quartetto e gli altri Stati della regione, per la fine delle violenze e il rilancio del processo di pace", aggiunge la dichiarazione. "A questo proposito e' stato deciso che una delegazione ministeriale europea si rechi molto presto nella regione", prosegue il testo. Non ci sono dettagli sulla data della missione, sulla sua composizione e il suo itinerario.

    Il Quartetto per il Medio Oriente (Onu, Ue, Usa e Russia) ha dal canto suo lanciato un appello "per un cessate il fuoco immediato che sia pienamente rispettato e che consenta un accesso umanitario sicuro e che garantisca i soccorsi e poi un ritorno al processo di pace". I membri del Quartetto hanno anche invitato le parti in causa a considerare i bisogni urgenti in materia umanitaria della popolazione di Gaza.

    Ma stamattina proseguono i raid aerei israeliani sulla striscia di Gaza. Colpita anche Rafah, localita' sul confine con l'Egitto, dove nei giorni scorsi palestinesi avevano sfondato i valichi cercando rifugio nel paese vicino. L'ultimo bilancio delle vittime palestinesi registra 388 morti e circa 1400 feriti; 5 i morti israeliani.


    Abu Mazen chiede all'Onu una risoluzione per il cessate il fuoco

    Il presidente dell'Anp Abu Mazen ha fatto sapere che chiederà al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di approvare "il prima possibile" una risoluzione per l'immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito il portavoce Nabil Abu Rudeina rispondendo così alle critiche di quanti hanno accusato Abu Mazen di essere rimasto a guardare mentre i raid israeliani seminavano morte e distruzione nelle file dei rivali di Hamas e dei civili a Gaza. (fonte : RAINEWS24)
  • Gaza. È terrorismo. È strage. Si può raccontare il crimine - 30/12/08
    gaza-feritodi Pino Cabras - Megachip

    Nei giorni dell’atroce strage di Gaza l’orrore si condensa inevitabilmente sulle immagini e le voci delle vittime. Tanti piccoli tasselli che non riescono a ricomporre ancora il quadro della tragedia. Capire e riflettere in mezzo a tanta sciagura è difficile. Ma dobbiamo farlo, per ricostruire i fatti e il contesto. LEGGI IL RESTO....
  • La strage di Gaza

    Noi tutti sappiamo che gli Israeliani hanno occupato ingiustamente la Palestina. Israele non è uno stato perché sono un insieme di popolazioni che si sono unite e che cercano un territorio che hanno rubato alla Palestina. Hanno cominciato nel 1948 e tuttora rubano terre.
    Adesso se la prendono con Gaza perché resiste alle forze militari più potenti del mondo e dopo aver lasciato passare 40 camion di aiuti umanitari, Israele ha cominciato a bombardare (da 4 giorni) questa piccola striscia martoriando 400 persone di cui 60 bambini (quasi tutte persone civili), ferendo circa 2000 persone di cui 300 gravemente feriti. E poi sono stati bombardati anche gli ospedali aggravando la situazione.
    A nome dei bambini palestinesi chiedo alla Comunità Internazionale e in particolare al governo italiano di intervenire per fermare questo massacro contro i civili inermi di Gaza e mandargli gli aiuti umanitari.

    Un bambino palestinese di 11 anni
  • UNICO ITALIANO, CAPI HAMAS AL SICURO MA STRAGE CIVILI

  • Dal cuore di Gaza l'accusa via web
    "Hanno colpito anche obiettivi civili" La strage in diretta sui blog
    "In ospedale serve sangue"
  • ....

30/12/08

"La censura morbida di Google" - Restiamo uniti!"


dal Blog di Beppe Grillo del 28 Dicembre 2008 (video http://tramaci.org/)

La censura è viva e lotta contro di noi. Nei giornali e nelle televisioni "la censura è l'informazione". I sindaci mi vietano l'uso dei palazzetti per il mio spettacolo Delirio, come avviene a Pavia, in quanto persona non gradita. In Rete ci stanno provando. Prima con la Levi, poi con la Cassinelli. Questo blog è oscurato all'interno di molte grandi aziende e pubbliche amministrazioni. I temi del blog sono ignorati da tutti i media.
Tutto questo ci può stare nel regime Veltrusconi. Ma una cosa proprio non la mando giù. Che i suggerimenti della ricerca di Google Italia (SOLO di Google Italia) mi cancellino e mi preferiscano Beppe Maniglia e Beppe Quintale. E' uno scandalo belin, perchè Quintale sì e io no? Credo che i dirigenti di Google Italia abbiano avuto un suggerimento o forse Google in Italia non funziona. Perchè non lo chiedete a Google? Inviate una mail a: press@google.com
In attesa della risposta usate un altro motore di ricerca.

"Caro Beppe,
ti informo che sei ufficialmente censurato su Google. In realta' è una censura "morbida", pero' significativa a mio avviso... ti spiego teste'. Da qualche tempo sul motore di ricerca Google c'è un "aiutante", nel senso che man mano che scrivi la parola da ricercare nell'apposito riquadro, subito sotto appaiono una decina di risultati che ti possono aiutare a velocizzare la tua ricerca.
Per esempio, se scrivo "b" compaiono dei risultati (in base a non so quale oscuro criterio) che vanno da Belen Rodriguez a Banca Intesa a Babbo Natale; se scrivo "be" la ricerca si affina e insieme a Belen Rodriguez appaiono fra gli altri Berlusconi e Benetton... e cosi' via.
La sorpresa e' quando arrivi a scrivere "Beppe"... Beppe Gambetta, Beppe Bigazzi, Beppe Fiorello... ma di Beppe Grillo nessuna traccia. Andiamo avanti.
"Beppe G": rimangono solo Beppe Gambetta e Beppe Gabbiani (?).Fine della storia. Stesso risultato per "Grillo".
Ma la cosa simpatica e' che in basso a destra nella pagina di Google c'e' un link a "google.com in english" (il sito americano ufficiale) dove basta scrivere "bep" e magicamente in prima posizione troneggia inamovibile BEPPE GRILLO.

Google_inglese_Beppe.jpg

Addirittura scrivendo "grillo b" c'e' un bel "grillo blog", e tanti auguri di Buon Natale ai censori.... ridicoli, aggiungerei.
In ultimo ti confermo che questa "censurina" riguarda solo te. Travaglio, Ricca, Massimo Fini, Gomez, Di Pietro, Barnard, Sabina Guzzanti, Santoro, Dario Fo... loro ci sono tutti.
Un augurio di Buone Feste, e lieto di poterti dare una mano. Ho gia' preso i biglietti per lo spettacolo di Torino di Gennaio, mi raccomando: in forma!!" Ugo

Ps. Google ha corretto la censura, grazie alle vostre e-mail (ore 11.32 del 29/12/2008)

30 dicembre 2008 (cultcorner.info)
"Caro Beppe, i vari solleciti a Gooogle devono aver fatto 'effetto': ora, scrivendo la lettera "b" vieni al 4° posto dopo Belen Rogriguez, aggiungendo la "e" sali di una posizione, sempre dopo Belen, ma se mettiamo la "p" allora raggiungi il primo posto! Anche le mie slides che raffiguravano i bambini palestinesi sono state già due volte censurate e dopo la mia protesta sono ricomparse... RESTIAMO UNITI questo é il mio augurio per il 2009"

29/12/08

Gaza: un triste bollettino di guerra. (60 anni di occupazione!)


Gaza, 29 dic. (Adnkronos/dpa) - Sono 331 i palestinesi rimasti finora uccisi negli attacchi israeliani su Gaza, giunti ormai al terzo giorno. Lo ha dichiarato Mu'awia Hassanein, capo dei servizi sanitari della Striscia, aggiungendo che vi sono 250 feriti in condizioni gravi che necessitano cure urgenti in ospedali in Egitto o in Israele. Almeno 1400 persone sono state ferite nei raid e di queste circa 800 sono state ricoverate, anche se ormai mancano i posti letto.

