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09/06/09

Obama: "Fermate gli insediamenti"


Obama sta chiedendo con forza al governo di destra di Israele di fermare gli insediamenti, che stanno distruggendo le speranze di pace -- diamo vita ad un coro globale di voci per aiutarlo a sovrastare l'agguerrita opposizione in Israele e negli Usa:

Firma la petizione!

Le cartine della Cisgiordania mostrano come i Palestinesi siano ormai confinati in parti molto ridotte della loro terra:
Il Presidente Obama ha appena tenuto un discorso straordinario in Egitto, nel quale si è impegnato personalmente a costruire la pace nel Medio Oriente. La sua prima mossa è stata sorprendentemente di sfidare il nuovo governo di destra di Israele, alleato americano -- mettendolo sotto pressione per far cessare la politica autolesionistica degli insediamenti (colonie illegali sul territorio riconosciuto dagli Usa e dal mondo come palestinese).

Questo è un raro momento di crisi e di opportunità. L'ardita strategia di Obama deve fare i conti con forti resistenze, e avrà bisogno di aiuto da tutto il mondo nei prossimi giorni e settimane per rafforzare le sue intenzioni. Iniziamo subito -- con un coro globaledi voci a supporto dell'affermazione di Obama che gli insediamenti nei territori occupati devono finire.

Faremo pubblicare il numero delle firme su importanti giornali in Israele e a Washington (dove ci sono tentativi di alienare a Obama il supporto del Congresso Usa). Leggi le parole di Obama e aggiungi la tua firma andando al link qui sotto, poi fai girare questa mail ai tuoi amici e familiari così che possano farlo anche loro:

http://www.avaaz.org/it/obama_stop_settlements

C'è ampio consenso sul fatto che gli insediamenti siano un impediment o importante al raggiungimento della pace, un punto di vista condiviso anche da una maggioranza silenziosa di Israeliani. In combinazione con una rete di barriere e posti di blocco queste colonie ormai tappezzano la Cisgiordania, occupando il territorio e obbligando i Palestinesi a vivere come prigionieri in enclavi sempre più piccole (guarda la mappa a destra).

Fino a che questo tema non sarà affrontato sembra impossibile costruire sia un vero stato paestinese che un pace durevole, di qualsiasi sorta Per gli stati arabi che cercano di impegnarsi ad aiutare la pace il fermare gli insediamenti è un test fondamentale per la credibilità di Israele.

Dobbiamo chiedere anche alle altre parti in causa di fare passi audaci. Se riusciamo ad aiutare Obama a mantenere questa linea sugli insediamenti, a far cambiare strada alla politica israeliana e a incoraggiare i Palestinesi e altri stati arabi a offrire una mano tesa, un nuovo inizio per il Medio O riente diventa possibile.

Ma nulla di tutto questo potrà accadere senza un movimento di opinione globale che agisca e supporti il processo.Leggi le parole di Obama, aggiungi la tua firma e fai girare la voce ora:

http://www.avaaz.org/it/obama_stop_settlements

Con speranza e determinazione,

Paul, Raluca, Ricken, Brett, Paula, Graziela, Rajeev, Iain, Taren, Milena, Luis, Alice e tutto il team Avaaz

Il testo completo del discorso del Presidente Obama (in inglese):
http://www.nytimes.com/2009/06/04/us/politics/04obama.text.html?_r=2

http://www.corriere.it/Speciali/Esteri/2009/Discorso_Obama/

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/?id=3.0.3395031504

25/03/09

GAZA - Restiamo Umani - dicembre 2008 gennaio2009 - di Vittorio Arrigoni

Cari Hermanos,
il nostro adagio "RESTIAMO UMANI" ,
diventa un libro.

E all'interno del libro il racconto di tre settimane di massacro,
scritto al meglio delle mie possibilità,
in situazioni di assoluta precarietà,
spesso trascrivendo l'inferno circostante su un taccuino sgualcito
piegato sopra un'ambulanza in corsa a sirene spiegate,
o battendo ebefrenico i tasti su di un computer di fortuna
all'interno di palazzi scossi come pendoli impazziti da esplosioni tutt'attorno.
Vi avverto che solo sfogliare questo libro potrebbe risultare pericoloso,
sono infatti pagine nocive, imbrattate di sangue,
impregnate di fosforo bianco,
taglienti di schegge d'esplosivo.
Se letto nella quiete delle vostre camere da letto rimbomberanno i muri
delle nostre urla di terrore,
e mi preoccupo per le pareti dei vostri cuori
che conosco come non ancora insonorizzate dal dolore.

Mettete quel volume al sicuro,
vicino alla portata dei bambini,
di modo che possano sapere sin da subito di un mondo a loro poco distante, dove l'indifferenza e il razzismo fanno a pezzi loro coetanei come fossero bambole di pezza.
In modo tale che possano vaccinarsi già in età precoce
contro questa epidemia di violenza verso il diverso e ignavia dinnanzi all'ingiustizia.
Per un domani poter restare umani.

I proventi dell'autore,
vale dire Vittorio Arrigoni,
me medesimo,
andranno INTERAMENTE alla causa dei bambini di Gaza sopravvissuti all'orrenda strage,
affinché le loro ferite possano rimarginarsi presto (devolverò i miei utili e parte di quelli de Il Manifesto al Palestinian Center for Democracy and Conflict Resolution, sito web:
http://www.pcdcr.org/eng/ , per finanziare una
serie di progetti ludico-socio-assistenziali rivolti ai bimbi rimasti gravemente feriti o traumatizzati ).

Nonostante offerte allettanti come una tournee in giro per l'Italia con Noam Chomsky, ho deciso di rimanere all'inferno,
qui a Gaza.
Non esclusivamente perché comunque mi è molto difficile evacuare da questa prigione a cielo aperto (un portavoce del governo israeliano ha affermato :"e' arrivato via mare, dovrà uscire dalla Striscia via mare"), ma soprattutto perché qui ancora c'è da fare, e molto, in difesa dei diritti umani violati su queste lande spesso dimenticate.

Non avremo certo gli stessi spazi promozionali di un libro su Cogne di Bruno Vespa o una collezione di lodi al padrone di Emilio Fede,
da qui nasce la mia scommessa,
sperando si riveli vincente.

Promuovere il mio libro da qui, con il supporto di tutti coloro che mi hanno
dimostrato amicizia, fratellanza, vicinanza, empatia.
Vi chiedo di comprare alcuni volumi e cercare di rivenderli se non porta a porta quasi, ad amici e conoscenti, colleghi di lavoro, compagni di università, compagni di
volontariato, di vita, di sbronza.
E più in là ancora, proporlo a biblioteche,
agguerrite librerie interessate ad un progetto di verità e solidarietà.
Andarlo a presentare ai centri sociali e alle associazioni culturali vicino a dove state.

Si potrebbero organizzare dei readings nelle varie città, (io potrei intervenire telefonicamente, gli eventi sarebbero pubblicizzati su Il Manifesto, sui nostri blog e aggiro per internet)
e questo potrebbe essere anche una interessante occasione per contarsi, conoscersi,
legarsi.
Non siamo pochi, siamo tanti,
e possiamo davvero contare,
credetemi.

Il libro lo trovate fin d'oggi nelle edicole con Il Manifesto,
e fra due settimane nelle librerie.

Confido in voi,
che confidate in me,
non per i morti
ma per i feriti a morte di questa orrenda strage.

Un abbraccio grande come il Mediterraneo che separandoci, ci unisce.

Restiamo umani.

vostro mai domo

Vik

Per ordinare online i libri:

http://www.manifestolibri.it/vedi_autori.php?autor=Vittorio%20Arrigoni#

fonte: guerrilla radio dixit del 20/03/2009

21/01/09

Piombo impunito di Eduardo Galeano

Da Lettere ad Arcoiris mi garberebbe presentarvi:
Eduardo Galeano
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Eduardo Galeano alla Feria del Libro 2008 di Madrid

« "Sono uno scrittore ossessionato dal ricordo, soprattutto dal ricordo del passato dell'America e, in particolare, dell'America Latina, terra amatissima condannata all'amnesia". »

(Eduardo Galeano)

Eduardo Hughes Galeano (Montevideo, 3 settembre 1940) è un giornalista e scrittore uruguaiano , ed una delle personalità più autorevoli e stimate della letteratura latinoamericana..

I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue e combinano documentazione, narrazione, giornalismo, analisi politica e storia, sebbene l'autore stesso non si riconosca quale storico.

ed in particolare, dopo la presentazione, che leggeste con attenzione la sua lettera:

PIOMBO IMPUNITO
15-01-2009

Per giustificarsi, il terrorismo di stato fabbrica terroristi: semina odio e raccoglie pretesti. Tutto indica che questa macelleria di Gaza, che secondo gli autori vuole sconfiggere i terroristi, riuscirà a moltiplicarli.

