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17/06/10

VIOLENZA SESSUALE "LIEVE" AI MINORI: ECCO I NOMI DEI SENATORI FIRMATARI

Ricevo e inoltro (senza commenti che è meglio)


Si erano inventati un emendamento proprio carino.

Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1.707, quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori.

Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arresto in flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità".

Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.

Dopo la denuncia del Partito Democratico, nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito", il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano "ci avete frainteso".

Poi, finalmente, un deputato del Pd ha scoperto i firmatari dell'emendamento 1707.

Annotateli bene:

sen. Maurizio Gasparri (Pdl),
sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania),
sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),
sen. Roberto Centaro (Pdl),
sen. Filippo Berselli (Pdl),
sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania) e il
sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).

Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico" (ma non per chi palpeggia o mette un dito dentro ad una bambina);

il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...);

il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti";

mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi e che capiscono solo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).

...e ora votateli gente!

09/06/10

Il governo cancella l'assegno di assistenza per chi soffre della sindrome di Down

Apprendo dalle notizie stampa che il Governo intende alzare la soglia dell'handicap per cui è previsto il mantenimento dell'assegno di assistenza che dovrebbe passare così dal 74% all'85%.
Quasi tutti i 38mila down italiani hanno un handicap riconosciuto del 75%, e resteranno quindi tagliati fuori dal contributo.
Lo stato dovrebbe investire maggiormente nel Welfare invece che considerarlo la fonte dove continuamente togliere risorse.
Ancora una volta a pagare la crisi sono le persone più bisognose e meno abbienti: invece di tassare chi ha più disponibilità economica si continua a penalizzare chi fa difficoltà ad arrivare a fine del mese ( ed in numerosi casi si parla di difficoltà già alla terza settimana mensile).
Se desideriamo davvero superare la crisi le politiche economiche devono essere di ben altro spessore e toccare veramente i soggetti che possono sopportare agevolmente tassazioni e tagli adeguati.

LUCA MARSI

Email: lucamarsi@triestegiovane.it

Cell. 347 98.33.464

Emendamento 1707: la vergogna italiana

Con tale emendamento i reati di Pedofilia vengono suddivisi in Reati maggiori o minori.

Toccherà al poliziotto, sorprendendo il Pedofilo mentre abusa di un minore, decidere se si tratta di Reato grave o meno grave.
Se egli lo considera meno grave non vi sarà nessun obbligo di arresto immediato per il Pedofilo.
Tale emendamento è un fatto gravissimo: i bambini non devono mai essere toccati; essi sono intangibili ed intoccabili.
Vanno protetti e difesi dalle insidie.
Non si può in alcun modo legittimare il comportamento di persone, malate, che abusano ed approfittano delle povere creature indifese.
Se un emendamento andata fatto, doveva andare in direzione di un inasprimento delle pene per questa gente, che merita tutto ad eccezione delle nostra solidarietà e delle attenuanti del caso (ovvero che il reato in essere sia grave o meno).
Anzi, con le attenuanti del caso, si rischia ulteriormente di incrementare la pedofilia favorendo l’espansione di questo fenomeno.
Bisogna in tutti i modi attivarsi per bloccare questo scellerato emendamento.
I bambini sono sacri.

LUCA MARSI

Email: lucamarsi@triestegiovane.it

Cell. 347 98.33.464

12/03/10

E tempo di scegliere: gli Elefanti o l'Avorio

Cari Amici,
Questo fine settimana, il bando mondiale sancito dall'ONU sul commercio di avorio potrebbe essere abolito -- una decisione che potrebbe eliminare i vulnerabili elefanti dell'Africa. Ma un numero di nazioni africane stanno facendo pressione per confermare il bando. Mandiamo un energico messaggio di sostegno per salvare gli elefanti. Firma la petizione in basso, e inoltra ampiamente questa email:

Firma la Petizione!
questo fine settimana (13 marzo), due governi africani cercheranno di scardinare la messa al bando mondiale sul commercio d'avorio -- una decisione che potrebbe eliminare intere popolazioni di elefanti e portare questi magnifici animali sempre più vicini all'estinzione.

Tanzania e Zambia esercitando pressioni sulle Nazioni Unite per ottenere deroghe speciali dal bando, ma questo lancerebbe un chiaro segnale ai sindacati del crimine dell'avorio che la protezione internazionale si sta indebolendo ed è caccia aperta agli elefanti. Un altro gruppo di stati africani si è opposto chiedendo che si estenda la messa al bando del commercio per altri 20 anni.

La nostra migliore occasione per salvare gli elefanti superstiti del continente è quella di sostenere gli ambientalisti africani. Abbiamo solo 5 giorni a disposizione e l'ente delle Nazioni Unite per la protezione delle specie minacciate di estinzione si riunisce soltanto una volta ogni tre anni. Clicca in basso per firmare la nostra petizione urgente per proteggere gli elefanti e inoltra ampiamente questa email così che possiamo consegnare centinaia di migliaia di firme all'incontro dell'ONU a Doha:

http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?vl

Oltre 20 anni fa, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES) approvò una messa al bando mondiale sul commercio di avorio. Il bracconaggio fu sconfitto e il prezzo dell'avorio crollò. Ma una debole applicazione unita a'experimental one-off sales', come quelle proposte da Tanzania e Zambia, hanno restituito energia al bracconaggio e trasformato un commercio illegale in un affare redditizio – i bracconieri possono ripulire il loro avorio illegale con riserve di materiali legali.

Adesso, nonostante il bando mondiale, ogni anno oltre 30.000 elef anti vengono abbattuti e le loro zanne divelte dai bracconieri con asce e motoseghe. Se Tanzania e Zambia riuscissero a sfruttare la scappatoia, questo orrendo commercio potrebbe peggiorare ancora.

Abbiamo un'occasione unica questa settimana per prolungare la messa al bando mondiale, reprimere il bracconaggio e abbattere i prezzi del commercio d'avorio prima di perdere altre popolazioni di elefanti – firma la petizione adesso e inoltra questo messaggio a tutti:

http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?vl

Attraverso le culture del mondo e nella nostra storia gli elefanti sono stati riveriti nelle religioni ed hanno catturato la nostra immaginazione -- Babar, Dumbo, Ganesh, Airavata, Erawan. Ma oggi queste meravigliose ed intelligentissime creature stanno per essere annientate.

Fintanto che ci sarà richiesta di avorio, gli elefanti saranno a rischio per il bracconaggio e il contrabbando -- ma questa settimana abbiamo una possibilità di proteggerli e mandare in fumo i profitti dei criminali dell'avorio – firma la petizione adesso:

http://www.avaaz.org/it/no_more_bloody_ivory/?vl

Con speranza,

Paul, Alice, Iain, Graziela, Ricken, Raluca, Luis, Paula Benjamin, David, Ben, il resto del team Avaaz e l'associazione culturale PropitQmò

Per ulteriori informazioni:

http://www.effettoterra.org/documenti/ambiente/approfondimenti/2010_anno_internazionale_della_biodiversita_elefanti_a_rischio.html

http://www.oipaitalia.com/esotici/notizie/tutelaorsopolare.html

Bloody Ivory e Born Free:
http://www.bloodyivory.org/
http://www.bornfree.org.uk/

Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione: http://www.cites.org

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CHI SIAMO
Avaaz.org è un'organizzazione non-profit e indipendente, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229

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03/03/10

3 giorni per salvare gli oceani

Cari amici,

Entro pochi giorni, il governo inglese potrebbe creare la più estesa Area Marina Protetta del mondo. Ma i potenti interessi commerciali della pesca lo vogliono ostacolare. Lanciamo un'ondata di sostegno per salvare i nostri oceani. Firma la petizione in basso, e inoltra questa email a tutti quelli che conosci:

Questo venerdì il governo inglese potrebbe passare alla storia creando l'Area Marina Protetta più estesa del mondo intorno alle Isole Chagos.