L'Egitto ha aperto sabato il valico di Rafah per il solo passaggio dei feriti, ma Hamas non ha autorizzato il loro trasferimento nel paese arabo. Fawzi Barhoum, portavoce del movimento islamico, ha dichiarato che Hamas non inviera' i feriti in Egitto fino a quando Israele non permettera' l'arrivo di medicinali a Gaza. Israele ha imposto il blocco alla Striscia, ma ieri ha autorizzato il passaggio di 30 camion di aiuti e per oggi ne sono attesi altri 80.

more about Nakba

ieri su Il Manifesto
Ultima ora da Reuters 15:45 28/12
Secondo giorno di bombe su Gaza, 290 morti

Un vigile del fuoco palestinese davanti ad una casa in fiamme dopo un bombardamento israeliano a Gaza. REUTERS/Ibraheem Abu Mustafa

di Nidal al-Mughrabi

GAZA (Reuters) - Israele ha distrutto la principale installazione di Hamas a Gaza in un attacco aereo oggi e si preparara ad una possibile invasione via terra dopo aver ucciso circa 290 palestinesi in 24 ore di potente offensiva.

I leader israeliani affermano che i raid sono la risposta a quasi quotidiani lanci di missili oltre confine da Gaza, intensificatisi dopo che Hamas -- il gruppo islamico che governa l'enclave costiera lasciata da Israele nel 2005 -- ha messo fine una settimana fa ad una tregua durata circa sei mesi.

Nonostante gli attacchi aerei, militanti hanno sparato circa 80 missili verso Israele, uccidendo un israeliano ieri.

Tank israeliani sono stati dispiegati al confine con Gaza, in vista di un possibile ingresso nella Striscia, territorio impoverito dove vivono circa un milione e mezzo di palestinesi. Il primo ministro Ehud Olmert ha approvato un limitato richiamo di riservisti.

"Israele continuerà l'operazione fino a che non avremo una situazione di sicurezza nel sud, dove la popolazione non dovrà più vivere nel terrore e nella paura costante del lancio di razzi", ha detto Mark Regev, portavoce di Olmert.

Il Consiglio di sicurezza Onu ha chiesto uno stop immediato delle violenze. E lo stesso ha fatto Papa Benedetto XVI oggi.

Mantenendo alta la pressione su Hamas, dopo il giorno più sanguinoso per i palestinesi negli ultimi 60 anni, aerei israeliani hanno bombardato oggi le installazioni del gruppo a Gaza, uccidendo quattro uomini della sicurezza, ha detto un funzionario.

I morti sono saliti così a quota 287. Oltre 700 sono i palestinesi feriti.

"MAI VISTO UN MASSACRO PIU' ORRENDO"

"La Palestina non ha mai visto un massacro più orrendo", ha detto il leader di Hamas Ismail Haniyeh, invitando i suoi alla vendetta, inclusi attacchi suicidi nelle strade e nei caffè israeliani.

Commentatori militari israeliani hanno detto che l'offensiva di Israele non sembra tesa a riconquistare la Striscia di Gaza -- una meta troppo ambiziosa che potrebbe rivelarsi politicamente pericolosa da raggiungere prima delle elezioni parlamentari previste il 10 febbraio, nelle quali i sondaggi danno la destra in vantaggio.

E' probabile, invece, dicono, che Israele voglia rafforzare la pressione su Hamas e costringerlo ad una nuova tregua che metta fine ai lanci di missili oltre confine.

Le violenze si sono propagate anche in Cisgiordania, dove i soldati israeliani hanno aperto il fuoco su palestinesi intenti a lanciare pietre. Fonti mediche dicono che un palestinese è morto.

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha accusato Hamas, che ha preso il potere a Gaza nel 2007 togliendolo al suo partito Fatah, di aver innescato i sanguinosi raid israeliani per non aver esteso il cessate-il-fuoco mediato dall'Egitto in giugno.

"Abbiamo chiesto loro 'per favore non mettete fine alla tregua, lasciate che continui', così si sarebbe potuto evitare tutto questo", ha detto Abbas al Cairo.

Hamas, che ha vinto le elezioni parlamentari nel 2006 ma è stata bandita dall'Occidente per non aver rinunciato alla violenza e riconosciuto Israele, stima che almeno 180 suoi uomini siano stati uccisi, tra di essi almeno 15 donne e alcuni bambini.

Tra i civili morti ci sono sette adolescenti, uccisi dalle bombe israeliane mentre aspettavano l'autobus di ritorno da scuola, ha detto Christopher Gunness, portavoce dell'istituto che frequentavano.

"La morte è ovunque stamattina", ha bisbigliato.


Declarazion Universâl dai Dirits dal Om

"Ducj i oms a nassin libars e compagns come dignitât
e dirits...
... cence nissune distinzion par vie di gjernazie, colôr, mascjo o femine, lenghe, religion, di impinion politiche o alcaltri, di çoc nazionâl o sociâl, di ricjece, di nassite ...
...ogni individui al à dirit a la vite, a la libertât

... (dai articui 1, 2, 3, de Declarazion Universâl dai Dirits dal Om, 1948)


Bon Nadâl e bon an
Vesel Bozic in srecno novo leto
Ein frohes Weinachtfest und ein glückliches Neues Jahr
Buon Natale e felice anno nuovo
Merry Christmas and Happy New Year
Joyeux Noël et bonne année
Feliz Navidad y próspero año nuevo
Feliz Natal e próspero ano novo

21/12/08

Zimbabwe: epidemia di colera senza precedenti

l'epidemia di colera che ha colpito lo Zimbabwe, uno dei paesi più poveri dell'Africa con un'aspettativa di vita intorno ai 44 anni, continua a mietere vittime. E prosegue senza sosta l'attività di assistenza sanitaria delle nostre equipe che hanno curato l'85% delle persone colpite da questa malattia infettiva.

Una epidemia senza precedenti

In quella che è la peggiore epidemia di colera in Zimbabwe da parecchi anni, MSF ha già visitato oltre 11mila pazienti e ha aperto decine di centri di trattamento del colera in tutto il paese. Sono stati registrati casi di colera in quasi tutte le province. Sono oltre 500 gli operatori di MSF impegnati a curare i pazienti.

Indossa MSF: sosterrai i nostri progetti e contribuirai a farci conoscere.
È disponibile la nuova maglietta di Medici Senza Frontiere con l'elenco dei paesi dove operiamo. Se stai pensando di fare un regalo solidale, potrai scegliere tra uno dei prodotti MSF, in questo modo farai un regalo utile e sosterrai i nostri progetti.

RISERVATO ALLE AZIENDE
Adotta un progetto: regala un Natale speciale a migliaia di persone in Indonesia.

Con una donazione a Medici Senza Frontiere puoi adottare una parte del progetto speciale Indonesia. A testimonianza del tuo impegno riceverai un biglietto elettronico per inviare i tuoi auguri a fornitori e clienti.

Agnese, logista, racconta la sua esperienza di ritorno da Negale, in Etiopia

"La luce del mattino, un vociare poco lontano e un pianto di bambino dall'ospedale mi svegliano: non sono ancora le 6. Esco dalla tenda, pronta perché dormo vestita (siamo a 2600 metri di altitudine), nell'umidità del mattino..."
Leggi la testimonianza di Agnese >>
Appuntamenti
Reading collettivo di "L'Uomo di vento"
Torino, 17/12/2008 - Circolo dei lettori, via Bogino 9
Alle 21 inizierà una serata dedicata al popolo del Congo con la partecipazione di Enrica Picco e Sara Vaschetto, operatrici umanitarie di MSF appena rientrate dalla Repubblica Democratica del Congo. Sarà allestito una stand informativo a cura del gruppo di Torino.

Natale con MSF
Brescia, 17/12/2008 - Casa di Cura Poliambulanza, via Romiglia 4
Dalle 10 alle 19 Stand a cura del gruppo MSF di Brescia con materiale divulgativo e regali solidali.

Padova, 20 e 24/12/2008 - Piazza dei Frutti
Stand con materiale informativo e merchandising a cura del Punto informativo di Padova di MSF.