Dal 1948 i palestinesi vivono una condanna all'umiliazione perpetua. Senza permesso non possono nemmeno respirare. Hanno perso la loro patria, la loro terra, l'acqua, la libertà, tutto. Non hanno nemmeno il diritto di eleggere i propri governanti. Quando votano chi non devono, vengono castigati. Gaza viene castigata. Si è trasformata in una trappola per topi senza uscita da quando Hamas vinse limpidamente le elezioni dell'anno 2006. Qualcosa di simile era accaduto nel 1932, quando il Partito Comunista aveva trionfato nelle elezioni in Salvador. Inzuppati nel sangue, i salvadoregni espiarono la loro cattiva condotta e da allora vivono sottomessi a dittature militari. La democrazia è un lusso che non tutti meritano.

Sono figli dell'impotenza i razzi caserecci che i militanti di Hamas, rinchiusi a Gaza, sparano con mira pasticciona sopra le terre che erano state palestinesi e che l'occupazione israeliana ha usurpato. E la disperazione, al limite della pazzia suicida, è la madre delle spacconate che negano il diritto all'esistenza di Israele, urla senza alcuna efficacia, mentre una molto efficace guerra di sterminio sta negando da anni il diritto all'esistenza della Palestina.

Già non ne resta molta di Palestina. Passo dopo passo Israele la sta cancellando dalla mappa. I coloni invadono e dietro di loro i soldati modificano la frontiera. I proiettili sacralizzano il furto, in legittima difesa.

Non c'è guerra aggressiva che non dica d'essere guerra difensiva. Hitler invase la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania. Bush invase l'Iraq per evitare che l'Iraq invadesse il mondo. In ognuna delle sue guerre difensive Israele ha inghiottito un altro pezzo di Palestina, e il pasto continua. Il divorare si giustifica con i titoli di proprietà che la Bibbia ha assegnato, per i duemila anni di persecuzioni che il popolo ebreo ha sofferto, e per il panico causato dai palestinesi che hanno davanti.

Israele è il paese che non adempie mai alle raccomandazioni e nemmeno alle risoluzioni delle Nazioni unite, che non si adegua mai alle sentenze dei tribunali internazionali, che si fa beffe delle leggi internazionali, ed è anche il solo paese che ha legalizzato la tortura dei prigionieri.

Chi gli ha regalato il diritto di negare tutti i diritti? Da dove viene l'impunità con cui Israele sta eseguendo la mattanza di Gaza? Il governo spagnolo non avrebbe potuto bombardare impunemente il Paese Basco per sconfiggere l'Eta, né il governo britannico avrebbe potuto radere al suolo l'Irlanda per liquidare l'ira. Forse la tragedia dell'Olocausto comprende una polizza di impunità eterna? O quella luce verde proviene dalla potenza più potente, che ha in Israele il più incondizionato dei suoi vassalli?

L'esercito israeliano, il più moderno e sofisticato del mondo, sa chi uccide. Non uccide per errore. Uccide per orrore. Le vittime civili si chiamano danni collaterali, secondo il dizionario di altre guerre imperiali. A Gaza, su ogni dieci danni collaterali tre sono bambini. E sono migliaia i mutilati, vittime della tecnologia dello squartamento umano che l'industria militare sta saggiando con successo in questa operazione di pulizia etnica.

E come sempre, è sempre lo stesso: a Gaza, cento a uno. Per ogni centro palestinesi morti, un israeliano.

Gente pericolosa, avverte l'altro bombardamento, quello a carico dei mezzi di manipolazione di massa, che ci invitano a credere che una vita israeliana vale quanto cento vite palestinesi. Questi media ci invitano a credere che sono umanitarie anche le duecento bombe atomiche di Israele, e che una potenza nucleare chiamata Iran è stata quella che ha annichilito Hiroshima e Nagasaki.

È la cosiddetta comunità internazionale, ma esiste?

È qualcosa di più di un club di mercanti, banchieri e guerrieri? È qualcosa di più di un nome d'arte che gli Stati uniti si mettono quando fanno teatro?

Davanti alla tragedia di Gaza l'ipocrisia mondiale brilla una volta di più. Come sempre l'indifferenza, i discorsi inutili, le dichiarazioni vuote, le declamazioni altisonanti, i comportamenti ambigui rendono omaggio alla sacra impunità.

Davanti alla tragedia di Gaza i paesi arabi si lavano le mani. Come sempre. E come sempre i paesi europei se ne fregano.

La vecchia Europa, tanto capace di bellezza e perversione, sparge una lacrima o due mentre segretamente celebra questo colpo maestro. Perché la caccia agli ebrei è sempre stata un'abitudine europea, ma da mezzo secolo questo debito storico viene fatto pagare ai palestinesi, che pure sono semiti e non sono mai stati, e non sono, antisemiti. Essi stanno pagando in sangue contante e sonante, un conto altrui.

Questo articolo è dedicato ai miei amici ebrei assassinati dalle dittature latinoamericane sostenute da Israele.

Eduardo Galeano

18/01/09

PERCHE' ISRAELE E' UNO STATO NAZISTA da ComeDonChisciotte

Israele / Palestina DI ELIAS AKLEH
Desertpeace

Richard Falk, il professore di diritto internazionale della Princeton University e inviato speciale Onu nei territori palestinesi, ha accusato Israele di violare la legge internazionale, le leggi umanitarie internazionali e la convenzione di Ginevra. Egli ha descritto le politiche di Israele contro i palestinesi e l'assedio di Gaza come " crimini di guerra", "tendenze genocide", " risvolti da Olocausto", e " Olocausto in corso". Egli ha esortato il Tribunale Criminale Internazionale ad indagare la possibilità di incriminare i leader israeliani per crimini di guerra.

Il professor Falk conosceva già i crimini nazisti di Israele e le sue violazioni di diritti umani quando si è diretto in Israele la scorsa domenica 14 dicembre 2008 per visitare la Cisgiordania occupata e la striscia di Gaza per riferire sul rispetto israeliano degli standard dei diritti umani e della legge umanitaria internazionale. Gli israeliani hanno detenuto il professor Falk all'aeroporto, lo hanno trattato come criminale e come una minaccia per lo Stato, lo hanno umiliato e deportato il giorno dopo a Ginevra.

Nonostante le forti dichiarazioni di Israele sul fatto che ogni ebreo al mondo ha la garanzia di ricevere automaticamente la piena cittadinanza israeliana con tutte le protezioni che questa implica, e nonostante sia un ebreo egli stesso, al professor Falk non sono state risparmiate le umiliazioni e la crudeltà cui Israele tratta i propri nemici.

A seguire: "Parlamentare ebreo britannico accusa Israele di comportarsi come i nazisti" (Uruknet)

Accanto al titolo: la vignetta pubblicata da VG, il maggiore quotidiano norvegese

Rafforzata dalla cecità e dal cieco supporto dell'America, lo spavaldo Israele voleva additare pubblicamente Falk e le Nazioni Unite che egli rappresenta, dichiarandosi al di sopra delle leggi internazionali e al di sopra di qualunque critica sui crimini e le sue violazioni di diritti umani, persino se tali critiche provengono da un ebreo. Una tale sfacciata umiliazione dell'organismo politico mondiale serve ad allontanare l'Onu, e perciò il mondo intero, dall'Olocausto che Israele sta perpetrando contro un milione e mezzo di palestinesi a Gaza e tutti gli attuali crimini di guerra contro il resto di palestinesi in tutta la Palestina.

Le accuse da parte di Falk di crimini da Olocausto nazista non sono differenti da quelle mosse da John Dugard, il suo predecessore, in diversi rapporti sulle condizioni della Palestina occupata. Molti personaggi politici coscienziosi, così come normali cittadini, di tutto il mondo, hanno descritto le politiche di Israele nella Palestina occupata in particolare, e in Medioriente in generale, come crimini di guerra e una minaccia alla pace mondiale.

Paragonando l'attuale Israele con la Germania nazista si scopre che la maggior parte delle politiche israeliane sono la copia esatta delle politiche naziste. La Germania nazista aveva invaso i suoi vicini europei dall'Inghilterra alla Russia. Anche Israele ha invaso tutti i suoi paesi confinanti: Egitto, Giordania, Siria e Libano. E' anche coinvolto pesantemente nell'invasione dell'Iraq e dell'Afganistan. I suoi tentacoli hanno anche raggiunto paesi africani come Sudafrica, Somalia, Sudan, Angola e Sierra Leone.

Le macchine da guerra naziste erano solite invadere le città che resistevano, allineare gli uomini al centro della città e ucciderli a sangue freddo, distruggere poi l'intera città come esempio deterrente per qualunque altra possibile città disposta a resistere. Peggio dei nazisti le forze israeliane hanno invaso pacifiche città palestinesi, ucciso uomini, donne e bambini a sangue freddo ovunque e in qualunque posto li incontrassero, hanno fatto esplodere le loro case con i residenti dentro e infine hanno demolito intere città per fare spazio a nuove colonie israeliane. In tutto il 1948-1949 gli israeliani hanno commesso 70 orribili massacri contro villaggi palestinesi, distrutto totalmente 675 città e villaggi palestinesi comprese chiese e moschee. Tali massacri e demolizioni hanno seguito un disegno prestabilito, sono stati ripetuti in un villaggio dopo l'altro indicando un piano genocida premeditato.