I nostri ecosistemi oceanici stanno letteralmente moren do sotto la pressione della pesca commerciale massiccia e incontrollata e dell'inquinamento. Questa decisione potrebbe iniziare a cambiare il corso degli eventi. Ma le compagnie di pesca commerciale si stanno opponendo alla mossa , mettendo i profitti a breve termine al primo posto. Non possiamo permettere che questo accada – abbiamo già perso più del 90% dei grandi pesci come il tonno e il marlin.

Insieme, lanciamo un'ondata di sostegno pubblico globale al governo inglese, chiedendo di essere forti e proteggere gli oceani dallo sfruttamento. Firma la petizione in basso,poi inoltrala a tutti quelli che conosci. Sarà consegnata al Segretario per gli Affari Esteri David Miliband entro il termine ultimo di venerdì prossimo!

http://www.avaaz.org/it/save_our_oceans/?vl

I report sono tremendi: nei prossimi 38 anni, i nostri ocea ni potrebbero essere completamente sfruttati dalla pesca, nei prossimi 100 anni tutte le barriere coralline potrebbero essere morte. Questa azione da sola non sarà sufficiente per invertire la tendenza. Ma servirà a creare un'Area Marina Protetta di 210.000 miglia quadrate – più estesa della Grande Barriera Corallina.

Per salvare veramente gli oceani dal collasso avremo bisogno di una forte leadership politica, e di cittadini che agiscano con impegno. Nel 2010, l'Anno Internazionale della Biodiversità, una decisione del Regno Unito per creare l'Area Marina Protetta più grande del mondo assicurerebbe un'eredità di conservazione senza precedenti per scala e significato. Questo costituirebbe un chiaro esempio per altri governi in tutto il mondo.

Sovrastiamo le voci delle compagnie di pesca commerciale e gettiamo le basi per proteggere i nostri oceani per le generazioni future. Firma la petizione in basso e inoltrala ad amici e familiari:

http://www.avaaz.org/it/save_our_oceans/?vl

Con speranza,

Alice, Iain, Paul, il resto del team Avaaz e l'Ass. Cult. PropitQmò

Ulteriori informazioni:

La campagna Protect Chagos:
http://bit.ly/aYibRB

Barriere coralline: entro il 2100 cominceranno a sparire:
http://www.ecologiae.com/barriere-coralline-2100-sparire/13413/

Il problema della sovrapesca (inglese):
http://overfishing.org/pages/why_is_overfishing_a_problem.php

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25/02/10

PETIZIONE POPOLARE: NON ABBIAMO BISOGNO DEL NUCLEARE

nuovo-banner-nucleare

Al Presidente della Repubblica,
Al Presidente del Senato,
Al Presidente della Camera Deputati,
Al Presidente del Consiglio,
Ai Parlamentari tutti

Noi cittadini e cittadine italiane, visto il “Piano Triennale per lo Sviluppo”, approvato dal Consiglio dei Ministri, che lancia “il ritorno all’energia nucleare”, facciamo presente che:

a. Il popolo italiano ha votato a larghissima maggioranza, con i 3 referendum del 1987, l'uscita definitiva dell'Italia dall'avventura nucleare, come hanno deciso anche Austria e Polonia (che non hanno avviato le loro centrali già costruite), Danimarca, Grecia, Norvegia e Irlanda (che hanno rinunciato alla loro costruzione), Germania, Belgio, Olanda, Spagna e Svezia (che hanno deciso di non costruire più centrali nucleari nel loro territorio, puntando sulle energie rinnovabili).

b. Il nucleare non ci libera dalla dipendenza dall'estero: l’uranio è una fonte esauribile; per far funzionare le centrali dovremmo importarlo e il suo prezzo sta salendo ancora più rapidamente del petrolio: dal 2001 al 2007 si è moltiplicato per dieci.

c. Non esiste il nucleare “sicuro” e “pulito”: i reattori di “quarta generazione” sono previsti tra 25-35 anni (dopo il 2030, attorno al 2040); intanto il governo vuole costruire centrali di “terza generazione” che non hanno risolto né il problema della sicurezza ( non c'è solo Cernobyl, ma decine di incidenti gravissimi come quelli che hanno provocato 7 morti nelle centrali giapponesi tra il 1995 e il 2005) né di come smaltire le scorie che restano radioattive per centinaia e migliaia di anni.

d. La strada maestra sono le energie rinnovabili: Germania, Spagna, Austria, Grecia, Danimarca e tanti altri stati, europei e non, si stanno liberando dalla schiavitù del petrolio investendo grandi risorse sull'energia solare termica, fotovoltaica e a concentrazione, sull’energia eolica e sul risparmio e razionalizzazione degli attuali consumi. In Italia basterebbe coprire di pannelli fotovoltaici solo lo 0,1% (un millesimo) del territorio nazionale (utilizzando un decimo di tetti, pensiline, barriere autostradali ecc.) per soddisfare il 20% del fabbisogno nazionale di energia elettrica.

e. Il nucleare è fuori mercato, vive grazie a sovvenzioni statali e militari: Le stime Usa per i nuovi impianti danno il costo del kWh nucleare a 6.3 cent, addirittura il 20% in più dei 5,5 cent del gas o 5,6 del carbone (anche questi, peraltro, dannosi per la salute e l’ambiente). Per questo negli Usa, nonostante gli enormi incentivi stanziati da Bush, nessun privato ci investe dal 1976. L'unico reattore in costruzione in Europa è in Finlandia, perchè quello stato carica sul proprio bilancio (dei contribuenti) smaltimento delle scorie e smantellamento finale della centrale (che costa quasi come la costruzione). Gli altri 8 stati che, nel mondo, investono nel nucleare, lo fanno, quasi tutti, per produrre anche materia prima per le bombe: Cina, India, Russia, Pakistan, Giappone, Argentina, Romania e l'Iran, attualmente nel mirino degli Usa, perchè non è suo alleato.

Perciò chiediamo ai massimi rappresentanti di Stato e Parlamento di non tradire la volontà popolare e non imboccare, con i nostri soldi, questo costosissimo vicolo cieco.

I firmatari sono informati, ai sensi dell’art. 13 decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 [Codice in materia di protezione dei dati personali], che promotrice della petizione è la lista civica nazionale PER IL BENE COMUNE con sede nazionale in Ferrara, Piazzale Stazione 15 , e che possono esercitare i diritti di cui all´art. 7 del codice della privacy scrivendo al responsabile del trattamento dati personali dott.ssa Benini Monia. I dati personali verranno trattati per le sole finalità della presente petizione.

15/11/09

APPELLO: I No Ponte di Messina in piazza per gli alluvionati

La rete Noponte da anni si oppone, in tutte le sedi e con i più vari mezzi (documentazione scientifica, dibattiti, campeggi, volantinaggi, manifestazioni sempre più partecipate) alla progettazione e realizzazione del cosiddetto manufatto stabile sullo stretto, per l'ingentissimo spreco di risorse che ha già inutilmente sperperato e ancor più sperpererà, per la devastazione ambientale e il dissesto idrogeologico che provocherà, per la sua inutilità sostanziale in un contesto trasportistico da quarto mondo. La Rete Noponte si oppone a una delle tante scelte calate dall'alto grazie alla famigerata legge obiettivo che ignora i bisogni e i diritti dei territori per privilegiare opere faraoniche e grandi imprese come lmpregilo, nota ormai più per l'abilità finanziaria e le disavventure giudiziarie con i cantieri dell'alta velocità, la casa dello studente all'Aquila e i megainceneritori campani che per la celerità e la correttezza dei lavori. Da sempre il movimento no-ponte si batte perché si investa sulle cosiddette opere di prossimità, il risanamento delle colline delle coste e dei torrenti, il consolidamento antisismico del patrimonio edilizio esistente evitando nuove aggressioni speculative a un territorio già compromesso, il potenziamento e il rilancio del trasporto marittimo nello stretto. Oggi, dopo il tragico e annunciato disastro del primo ottobre e il rischio che possa di nuovo accadere anche in altre parti del nostro territorio, occorre invertire decisamente la rotta e porre con forza la necessità di realizzare con gradualità ma con determinazione quello che ha detto, a caldo, anche il presidente Napolitano: non sprechiamo soldi per il ponte ma investiamoli per il risanamento del territorio. Senza questa scelta netta continuerà il balbettio confuso sulle responsabilità, sulle scelte da fare, sui soldi da trovare, su dove e se ricostruire, aggravando la sofferenza e il disagio degli sfollati che hanno il sacrosanto diritto di tornare, presto e in sicurezza, dove hanno sempre vissuto. Il governo invece persevera imperterrito: proprio in questi giorni ha stanziato 1,3 miliardi di euro per la progettazione esecutiva e le cosiddette opere collaterali e compensative e la Regione Sicilia ha dichiarato che investirà 100 milioni di euro per la costruzione dell'opera. Una delle opere compensative, la variante ferroviaria di Cannitello, sarà inaugurata in pompa magna il 23 dicembre e gabellata come inizio dei lavori del Ponte. La rete siciliana e calabrese risponderà con una grande manifestazione nazionale a Villa San Giovanni il 19 dicembre e con altre iniziative sul territorio.
La rete No Ponte messinese indice pertanto a Torre Faro, a
due mesi dall'alluvione, in un luogo simbolo minacciato dal megapilone del Ponte e lì dove oggi trovano accoglienza in strutture alberghiere buona parte degli abitanti delle zone alluvionate, una manifestazione martedì 1 dicembre alle 18 con concentramento in Via Circuito (davanti al Campeggio dello Stretto) per chiedere l'utilizzo del miliardo e trecento milioni di euro stanziato per il Ponte per la messa in sicurezza dei nostri territori e, prioritariamente, per le aree alluvionate.
(Rete No Ponte)