San Bonifacio (VR), 21/12/2008 - Teatro Centrale
Serata di danza organizzata dal Centro Studi Danza "Attitude": il ricavato verrà devoluto al Fondo Emergenze di MSF.

Verona, 21/12/2008 - Chiesa di San Nazaro
Concerto "doppio Coro" della Corale Santa Cecilia di Cadidavid e del Coro Polifonico "La scatola Armonica": il ricavato verrà devoluto al Fondo Emergenze di MSF.

15/12/08

FREEBLOGGER: dall'ammazzablogger alla fottiblogger


L'Italia sta fallendo. Le famiglie arrivano alla terza settimana del mese prima. Due milioni di nuovi disoccupati entro un anno. E le nostre Marie Antoniette, prima Levi (PDmenoelle), ora Cassinelli (PDL) non hanno niente di meglio da fare che lavorare notte e giorno, PAGATI DA NOI, per mettere il bavaglio alla Rete.
Appena Levi ha "dichiarato" di aver ritirato la sua proposta ammazzablogger, ecco che s'avanza Cassinelli con una nuova legge fottiblogger. La differenza è sostanziale. Se Levi ammazzava i blogger, Cassinelli prima li fotte dicendo che li salva e poi li ammazza come spiega l'articolo di Punto Informatico.
Io veramente non capisco più questi politici. A quale punto di esasperazione popolare vogliono arrivare. Riusciranno a trasformare gli italiani in conigli mannari. Le aziende chiudono, i risparmi di una vita sono bruciati, tre assassinati sul lavoro al giorno. Mentre ciò avviene, questi irresponsabili discutono dell'ammazzablogger, di Villari e della sorveglianza RAI. Bisogna chiuderla la RAI insieme a Mediaset. Sono lezzo, CO2 mischiato a menzogne e a interessi privati.
Questa politica è tenuta in piedi dai media. Senza chiude in un giorno. Per questo si preoccupa della Rete e tiene sotto controllo la televisione. Cassinelli, non rompere i co....ni. La Rete non ha bisogno delle tue leggi. Non ha bisogno di nessuna nuova legge. E' in buona salute e sputtana ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo le porcate del tuo partito, di Forza Italia. Non ci rappresenti, nessuno ti ha eletto.
Invito i blogger a lasciare un commento alla proposta di legge di Cassinelli nel suo blog: robertocassinelli.blogspot.com o (se i vostri commenti non vengono pubblicati) una mail a: cassinelli_r@camera.it
No all'ammazzablogger. Il mandante ha cambiato nome. Da Levi a Cassinelli, ma si legge sempre Veltrusconi.
Loro non molleranno mai, noi neppure.

14/12/08

GLI ASSOLUTAMENTE BOH

Ricevo, condivido ed inoltro l'invito a partecipare a questo Gruppo di Discussione appena nato su FACEBOOK, creato da una cara amica: Toni Fachini

"GLI ASSOLUTAMENTE BOH

(quelli che ne hanno pieni i coglioni di tanto assoluto. Tu vò fa' l'americano ma si nnato in Italì)

Dai bambini ai vecchi, dagli ignorantoni ai supercolti, dal Brennero a Lampedusa, alla domanda più banale come alla più illuminata, la risposta è ormai scontata: ASSOLUTAMENTE SI!! / ASSOLUTAMENTE NO!! La domanda che mi son fatta io è perché questo tormentone anziché sfumare dopo un paio di stagioni fuggente come l'attimino, perduri invece nel tempo, stia continuando a colonizzare a macchia d'olio il popolo italiano. Va ben che siamo bombardati da serie americane farcite di absolutely not/ yes, tradotti alla lettera per il nostro consumo. Da dove nasca il fenomeno è chiaro e forse si capisce anche perché abbia attecchito così tanto in tempi in cui insicurezza e paura imperversano. Si alza spontaneo il mio grido di protesta, Bastaaaaaa!!!!!! Assolutamente de chee????".

Link facebook


13/12/08

Basta con le lezioni di democrazia impartite da farabutti e da pregiudicati grazie alla copertura dei media

11 Dicembre 2008 dal Blog di Beppe Grillo
La rana nella pentola

Il popolo italiano è una rana nella pentola. All'inizio l'acqua era tiepida, quasi rinfrescante. Un grado alla volta e in vent'anni siamo arrivati al punto di cottura. La rana è intorpidita e non si accorge che viene bollita viva. Basta ancora qualche fiammata e sarà cotta e defunta. Un attacco alla Costituzione, il controllo della magistratura, il bavaglio alla Rete e il programma della P2 è realizzato.
L'informazione è ormai sotto controllo. Le inchieste Why Not e Poseidon insabbiate. La Procura di Salerno, che indagava sulla Procura di Catanzaro su denuncia di Luigi De Magistris, è stata commissariata. I media cialtroni e servi equiparano Catanzaro e Salerno, parlano di Guerra delle Procure. Ma è una sola, quella di Salerno, che indagava sull'altra, in quanto competente per legge. I media tacciono sulle inchieste di De Magistris e sui NOVEMILIARDIDIEURO delle nostre tasse, trasformati in fondi europei con un giro conto, inghiottiti ogni anno dai partiti e dalle mafie nel Sud. Il Paese si inabissa e noi sentiamo un teporino. Siamo abituati alla febbre a 40 gradi.
I 98 miliardi di euro di sanzione alla concessionarie delle slot machine non sono stati citati da nessun telegiornale. Neppure per dieci secondi. Quanti politici ci sono dietro a quei soldi? Taranto muore. La diossina provoca migliaia di tumori all'anno con 1.300 morti. C'è più diossina a Taranto che in Austria e Svizzera messe insieme. E nel frattempo lo psiconano si rifiuta di firmare l'accordo europeo sull'ambiente. I giornali parlano del maiale alla diossina, ma noi siamo avanti, abbiamo i bambini alla diossina. Respirano, si diossinano e muoiono.
Ieri sono entrato in un negozio. Offrivano due raccolte a dispense insieme ai giornalini e alle riviste, una sui discorsi di Mussolini con piatto del Duce da esposizione in regalo e una sulla storia del fascismo con un orologio di Mussolini con l'elmetto. La gente si abitua. La temperatura sale di due decimi, si può sopportare. Qual è il limite? Il punto in cui l'italiano è cotto?
Si vuole riabilitare il pregiudicato Craxi. Si rendono più uguali delle altre quattro persone che non si vergognano della loro impunità e si fanno vedere in giro come se niente fosse. La banda dei quattro: NapolitanoBerlusconiSchifaniFini. Licio Gelli, condannato per tentativi di depistaggio delle indagini sulla strage alla stazione di Bologna, la più grave nella storia della Repubblica, ci dà lezioni. Viene fatto passare da saggio. Tiene programmi televisivi. Il calore aumenta. Il Meetup di Sanremo e la Casa della Legalità lo hanno costretto a entrare dalla porta di servizio a un suo comizio/intervista. Gelli è stato protetto dalla Polizia. Grandi ragazzi! Se non vogliamo finire bolliti dobbiamo muoverci. Basta con le lezioni di democrazia impartite da farabutti e da pregiudicati grazie alla copertura dei media.
Una, cento, mille Sanremo! Più Meetup, più democrazia. Diffondetevi e moltiplicatevi

12/12/08

Sul "paradiso" infernale del Governo Berlusconi: Conti pubblici

MISURE ANTICRISI? MA LO STATO CI GUADAGNA
di Tito Boeri
10.12.2008 (www.lavoce.info)

Il decreto anticrisi ha un saldo netto in positivo di 390 milioni. Un risultato sorprendente. Pur con la prudenza dovuta al livello del debito pubblico, sarebbe stato fondamentale aumentare la spesa pubblica o ridurre la pressione fiscale. Invece, il provvedimento prevede un incremento netto delle entrate, in gran parte tributarie, per compensare quello delle spese. In recessione l'unico modo per migliorare i conti pubblici è far ripartire l'economia. E il governo dovrà presumibilmente intervenire in corso d'opera perché le misure di spesa appaiono sotto finanziate.