Come detto dal defunto generale israeliano Moshe Dayan: " la dichiarazione dello stato di Israele nel 1948 è stata fatta alle spese della pulizia etnica di 513 villaggi palestinesi, creando più di 700.000 rifugiati palestinesi, espropriando le loro terre, case e negozi per il 78% della Palestina... Non c'è un solo posto costruito in questo paese che non avesse una precedente popolazione (palestinese)."

Israele sta, ancora oggi, compiendo questi crimini genocidi da Olocausto nazista soffocando gradualmente un milione e mezzo di palestinesi a Gaza con la fame, la sete, la mancanza di carburante e le malattie. L'esercito israeliano sta demolendo 40 villaggi palestinesi nel deserto del Negev. I bulldozer dell'esercito distruggono quotidianamente le case palestinesi in tutte le maggiori città della Palestina quali Gerusalemme, Betlemme, Hebron, Ramallah, e Nablus.

L'esercito nazista perpetrò molti massacri contro i prigionieri di guerra. Erano soliti giustiziare i prigionieri e gettarli in fosse che precedentemente i prigionieri erano stati ordinati di scavare per se stessi. L'esercito israeliano ha seguito lo stesso metodo di giustiziare i prigionieri di guerra, specialmente durante le guerre tra Israele ed Egitto del 1956 e del 1967. Ciò è stato riferito dal quotidiano israeliano Haaretz il 27 giugno del 2000. Il segretario generale dell'organizzazione egiziana per i diritti umani, Muhammad Munib, ha pubblicato un rapporto che conferma che Israele aveva uccisotra i 7000 e i 15000 prigionieri di guerra egiziani del 1956 e del 1967. Il rapporto identificava anche l'ubicazione di 11 fosse nel Sinai e in Israele in cui erano stati sepolti migliaia di prigionieri egiziani.

Il più grande di questi massacri fu quello di El-Arish, in cui le forze israeliane uccisero almeno 150 prigionieri di guerra egiziani. Alcuni dei prigionieri furono investiti più volte dai carri armati israeliani, un crimine che è ancora praticato dall'esercito israeliano specialmente nella striscia di Gaza. La storia del massacro fu inizialmente riferita da testimoni oculari israeliani sul quotidiano Yediot Ahronot e successivamente dal giornalista Ran Adelist sulla tv israeliana. Fu anche riportato dallo Washington Report di maggio/giugno 1996 alle pagine 27 e 28. Il massacro fu anche registrato dalla nave di pattuglia americana USS Liberty che navigava a 12 miglia dalla costa di Gaza. Questo massacro era un grave crimine di guerra e potrebbe essere stata la principale ragione per l'attacco israeliano contro la Liberty.

Peggio dei nazisti l'esercito israeliano ha adottato la politica di colpire giovani bambini palestinesi nel tentativo di "incoraggiare" le famiglie palestinesi a lasciare il paese per garantire un futuro ai figli e/o per esaurire le loro risorse economiche con le cure e l'assistenza ai loro figli feriti e disabili, vittime dei cecchini israeliani. Dall'inizio della seconda intifada palestinese, settembre 2000, le forze israeliane hanno assassinato 1050 bambini nella striscia di Gaza e in Cisgiordania; vedete anche il Guardian del 21 ottobre 2008 e Al-Jazeera, 22 ottobre 2008. Un documentato rapporto del Palestinian Centre for Human Rights, con testimonianze oculari, riferisce che almeno 68 bambini sono stati uccisi dall'esercito israeliano durante 12 mesi dal giugno 2007 al giugno 2008 prima dell'accordo di tregua. Il numero delle vittime tra i bambini è salito drammaticamente durante i primi sei mesi del 2008 con il massiccio assalto dell'esercito israeliano contro la striscia di Gaza denominato "Operation Winter Heat". I bambini venivano direttamente presi di mira dai cecchini israeliani mentre camminavano per le strade, mentre stavano di fronte alle loro case e persino mentre stavano nelle aule di scuola, così come sono stati colpiti da missili comandati a distanza mentre giocavano nei cortili. Essi sono anche le vittime indirette del deliberato prendere di mira da parte di Israele di aree residenziali densamente popolate (Gaza è densamente popolata) che comprendono scuole, ospedali e mercati.

L'età media dei bambini colpiti è di 10 anni secondo un documento di 1000 pagine di Save the Children. La maggioranza di questi bambini erano innocenti passanti che non partecipavano ad alcuna attività "ostile" e che non costituivano alcuna minaccia ai soldati israeliani pesantemente armati. Nell'80% dei casi di bambini colpiti, Israele ha impedito che le vittime ricevessero cure mediche. Il rapporto documenta anche che più di 50.000 vittime minorenni hanno avuto bisogno di cure mediche per ferite che comprendono colpi di arma da fuoco, inalazione di gas lacrimogeni e fratture multiple. Un bollettino intitolato " omicidio deliberato" pubblicato nel 1989 dalla Israeli League for Human and Civil Rights riferiva che soldati e cecchini israeliani, provenienti da unità speciali e che prendevano di mira bambini palestinesi avevano "accuratamente scelto" le vittime, che furono colpiti alla testa o al cuore morendo istantaneamente (Mike Berry & Greg Philo, 'Israel and Palestine-Competing Histories’, Pluto Press, London, 2006, pp. 86-87).

Secondo la quarta convenzione di Ginevra del 1949, secondo la Convenzione Onu sui Diritti del Bambino del 1989 (firmate da Israele) ai bambini deve essere fornita speciale protezione durante i conflitti armati internazionali. Israele ha violato e continua violare queste leggi internazionali.

Come la Germania nazista, che ha sviluppato e utilizzato ogni tipo di nuova arma compresi i razzi V2 e il gas nervino, Israele ha utilizzato ogni tipo di armi, comprese armi nuove e sperimentali, contro i civili palestinesi. Queste comprendevano i proiettili esplosivi Dumdum, il gas nervino, armi sperimentali chimiche e biologiche, velivoli comandati a distanza e DIME (Dense Inert Metal Explosive, esplosivi a metalli inerti e densi) e le ultime mitragliatrici ad alta potenza e controllo remoto ("seer shots", vedi filmato sotto n.d.t.) installate sulle alte torri del muro di prigionia ("muro di separazione") e gestite da soldatesse adolescenti in lontane stanze di controllo come se fossero giochi di guerra al computer. Israele è anche noto per possedere armi nucleari ed è solita suggerire che la userebbe se/quando si sentisse minacciato.

I nazisti tedeschi avevano subito un lavaggio del cervello ed erano guidati da un'ideologia sociale suprematista della superiore Razza Ariana. Essi credevano di essere superiori agli altri popoli e che avrebbero dovuto governare il mondo. In modo simile gli israeliani hanno subito un lavaggio del cervello e sono guidati da un'ideologia religiosa suprematista di un popolo scelto da Dio nella terrà promessa da Dio, e credono che sia loro dovere religioso (mitzvah) ripulire la terra dai gentili e stabilire un governo ebraico in preparazione dell'arrivo del Messia. Un'ideologia estremista simile viene insegnata ai bambini israeliani sin dall'infanzia.

Moshe Feiglin, che ha raggiunto una rispettabile posizione nella lista di candidati del Likud alla Knesset per le prossime elezioni, è un ammiratore di Hitler e della sua ideologia superiore. In un'intervista col quotidiano Ha’aretz nel 1995 e gli ha descritto Hitler come un genio militare e un grande costruttore della nazione. "Hitler era un genio militare senza pari. Il nazismo aveva trasformato la Germania da un basso ad un fantastico status fisico e ideologico. La gioventù stracciona si trasformò in una parte pulita e ordinata della società e la Germania ricevette un regime esemplare, un sistema di giustizia appropriato e un ordine pubblico.... Non era un branco di delinquenti. Essi semplicemente utilizzarono delinquenti e omosessuali". La sua soluzione da olocausto al problema palestinese, secondo il suo sito Manhigut ha’Yehudit (" leadership ebraica"), è di ordinare "la completa interruzione di acqua, elettricità e comunicazioni" ai 4 milioni di palestinesi in Cisgiordania e a Gaza.

Feiglin esprime i sentimenti profondi di ogni leader politico israeliano ad iniziare dal primo Primo Ministro Ben Gurion sino a Tzipi Livni, l'ultimo primo ministro facente funzione e ministro degli esteri, che hanno chiesto l'uccisione e il trasferimento di palestinesi al di fuori della terra di Israele promessa da Dio (Eretz Israel). Le loro vere politiche diventano ovvie e più evidenti nella loro retorica da campagna elettorale.