27/10/09

27 Ottobre mailbombing su componenti Commissione Affari Costituzionali del Senato

Campagna nazionale "Salva l’Acqua"

27 Ottobre mailbombing su componenti Commissione Affari Costituzionali del Senato

Il decreto legge 135/09 sarà votato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato il 28 Ottobre e successivamente approderà in aula al Senato il 3 Novembre.
Tale provvedimento se convertito in legge sottrarrà ai cittadini ed alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l’acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati.
Noi pensiamo che sia un epilogo da scongiurare, sia per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, ma anche per le ripercussioni disastrose che una privatizzazione potrebbe generare sui cittadini in funzione della crescita delle tariffe.
Pertanto, alla luce di quanto sopra e in previsione della discussione in sede referente presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato di tale provvedimento, è necessario attuare un mailbombing sui componenti della Commissione, al fine di mettere un po’ di pressione richiedendo che le nostre richieste siano sostenute nel dibattito.

Affinchè sortisca effetto, è importante che l’invio delle mail sia realizzato contemporaneamente dal maggior numero di persone possibili, pertanto

concentriamoci tutti sulla giornata di martedì 27 Ottobre


Di seguito l’elenco degli indirizzi e-mail dei Senatori della Commissione Affari Costituzionali del Senato ed il testo da inviare loro.


Elenco e-mail:

vizzini_c@posta.senato.it, carlovizzini@carlovizzini.it, benedettivalentini_d@posta.senato.it, incostante_m@posta.senato.it, adamo_m@posta.senato.it, bodega_l@posta.senato.it, bastico_m@posta.senato.it, battaglia_a@posta.senato.it, belisario_f@posta.senato.it, bianco_v@posta.senato.it, boscetto_g@posta.senato.it, ceccanti_s@posta.senato.it, cossiga_f@posta.senato.it, desena_l@posta.senato.it, fazzone_c@posta.senato.it, lauro_r@posta.senato.it, malan_l@posta.senato.it,
marino_m@posta.senato.it, nespoli_v@posta.senato.it, pardi_f@posta.senato.it, pastore_a@posta.senato.it, pistorio_g@posta.senato.it, procacci_g@posta.senato.it, saltamartini_f@posta.senato.it, sanna_f@posta.senato.it, saro_g@posta.senato.it, sarro_c@posta.senato.it, vitali_w@posta.senato.it

Testo della mail da inviare:


Ai/alle Senatori/Senatrici della Commissione Affari Costituzionali del Senato

Oggetto: esame del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee


Gentile Senatore/Senatrice,

ci permettiamo di scriverLe come aderenti al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, una rete associativa cui aderiscono più di settanta organizzazioni nazionali e più di mille comitati territoriali, accomunati dalla consapevolezza dell’importanza dell’acqua come bene comune e diritto umano universale, dalla necessità di una sua salvaguardia per l’ambiente e per le future generazioni, dalla determinazione per una gestione pubblica e partecipativa dei servizi idrici. A tal proposito, Le ricordiamo che il Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha deposito nel luglio 2007, una legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua supportata da 406.626 firme di cittadini.

Il recente Art. 15 del D.L. 135 - che ha modificato l’Art. 23bis L. 133/08 - muove passi decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali, prevedendo l’obbligo di affidare la gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%.
Tale provvedimento se convertito in legge sottrarrà ai cittadini ed alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l’acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati.

Noi pensiamo che sia un epilogo da scongiurare, sia per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, ma anche per le ripercussioni disastrose che una privatizzazione potrebbe generare sui cittadini in funzione della crescita delle tariffe.

Pertanto, alla luce di quanto sopra e in previsione della discussione in sede referente presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato di tale provvedimento,

Le chiediamo

- di esprimersi per il ritiro delle nuove norme che privatizzano l’acqua;

- di sostenere gli emendamenti finalizzati ad escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica;

- di sostenere, nel corso del dibattito parlamentare, le proposte avanzate dal Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua (www.acquabenecomune.org).

Siamo certi dell’attenzione con cui vorrà considerare la presente richiesta e restiamo in attesa, anche tramite la Segreteria Operativa del Forum dei Movimenti per l’Acqua di conoscere le Sue decisioni.

Cogliamo l’occasione per porgerLe i più cordiali auguri di buon lavoro.

......................................................................................................
(Firma del Comitato, Associazione o firma del singolo cittadino)
aderente al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Per riscontro e contatti:
Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel./Fax. 06/68136225 Lun.-Ven. 15:00-19:00
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org


16/09/09

Questo lunedi partecipa alla grande Chiamata al Risveglio Globale

Cari Amici,

Questo lunedi partecipa alla grande Chiamata al Risveglio Globale – negli oltre 1000 eventi che si terranno in 88 paesi, riuniamoci per qualche minuto in luoghi pubblici in tutto il mondo per fare pressione sui leader mondiali perché rimettano le negoziazioni sul clima sulla giusta strada! Dai uno sguardo alla nostra mappa del mondo e alla lista degli eventi per trovare un evento nella tua area, e poi firma per partecipare a questa straordinaria giornata d’azione:

I membri di Avaaz hanno registrato un incredibile numero di eventi: 1000 eventi in 88 paesi per la straordinaria chiamata al risveglio globale sul clima del prossimo lunedi!!

Un migliaio di eventi è un risultato impressionante, ma se centinaia di migliaia di noi vi prenderanno parte il 21 settembre – inonderemo i leader mondiali in riunione a New York il giorno dopo con un numero storico di messaggi provenienti dalla società civile, giusto in tempo per ravvivare i loro discorsi pericolosamente languenti sul clima. Clicca qui per accettare l’invito.

La maggior parte sono eventi "flash" molto brevi – che richiedono solo 5 minuti durante la pausa pranzo o tornando a casa dal lavoro. Sono divertenti, politicamente incisivi, e danno l’opportunità di incontrare altre straordinarie persone di Avaaz di tutte le età e percorsi di vita. Non c’è bisogno di nessuna preparazione – basta arrivare e portare qualche amico! Il pianeta ha bisogno di noi, uniamoci per salvarlo -- clicca qui in basso per trovare un evento nella tua area:

http://www.avaaz.org/it/tcktcktck_map

I leader mondiali e i media sono già attenti a ciò che faremo il 21 settembre. E la stampa sta riportando che le urgenti negoziazioni su un accordo globale per fermare la catastrofe climatica sono trascurate - la verità è che i nostri leader non stanno prendendo le decisioni serie che sono necessarie – sembra che sentano più pressione dalle imprese petrolifere e del carbone che dalla gente comune che è invece preoccupata di invertire la crisi climatica e dare il via a una nuova economia verde. il 21 settembre è il momento per innescare tutti questi cambiamenti.