Grazie all’ottimo lavoro del servizio bilancio della Camera, abbiamo finalmente un quadro completo del decreto anticrisi varato quasi due settimane fa dal nostro Consiglio dei ministri. Il risultato è però sorprendente. Dopo che a Washington il 16 novembre scorso era stato annunciato dal ministro Tremonti un piano da 80 miliardi, ridotto solo tre giorni dopo a 12,7 miliardi, poi sceso a 7 miliardi, a 6,5 e, infine, il 29 novembre a 3,7 miliardi, ci ritroviamo ad avere un intervento a saldo zero. Più precisamente, il decreto anticrisi ha un saldo netto in positivo, tra variazioni nette nelle entrate e nelle uscite, di 390 milioni. Non solo non c’è una riduzione della pressione fiscale, ma vi è un incremento netto delle entrate, in gran parte tributarie, di 3 miliardi e mezzo che serve più che a compensare l’aumento netto delle spese.

CRESCE SOLO LA BUROCRAZIA

Dal punto di vista macroeconomico, questo significa che ci stiamo preparando alla peggiore recessione del Dopoguerra sparando a salve. Una manovra antirecessiva può, infatti, avere un significativo impatto macroeconomico solo se varia i saldi. In un contesto come quello attuale, sarebbe stato fondamentale aumentare la spesa pubblica o ridurre la pressione fiscale per rilanciare l’economia. Certo, tutto questo andava fatto con prudenza, dato il livello del nostro debito pubblico. E mettendo subito in atto piani che ci portassero, quando la crisi sarà finita, a finanziare stabilmente le minori entrate (o maggiori spese) decise oggi con riduzioni permanenti della spesa, come quelle che stiamo proponendo sulle varie missioni del bilancio pubblico. Il decreto anticrisi, invece, finanzia le maggiori spese con maggiori entrate, innalzando ancora di più la pressione fiscale. C’è da chiedersi come reagiranno gli altri governi del G20 e il Fondo monetario, che da tempo chiedono una forte azione di stimolo fiscale coordinata tra i diversi paesi, cui anche l’Italia è chiamata a dare un contributo.
I dettagli riguardo all’impatto della manovra sul bilancio dello Stato (la tabella sul bilancio della pubblica amministrazione è più complessa, ma comunque consegna un saldo positivo) vengono forniti dalla tabella qui sotto. La parte del leone viene svolta dalla rivalutazione dei valori contabili Ias, una misura di riallineamento dei valori fiscali e contabili che in parte anticipa entrate future. Oggi, semmai, dovrebbe essere compiuta l’operazione opposta, immediate riduzioni di tasse oggi compensati da riduzioni di spesa domani. Vi sono poi circa 500 milioni che derivano da inasprimenti dell’Iva. Si noti che negli altri paesi si sta procedendo in direzione diametralmente opposta, riducendo l’Iva, come consentito dalla Commissione europea.
Il decreto anticrisi si limita così a redistribuire risorse. E la redistribuzione, modesta peraltro, avviene con costi amministrativi molto elevati soprattutto in rapporto alle erogazioni concesse ai cittadini, come mettono in luce Massimo Baldini, Simone Pellegrino e Paola Monti. Si crea tanta burocrazia, ma nessun posto di lavoro con manovre di questo tipo. E non si offre protezione alla grande platea di lavoratori con contratti a termine che rischia di rimanere senza lavoro nei prossimi mesi.

Si dirà che una manovra a saldo zero non peggiora i conti pubblici, a differenza di quanto sta avvenendo in altri paesi. Ma non è così. Primo, perché in fasi di crisi come questa i conti peggiorano comunque e l’unico modo per migliorarli è far ripartire al più presto l’economia, creando le condizioni per cui i tagli alle tasse e le nuove spese decise oggi siano sostenibili, possano durare nel tempo. Secondo, perché il governo rischia di doversi trovare fra qualche mese a spendere molto di più di quanto previsto. Le misure di spesa appaiono sotto finanziate: a esempio, stimiamo che la social card costerà almeno 600 milioni, 150 in più di quelli stanziati per questa misura. E i fondi aggiuntivi per gli ammortizzatori sociali non sono comunque adeguati, anche mantenendo le regole attuali, per tassi di disoccupazione a due cifre. Questo significa che il governo dovrà presumibilmente intervenire in corso d’opera, come esplicitamente previsto dal decreto attuativo della social card, per chiudere il rubinetto delle erogazioni oppure per ampliare le dotazioni dei vari fondi, rendendo così discorsivi gli effetti della spesa.

Quadro di copertura DL 185/2008 – effetti sul SNF per il 2009
(milioni di euro)

clicca sul quadro per ingrandire

07/12/08

Nonostante il comico Strassoldo, Sabina Guzzanti partecipa all'incontro con gli studenti

Difficilmente guardo la TV, difficilmente leggo i quotidiani giorno per giorno, per una questione di soldi, e quindi li leggo in differita, raccolgo per ora quelli che ormai andranno al macero, li leggo stando seduto sul trono, (meglio di un'euchessina!), e, questa notizia, l'ho appresa con 10 giorni di ritardo, l'ho appresa addirittura da una lettera nella Posta dei Lettori sul messaggero Veneto del 2 dicembre 2008 intitolata "L'efficace analisi di Sabina Guzzanti", scritta da uno studente dell'Università di Udine e di cui riportointegralmente la lettera:
" Sono uno studente dell'UNI di Ud e per caso ero presente all'incontro con S.G. di mercoledì 26 (novembre). Premetto che non sapevo nemmeno chi fosse Sabina e quel pomeriggio mi ha permesso di scoprire una persona intelligente che ringrazio di cuore per tutte le questioni sollevate.
Mi sento profondamente offeso e dispiaciuto per quanto sia stata traviata l'informazione relativa all'incontro. In 3 giorni non é uscito 1 solo articolo né una lettera alla redazione sui commenti della conferenza, dando assurda importanza a un fatto studiato appositamente per far parlare di sé (chi studia sociologia conosce molto bene le relazioni della gente a certe azioni). Al di là del motivo, più o meno legittimo che ha spinto il professore a comportarsi così scorrettamente, suscitando altrettanto scorrete reazioni, mi pare il caso di riportare almeno alcuni argomenti, ciò che mi ha più colpito.
Dopo la prima parte di satira, forse sterile , ma divertente, la Guzzanti ha analizzato in modo consapevole e lucido la situazione italiana sotto vari aspetti, mi spiace di non poter citare tutti gli argomenti per questioni di spazio. (caro kerotoo, puoi sempre rifarti su questo blog quando ti garba!).
Alla domanda di una studentessa "Ma cosa possiamo fare? alla maggior parte della gente non interessa niente", l'immediata risposta: "nessun diritto civile é mai stato conquistato grazie a un'improvvisa presa di coscienza da parte di tutta la popolazione, ma grazie agli sforzi di una minoranza attenta ed attiva, che informando, parlando, convincendo gli altri con argomenti sensati ha ottenuto i diritti per tutti, di cui godiamo e che ci vogliono togliere di nuovo (istruzione, lavoro, sanità...). Perciò non ha senso sperare che da un giorno all'altro la televisione diventi buona o i politici rinuncino ai privilegi. Noi giovani dobbiamo organizzarci creando nuove forme di partecipazione, supportare le nuove idee che circolano (consumo critico, spegnere le tv ecc.), dobbiamo riprenderci gli spazi democratici che ormai partiti politici non sono più ingrado di garantirci".
Chiedo a tutti quelli che erano presenti, che hanno filmato e ascoltato di pubblicare dappertutto quel che é stato detto mercoledì in aula magna. E che quelle parole diventino frutti".
F.P "kerotoo"

A questo punto riporto anche il parapiglia che c’è stato nell' Aula magna dell' incontro degli studenti con l’attrice Sabina Guzzanti che aveva accettato di intervenire, sul tema delle proteste studentesche contro i tagli all’Università. Appena iniziato il suo intervento, dopo un breve scambio di opinioni con il pubblico, è stata raggiunta dal prof. Raimondo Strassoldo, docente dell’Ateneo friulano e fratello dell’ex presidente della Provincia. Non appena la Guzzanti ha cominciato a parlare, un "bel" fuoriprogramma che non ti aspetti: Strassoldo (il fratello dell'ex rettore) tenta di impedire lo svolgimento della manifestazione arrivando alla colluttazione fisica con la showgirl (cerca di strapparle il microfono) e viene portato via a braccia tra le contestazioni nei suoi confronti degli studenti. Alla fine con l'intervento della Digos che interroga Strassoldo, l'incontro può riprendere. L’incontro con gli studenti è proseguito. Al termine il professore ha rivendicato la propria contrarietà all’intervento di Sabina Guzzanti. Secondo Raimondo Strassoldo, infatti, l’Aula Magna dell’Università rappresenta un luogo da rispettare, e Sabina Guzzanti, invece, è una “sovversiva”. Ha anche chiesto che il Senato Accademico consideri il fatto che parte del corpo docente non era d’accordo con la partecipazione dell’attrice all’incontro all’Ateneo.