Tali tendenze genocide sono nutrite, incoraggiate e richieste dei maggiori rabbini e leader politici israeliani. Rabbi Yousef Obadia, il maggiore leader religioso israeliano, Rabbi Yisrael Rosen, direttore dello Tsomet Institute, Rabbi Mordechai Eliyahu, la maggiore autorità religiosa nella corrente nazionalista religiosa israeliana ed ex capo di "Eastern rabbi for Israel", Rabbi Dov Lior, presidente del consiglio dei rabbini di Giudea e Samaria (la Cisgiordania), Rabbi Shmuel Eliyahu, il rabbino capo di Safed e candidato al posto di rabbino capo di Israele, Rabbi Eliyahu Kinvinsky, la seconda autorità per anzianità nella corrente religiosa ortodossa, Rabbi Israel Ariel, uno dei più prominenti rabbini nelle colonie della Cisgiordania, e Rabbi Yitzhaq Ginsburg, un importante rabbino israeliano, insieme a molti altri leader religiosi estremisti, chiedono ripetutamente il totale sterminio e il trasferimento dei palestinesi.

Gli israeliani ipnotizzati e fuorviati, specialmente i fondamentalisti religiosi, attaccano regolarmente le città palestinesi, le loro chiese, moschee e cimiteri con slogan come " morte agli arabi", " gasiamo gli arabi" e " Maometto è un maiale" occupando la terra palestinese dopo avere cacciato con la forza i proprietari, attaccato i contadini, bruciato i raccolti, tagliato i loro alberi da frutto, avvelenato i loro pozzi d'acqua, ucciso i loro animali, distrutto le proprietà, saccheggiato i negozi, terrorizzato civili e bambini e sparato alla gente. Cercate su YouTube "Israeli settlers violence" e vedrete centinaia di video che mostrano il terrorismo dei coloni israeliani [un esempio qui sotto n.d.t.].

Una notevole somiglianza tra Israele e i nazisti è data dai loro gruppi terroristici appoggiati dallo Stato. Secondo gli articoli "Eichmann Tells His Own Damning Story" ["Eichmann racconta la sua maledetta storia"], Life Magazine, Volume 49, Numero 22, (28 Novembre 1960) pp. 19-25, 101-112, e "Eichmann’s Own Story: Part II" ["La storia di Eichmann: parte II"], Life Magazine, 6 Dicembre 1960 pp. 146-161, Adolf Eichmann affermò come i leader sionisti fossero idealisti come i leader nazisti, disposti a sacrificare centinaia di migliaia di persone del loro stesso sangue per raggiungere uno scopo politico. Lenni Brenner spiega nel suo libro "Zionism in the Age of Dictators", [" il sionismo nell'età dei dittatori"], capitolo 25, che Eichmann si riferiva ad un accordo che i nazisti strinsero con i leader sionisti, come l'ungherese Rezso Kastner, per salvare poche migliaia di sionisti appositamente scelti e ricchi ebrei, che sarebbero immigrati in Palestina, in cambio della consegna di 750.000 ebrei ungheresi e di altri milioni di ebrei europei destinati alla morte per rendere gli ebrei le "vittime legittime" in modo che l'Organizzazione Sionista Mondiale avesse poi il "diritto" di andare " al tavolo delle trattative a cui sarebbero state divise nazioni e terre alla fine della guerra... perché solo con il sangue (ebraico) noi (sionisti) otterremo la terra".


[Un altro esempio di legame tra sionisti e nazisti: la lettera del 1941 con cui il gruppo armato sionista Lehi, di cui faceva parte il futuro primo ministro israeliano Yitzhak Shamir, offriva collaborazione alla germania nazista. Vedi storia su Wikipedia.]


I nazisti crearono il Police Battalion 101, un gruppo terroristico il cui solo scopo era dare la caccia a cittadini ebrei, ucciderli e saccheggiare e distruggere le loro proprietà. Daniel Jonah Goldhagen afferma nel suo libro "Hitler’s Willing Executioners" ["I volenterosi carnefici di Hitler"] che il Battalion 101 fu responsabile per " la deportazione e l'orribile massacro di decine di migliaia di uomini, donne e bambini ebrei in Polonia".

Israele sotto il terrorista Ariel Sharon, che dopo divenne primo ministro d'Israele, ebbe la sua esatta copia del Battalion 101 chiamata Unit 101. Sotto la leadership di Sharon la Unit 101 adottò gli stessi metodi criminali per terrorizzare i palestinesi. Sviluppò anche quelli che divennero noti come "jeep raids"; guidare jeep, con mitragliatrici montate davanti e dietro, dentro le città palestinesi uccidendo abitanti, bombardando case e bruciando campi. Sin dai primi anni 50 la Unit 101 fu responsabile per massacri di palestinesi in città quali il campo profughi di Bureij, Qibya, Idna, Surif, Wadi Fukin, Falameh, Rantis, Gerusalemme, Budrus, Dawayima, Beit Liqya, Khan Younis e Gaza.

Israele ha sempre fatto ricorso ad attacchi terroristici contro gli ebrei in altri paesi, specialmente paesi arabi come paesi nordafricani, Iraq, Libano e Giordania, per incoraggiare i residenti arabi ebrei ad emigrare in Israele. L'affare Lavon è solo un famoso episodio terroristico di questo tipo avvenuto in Egitto.

Il 29 gennaio 1999, in un articolo sul quotidiano Ha’aretz, Gideon Spiro, ex membro del battaglione 890, affermò che la Unit 101 era un prototipo iniziale e primitivo per le più sofisticate unità di liquidazione Duvdevan e Shimshon costituite durante l'intifada. Le loro operazioni erano caratterizzate "dall'uccisione di mucchi di civili e da poco vero combattimento".

Israele è l'unico paese al mondo con molti primi ministri che sono stati membri di organizzazioni terroristiche o di terrorismo di Stato coinvolte nel massacro di civili. Questi personaggi includono Golda Meir, Yitzhak Rabin, Menachem Begin, Yitzhak Shamir, Ehud Barak, Ariel Sharon, e Shimon Peres.

Arnold Toynbee scrisse che " è stata una tragedia suprema che la lezione imparata dagli ebrei dall'incontro con la Germania nazista sia stata non di rifuggire ma di imitare alcune delle malvagità che i nazisti avevano commesso contro gli ebrei".

Gli israeliani e gli ebrei del mondo hanno inseguito senza sosta per decenni i criminali di guerra nazisti per i loro crimini commessi durante la seconda guerra mondiale. Hanno inseguito criminali di guerra nazisti per il resto delle loro vite, anche quando erano vecchi e prossimi alla morte, perché pagassero per i loro crimini. Non ho alcun dubbio che, a loro volta, i criminali di guerra israeliani saranno perseguiti e condannati per i loro crimini di guerra commessi contro gli arabi.

Il Dr. Elias Akleh, redattore di MWC (Media With Coscience), è uno scrittore arabo di origine palestinese nato nella città di Beit Jala. La sua famiglia fu dapprima espulsa da Haifa dopo la "Nakba" del 1948. poi espulsa da Beit Jala dopo la "Nakseh" del 1967. Oggi vive negli USA, e pubblica su internet i suoi articoli sia in arabo che in inglese.

Titolo originale: "Nazi Israel … Indeed"

Fonte: http://desertpeace.wordpress.com
Link
22.12.2008

PARLAMENTARE EBREO BRITANNICO ACCUSA ISRAELE DI COMPORTARSI COME I NAZISTI

DI SETFREE68
Uruknet

"Israele è nato dal terrorismo ebraico, il padre di Tzipi Livni era un terrorista". Incredibili affermazioni alla House of Parliament. Sir Gerald Kaufman, un veterano dei parlamentari laburisti, ieri ha paragonato le azioni delle truppe israeliane a Gaza ai nazisti che costrinsero la sua famiglia a scappare dalla Polonia.

Durante un dibattito alla Camera dei Comuni sui combattimenti a Gaza, egli ha esortato il governo a imporre un embargo delle armi a Israele.

Sir Gerald, che è stato cresciuto come ebreo ortodosso e sionista, ha detto: "Mia nonna era malata nel suo letto quando i nazisti entrarono nella sua casa e un soldato tedesco le sparò uccidendola mentre era a letto."

"Mia nonna non è morta per fornire una copertura ai soldati israeliani che uccidono le nonne palestinesi a Gaza. L'attuale governo israeliano sfrutta cinicamente e spietatamente la perpetua colpa dei gentili per il massacro degli ebrei nell'Olocausto come giustificazione per la sua uccisione dei palestinesi".

Egli ha detto che l'affermazione che gran parte delle vittime palestinesi fossero militanti "era la replica dei nazisti" e ha aggiunto: "Suppongo che gli ebrei che combattevano per la loro vita nel ghetto di Varsavia sarebbero potuti essere qualificati come militanti".

Egli ha accusato il governo israeliano di cercare la conquista e ha aggiunto: "non sono semplicemente dei criminali di guerra, sono dei pazzi".