Gli eventi saranno semplici e divertenti. Basta cercare altre persone che tengano sollevati cellulari i cui allarmi squillano all’ora giusta, convergere gli uni verso gli altri, fare una foto e una telefonata di sveglia ai nostri governanti. Le foto saranno raccolte e mostrate in televisione e ai leader mondiali per dimostrare la forza della nostra richiesta e le telefonate inonderanno gli uffici dei nostri governanti direttamente.

Non tutti gli eventi sono uguali – molti eventi di Chiamata al Risveglio sono entusiasmanti per la loro varietà -- monaci reciteranno preghiere, chiese suoneranno le campane, alcuni proietteranno il nuovo film sul clima "L’Era dello Stupido". Clicca qui in basso per trovare un evento nella tua area, rispondi per accettare l’invito e passa parola ad un amico:

http://www.avaaz.org/it/tcktcktck_map

La nostra richiesta ai leader mondiali è che firmino un trattato globale equo, ambizioso e vincolante che fermi la catastrofe climatica. La settimana prossima è l’ultima riunione dei leader mondiali sul clima! Dal momento che le loro negoziazioni si sono mostrate finora inadeguate , dipende davvero da noi. Sorprendiamoli.

Ci vediamo il 21,

Paul, Iain, Graziela, Ricken, Alice J, Ben, Milena, Brett, Taren, Pascal, Paula, Benji, Alice W, Luis, Raluca, Milena, Veronique, Chris, Margaret, Julius, e tutto il team di Aaaz

PS La Chiamata al Risveglio Globale è una giornata d’azione aperta e creativa che dipende dall’energia e dall’ingegno di tutti noi -- e quindi lo è anche ognuno dei nostri eventi. Se pensi di poter coinvolgere un leader, un personaggio pubblico o un’organizzazione ben noti; se hai a disposizione un teatro o un gruppo di danza o di arte che potrebbe fare un’esibizione vistosa in uno spazio pubblico; se puoi chiedere alla chiesa o ad un’altra istituzione di cui fai parte di suonare le campane o se vuoi invitare qualche collega a partecipare con te ad un flashmob di sveglia a o vicino al vostro posto di lavoro, o se vuoi dare un tuo contributo unico alla chiamata al risveglio in qualche altro modo che non possiamo neanche immaginare -- fai pure! Non aspettare la nostra autorizzazione -- basta che registri il tuo programma inviandocelo per email a open21@avaaz.org.

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Clicca qui per avere maggiori informazioni sulle nostre campagne.

Non dimenticare di andare a vedere le nostre pagine: Facebook, Myspace e Bebo.

09/07/09

Fermiamo luccisione di cani: abbiamo bisogno del vostro aiuto per fermare la tortura dei cani nella Korea del sud

United Dogs e Cats chiede il vostro aiuto per una causa molto importante. "Stop Killing Dogs - Fermiamo l´uccisione dei cani" - una petizione online per porre fine alle brutali torture su cani e fermare l´industria alimentare della carne di cane in Korea del sud.

Più di 2 milioni di cani vengono brutalmente uccisi in Korea del sud ogni anno. Ci sono più di 5,000 cani che ogni giorno vengono strangolati, folgorati, picchiati o bruciati a morte per la loro carne.

Stiamo aprendo una pagina dedicata alla campagna su
http://www.uniteddogs.com/stopkillingdogs dove potrete sottoscrivere la petizione e condividere il link con i vostri amici.
La petizione verrà presentata dai difensori dei diritti animali koreani (KARA) ai funzionari di governo della Korea del Sud quando raggiungeremo almeno il milione di firme raccolte o più.

Potrete leggere ulteriori informazioni sul background legale e stoico dell´industria di carne di cane nella Korea del sud nella pagina sopracitata.

Vi chiediamo aiuto per diffondere la parola a più persone possibili. Stiamo cercando volontari disponibili a distribuire volantini della campagna "Stop Killing dog - Fermiamo l´uccisione dei cani". Potete distribuirli ovunque andate - cioè negli studi veterinari, nei parchi, nei bar, o alle mostre canine. Se vuoi partecipare attivamente alla campagna per favore contattaci all´indirizzo rami.lill@uniteddogs.com e ti spediremo i volantini dai nostri uffici.

Visitate http://www.uniteddogs.com/stopkillingdogs e sottoscrivete la petizione in quanto la pressione internazionale sul governo della Korea del sud è l´unico strumento che abbiamo per migliorare la vita di milioni di cani.

Vi ringraziamo per l´aiuto,

la squadra di United Dogs e Cats

24/06/09

Il pozzo di Afatarah, Benin è realtà, una promessa mantenuta

POZZO DI AFATARAH (Afataranga in francese) E’ REALTA’

UNA PROMESSA MANTENUTA


Justine, la responsabile de la Maison de la Joie a Ouidah , è al telefono tutta contenta: è appena ritornata da Afatarah, il villaggio a cui avevamo promesso nello scorso inverno la costruzione di un pozzo.
Il pozzo è terminato, ed è stato fortunatamente pronto proprio nel momento in cui la siccità cominciava a far sentire i suoi tremendi effetti. Mi racconta di come la gente sia “elettrizzata” letteralmente dalla contentezza. Per la prima volta nella storia di questo villaggio: la parola “bature’”, (bianco), non è sinonimo di paura, sfruttamento o altre cose negative. I baturè lasciano un pozzo alla loro responsabilità e alla loro cura. Certo faremo una festa coi prossimi turisti e volontari, ma il messaggio che dovrà passare, sarà quello che vi è stato dato modo di crescere e progredire come comunità, ora tocca a voi dimostrare che siete uomini veri, avendo cura del pozzo e dell’acqua che è vita.
La promessa che avevamo loro fatta è stata da noi mantenuta grazie a persone umili e sincere, che si sono fidati solo della nostra parola, e penso a: Renzo, Fabrizio, a Silvia e ai suoi amici; penso a Imperia e Vincenzo turisti di Viaggi e Miraggi che del pozzo ne hanno visto solo la prima pietra; penso a Simona che ha fatto lo sforzo maggiore per intestare questo pozzo a sua nipote Silvana e da cui è partita l’iniziativa, grazie anche a tutte quelle persone e sono state davvero tante che hanno donato qualcosa. Ringrazio infine il Comitato d’Amicizia di Faenza , cui senza il suo contributo non sarebbe stato possibile avere il pozzo in tempo, prima della “grande sete”.
Grazie davvero di cuore a nome dei “villagiois” e a nome de la Maison de la Joie; una bella notizia a fronte di tante notizie negative che deturpano l’immagine di questo Continente dimenticato.
Vi ricordo il prossimo viaggio di turismo responsabile in Benin, il gruppo che condurrò parte il 2 di agosto e ritorna il 16 agosto; c'è ancora qualche posto, ad un prezzo veramente stracciato, occorre però prendere subito contatto con Viaggi e Miraggi.org, spargete la voce.

[fonte: http://africailturismoviaggi.myblog.it/]
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23/06/09

SABATO 27 GIUGNO 2009 MANIFESTAZIONE REGIONALE A UDINE PER DIRE

Ø NO ad un welfare regionale che discrimini minori, studenti e famiglie in base alla loro provenienza
Ø NO ai contenuti demagogici del DdL Sicurezza
Ø NO a razzismo, xenofobia e discriminazioni
Ø SI' ad un welfare che promuova l’integrazione e la coesione sociale, i diritti alla protezione dell’infanzia, il diritto allo studio e al sostegno alle famiglie, che sono diritti di tutti
Ø SI' ad ogni diritto di cittadinanza
Ø SI' ad un’Italia che rispetti il diritto d’asilo
Ø SI' ad una Regione e ad un Italia in cui la sicurezza sia un bene per tutti e si garantisca con la crescita culturale di ciascuna e ciascuno.