Invito ora chiunque ad aggiungere un commento a questo evento, a riportare, se era presente, le sue impressioni, a protestare, a diffondere e... grazie kerottoo dell'informazione, ... se non c'eri tu!

Povera Italia, sei alla catastrofe!

Se in giugno un italiano su due non è mai entrato in un ristorante o pizzeria che sia perché non poteva permetterselo ora é ancora peggio e sarà sempre peggio. I posti di lavoro stanno saltando e si presume che nei prossimi mesi potranno superare il milione quelli che possono 'saltare'! Non é fantasia, é tragica realtà.
Oltre ai già annunciati 35 mila esuberi tra Alitalia, Fiat, Merloni, Unicredit, Telecom... etc. ci sono migliaia di lavoratori che perderanno il lavoro nelle piccole e medie imprese coinvolte nell'indotto delle grandi aziende. La catastrofe sarà per quei lavoratori che non godranno delle agevolazioni della cassa-integrazione come i precari (vocabolo orrendo e scandaloso!), i contrattasti a progetto, i lavoratori impiegati nell'artigianato; gli stipendi più facili da tagliare.
Ciò ha un unico significato: decine di migliaia di famiglie che magari potevano contare su due redditi (marito & moglie, ma anche compagno & compagna), dovranno accontentarsi di uno soltanto e magari anche quello ridotto. Parentesi: i media si dimenticano dei single! se un sigle perde il lavoro?
Chiusa parentesi!
Gli introiti saranno dimezzati o più tragicamente annullate per molti non sarà solo di tagliare drasticamente il tenore di vita, perché non voglio parlare di chi comunque se la cava bene e vive una situazione non allarmante e deve fare solo qualche sacrificio rinunciando al superfluo, ma di quelli che nella maggior parte dei casi già da tempo, ancor prima della recessione facevano fatica ad arrivare alla fine del mese.. alla metà (??) Provate a togliere un terzo o più ed in alcuni molti casi il totale dell reddito e avrete l'idea di cosa succederà a queste migliaia di concittadini.
Voglio tralasciare il fatto che, avendo meno soldi, consumeranno di meno contribuendo alla contrazione generale dell'economia... Per chi 'godrà' della cassa integrazione, non potrà sopperire completamente al proprio fabbisogno e poi non durerà eternamente.. e per quelli che non avranno questo contentino?
Pensiamo a tutte quelle famiglie o single che hanno contratto un mutuo e che la maggioranza sono già considerate a rischio di usura, (e nessuno fa nulla!), queste persone vanno 'avanti' grazie a prestiti, pagamenti a rate, anticipi o crediti al consumo e che nei primi nove mesi del 2008 si é registrato un vero e proprio boom della cessione del quinto dello stipendio e nei primi tre mesi dell'anno sono stati accesi prestiti di varia natura per un totale di più di un milione di euro. Come faranno a restituire questi soldi?
Non sto parlando di cittadini agiati, ma della stragrande maggioranza di italiani che usufruiscono dei soldi appena sufficienti per andare avanti.
Questa é la reale situazione che é solo all'inizio e secondo gli esperti, il peggio deve ancora arrivare, e poi mi tocca sentire il Berlusca IV che mi dice di esser ottimista, di spendere... E' terrificante! Scandaloso! Ah! dimenticavo la Social Card:

06/12/08

Contestavano Berlusconi: 8 denunce !!!!

"Trieste, 8 denunciati per le contestazioni a Berlusconi"
Hack: proibito il dissenso
Leggo sul Piccolo di oggi 4 dicembre 2008 che un ricercatore precario e sette studenti dell’Università di Trieste sono stati denunciati per avere gridato il loro dissenso contro questo governo e la sua politica disastrosa nei confronti della scuola, dell’università, della ricerca durante il vertice italo-tedesco fra Berlusconi e la cancelliera Merkel del 18 novembre scorso. Spesso ci chiediamo se questa è ancora una democrazia o siamo già a un regime che usa la televisione al posto del manganello.

Questo fatto ci da la risposta. Fra breve succederà come sotto il fascismo: durante le visite di illustri personaggi, i dissidenti, opportunamente schedati dalle questure, erano ospiti per qualche giorno delle patrie galere.

Margherita Hack

Contestavano Berlusconi: 8 denunce

di Piero Rauber, il Piccolo, 4 dicembre 2008

I fischi, i «buu», gli slogan di scherno anti-Gelmini e anti-Cavaliere, urlati a colpi di megafono e impianti acustici in piazza della Borsa, nel giorno del vertice italo-tedesco, lasciano in eredità otto denunce. «Titolari» loro malgrado della segnalazione inoltrata in Procura dalla Questura - per manifestazione non preavvisata e non autorizzata - un ricercatore precario e sette studenti dell’ateneo di Trieste. Ritenuti, evidentemente, lo zoccolo duro, l’ala più dura del Coordinamento 133, la mente di quel rumoroso sit-in a favore della scuola pubblica che aveva calamitato un centinaio di ragazzi, il pomeriggio del 18 novembre, davanti alla Camera di Commercio, dove erano prima entrati per la conferenza stampa congiunta, e poi erano usciti per un rapido rientro nelle rispettive capitali, Silvio Berlusconi e Angela Merkel. Alcuni dei denunciati l’hanno presa male. Altri, invece, l’hanno digerita. Perché sapevano che sarebbe stata solo questione di tempo. Perché c’era la Digos con le telecamere puntate. E perché ad augurarsi una punizione esemplare si era messo pure il primo cittadino, un Roberto Dipiazza inalberato come non mai. Per il sindaco infatti, che non aveva esitato a chiamare il questore per lamentarsi della riuscita del fuoriprogramma, era stata colpa proprio di quel «gruppetto sparuto di studenti o presunti tali» se i suoi piani - quelli di trascinare il premier fino alle nuove gallerie di Cattinara per un sopralluogo - non erano riusciti fino in fondo. La presenza del Cavaliere, tuttavia, è stata vissuta come occasione irripetibile, più forte della Digos e del Dipiazza furioso. Via dunque a quella manifestazione non autorizzata, sulla scia del test fatto al mattino in piazza Unità dai rappresentanti della scuola Interpreti. Ma con più decibel. «È vero - ammette Luca Tornatore, ricercatore del Dipartimento di astronomia, l’unico non studente che si è preso la denuncia - siamo stati autori di una piccola forzatura. Ma, ci chiediamo, non si deve disturbare proprio mai quest’ordine costituito, che sta distruggendo la formazione pubblica? Abbiamo agito in modo pacifico, mica usando violenza». «Comprendiamo, certo, di aver messo in imbarazzo qualcuno, qui a Trieste, ma al tempo stesso non abbiamo paura», chiude il ricercatore. Il quale annuncia che, nelle prossime ore, arriverà agli organi di stampa una nota congiunta dei denunciati. Poi partirà pure una serie di lettere «indirizzate agli uomini di cultura di questo territorio: Magris, Rumiz e Moni Ovadia - quelli citati in prima battuta da Tornatore - cui chiederemo una presa di posizione».