Titolo originale: "Video: UK Jewish MP: Israel acting like Nazis in Gaza"

Fonte: http://www.uruknet.info
Link
17.01.2009

Articoli scelti e tradotti per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO

VEDI ANCHE: PERCHE’ E’ GIUSTO PARAGONARE SIONISMO E NAZISMO


16/01/09

Appello dall'interno - firmato da cittadini israeliani

Scritto da 540 cittadini israeliani l’8 gennaio 2008

A sostegno dell'appello della comunità palestinese per i diritti umani per una azione internazionale
Come se l'occupazione non bastasse, la brutale repressione della popolazione palestinese in corso, la costruzione degli insediamenti e l'assedio di Gaza, ora pure il bombardamento della popolazione civile: uomini, donne, vecchi e bambini, ragazzi.

Centinaia di morti, centinaia di feriti, ospedali sovraccarichi, il deposito centrale di medicinali di Gaza bombardato. Persino l'imbarcazione Dignity del movimento Free Gaza che portava forniture mediche di emergenza e numerosi medici è stata attaccata. Israele ha ripreso apertamente a commettere crimini di guerra, peggiori di quelli che abbiamo visto in un lungo periodo di tempo.

I media israeliani non mostrano ai loro spettatori gli orrori né le voci delle dure critiche mosse contro questi crimini. La storia che viene raccontata è uniforme. Gli israeliani dissidenti vengono denunciati come traditori. L'opinione pubblica compresa quella della sinistra sionista appoggia la politica israeliana acriticamente e senza riserve.

La politica criminale distruttiva di Israele non cesserà senza un massiccio intervento da parte della comunità internazionale. Tuttavia, ad eccezione di alcune condanne ufficiali piuttosto deboli, la comunità internazionale è riluttante ad intervenire. Gli Stati Uniti appoggiano apertamente la violenza israeliana e l'Europa, nonostante qualche voce di condanna, non è disposta a prendere seriamente in considerazione il ritiro del “regalo” concesso ad Israele col potenziamento delle sue relazioni con l'Unione Europea.

In passato, il mondo ha saputo combattere le politiche criminali. Il boicottaggio del Sud Africa fu efficace, Israele invece viene trattato con guanti di velluto: le sue relazioni commerciali sono fiorenti, la cooperazione accademica e culturale continua a intensificasi con il sostegno diplomatico.

Questo sostegno internazionale deve cessare. Questo è l'unico modo per fermare la insaziabile violenza israeliana.

Noi chiediamo al mondo di fermare la violenza israeliana e di non permettere il proseguimento della brutale occupazione. Rivolgiamo un appello al mondo perché condanni i crimini di Israele e non ne diventi complice.

Alla luce di quanto sopra, chiediamo al mondo di applicare l'appello delle organizzazioni per i diritti umani palestinesi che esortano:

• “Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a convocare una sessione di emergenza e ad adottare misure concrete, compresa l'imposizione di sanzioni, al fine di garantire l'adempimento da parte di Israele dei suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario.

• Le Alte Parti contraenti alle Convenzioni di Ginevra per l'adempimento degli obblighi di cui all'articolo 1, per garantire il rispetto delle disposizioni delle convenzioni, prendendo le opportune misure per costringere Israele a rispettare i suoi obblighi nel quadro del diritto internazionale umanitario, in particolare dando importanza fondamentale al rispetto e alla protezione dei civili dagli effetti delle ostilità.

• Le Alte Parti contraenti di adempiere il loro obbligo giuridico ai sensi dell'articolo 146 della quarta Convenzione di Ginevra, a perseguire i responsabili di gravi violazioni della Convenzione.

• Le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a rendere efficace l'uso delle linee guida dell'Unione europea per favorire l'osservanza del diritto internazionale umanitario (2005 / C 327/04) al fine di garantire che Israele osservi il diritto umanitario internazionale di cui al paragrafo 16 (b), (c) e ( d) di tali orientamenti, compresa l'adozione immediata di misure restrittive e le sanzioni, così come la cessazione di tutti i rafforzamenti del dialogo con Israele.”

Contatto: gazabfw@gmail.com
Traduzione di Manlio Caciopo per Megachip
Questo Articolo proviene da Megachip - Democrazia nella comunicazione
http://www.megachip.info

Appello Sottoscritto da 540 cittadini israeliani (prima lista):