PARTECIPA
SABATO 27 giugno 2009 – UDINE
ore 16.00 ritrovo in Piazza San Giacomo;
ore 16.45 corteo attraverso il centro fino a Piazzale Venerio, con interventi di migranti, associazioni, sindacati e del Sindaco di Udine


Iniziativa promossa dalla Rete Diritti di Cittadinanza FVG, Centro Balducci, CGIL, ACLI, RdB-CUB, Associazione Immigrati di Pordenone, Donne in Nero-Ud, Associazioni “La Tela” e “Officina del Mondo”-Ud

Prime adesioni: ALEF FVG, ANPI prov. Ud, ARCI prov. Ud, ASEF FVG, ASGI FVG, Associazioni “Bhairab” e “Bimas”-Monfalcone, Associazione Ce.Si.-Ud, Associazion Culturâl "el tomât" di BUJE, Associazione dei Serbi Nicola Tesla FVG, Associazione “ICARO”, Associazione “PSII” – Ud, Associazione “Mediatori di Comunità”, Associazione Tricolorul di Romania, Associazione UNITA' ex URSS, Associazione “Vicini di casa”, Bande Garbe, CACIT - TS, Casa Internazionale delle Donne di Trieste, CIAM, Circolo Mediatori Culturali-Linguistici dell’Acli, Cobas Scuola, Comitato “Noi non segnaliamo” PN, Comitato per i diritti civili delle prostitute, Comunità “Arcobaleno” - GO, Conferenza Volontariato Giustizia del FVG, GR.I.S. FVG – SIMM, ICS – TS, Nigerian Association FVG, Radio Onde Furlane, UIL – FVG, Partito della Rifondazione Comunista FVG, Partito Democratico FVG, Partito Umanista FVG, Sinistra e Libertà FVG, Associazione Culturale PropitQmò


09/06/09

Obama: "Fermate gli insediamenti"


Obama sta chiedendo con forza al governo di destra di Israele di fermare gli insediamenti, che stanno distruggendo le speranze di pace -- diamo vita ad un coro globale di voci per aiutarlo a sovrastare l'agguerrita opposizione in Israele e negli Usa:

Firma la petizione!

Le cartine della Cisgiordania mostrano come i Palestinesi siano ormai confinati in parti molto ridotte della loro terra:
Il Presidente Obama ha appena tenuto un discorso straordinario in Egitto, nel quale si è impegnato personalmente a costruire la pace nel Medio Oriente. La sua prima mossa è stata sorprendentemente di sfidare il nuovo governo di destra di Israele, alleato americano -- mettendolo sotto pressione per far cessare la politica autolesionistica degli insediamenti (colonie illegali sul territorio riconosciuto dagli Usa e dal mondo come palestinese).

Questo è un raro momento di crisi e di opportunità. L'ardita strategia di Obama deve fare i conti con forti resistenze, e avrà bisogno di aiuto da tutto il mondo nei prossimi giorni e settimane per rafforzare le sue intenzioni. Iniziamo subito -- con un coro globaledi voci a supporto dell'affermazione di Obama che gli insediamenti nei territori occupati devono finire.

Faremo pubblicare il numero delle firme su importanti giornali in Israele e a Washington (dove ci sono tentativi di alienare a Obama il supporto del Congresso Usa). Leggi le parole di Obama e aggiungi la tua firma andando al link qui sotto, poi fai girare questa mail ai tuoi amici e familiari così che possano farlo anche loro:

http://www.avaaz.org/it/obama_stop_settlements

C'è ampio consenso sul fatto che gli insediamenti siano un impediment o importante al raggiungimento della pace, un punto di vista condiviso anche da una maggioranza silenziosa di Israeliani. In combinazione con una rete di barriere e posti di blocco queste colonie ormai tappezzano la Cisgiordania, occupando il territorio e obbligando i Palestinesi a vivere come prigionieri in enclavi sempre più piccole (guarda la mappa a destra).

Fino a che questo tema non sarà affrontato sembra impossibile costruire sia un vero stato paestinese che un pace durevole, di qualsiasi sorta Per gli stati arabi che cercano di impegnarsi ad aiutare la pace il fermare gli insediamenti è un test fondamentale per la credibilità di Israele.

Dobbiamo chiedere anche alle altre parti in causa di fare passi audaci. Se riusciamo ad aiutare Obama a mantenere questa linea sugli insediamenti, a far cambiare strada alla politica israeliana e a incoraggiare i Palestinesi e altri stati arabi a offrire una mano tesa, un nuovo inizio per il Medio O riente diventa possibile.

Ma nulla di tutto questo potrà accadere senza un movimento di opinione globale che agisca e supporti il processo.Leggi le parole di Obama, aggiungi la tua firma e fai girare la voce ora:

http://www.avaaz.org/it/obama_stop_settlements

Con speranza e determinazione,

Paul, Raluca, Ricken, Brett, Paula, Graziela, Rajeev, Iain, Taren, Milena, Luis, Alice e tutto il team Avaaz

Il testo completo del discorso del Presidente Obama (in inglese):
http://www.nytimes.com/2009/06/04/us/politics/04obama.text.html?_r=2

http://www.corriere.it/Speciali/Esteri/2009/Discorso_Obama/

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/?id=3.0.3395031504

28/05/09

Nuova vita per Guantanamo?

Cari amici

I neo conservatori USA stanno minando i tentativi di Obama di chiudere Guantanamo Bay e porre fine alle torture. Abbiamo urgente bisogno di rispondere con una pressione pubblica – mettiamoci un contributo per innalzare un enorme “Tieni duro Obama” nel centro di Washington :
Agisci ora

L’impegno del Presidente Obama di invertire la tendenza e indagare sulla detenzione e sui metodi di interrogatorio brutali e illegali adottati da Bush è realmente minacciato.

I sostenitori della tortura come l'ex vice - presidente Dick Cheney, forse temendo conseguenze personali per le proprie azioni, hanno lanciato una massiccia campagna per opporsi a Obama --e, incredibilmente, stanno vincendo. Persino molti membri dello stesso partito di Obama hanno ritirato il supporto alla chiusura della Baia di Guantanamo. Se un paese come gli USA rifiuta di lasciarsi alle spalle queste scelte, i diritti umani potrebbero fare un grande passo indietro in tutto il mondo.

Fonti vicine a Obama ci dicono che una pressione visibile dell'opinione pubblica e' vitale per loro per poter mantenere le proprie posizioni su questo argomento. Per essere sicuri di essere ascoltati, allestiamo un enorme manifesto proprio al centro di Washington DC, dove tutti i membri degli staff politici passano ogni giorno. Con 25$ ognuno di noi può acquistare trenta centimetri quadrati di sostegno per il Presidente Obama; con 1000$ possiamo avere una lettera. -- clicca qui:

https://secure.avaaz.org/it/stay_strong_obama

Il manifesto indicherà quello che vogliamo – la chiusura di Guantanamo quest’anno, rispondere di tutte le vittime delle prigioni segrete, un’indagine indipendente sulle pratiche di tortura passate, risalire alle responsabilità di coloro che hanno autorizzato o commesso atti di tortura, detenzioni e pratiche di interrogatorio efficaci e che rispettino il principio di legalità in tutte le guerre in corso.

Come ha detto lo stesso Presidente Obama nel suo Discorso sulla Sicurezza Nazionale questa settimana – le passate pratiche di “Guerra al Terrore” erano illegali, inefficaci, hanno alienato l’opinione internazionale agli Stati Uniti ed aumentato l’insicurezza mondiale. Ma nelle ultime due settimane sono state prese decisioni su Guantanamo, sulle commissioni militari e sulle foto delle torture che hanno messo a rischio la dottrina della “Speranza al di sopra della Paura”. Lui è contro le pericolose forze populiste e qualcosa di spaventoso può emergere a meno che non venga fermato proprio ora – un mondo di carcerazione preventiva indefinita, catture e torture con l'impunità.

E’ un momento cruciale per tutti noi per dire al Presidente Obama che ci aspettiamo che agisca in base ai suoi principi e valori e non soltanto ascoltarli declamati con fine retorica. Quale modo migliore di un manifesto ineludibile che sovrasta le strade della più potente città del mondo. Clicca qui per reagire

https://secure.avaaz.org/it/stay_strong_obama

Potremmo essere ad una svolta – lontani dal potere esecutivo fuorilegge e dalla politica della paura. Ma dobbiamo far sentire le nostre voci mentre gridiamo insieme che non crediamo alla montatura della paura, piuttosto è attraverso il rispetto per la legge, della reciproca dignità e della giustizia che dobbiamo superare al meglio la violenza globale e le divisioni.