(5 dicembre 2008) "

05/12/08

PEACE by the Luminaries


At a time when people are looking for a different kind of hope in the world, the Luminaries have chosen to come together to be the example of those who find hope in themselves. "Peace Worldwide Starts From Inside." brought these 10 rare individuals together to promote peace and exemplify what it means to walk in that light.
Just this summer, on July 29th, the Luminaries began recording their first single "Peace".The plan was to submit it to the Elevate Film Festival by the mid August deadline. That very same day,while still in the recording studio, an earthquake measuring 5.4 rocked Los Angeles. The group took this as a sign of good fortune and a metaphor for peace: from chaos comes creation,so the saying goes.

The next day the Luminaries had a photo shoot in Malibu, CA. It meant a one and a half mile hike to the location. As the group headed out on the walk Elevate Films called:They wanted to make a video.Unexpectedly they found themselves invited to the festival before they had officially submitted work. The video was shot in a day on September 25th, edited within two days, and premiered at the Nokia Theater in Los Angles in front of 6,000 people. The video won best editing and is currently in the process of being released in all the major media outlets worldwide.

Luminaries are on a mission for Peace, and through the efforts of conscious supporters, wish to share their gifts with the world.

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Nove bambini su dieci privati delle cure contro l'HIV/AIDS

Aids e bambini

MSF: in Africa un cambio di dosaggio può cambiare il destino.
Quando sorge il sole a Homa Bay, nel Kenya occidentale, Pamela si alza e prepara il suo bambino di due anni, Pascal. Alle sette si siede con suo marito Charles e suo figlio, e insieme prendono la loro dose mattutina di farmaci antiretrovirali. Tutti e tre sono sieropositivi e dovrannno prendere una compressa ogni mattina e una ogni sera per il resto della loro vita.
Leggi la testimonianza >>
MSF in azione
Zimbabwe
La piaga del colera a Beitbridge
Clara Chamizo, infermiera del progetto MSF a Beitbridge, sta in piedi in mezzo a decine di persone malate di colera, stese in mezzo alla sporcizia nel cortile dell'ospedale principale di Beitbridge. Il colera si è diffuso rapidamente in questa città di confine di circa 40mila abitanti

Insieme a MSF
La campagna Non ci arrendiamo arriva su Facebook

Sei un utente di Facebook? Puoi aiutare Medici Senza Frontiere a diffondere il proprio messaggio utilizzando i tuoi contatti. Come fare? È semplice, basta iscriversi al gruppo "Medici Senza Frontiere - Non ci arrendiamo" che trovi all'interno del social network di Facebook. Può bastare un attimo per cambiare la vita a qualcuno. Per questo ti invitiamo ad attivarti subito.

Invia un SMS al 48583

Dal 1 al 15 dicembre invia un SMS al numero 48583.
Da tutti i cellulari TIM, VODAFONE, WIND e 3, puoi donare 1€ a Medici Senza Frontiere per l'assistenza sanitaria di 500mila sfollati in Darfur.
Chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia potrai donare 2€.

Metti in pratica i tuoi ideali
Perchè partire con MSF?

"In MSF cercavo chi volesse cambiare le cose, con professionalità. Ho trovato molto di più."


Appuntamenti
Presentazione del libro Mondi al limite
Verona, 3/12/2008 - Biblioteca Centralizzata "Arturo Frinzi" - via San Francesco 20
Il libro verrà presentato nell'ambito della rassegna "Io scrivo, tu mi leggi - Incontro con l'Autore" dall'autore Sandrone Dazieri. Introduce il professor Mario Allegri, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università di Verona, modera Sergio Cecchini, Direttore della Comunicazione di MSF Italia. Ingresso libero. Per informazioni: info.verona@rome.msf.org

Concerto Gospel
Roma, 8/12/2008 - Sala Baldini - piazza Campitelli 9
In occasione del concerto del gruppo Whitest di Lorena Scaccia, sarà presente uno stand informativo con materiale e merchandising a cura del Punto informativo di Roma di MSF.

Presentazione del libro Mondi al limite
Milano, 11/12/2008 - "Magna Pars", via Tortona 15
Reading di Sandrone Dazieri accompagnato dalla musica di Roberto Cecchetto. Interverrà Kostas Moschochoritis, Direttore generale di MSF Italia.
Serata a inviti. Sono disponibili 100 posti su prenotazione obbligatoria: scrivete entro il 5 dicembre all'indirizzo mondi.allimite@rome.msf.org.

Giornata 'Professioni e Sviluppo' all'Università Luiss Guido Carli
Roma, 12/12/2008 - Univesità Luiss Guido Carli - viale Romania 32
La giornata prevede un incontro diretto con gli studenti tramite dei desk informativi forniti dall'Università. Per MSF parteciperà l'operatore umanitario Giancarlo Pepe.

Proiezione del documentario "Le vie dei Farmaci"
Milano, 13/12/2008 - Linearia Art & Museum Store - viale Sabotino 15
Appuntamento con Medici Senza Frontiere in collaborazione con LEM ART GROUP. Intrattenimento musicale dello Stefano Madona Swing Jazz Trio:
  • Stefano Madona - piano
  • Alberto Lo Gatto - contrabbasso
  • Andrea Quattrini - batteria
  • Special Guest Silvia Cecchetti - voce
Sarà allestito uno stand di Medici Senza Frontiere con materiale informativo e regali solidali a cura del gruppo MSF di Milano.

Europa: dove sei? "firma la petizione globale di massa"

Cari amici,

Questa settimana il clima arriva al dunque. Germania, Italia e Polonia minacciano di deragliare le negoziazioni Onu sul clima sabotando la posizione dell'Unione Europea. Facciamo sapere loro che sul clima noi chiediamo azione e leadership!
Mentre l’attenzione del mondo è rivolta altrove, le negoziazioni globali per contrastare la crisi climatica stanno finalmente venendo al dunque. I leader mondiali si riuniscono in Polonia questa settimana per definire con grande sforzo un accordo che dovrebbe portarci ad un nuovo ed efficace trattato globale, ma due paesi Europei --Italia e Polonia-- stanno sabotando aggressivamente le negoziazioni, mentre la Germania se ne sta li imbambolata.

Il nostro futuro ci richiede di influenzare urgentemente i loro Primi Ministri -- Merkel, Berlusconi e Tusk -- prima che i negoziatori si presentino, fra pochi giorni, davanti ai leader del mondo riuniti. Se questi leader non cambiano strada l’Europa non riuscirà ad avere una posizione concorde, il che potrebbe letteralmente sfaldare il processo di negoziazione mondiale.

Avaaz ha inviato urgentemente i membri del proprio team in Polonia e Belgio, per contenere questa ondata. Abbiamo ottenuto incontri urgenti con negoziatori importanti verso la fine di questa settimana, ma abbiamo bisogno di mostrare numeri importanti per far sentire le nostre voci. Aggiungi il tuo nome alla petizione globale urgente qui sotto, e aiuta a far diventare la nostra richiesta una azione nel cuore delle negoziazioni.

http://www.avaaz.org/it/europe_climate_crunch_time

Negli scorsi dodici mesi Usa, Canada e Giappone sono stati i peggiori ostruzionisti ai negoziati sul clima - come abbiamo evidenziato tempo fa a Bali. Ma finalmente Bush, Fukuda e Harper se ne sono andati o stanno per andarsene. Un importante passo in avanti potrebbe esser vicinissimo… se solo l’Europa non rischiasse di abbandonare il proprio programma ambizioso sul clima. Se l’Europa tentenna proprio ora, le negoziazioni globali potrebbero davvero rischiare il fallimento.