Avital Aboody, Sami Abu Shehadeh, Moshe Adler, Haim Adri, Gali Agnon, Bilha Aharoni, Hagit Aharoni, Saida Ahmed, Danny Aisner, Orna Akad, Aviv Aldema, Ra'anan Alexandrowicz, Joseph Algazy, Omer Allon, Dan Almagor, Orly Almi, Tali Almi, Tamar Almog, Udi Aloni, Yuli Aloni-Primor, Colman Altman, Janina Altman, Ahmad Amara, Eitan Amiel, Nitza Aminov, Gish Amit, Yossi Amitay, Naama Arbel, Tal Arbel, Rana Asali, Maisoon Assadi, Keren Assaf, Zohar Atai, Najla Atamnah, Rutie Atsmon, Michal Aviad, Hanna Aviram, Jasmin Avissar, Amira Bahat, Noam Bahat, Daniela Bak, Abeer Baker, Saleh Bakri, Rim Banna, Oshra Bar, Yoav Barak, Daphna Baram, Michal Bareket, Hila Bargiel, Ronny Bar-Gil, Yoram Bar-Haim, Ronnie Barkan, Osnat Bar-Or, Racheli Bar-or, Yossi Bartal, Raji Bathish, Dalit Baum, Shlomit Bauman, Esther Ben Chur, Hagit Ben Yaacov, Tal Ben Zvi, Yael Ben-Zvi, Avner Ben-Amos, Ronnen Ben-Arie, Ur Ben-Ari-Tishler, Ofra Ben-Artzi, Yotam Ben-David, Smadar Ben-Natan, Shmuel Ben Yitzchak, Avi Berg, Daniel Berger, Tamar Berger, Anat Biletzki, Itai Biran, Rotem Biran, Shany Birenboim, Rozeen Bisharat, Yafit Gamilah Biso, Liran Bitton, Simone Bitton, Yahaacov Bitton, Rani Bleier, Yempa Boleslavsky, Hagit Borer, Ido Bornstein, Irith Bouman, Haim Bresheeth, Aya Breuer, Shlomit Breuer, Dror Burstein, Smadar Bustan, Shai Carmeli-Pollak, Smadar Carmon, Zohar Chamberlain-Regev, Sami Shalom Chetrit, Chassia Chomsky-Porat, Arie Chupak, Isadora Cohen, Kfir Cohen, Matan Cohen, Nahoum Cohen, Raya Cohen, Ron Cohen, Stan Cohen, Yifat Cohen, Alex Cohn, Scandar Copti, Adi Dagan, Yael Dagan, Yasmeen Daher, Silan Dallal, Tamari Dallal, Leena Dallasheh, Eyal Danon, Uri Davis, Hilla Dayan, Relli De Vries, Maoz Degani, Ruti Divon, Diana Dolev, Yfat Doron, Ettie Dotan, Keren Dotan, Ronit Dovrat, Daniel Dukarevich, Arnon Dunetz, Maya Dunietz, Udi Edelman, Shai Efrati, Neta Efrony, Rani Einav, Asa Eitan, Danae Elon, Ruth El-Raz, Noam Enbar, Amalia Escriva, Anat Even, Gilad Evron, Ovadia Ezra, Basma Fahoum, Avner Faingulernt, Ghazi-Walid Falah, Naama Farjoun, Yvonne Fattal, Dror Feiler, Pnina Feiler, Micky Fischer, Sara Fischman, Nadav Franckovich, Ofer Frant, Ilil Friedman, Maya Galai, Dafna Ganani, Gefen Ganani, Yael Gazit, Yoram Gelman, Yakov Gilad, Amit Gilboa, Michal Ginach, Rachel Giora, Michal Givoni, Ednna Glukman, Angela Godfrey-Goldstein, Bilha Golan, Neta Golan, Shayi Golan, Tsilli Goldenberg, Vardit Goldner, Tamar Goldschmidt, Lymor Goldstein, Dina Goor, Shelley Goral, Joel Gordon, Ester Gould, Inbal Gozes, Inbal Gozes-Sharvit, Erella Grassiani, Adar Grayevsky, Gill Green, David Greenberg, Ela Greenberg, Dani Grimblat, Lev Grinberg, Yosef Grodzinsky, Hilik Gurfinkel, Galia Gur-Zeev, Anat Guthmann, Amos Gvirtz, Maya Gzn-Zvi, Yoav Haas, Iman Habibi, Connie Hackbarth, Uri Hadar, Mirjam Hadar Meerschwam, Rayya Haddad, Osnat Hadid, Dalia Hager, Tami Hager, Hava Halevi, Yasmine Halevi, Jeff Halper, Yuval Halperin, Rula Hamdan-Atamneh, Rania Hamed, Rola Hamed, Anat Hammermann Schuldiner, Doron Hammermann-Schuldiner, Ben Handler, Tal Haran, Elad Harel, Nir Harel, Shuli Hartman, Lihi Hasson, Amir Havkin, Shira Havkin, Amani Hawari, Areen Hawari, Iris Hefets, Ada Heilbronn, Ayelet Heller, Sara Helman, Ben Hendler, Aref Herbawi, Tamara Herman, Avi Hershkovitz, Yael Hersonski, Galit Hess, Hannan Hever, Ala Hlehel, Gil Hochberg, Tikva Honig-Parnass, Tikva Honig-Parnass, Inbar Horesh, Veronique Inbar, Rachel Leah Jones, Noga Kadaman, Ari Kahana, Dafna Kaminer, Aya Kaniuk, Ruti Kantor, Liad Kantorowicz, Dalia Karpel, Rabia Kassim, Amira Katz, Shai Katz, Uri Katz, Giora Katzin, Dror Kaufman, Adam Keller, Yehudit Keshet, Lana Khaskia, Efraim Kidron, Alisa Klein, Sylvia Klingberg, Yana Knopova, Ofra Koffman, Yael Korin, Alina Korn, Rinat Kotler, Meira Kowalsky, Noa Kram, Miki Kratsman, Rotem Kuehnberg, Assia Ladizhinskaya, Michal Lahav, Roni Lahav, Idan Landau, Yitzhak Laor, Orna Lavi, Ruti Lavi, Shaheen Lavie-Rouse, Yigal Laviv, Tamar Lehahn, Ronen Leibman, Miki Lentin, Ronit Lentin, Yael Lerer, Chava Lerman, Noa Lerner, Yair Lev, Yudith Levin, Abigail Levine, Eyal Levinson, Dana Levy, Inbal Lily-Koliner, Moran Livnat, Omri Livne, Amir Locker-Biletzki, Yael Locker-Biletzki, Yossi Loss, Yael Lotan, Guy Lougashi, Irit Lourie, Orly Lubin, Joseph Lubovsky, Aim Deuelle Luski, Naomi Lyth, Moshe Machover, Aryeh Magal, Liz Magnes, Noa Man, Ya'acov Manor, Arabiya Mansour, Roi Maor, Adi Maoz, Eilat Maoz, Yossi Marchaim, Alon Marcus, Esti Marpet, Ruchama Marton, Nur Masalha, Anat Matar, Doron Matar, Haggai Matar, Oren Matar, Samy Matar, Rela Mazali, Naama Meishar, Rachel Meketon, Yitzhak Y. Melamed, Remy Mendelzweig, Racheli Merhav, Yael Meron, Juliano Merr-Khamis, Esti Micenmacher, Maya Michaeli, Avraham Milgrom, Jeremy Milgrom, Elisheva Milikowski, Erez Miller, Katya Miller, Limor Mintz-Manor, Ariel Mioduser, Dror Mishani, Eedo Mizrahi, Avi Mograbi, Liron Mor, Magi Mor, Susan Mordechay, Susanne Moses, Haidi Motola, Ahuva Mu'alem, Ben Tzion Munitz, Norma Musih, Dorit Naaman, Michal Naaman, Gil Naamati, Haneen Naamnih, Naama Nagar, Dorothy Naor, Regev Nathansohn, Shelly Nativ, Salman Natour, Judd Ne'eman, Dana Negev, Smadar Nehab, Shlomit Lola Nehama, Ofer Neiman, David Nir, Eyal Nir, Tali Nir, Alex Nissen, Tal Nitzan, Joshua Nouriel, Yasmine Novak, Nira Nuriely, David Ofek, Tal Omer, Adi Ophir, Anat Or, Yael Oren Kahn, Norah Orlow, Gal Oron, Akiva Orr, Dorit Ortal, Noam Paiola, Il'il Paz-el, Michal Peer, Miko Peled, Nirit Peled, Nurit Peled-elhanan, Leiser Peles, Orna Pelleg, Tamar Pelleg-Sryck, Sigal Perelman, Amit Perelson, Nadav Pertzelan, Erez Pery, Tom Pessah, Dani Peter, Shira Pinhas, Yossi Pollak, Gil Porat, Dror Post, Eyal Pundik, Yisrael Puterman, Ilya Ram, Nery Ramati, Amit Ramon, Avi Raz, Ayala Raz, Hili Razinsky, Amnon Raz-Krakotzkin, David Reeb, Hadas Refaeli, Shlomo Regev, Dimi Reider, Noa Reshef, Amit Ron, Roee Rosen, Illit Rosenblum, Maya Rosenfeld, Danny Rosin, Yehoshua Rosin, Ilana Rossoff, Ilani Rotem, Natalie Rothman, Areej Sabbagh, Ahmad Sa'di, Sidki Sadik, Walid Sadik, Hannah Safran, Hiba Salah, Sana Salame-Daqa, Galit Saporta, Sima Sason, Sagi Schaefer, Tali Schaefer, Oded Schechter, Agur Schiff, Nava Schreiber, Idit Schwartz, Michal Schwartz, Noa Schwartz, Eran Segal, Keren Segal, Irit Segoli, Irit Sela, Dan Seltzer, Yael Serry, Shaul Setter, Meir Shabat, Aharon Shabtai, Michal Shabtay, Itamar Shachar, Erella Shadmi, Ilan Shalif, Hanna Shammas, Ayala Shani, Uri Shani, Arik Shapira, Bat-Sheva Shapira, Yonatan Shapira, Omer Sharir, Yael Shavit, Noa Shay, Fadi Shbita, Adi Shechter, Oz Shelach, Adi Shelesnyak, Mati Shemoelof, Ehud Shem-Tov, Yehouda Shenhav, Nufar Shimony, Khen Shish, Hagith Shlonsky, Tom Shoval, Sivan Shtang, Tal Shuval, Ivy Sichel, Ayman Sikseck, Shelly Silver, Inbal Sinai, Eyal Sivan, Ora Slonim, Kobi Snitz, Maja Solomon, Gideon Spiro, Neta Stahl, Talila Stan, Michal Stoler, Ali Suliman, Dored Suliman, Marcelo Svirsky, Yousef Sweid, Ula Tabari, Yael Tal, Lana Tatour, Doron Tavory, Ruth Tenne, Idan Toledano, Eran Torbiner, Osnat Trabelsi, Lily Traubmann, Naama Tsal, Lea Tsemel, Ruth Tsoffar, Ehud Uziel, Ivan Vanney, Sahar Vardi, Roman Vater, Ruth Victor, Yaeli Vishnizki-Levi, Roey Vollman, Roy Wagner, Michael Warschawski, Michal Warshavsky, Ruthy Weil, Sharon Weill, Shirly Weill, Elian Weizman, Eyal Weizman, Einat Weizman Diamond, Elana Wesley, Etty Wieseltier, Yossi Wolfson, Oded Wolkstein, Ayelet Yaari, Smadar Yaaron, Roni Yaddor, Sarah Yafai, Galia Yahav, Sergio Yahni, Niza Yanay, Amnon Yaron, Tamar Yaron, Mahmoud Yazbak, Oren Yiftachel, Sarit Yitzhak, Sharon Zack, Uri Zackhem, Jamal Zahalka, Sawsan Zaher, Adva Zakai, Edna Zaretsky, Beate Zilversmidt, Amal Zoabi, Haneen Zoubi, Himmat Zu'bi, Mati Zuckerman.