La scelta è nostra in questo frangente. Nelle parole di Obama, il cambiamento non viene da lui. Viene da tutti noi. Adesso facciamo in modo che avvenga.

17/05/09

Italia: Repubblica Televisiva, una NON Repubblica!


Ed eccoci al primo videopost. Da oggi proverò ad analizzare in modo critico le notizie di attualità e smontare le mistificazioni che sono dietro alla comunicazione manipolata. Un appuntamento periodico - questo - che affiancherà i servizi giornalistici, le video inchieste, le interviste pubblicate su You Tube e su Streamit.it , la nuova web tv in alta definizione. Avranno due sigle diverse. E diversi saranno gli approcci. Nel primo videopost pongo l'attenzione su due recenti notizie: una intervista di Roberto Mazzotta rilasciata al Corriere della Sera, in cui afferma che l'Italia è una Repubblica gestita con le tv, ed il rapporto di Freedon House 2009 che fa retrocedere l'Italia a paese parzialmente libero per quanto riguarda la libertà di stampa. Sono due notizie allarmanti che portano ad un'unica conclusione: la Repubblica Televisiva è gestita dallo stesso potere politico che inneggia alla libertà. Ripeto: libertà.

• aderisci a vogliamolawebtv.it - il sito che ho creato per dare voce e volto agli italiani stufi della tv omologata, malata, diseducativa. E sperare nello sviluppo delle Web Tv: libere, senza frequenze, senza concessioni televisive, più attente ai grandi temi sociali.
Vai in "aderisci" e compila il form con la tua opinione. In ottobre uscirà un libro inchiesta e pubblicheremo i vostri pareri.

08/05/09

La verità sull'influenza suina

Avaaz.org - The World in Action
sono sempre più evidenti i collegamenti tra le aziende agricole e l'influenza suina spesso sporche, pericolose e disumane. Firma la petizione diretta all'OMS e alla FAO affinché indaghino e regolamentino queste minacce alla nostra salute:

Sign the Petition!
Nessuno ancora sa se l'influenza suina l'influenza suina diventerà una pandemia globale, tuttavia è sempre più chiara la sua origine – quasi certamente da una grande azienda suinicolagestita da una multinazionale statunitense a Veracruz, in Messico.

Queste aziende agricole sono deplorevoli e pericolose, e si stanno moltiplicando a vista d'occhio. Migliaia di suini sono brutalmente stipati in sudicie porcilaie in cui vengono spruzzati cocktail di farmaci - il che rappresenta un rischio sanitario non solo per il nostro cibo -- i maiali stessi e i loro letamai costituiscono l'ambiente ideale per lo sviluppo di nuovi virus come quello dell'influenza suina. L'OMS e la FAO hanno il dovere di indagare e regolamentare queste aziende agricole per proteggere la salute pubblica.

Le grandi imprese del settore agroindustriale faranno di tutto per opporsi a tentativi di riforma, perciò abbiamo bisogno di una protesta massiccia che non possa essere ignorata dalle autorità sanitarie.Firma la petizione qui sotto e spargi la voce tra i tuoi amici e familiari noi la consegneremo alle agenzie dell'ONU. Se raggiungiamo 200.000 firme la consegneremo all'OMS a Ginevra con una mandria di maiali di cartone. Ogni mille firme aggiungeremo un maiale di cartone alla mandria:

http://www.avaaz.org/it/swine_flu_pandemic

La scorsa settimana non abbiamo parlato d'altro oltre l'influenza -- il Messico si è quasi paralizzato, e in tutto il mondo i leader di molti paesi hanno fermato i voli aerei, sono state bandite le importazioni di carni suine, e sono state prese misure drastiche col fine di mitigare la diffusione del virus. Ora che la minaccia sembra placarsi, rimane da scoprire dove si è originata e come poterla fermare nel caso si ripresenti.

La Smithfield Corporation, la più grande azienda suinicola del mondo, ora indagata come possibile origine della diffusione dell'H1N1 , nega qualsiasi collegamento tra i propri suini e l'influenza; inoltre le grandi imprese del settore agroindustriale investono ingenti somme di denaro nella ricerca per poter affermare che la sicurezza ambientale è garantita nella produzione industriale dei suini. Tuttavia sono anni che l'OMS dichiara che una nuova pandemia sarà inevitabile e gli esperti della Commissione Europea e della FAO hanno anticipato che il rapido passaggio dalle piccole aziende alle grandi industrie suinicole ha incrementato il rischio di sviluppo e trasmissione delle malattie epidemiche. Gli scienziati dei centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie dichiarano di non conoscere al momento gli effetti che queste aree infette potrebbero avere sulla salute umana.

Sono numerosi gli studi circa le condizioni raccapriccianti nelle quali versano i suini allevati in larga scala, e circa il devastante impatto economico che ciò provoca sui piccoli allevatori. La stessa Smithfield è stata precedentemente multata per 12.6 milioni di dollari e attualmente si trova sotto inchiesta federalenegli USA per danni ambientali derivanti dai liquami degli escrementi suini.

Nonostante queste prove schiaccianti, la combinazione tra l'incremento nel consumo di carne e una potente industria alimentata dal profitto scapito della salute umana fa sì che invece di essere chiuse - queste disgustose aziende agricole si stanno spargendo nel mondo senza che nessuno le fermi. Sulla scia della minaccia dell'influenza suina, facciamo in modo che le grandi industrie suinicole si prendano le proprie responsabilità. Firma la petizione in favore delle indagini e della regolamentazione:

http://www.avaaz.org/it/swine_flu_pandemic

Se fermiamo strenuamente questa crisi sanitaria globale ristabilendo il consumo e la produzione del cibo e richiediamo urgentemente un'inchiesta circa l'impatto delle aziende agricole sulla salute umana, potremmo regolamentare seriamente le pratiche agricole col fine di salvare la popolazione mondiale da potenziali pandemie originate dagli animali.

http://www.avaaz.org/it/swine_flu_pandemic

Con speranza,

Alice, Pascal, Graziela, Paul, Brett, Ben, Ricken, Iain, Paula, Luis, Raj, Margaret, Taren e tutto il team di Avaaz e si associa CultCorner.info & l'Associazione Culturale PropitQmò.

Fonti:
http://titolando.wordpress.com/2009/04/27/febbre-suina-i-giornali-parlavano-di-pandemia-gia-dal-1999/

http://www.nutritionecology.org/it/panel3/intro.html

Impatto economico dell'influenza suina:
http://www.internazionale.it/valigia/articolo.php?id=22399

Una potenziale pandemia:
http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/nazionale/news-dettaglio/3656540

22/04/09

All’opinione pubblica e a tutti coloro che mostrano interesse per la questione kurda - Popolo Kurdo - 4

Koma Civakên Kurdistan Peoples` Confederation of Kurdistan

In Turchia recentemente si sono svolte le elezioni comunali, segnate da un’intensa campagna elettorale come se si trattasse di elezioni per il Parlamento Nazionale.

Nella regione del Kurdistan le elezioni sono state seguite con grande interesse e vi era grande attesa per i risultati che hanno visto la vittoria della linea patriottico-democratica. Tutti gli ambienti politici e la stampa sia quella nazionale che internazionale, sia quella di partito che quella indipendente hanno avuto modo di constatare come il popolo kurdo rifiuti la politica verso i Kurdi dello Stato turco e del governo dell’AKP. Ed è stato chiaramente fatto riferimento al fatto che la questione kurda non può essere risolta ignorando Abdullah Öcalan, il PKK e il DTP. In seguito ai risultati elettorali è emersa nell’opinione pubblica straniera l’aspettativa che la questione kurda dovesse essere risolta facendo ricorso ad una nuova politica orientata decisamente ad individuare delle soluzioni.