Le lobby dell’acciaio e dell’industria pesante stanno sfruttano la crisi finanziaria come cortina di fumo per impedire i progressi. L’Italia e la Polonia minacciano di allontanare l’Unione Europea dagli obiettivi ambiziosi decisi l’anno scorso. La Germania, di solito paladina del clima, sta a vedere. Come risultato l’Europa si è fermata a Bruxelles--ed è divisa e inefficace alle negoziazioni delle Nazioni Unite.

In nessuno dei tre paesi è troppo tardi. Possiamo mostrare a questi governi che i loro stessi cittadini ed il resto del mondo non si accontenteranno di nulla che non sia una azione forte sul clima. Avaaz ha commissionato sondaggi indipendenti nei tre paesi, costruito una petizione globale di massa da consegnare in occasione di incontri e azioni spettacolari davanti all’Onu e all’UE, e sta lanciando una importante campagna pubblicitaria per far vergognare, persuadere ed incoraggiare i leader UE a fare la cosa giusta.

http://www.avaaz.org/it/europe_climate_crunch_time

Fintanto che Obama non avrà in mano il timone, il prossimo passo per la risposta del mondo ai cambiamenti climatici dipende dalla leadership Europea. La politica sul clima dell’UE galvanizzerà o raffredderà le negoziazioni internazionali in Polonia, e potrebbe determinare definitivamente se saremo in grado o no di evitare i cambiamenti climatici pericolosi.

Per tutti coloro che sono preoccupati dei cambiamenti climatici, ora è il momento di mandare un messaggio che chieda leadership e visione. Da qui alla fine dell’anno si determinerà la politica dell’Europa, e con essa gran parte della risposta alla crisi del clima.

Con speranza,

Ben, Iain, Brett, Graziela, Luis, Paula, Pascal, Paul, Alice, Ricken, Milena, Webrond -- ed il resto della squadra di Avaaz

02/12/08

Campagna anti aids: Esplora ma proteggiti

Bellissima campagna la anti Aids condotta senza moralismo da AIDES realizzata da Erik Vervroegen di TBWA\PARIS. Merita il bronzo ai Cannes Lions 2008 per la categoria Outdoors.

27/11/08

Come difendersi da Facebook

La privacy? Sul sito più trendy del momento è impossibile garantirla. Non resta che seguire alcune regole suggerite da un consulente d'eccezione

Marta Serafini per il Magazine del Corriere della Sera

Un bel mondo. Virtuale, semplice, complicato, divertente, pericoloso. Che tiene attaccati 110 milioni di utenti, oltre due milioni in Italia. Che ci fa tornare a casa la sera davanti al computer, solo per spiare le vite altrui. È Facebook, il social network fondato nel 2004 dallo studente di Harvard Mark Zuckerberg che in origine lo concepì come circolo esclusivo per tenersi in contatto con i compagni di college, scambiarsi dispense e appunti. Poi Zuckerberg ha capito: il “fenomeno” doveva divenire business. Ed eccolo Fb (acronimo per gli aficionados), una megalopoli da 300 milioni di dollari, aperto a tutti, gratis. Ma il prezzo da pagare è un altro. La propria privacy. Iscriversi è un attimo: mail, password, nome (vero o finto che sia), sesso (è obbligatorio). A scelta: il numero di cellulare, la data di nascita, le scuole frequentate, le preferenze musicali, politiche e religiose. Il numero di carta di credito. Poi si caricano le istantanee del matrimonio, delle vacanze, si “taggano” (nominano) gli amici sulle foto altrui, si commenta. E, non da ultimo, su Facebook c’è anche chi aggiunge le immagini di figli e di nipoti.

Un piatto troppo ricco anche per truffatori, ladri di identità, pedofili alla ricerca di immagini da scaricare e teenager da adescare. Incominciamo dai pedofili: «Certo, è possibile che un malintenzionato possa scaricare materiale, ma è difficile poiché il rapporto è mediato dal genitore, dal fratello, dallo zio che hanno caricato la foto. La pedofilia su Facebook è un fenomeno sporadico», tranquillizza Umberto Rapetto, colonnello del Gat, il nucleo anti frodi telematiche della Guardia di Finanza. Tuttavia i minori possono iscriversi senza problema. «Il furto di identità è invece molto più facile: nei social network come Facebook, MySpace, Linkedin milioni di persone consegnano a un universo di interlocutori sconosciuti la propria radiografia anagrafica. Chiunque può appropriarsi della vita di chiunque ». Casi ce ne sono già stati, con relative denunce (è successo in Gran Bretagna). È la teoria della finestra rotta, formulata dal giallista americano Jeffrey Deaver, secondo il quale sarebbero state create società con il solo scopo di immagazzinare i dati di milioni di persone per poi rivenderli. Leggende metropolitane? Come ogni mondo che si rispetti Facebook ha le sue. Spiega Rapetto: «Secondo i complottisti sarebbe un programma della Cia. Una maschera dietro la quale si cela l’Information Awareness Office (Iao), varato a ridosso dell’11 settembre».

Una volta creato il profilo vanno impostati i livelli di sicurezza. L’utente deve scegliere chi può vedere le sue foto (solo gli amici, o tutto il resto del “mondo”?), chi può leggere il suo status (solo chi è in connessione o anche gli amici degli amici?). Non è abbastanza per mettersi al riparo. «A leggere l’homepage di Facebook si scoprono due cose terribili», dice Rapetto. «“Non possiamo garantirti che i contenuti che invii al sito non siano visualizzati da persone non autorizzate” e poi un comodo (e altrettanto illegale) “non siamo responsabili di elusioni delle misure di sicurezza del sito o delle impostazioni della privacy”». E se il Garante sta tentando di disciplinare i siti di social network «controllare un mondo anarchico è impossibile, i server ricadono sotto legislazioni straniere fuori dall’orbita giurisdizionale italiana. Sarebbe possibile controllare il network solo se fosse “cittadino” italiano a tutti gli effetti», afferma il colonnello. Per difendersi la regola è: «Stare fermi il più possibile e non proporre più di quanto ci viene chiesto». Ma spesso i filtri saltano: il motore non regge. Così, pure chi non è amico può mettere il naso nei tuoi affari.

Un dilemma, esserci o non esserci? Sociologi, psicologi ed economisti si sono già espressi. «Facebook rende soli», ha detto Paola Vinciguerra, presidente di Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico). «Facebook non disturba il lavoro», tranquillizza una ricerca inglese. «Facebook ha bisogno di fondi perché spende oltre un milione di dollari al mese solo in energia elettrica», dice TechCrunch, il blog creato da Michael Arrington e dedicato alle segnalazioni sul Web 2.0. «E Facebook, non essendo una compagnia fondata con lo scopo di fare soldi, morirà». Già, morirà. Ma uscirne è difficile. In gergo si dice suicidarsi. Si compila un modulo spiegandone le ragioni. Le opzioni vanno da “Facebook sta creando problemi alla mia vita sociale”, fino a “si tratta di uno stato temporaneo. Tornerò”. Il profilo resta ad memoriam, coperto di grigio come una tomba, e i dati, attenzione, rimangono nel sistema.

Negli Usa molti utenti hanno già smesso. Così, proprio nel momento in cui Facebook raggiungeva l’apice, ha iniziato a soffrire. Come una bolla speculativa da subprime. Gli iscritti hanno capito. E si sono suicidati in massa.