Udine, presidio per la pace

sabato 17 gennaio
dalle ore 16.00
FERMIAMO IL MASSACRO A GAZA
presidio per la pace in piazza matteotti a udine
Quello che sta accadendo in questi giorni in medio-oriente non può lasciare nessuno indifferente. Le notizie che ci giungono da Gaza sono agghiaccianti, dopo due settimane di bombardamenti incessanti e azioni militari di terra, il bilancio è drammatico: oltre 1000 morti, di cui 400 bambini 4 mila feriti. Siamo di fronte ad un vero e proprio genocidio, a una guerra che viola ogni principio del diritto internazionale il cui unico risultato sarà quello di distruggere ogni speranza e processo di pace in una terrà già segnata da anni di conflitti. Le diplomazie internazionali, comprese quelle dell'Unione Europea, hanno grandi responsabilità per la crisi umanitaria a Gaza causata dal continuo assedio e per l'aver di fatto contribuito alla costituzione di un sistema di apartheid nella Cisgiordania mentre gli Stati Uniti perpetuano la loro politica di complicità con Israele. Le diplomazie internazionali hanno la responsabilità del silenzio e dell'inerzia di fronte ai crimini di guerra e alle violazioni del diritto internazionale e umanitario che avvengono ogni giorno a Gaza. Non ci sarà mai pace finché si costringerà il popolo palestinese a vivere in ghetti, subire vessazioni continue, finché non si permetterà la nascita di uno stato palestinese. L'occupazione militare del territorio palestinese deve finire. L'assedio di Gaza, che causa una tragedia umana tanto grande, deve essere revocato. E' necessario sostenere il diritto all'autodeterminazione e alla resistenza popolare palestinese. Chiediamo di porre fine all'occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza, la fine immediata delle operazioni militari, la fine dell'assedio di Gaza, la rimozione del Muro e degli insediamenti, il rispetto delle risoluzioni internazionali, inclusa la 194, e la nascita di uno stato palestinese che possa vivere in pace accanto a quello di Israele. Crediamo sia giusto arrivare a una conferenza di pace che vincoli Israele al rispetto del diritto internazionale, pena la sospensione di tutti gli accordi militari, commerciali e di cooperazione. Crediamo nella necessità di un impegno da parte di tutti per la costruzione di una pace vera e giusta in Medioriente a partire dal dialogo di tutte le parti coinvolte. Questo obiettivo sarà possibile solo se verrà fermata questa nuova ed insensata guerra, se si porrà fine all'aggressione. Ci faremo promotori di un opera di sensibilizzazione su quanto sta avvenendo esigendo dai mezzi di informazione una copertura non reticente dei fatti relativi al conflitto e, allo stesso tempo, crediamo sia necessario costruire anche attraverso petizioni rivolte alle ambasciate e alle diverse istituzioni una pressione dal basso per chiedere il cessate il fuoco e una pace giusta. Noi non ci voltiamo dall'altra parte, noi non siamo indifferenti, noi non lasceremo solo il popolo Palestinese.
piazza matteotti, udine
Aderiscono: Arci Comitato Territoriale di Udine, Donne in Nero, Collettivo Makhno, Movimento Studentesco, Partito della Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti/e, Partito dei Comunisti Italiani, Associazione di Amicizia Italia Cuba, Un ponte per…, Vientos del Sur, Associazione Strada Facendo, Associazione Iside, Unione sindacale italiana.

Hamas pronta a una tregua con Israele


Hamas è pronta ad accettare un cessate il fuoco con Israele a partire da domani. Il gruppo islamico ha posto cinque condizioni: la tregua deve essere immediatamente seguita dall'ingresso di aiuti umanitari a Gaza; l'esercito israeliano deve ritirare tutte le truppe entro una settimana; il transito di merci dentro e fuori la Striscia deve essere controllato da osservatori egiziani, europei e turchi; il confine di Rafah deve essere riaperto sotto il controllo delle autorità palestinesi e di osservatori internazionali; la tregua durerà un anno con la possibilità di prolungarla. Il governo israeliano è contrario a mettere un limite temporale alla tregua e pretende garanzie sulla fine del contrabbando di armi. L'attacco israeliano ha provocato finora 1.105 morti e 5.100 feriti.

http://www.haaretz.com/hasen/spages/1056134.html

15/01/09

Una Donna Palestinese - (cortometraggio - documentario)


fonte: Alternate Focus

Questo cortometraggio documentario porta lo spettatore a conoscere le condizioni di isolamento palestinesi all'interno delle loro comunità. E 'girato accanto al muro di separazione che Israele continua a costruire nei territori palestinesi occupati.

Terry Boulatta, madre, insegnante e attivista della comunità, mostra come il muro alto "27 piedi" circonda il suo quartiere a Gerusalemme Est, racconta la separazione dalle comunità adiacenti di Abu Dis, la separazione con i legami storici delle due comunità. Il muro contribuisce al soffocamento della vita, l'ultima realtà per i palestinesi sotto occupazione.

Terry ci porta a mezza ora di macchina per arrivare da un lato del muro ad un altro, un viaggio, che in precedenza ha avuto solo quattro minuti.
Noi impariamo a conoscere i terminal di controllo attraverso i quali i palestinesi devono passare per viaggiare all'interno del loro territorio.

Terry parla di insediamenti illegali e confische di terra elementi di apartheid, che Israele ha costituito e imposto per i coloni "i padroni della terra".
[traduzione webrond]

14/01/09

MSF non si arrende nelle zone di guerra e di epidemia

Gaza, per le equipe di MSF sempre più difficile portare soccorso a una popolazione intrappolata e senza vie di fuga

Un team chirurgico di MSF sempre in attesa delle autorizzazioni per entrare nella Striscia di Gaza e portare aiuto all'ospedale di Shifa

12/01/2009

Gaza/Roma - A causa dell'insicurezza, le equipe di Medici Senza Frontiere continuano a incontrare enormi difficoltà nel soccorrere i feriti. Le condizioni di sicurezza continuano a impedire alle equipe mediche e agli aiuti umanitari di venire in soccorso a una popolazione che non può fuggire e si ritrova intrappolata.

La tregua non aiuta in alcun modo il lavoro degli operatori umanitari né l'accesso dei pazienti agli ospedali. Infatti la tregua interessa solo la città di Gaza, e non le periferie urbane. La clinica di MSF per le cure post-operatorie nella città di Gaza è aperta tutti i giorni, ma solo pochi dei nostri pazienti possono raggiungerla a causa dei rischi nei quali incorrono.

Gli operatori palestinesi di MSF continuano a fornire cure nei quartieri dove risiedono, ma anche queste attività sono estremamente limitate di fronte all'immensità dei bisogni.

Mercoledì 7 gennaio le nostre equipe hanno visitato 3 scuole che ospitano degli sfollati. Hanno valutato i bisogni sanitari e hanno distribuito materiale medico e farmaci. Ci sono dei medici tra gli sfollati, e sono loro che si occupano di fornire le cure.

Le nostre equipe a Gaza, in contatto continuo con le strutture ospedaliere palestinesi, constatano la grande fatica del personale sanitario ospedaliero che deve continuamente gestire l'afflusso dei feriti, soprattutto la notte.

Un'equipe chirurgica di MSF si trova attualmente a Gerusalemme e comprende un chirurgo vascolare, un chirurgo generale, un infermiere anestesista, un infermiere di sala operatoria e un medico anestesista specializzato in terapia intensiva. MSF spera di poterli far entrare nella Striscia di Gaza quanto prima. Questa equipe andrebbe a sostenere le equipe mediche palestinesi nell'ospedale di riferimento di Shifa.

MSF è inoltre in attesa delle ultime autorizzazioni per fare rientrare 21 tonnellate di materiale medico, tra cui due tende mediche gonfiabili che permetteranno di accrescere le capacità di ricovero e di terapia intensiva e di mettere eventualmente in piedi una sala operatoria supplementare. Un logista di MSF raggiungerà le equipe per allestire queste strutture.

MSF in azione
Somalia, oltre 50mila persone in fuga dai combattimenti
In seguito ai pesanti combattimenti tra due gruppi armati di domenica scorsa, il team medico somalo di MSF ha curato 46 feriti nell'ospedale di Istarlin a Guri El. Oltre 50mila persone sono fuggite dalla città di Guri El e dalla capitale regionale di Dhusa Mareb per cercare rifugio nelle zone rurali, restando praticamente tagliati fuori dalla possibilità di ricevere assistenza.

L'epidemia di Ebola continua
Kasai occidentale, Repubblica Democratica del Congo
A oggi sono 42 i casi di sospetta febbre emorragica da virus Ebola registrati nella provincia del Kasai occidentale, nella RDC, e 13 i decessi riportati fino a questo momento.

Un sito sionista chiede di uccidere Vittorio Arrigoni!

Negli USA, il sito web di estrema destra, sionista www.stoptheism.com ha messo in rete il nome e la foto di Arrigoni indicandolo all'esercito israeliano come "il bersaglio n.1" da uccidere.

Vittorio Arrigoni è il cooperante italiano residente a Gaza che in queste settimane sta fornendo testimonianze preziose su quanto sta avvenendo nella Striscia, sia attraverso il quotidiano Il Manifesto sia attraverso il suo blog.
Per un sito, evidentemente criminale, che va immediatamente denunciato ed oscurato, che si intitola http://stoptheism.com, Vittorio Arrigoni è indicato come il bersaglio numero uno da uccidere. Avete capito bene, da uccidere. Di lui e di altri cooperanti,
Jenny Linnel (bersaglio numero due), Ewa Jasiewicz, bersaglio numero 3, e una lista di altre persone, sono pubblicate foto e dettagli e segni particolari per poterli identificare e viene fornito perfino un numero di telefono negli Stati Uniti per poter segnalare all'esercito israeliano l'eventuale avvistamento e come poterli eliminare.
La Polizia postale e la Farnesina devono immediatamente attivarsi presso le autorità estere competenti perché chiunque si celi dietro il sito venga identificato e il sito oscurato. Ad una ricerca sul database del servizio Whois per il dominio in questione non è possibile ottenere alcuna informazione rilevante per identificare gli istigatori all'omicidio.