Nonostante il clima repressivo nel periodo elettorale e i continui controlli della parte kurda è stata manifesta la volontà della popolazione kurda; in tutte le città, grandi e piccole del Kurdistan, si è assistito alla netta avanzata ed al successo del DTP. La popolazione kurda ha espresso votando per il DTP la sua volontà per una soluzione democratica della questione kurda. Se si vuole considerare la popolazione kurda una parte della popolazione della Turchia, i decisori politici in Turchia devono assumersi la responsabilità di considerare la volontà e le richieste della parte kurda. Tradurre tutto questo in fatti politici concreti è un imperativo morale e politico per uno Stato che ha la pretesa di essere uno Stato di diritto.

Le elezioni hanno fatto capire che la questione della democraticizzazione della Turchia e la questione kurda possono essere risolte per via democratica. I popoli della Turchia hanno conferito attraverso le elezioni ai decisori politici e principalmente all’AKP questo compito. Il popolo kurdo ha festeggiato il Newroz con gli slogan “Libertà per l’identità”, Libertà per Abdullah Öcalan, “ Autonomia democratica”. Il DTP ha formulato chiaramente questi slogan nella sua campagna elettorale e principalmente quello dell’“Autonomia democratica”. E che il popolo abbia espresso il suo consenso a questo programma è una grossa responsabilità anche per il nostro movimento.

Il movimento di liberazione kurdo ha sempre cercato di assumersi le proprie responsabilità e di rendere possibile una soluzione democratica, quando ha visto un clima politico favorevole e delle buone basi di partenza. Dal dicembre 2008 sino al 29 marzo 2009, data delle elezioni, ha assunto la posizione di rifiuto dei combattimenti dimostrando in questo modo che in Turchia è necessaria una soluzione politica e che è possibile lo svolgimento delle elezioni in un clima sereno, opponendosi così a coloro che non vogliono la soluzione della questione kurda ma solo guerra e repressione.

Che sino al 29 marzo non vi sono stati combattimenti è il risultato dell’atteggiamento del nostro movimento. E che in linea di massima anche l’esercito turco si sia adeguato a questa situazione ha fatto scaturire una situazione non conflittuale che tutti avevano auspicato e poi avvertito in Turchia. Per la prima volta si è pensato che un clima non conflittuale potesse mettere in moto un processo per una soluzione della questione kurda.

Il nostro movimento ha preso la decisione di proseguire in questo clima non conflittuale sino all’1. Giugno per offrire l’opportunità di una politica tesa alla soluzione della questione. La popolazione ha dato questo incarico alle forze politiche di tutti gli schieramenti. Anche il nostro presidente, detenuto in un carcere per una sola persona sull’isola di Imrali che si batte con risolutezza per la pace e per una soluzione democratica ha appoggiato la nostra scelta. La via è libera per un nuovo corso nel quale si può tracciare una politica democratica per una soluzione democratica.

E’ significativo e ci fa riflettere il fatto che proprio nella giornata in cui Abdullah Öcalan ha dichiarato il suo appoggio a questo nuovo corso, l’esercito turco abbia intrapreso operazioni militari a Sirnak e Dersim che hanno procurato pesanti perdite per l’esercito stesso. E’ difficile dare una giustificazione a queste operazioni militari, proprio dopo le elezioni che avevano dischiuso nuove possibilità e aspettative per una politica democratica. Allo stesso modo, le decisioni assunte dalle potenze che hanno preso parte all’incontro trilaterale a Baghdad non contribuiscono al processo di pace, anzi al contrario distruggono il clima positivo. Il massiccio dispiegamento di unità militari vicino al confine, la costruzione di nuove postazioni militari e i diversi preparativi alla guerra ignorano il clima positivo e spingono verso una soluzione di guerra e liquidatori.

Sia il prosieguo dei piani liquidatori a livello internazionale , sia, da dopo le elezioni, il crescente atteggiamento delle forze di sicurezza statali, l’ingiustificabile assassinio di due Kurdi a Halfeti, il gran numero di arresti e le operazioni militari non favoriscono un clima favorevole alla soluzione della questione. Marchiare il PKK come terrorista da coraggio a quelle forze che hanno come obiettivo il non voler risolvere la questione e trovare una via politica.

E’ oramai chiaro che, attraverso le quasi trentennali e continue operazioni militari, con una politica di repressione e violenza non si risolvono i problemi.

Non serve a nessuno il non voler risolvere la questione kurda, nemmeno alla Turchia. Gli interessi della Turchia e dei paesi della regione richiedono una soluzione politico-democratica della questione kurda, possibile solo attraverso il dialogo. A partire da questa considerazione dovrebbero la Turchia e i paesi della regione occuparsi della questione kurda e appoggiare con decisione la soluzione democratica per la quale si batte il nostro movimento. Se l’esercito turco fa in modo che non vi siano combattimenti e i decisori politici manifestano la loro volontà per una soluzione e per il dialogo, a breve si può rendere possibile la soluzione della questione kurda.

Il nostro movimento si aspetta che tutte le parti sociali s’impegnino con decisione per l’opzione democratica. E’ necessario che i responsabili in Turchia e le potenze internazionali sostengano il dialogo e gli sforzi per una soluzione democratica.

Pensiamo che la prevista Conferenza Nazionale del Kurdistan possa fornire il suo contributo per una soluzione democratica e pacifica della questione kurda. La Conferenza potrà creare il clima positivo per una soluzione , andando a definire le condizioni per una situazione senza più combattimenti. La Conferenza potrà facilitare il passaggio da una situazione senza più combattimenti ad una soluzione duratura che obbliga al rispetto le parti coinvolte.

Il DTP ha posto le sue richieste davanti all’opinione pubblica interna ed internazionale. “Libertà per l’identità”, Libertà per Abdullah Öcalan” e “Autonomia democratica”. E’ un progetto che è stato approvato chiaramente dalla popolazione kurda e che deve essere tradotto in una via democratica e politica. Non è più possibile intraprendere dei passi nella questione kurda senza parlare con i rappresentanti del popolo kurdo. Questi rappresentanti hanno chiaramente gettato le basi per una soluzione della questione. E anche più chiaramente è emerso dal risultato elettorale che la via più realistica è una soluzione nell’ambito di un’autonomia democratica e il dialogo con Abdullah Öcalan. Il movimento di liberazione crede che la questione possa essere risolta con il dialogo, con i metodi pacifici econ posizioni ragionevoli. E per rendere possibile tutto questo abbiamo preso la decisione di prorogare all’1. Giugno lo stop a ogni forma di combattimento. Se non vi saranno attacchi dei militari turchi e se non si userà questo periodo per assestare colpi al movimento di liberazione per liquidarlo, tradurremo in realtà concreta la nostra decisione di stop alle armi. Siamo disposti già da subito a voler sottoscrivere un progetto per la soluzione della questione.

Invochiamo lo Stato turco e tutte le forze coinvolte che si battono per la pace e la democrazia ad un’assunzione di responsabilità affinché vi sia un prosieguo di questo processo, fornendo, così, in questo modo, il nostro contributo per una soluzione.

Invitiamo l’opinione pubblica kurda e tutte le formazioni presenti in Kurdistan ad agire in modo fedele a questi principi e a fare di tutto affinché questo processo conduca ad una soluzione democratica. Invitiamo le potenze internazionali e quelle della regione, prima di tutte gli USA ad assumersi le loro responsabilità per favorire una soluzione pacifica della questione kurda.

12. Aprile 2009

La Direzione del Consiglio esecutivo del KCK






foto di E. Novajra

Una pericolosa operazione contro il DTP! - Popolo Kurdo - 3

Alle cinque di questa mattina (ndr.14/04/09) la polizia ha avviato in 13 province una grossa operazione contro il nostro partito, il DTP. Più di 70 esponenti, dirigenti e attivisti, compresi i tre vice-presidenti del nostro partito sono in stato di detenzione. Anche un canale televisivo e la sede dell’Unione delle Municipalità del sud-est sono stati bersaglio della polizia. L’operazione è ancora in corso, e non sappiamo quando si concluderà.