Marta Serafini
11 novembre 2008 (ultima modifica: 14 novembre 2008)

Le regole contro gli spioni
ATTENTI ALLE VOSTRE FOTO
Non é facile muoversi nel libro dei volti, e bisogna usare qualche accortezza per evitare di incappare in brutte sorprese, dalla frode telematica al furto d'identità.
1.- Registrazione limitata. Ci si iscrive su www.facebook.com fornendo dato obbligatori: mail, nome, cognome. E' sconsigliato invece fornire generalità non obbligatorie, quali foto, data di nascita, professione, numero di telefono, inclinazioni religiose e politiche e carta di credito.
2.- Potenziate i filtri. Attraverso le impostazioni si decide chi può leggere il vostro status, vedere le vostre foto e chi può leggere i commenti lasciati sul wall - il muro delle comunicazioni. Attenzione però: ogni tanto i filtri saltano.
3.- Amici, solo quelli veri. Meglio entrare in connessione solo con chi si conosce veramente. Su Facebook si invita chi vogliamo. Ma si è anche contattati da molti di cui non conosciamo nulla. Dietro questi volti, potrebbe celarsi un truffatore.
4.- Furti di foto. Per caricare un'immagine é richiesto, pro forma, il possesso dei diritti della foto in questione. In realtà chiunque può caricare quello che vuole. Si possono taggare (nominare) gli altri sulle immagini e viceversa. In ogni caso, é sempre possibile rimuovere il tag.
5.- Attenzione a chi legge. Si scambiano messaggi pubblici sul wall, o privati attraverso il sistema Inbox, visibile solo ai diretti interessati. Poi si può chattare con gli amici. Qui nessuno può spiare.
6.- Misurate quel che dite. Se non volete far sapere dove siete, cosa fate e pensate, evitate di dirlo. Sul proprio wall ci sono gli appuntamenti cui si é invitati e cui si intende partecipare. Presenti pure le cause di cui l'utente ha scelto di diventare supporter, i prodotti (film, alimenti, oggetti di moda, registi, cantanti ecc.) di cui si é diventati fan.
7.- State fermi. Su FB si può anche scegliere di non agire, lasciando che siano gli altri a contattarci, non si aggiungono immagini e non si mandano messaggi. Sono molti gli utenti che seguono questa "filosofia" per evitare sorprese.

21/11/08

PRIGIONIERI DEL SUPEREURO

La moneta unica sta danneggiando l’Italia. A causa degli exploit sui mercati della Germania. Parola di uno studioso tedesco di commercio e sviluppo.
Colloquio con Heiner Flassbeck di Federica Bianchi

Nel decimo compleanno dell’euro, Heiner Flassbeck, il capo economista dell’Unctad, l’agenzia dell’ONU che si occupa di commercio e sviluppo internazionale, è critico con la banca centrale europea per la sua “fissazione”, come dice lui, sull’inflazione, che rischia di ingabbiare l’attività produttiva dei paesi più deboli come l’Italia e di metterli in ginocchio per sempre, costringendoli ad uscire dall’unione monetaria. “La situazione economica europea non è ne buona né cattiva”, spiega dal suo ufficio di Ginevra:” Il problema è che il tasso di crescita dell’economia è stato sostanzialmente debole: la disoccupazione è scesa, è vero, ma ci troviamo in un trend economico negativo dovuto alla crisi finanziaria dei mercati, ma anche all’euro forte”.
Quali sono i paesi maggiormente colpiti dal supereuro e per quali motivi?
“L’euro forte danneggia in particolare i paesi europei della fascia mediterranea. Il problema principale è che abbiamo creato dei divari enormi nel rapporto tra costo nominale del lavoro e livello competitivo dei paesi europei. In una unione monetaria questa situazione pone le premesse per io disastro. Prima o poi il sistema collasserà. In cinque, dieci o 15 anni, non so. Ma il sistema monetario, con questi enormi divari tra aziende italiane e tedesche, cadrà di sicuro. Il Nord Italia compete con la Germania in tanti campi. Ma, sebbene in Italia l’aumento dei salari sia moderato, non potete sopravvivere a meno che la Germania non aumenti i suoi salari”.
In quel caso sarebbe possibile ripristinare l’equilibrio?
“Quasi impossibile. Anche se la Germania permettesse una crescita dei salari e l’Italia non modificasse niente, al vostro paese occorrerebbero dieci anni per raggiungere appena lo stesso rapporto tra costo del lavoro e produttività che ha la Germania. Ciò vuol dire che perfino nel 2017 l’Italia non guadagnerebbe quelle quote di mercato che ha perso a favore della Germania negli ultimi vent’anni. Ma è impossibile che la Germania aumenti questi salari, la Banca centrale direbbe che creerebbe inflazione. Quindi non succederà. Non credo comunque che questo scenario sia realistico: realistico è un processo di aggiustamento molto più lungo oppure il collasso del sistema monetario europeo. Una volta che un paese ha perso competitività e quote di mercato, e il paese vincente è un paese tanto grande e forte come la Germania, la situazione diventa drammatica. Il surplus commerciale della Germania sta esplodendo, mentre tutti gli altri paesi del Mediterraneo stanno soltanto in deficit”.
Che soluzione propone?
“Quello che nessuno capisce è che la Germania ha rotto le regole implicite del sistema monetario molto più dell’Italia. In Italia tutti pensano che sia il contrario. Ma se si guarda il grafico (vedere qui sotto) si nota che la Germania ha deviato dalla ‘linea di inflazione neutrale’ più dell’Italia. La Germania dovrebbe aumentare i salari. In Italia tutti pensano che bisognerebbe aumentare la produttività soffrire, ma L’Italia ha sbagliato molto meno della Germania. La Germania è il cattivo in questo caso, non l’Italia. La curva del consumo in Germania è piatta come quella del costo del lavoro a causa della filosofia secondo cui noi tedeschi dobbiamo sempre i campioni dell’export nel mondo. Ciò che la gente non capisce è che in una unione monetaria non si può più fare. Lo puoi fare con gli USA: loro possono svalutare la moneta e il problema è risolto. Nel 1992, quando l’Italia ha avuto problemi competitivi ha svalutato e non ci sono stati problemi. Ma con l’euro non si può fare. Se la Germania continua a combattere per avere una chance di aggiustamento alla fine. Salvo il collasso del sistema”.
Eppure ultimamente le esportazioni tedesche hanno perso smalto…
“Le esportazioni in Germania non stanno scendendo: non salgono tanto come prima. E se scendono non è nei confronti dell’Europa, ma nei confronti degli USA che hanno svalutato la moneta. In Europa, la Germania è di gran lunga il paese economico più forte. E tale rimarrà per i prossimi 500 anni se le cose non cambiano drammaticamente. Se la Germania non cambia politica, succederà in Europa quello che è successo nella Germania dell’Est: è rimasta economicamente morta mentre quella dell’Ovest deve pagarei trasferimenti. Vogliamo la stessa situazione in Europa? Se aumentassero i salari in Germania, i cittadini potrebbero consumare di più e l’Italia esportare di più. Ne guadagnerebbero tutti”.
Cosa dovrebbe fare l’Italia per aumentare la sua produttività?
“Più investimenti. Ma non avverrà. La Banca centrale è troppo restrittiva e la Germania troppo forte. Non c’è modo che l’Italia possa riguadagnare competitività”.
E allora?
“Italia, Spagna, Portogallo, e Grecia dovrebbero andare a Bruxelle e chiedere di ripristinare lo schema macroeconomico del dialogo. Mario Draghi deve dire che l’Italia non può andare avanti così, e che è soprattutto colpa dei tedeschi. Ero a favore dell’euro, ma per me è stato sempre chiaro che era importante avere uno schema di cooperazione per evitare il gap dei salari”.
Sarebbe positivo o negativo per l’Italia uscire dall’Unione monetaria?
“Dipende da come si esce. Chi potrebbe dire che cose sciocche potrebbero fare i politici italiani fuori dell’euro! Ma sicuramente un deprezzamento della moneta sarebbe inevitabile. Basta guardare all’Argentina: diceva che avrebbe avuto per sempre un cambio fisso con gli USA, ma è durato solo nove anni. Poi l’esperimento è finito e l’Argentina ha deprezzato la moneta del 300 per cento. Nessuno in Europa ha pensato ad una eventualità simile fino a oggi”.
Come si sta comportando la Banca centrale europea?
“Sono critico nei confronti della Banca centrale europea. Reagisce con troppa lentezza. Avrebbe dovuto tagliare i tassi d’interesse, ma non sta facendo nulla per paura dell’inflazione. E’ ridicolo, con il prezzo del petrolio a 130 dollari al barile e un aumento annuo del 3 per cento, dire che siamo a rischio d’inflazione. Non è inflazione: è un aumento straordinario del prezzo delle materie prime”