Tutti concordano con noi che alle ultime elezioni del 29 marzo 2009 la nostra è stata una vittoria schiacciante. Nonostante le numerose violazioni, le pressioni e i brogli, abbiamo quasi raddoppiato il numero di amministrazioni locali (da 56 a 98), siamo stati il primo partito nelle 10 province del sud-est della Turchia. Avremmo potuto vincere molte più province se ci fossero state delle elezioni democratiche e giuste.

Dopo questi risultati molta gente in Turchia ha cominciato a discutere della questione kurda e a chiedere al governo di avviare un dialogo con il DTP per una soluzione pacifica. Quando il Sig. Obama ha visitato la Turchia, ha avuto un incontro con il leader del nostro partito il Sig. Ahmet Turk, e ha detto che dovrebbe trovarsi una soluzione pacifica alla questione kurda in Turchia.

Dall’altra parte, abbiamo ascoltato dichiarazioni molto pericolose da parte di funzionari dello stato a seguito del nostro successo alle elezioni. Il Primo Ministro Sig. Erdogan ha detto che questi risultati dimostrano che le politiche basate sull’offerta di servizi ed opportunità economiche non hanno ottenuto successo, mentre le politiche basate sull’etnia hanno ottenuto voti! Il vice premier Cemil Cicek ha detto, in una delle sue dichiarazioni, “il DTP ha esteso il suo successo fino ai bordi dell’Anatolia, questa è una grande minaccia per l’unità nazionale. Lo stato deve valutare questo e dovrebbe prendere le precauzioni necessarie!” Il Capo di stato maggiore ha poi dichiarato che stanno valutando i risultati delle elezioni amministrative e i risultati del sud-est sono motivo di preoccupazione!

Guardando a queste dichiarazioni, possiamo facilmente dire che questa operazione è un’operazione di carattere politico, e rappresenta un colpo alla nostra lotta pacifica e democratica. Non sarà soltanto un colpo alla nostra lotta, ma alla democrazia, ai diritti umani e alla libertà di organizzazione in Turchia. Non servirà in nessuno modo all’adesione della Turchia all’Unione europea.

Facciamo appello all’opinione pubblica internazionale e nazionale di prendere una chiara posizione contro questo pericolo, questo attacco anti-democratico al nostro partito e alle istituzioni democratiche in Turchia.

Distinti saluti,

Fayik YAGIZAY

Rappresentante europeo del DTP

Bruxelles, 14 Aprile 2009

*foto di E.Novajra

Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo - 2


16 aprile 2009 - Comunicato

TURCHIA: ARRESTI DI MASSA E REPRESSIONE DOPO LA VITTORIA ELETTORALE DEL DTP (Partito della Società Democratica) NEL KURDISTAN TURCO.


Continua la repressione turca in Kurdistan! Il 14 aprile la polizia ha avviato simultaneamente in 13 province del sud est della Turchia una massiccia operazione contro il DTP (Partito della Società democratica).
Nell’ambito di una vasta operazione di polizia, ancora in corso e per la quale non si riesce a prevedere la conclusione, più di 70 esponenti, dirigenti e attivisti, compresi i tre vice-presidenti del DTP sono in stato di detenzione. Anche un canale televisivo, Gun TV, e la sede dell’Unione delle Municipalità del sud-est sono stati bersaglio della polizia e perquisite.
L’operazione, condotta dalle forze di sicurezza turche contro il DTP all’indomani della sua clamorosa vittoria elettorale affermandosi come primo partito nelle 10 province del sud-est della Turchia, rappresenta un duro colpo alle aspirazioni di pace e di democrazia della popolazione kurda e non solo.
Come ha sottolineato Il parlamentare del DTP Selahattin Demirtas “…gli arresti sono una reazione al successo del DTP alle elezioni locali, ed è chiaro che non è una coincidenza che l’operazione arrivi a cosi breve distanza dal voto”.


Gli arresti e le intimidazioni contro gli esponenti del DTP e di molti attivisti seguono di pochi giorni l’uccisione di due giovani studenti ad Amara (Omerli) nel corso di una pacifica manifestazione per il presidente Ocalan, e la feroce repressione, ancora in atto, ad Agri, teatro di brogli elettorali a discapito del DTP, come testimoniato anche dai numerosi osservatori internazionali presenti in Kurdistan, lo scorso mese di marzo - compresi quelli appartenenti alla delegazione italiana promossa dalla Rete di solidarietà con il popolo kurdo.

Azadya te azadya me ye - La tua libertà è la nostra libertà - è lo slogan del popolo kurdo gridato nei Newroz e durante le manifestazioni pacifiche di cui siamo stati testimoni.
Il simbolo della lotta e dell’unità kurda, Abdullah Ocalan, è rinchiuso nel carcere di Imrali – la Guantanamo europea – in uno stato di totale isolamento dal febbraio del 1999 nell’indifferenza di tutti. Il popolo kurdo, che ne chiede la liberazione, cerca il dialogo e si batte in ogni luogo per una soluzione pacifica del conflitto, ma la Turchia continua a rispondere solo con l’uso di violenza e spietatezza. Solo due giorni fa, in segno di buona volontà e a favore della soluzione pacifica della questione kurda, con un comunicato circolato anche in Europa, il movimento kurdo ha dichiarato il prolungamento del cessate il fuoco unilaterale fino al 1 giugno 2009.

Gli stessi esponenti politici del DTP all’indomani delle elezioni hanno fissato tra i punti da rivolgere al governo centrale di rivedere le leggi antiterrorismo e le procedure per la chiusura dei partiti, ma anche di riconoscere il PKK e il suo leader Ocalan come interlocutori legittimi per affrontare e risolvere la questione kurda.
Nella sua dichiarazione ad Ankara il DTP ha sottolineato anche che “le elezioni amministrative (del 29 marzo scorso, ndr) hanno mostrato con forza che questa situazione non può essere risolta senza prendere in considerazione il DTP, il PKK e Ocalan” e che “adesso ci sono grosse aspettative per una soluzione del problema kurdo con politiche nuove”.
Noi tutti europei, che conosciamo ed amiamo il popolo kurdo, speravamo che con i negoziati per l’entrata nell’Unione europea la Turchia attuasse le leggi per il rispetto dei diritti umani delle minoranze, ed abolisse il famigerato articolo 301 del Codice penale, che tiene in carcere migliaia di persone, violando ogni forma di libertà di espressione ed associazione vigente in Europa.

A distanza di anni non è cambiato nulla! Il Governo italiano e l’UE continuano a dimostrare disinteresse per il popolo kurdo e per il leader Abdullah Ocalan, al quale l’Italia ha riconosciuto l’asilo politico nell’ottobre del 1999; continuano ad avallare la repressione turca con la vendita di armi e con il finanziamento di megadighe che porteranno solo distruzione e povertà in Kurdistan. Le incursioni militari continuano quotidiane così come le uccisioni e gli arresti anche di minori. Ne siamo stati testimoni quest’anno, come negli anni scorsi, durante le nostre visite alle organizzazioni politiche e associative kurde nel sud-est della Turchia, che si battono senza sosta per la democrazia e l’affermazione dello stato di diritto.
La Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo si appella affinché:
le Commissioni Esteri di Camera e Senato chiedano al Governo di riferire immediatamente sugli arresti che in Turchia hanno subito politici, avvocati e militanti del DTP; e la società civile italiana ed europea prenda posizione contro questo ennesimo attacco antidemocratico nei confronti del DTP, riconosciuto come suo rappresentante politico dal popolo kurdo, e a tutte le istituzione democratiche della Turchia.
Azadya te azadya me ye - La tua libertà è la nostra libertà
Questo è lo slogan che facciamo nostro, sosteniamo e rilanciamo!
Esprimiamo solidarietà al popolo kurdo, sottolineando come la violazione sistematica dei diritti umani allontani la Turchia dall’Europa e chiediamo di ricercare una soluzione politica del conflitto sin da ora, per fermare la guerra strisciante che da più di vent’anni insanguina il destino dei popoli kurdo e turco. La pace e la democrazia in Medio Oriente rappresentano l’affermazione dei diritti universali per tutti!
16 aprile 2009 - Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo

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*foto di E.Novajra