Per mio conto, non é una questione di schieramento da una o dall'altra parte, non c'é tempo per ciò, mi schiero dalla parte della pace, per fermare il massacro, per restituire dignità e libertà al Popolo Palestinese, per fermare la politica Israeliana che sembra completamente impazzita, folle, cieca al rispetto dei Diritti Umani e costringere Israele ed Hamas ad una risoluzione DEFINITIVA che volga al riconoscimento e rispetto della libertà di vivere in pace al così tanto offeso popolo Palestinese finora solo deturpato delle terre, sfruttato e schiavizzato.
Se i Media non lo vogliono fare, raccontare la verità e quel che succede, lo faremo noi freebloggers, con l'unico interesse di fermare il massacro e di rendere un Popolo libero.
Solidarietà a Vittorio Arrigoni e FREE PALESTINA, quindi.... documentando sui blogs e nelle piazze finché sarà necessario. A Udine come in tante altre piazze italiane e nel mondo intero ci sarà una manifestazione/presidio questo sabato 17 Gennaio, leggi qui il comunicato stampa.
http://whoisguerrillaradio.blogspot.com/

13/01/09

Gaza: quel che é troppo é troppo

Cari Amici,

Con piu` di 900 morti a Gaza e` tempo di fermare questa guerra, ma Bush sta fermando un giusto cessate il fuoco da parte delle Nazioni Unite- mandiamo 500,000 voci per la pace:
Lo spargimento di sangue a Gaza sta crescendo--le fatalita` si aggirano intorno alle 800 persone di cui quasi la meta` cibvili e piu` di 250 bambini. Gli Israeliano grazie a areoplani e artiglieria bombardano aree urbane densamente popolate, scuole delle Nazioni Unite incluse, migliaia i feriti a piu` di 1.5 milioni di civili terrorizzati non hanno via di scampo da questo territorio prigione -- i confini sono stati sigillati. Hamas continua a combattere e a lanciare razzi su Israele: 11 Israeliani sono morti, anche da fuochi amici.

La nostra chiamata mondiale per un cessate il fuoco internazionalmente garantito sta iniziando a farsi sentire chiara e forte, guadagnandosi il supporto dei leaders d`Europa, del Medio Oriente e senza dubbio: le fondamenta per un accordo stanno diventando chiare. Ma israele continua a rifiutare la via della tregua, e l`ex presidente Bush sta bloccando un cessate il fuoco negoziato dalle Nazioni Unite , cercando invece di imporre un alternativa incline al renedere legittima da parte di Israele il soffocamento e isolamento di Gaza.

Quel che e` troppo e` troppo. Non possiamo permettere che Bush & Co. blocchino un giusto cessate il fuoco. 250,000 hanno firmato la petizione per il cessate il fuoco, arriviamo a mezzo milione--lo pubblicheremo con un duro-colpo avviso sul Washington Post e lo consegneremo ai membri Consiglio della Sicurezza delle Nazioni Unite durante riunioni -- segui il link sotto per vedere l`avviso, firma la petizione, e inoltra questo messaggio a tutti i tuoi amici e familiari:

http://www.avaaz.org/it/gaza_time_for_peace/

Il nostro sforzo puo` davvero fare la differenza--Lo stesso ministro degli esteri israeliano assicura che una forte pressione internazaionale, se intensa abbastanza, potrebbe assicurare un cessate il fuoco.
Mentre la comunità internazionale continua i dibattiti e postpone il problema, sempre più civili muoiono ogni giorno. Un ufficiale di alto rango dell’ONU ha dichiarato “Non esiste un posto sicuro a Gaza. Qui tutti sono terrorizzati e traumatizzati”. Opponendosi a una risoluzione delle Nazioni Unite, secondo quanto si dice Bush propone di escludere Hamas da qualsiasi cessate il fuoco e lasciare carta bianca ad Israele, garantendo quindi che la violenza continui indisturbata. Ecco perché ci rivolgiamo al neoeletto presidente Obama e ai principali strateghi degli Stati Uniti, così come all’UE e ai principali leader internazionali, per raggiungere una risoluzione equa e stabile.

Affinchè sia duraturo, il cessate il fuoco deve proteggere i civili e pore finea tutti gli attacchi. -- Le incursioni e i bombardamenti israeliani così come i razzi palestinesi sono diretti al sud di Israele. È sempre più necessaria una supervisione internazionale alle frontiere, affinchè siano riaperte le frontiere di Gaza per poter portare viveri, carburante, medicinali e altri beni di prima necessità , e per far sì che non ci sia un traffico di armi che tra l’altro è solamente aumentato con il blocco delle frontiere e per monitorare e rafforzare un bilaterale cessate il fuoco

Hamas, che ha vinto le elezioni del 2006 e ora governa a Gaza, ha dichiarato che accetterà il suddetto cessate il fuoco. Dovrà mantenere la sua parola esattamente come lo dovrà fare Israele. Non esiste una soluzione militare per nessuna delle due parti – è giunto il momento che i poteri mondiali entrino in gioco proponendo un accordo equo che protegga i civili da entrambe le parti e permetta loro di vivere le proprie vite in pace e tranquillità.Firma la petizione ora con il link qui sotto e invia il messaggio a tutti quelli che conosci – lo pubblicheremo sul Washington Post e non solo, e cercheremo di raggiungere incontri faccia a faccia per consegnare la petizione all’equipe di Obama, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e ai leader europei:

http://www.avaaz.org/it/gaza_time_for_peace/

Con speranza e determinazione,

Paul, Graziela, Ricken, Luis, Alice, Brett, Ben, Iain, Paula, Veronique, Milena e tutto il team di Avaaz & Webrond con CultCorner.info

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P.S. Per un riassunto di molte delle campagne di Avaaz fino ad ora guarda qui:
https://secure.avaaz.org/it/report_back_2

Fonti:

1. La Repubblica: http://www.repubblica.it/2009/01/dirette/sezioni/esteri/striscia-gaza/domenica-undici-genn/index.html

2. Corriere della sera: http://www.corriere.it/esteri/09_gennaio_11/gaza_obiettivi_colpiti_d138af60-dfb8-11dd-a8a3-00144f02aabc.shtml

3. Amira Hass per Internazionale: http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=21238

4. ASCA: http://www.asca.it/news-M_O___UE_CONDANNA_FUOCO_ISRAELIANO_CONTRO_CONVOGLIO_ONU_A_GAZA-800866-ORA-.html

5. L'Unità: http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=75010

6. La Stampa: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200901articoli/39911girata.asp

07/01/09

Gaza / Italia e la lotta per la liberazione - 25 aprile!!!

ALLORA MIO PADRE ERA UN TERRORISTA! guerra di liberazione partigiana (poco più di sessantanni fa)

GAZA: 60 anni di OCCUPAZIONE!!!
60 anni di lotta e compromessi e promesse mai mantenute da parte NOSTRA! Si, perché NOI [occidente] siamo complici dei CAPI Israeliani e dei Governi che SEMPRE hanno sostenuto la loro causa di OCCUPAZIONE e violazione dei diritti umani, sbandierando continuamente, facendosi scudo con lo STERMINIO NAZISTA nei confronti del POPOLO EBREO!
Basta! non serve sprecare altro fiato e mi sento solo di dire che ognuno di noi sarà RESPONSABILE DI QUESTO MASSACRO e che OGNUNO DI NOI DEVE ORA PRENDERE POSIZIONE su questa SPORCA GUERRA ( di sterminio da parte di Israele) (partigiana, da parte dei PALESTINESI)

.. mio padre é stato partigiano, non c'é più ora... ma so che non é felice........

Gaza/Italy and the struggle for liberation - april the 25th!!!

THEN MY FATHER WAS A TERRORIST!
partisan war for liberation (few more than sixty years ago)

OCCUPATION!!!
60 years of fighting and compromise and promises WE never kept!
that's so because WE (the West) are partner in crime with the Israeli LEADERS and the Governments that have been claiming their OCCUPATION and VIOLATION OF HUMAN RIGHTS campaign since ever, nonstop touting and shielding themselves behind the NAZI EXTERMINATION against the JEWISH PEOPLE

THAT IS ENOUGH! ain't no use in spreading more words, I say but EACH OF US will be RESPONSIBLE FOR THIS SLAUGTHER and EACH OF US MUST TAKE A STAND NOW on this FILTHY WAR (of extermination from Israel) (partisan from the Palestinians)

...my father was a partisan, now he is no more...but I know he's not happy...

Diario da Gaza, noi bersagli ambulanti

Testimonianza di Vittorio Arrigoni

Sfilano timorosi con gli occhi rivolti in alto, arresi ad un cielo che piove su di loro terrore e morte, timorosi della terra che continua a tremare sotto ogni passo, che crea crateri dove prima c'erano le case, le scuole, le università, i mercati, gli ospedali, seppellendo per sempre le loro vite. Ho visto carovane di palestinesi disperati sfollare da Jabiliya, Beit Hanoun e da tutti i campi profughi di Gaza, ed andare ad affollare le scuole delle Nazioni Unite come terremotati, come vittime di uno tsunami che giorno per giorno sta inghiottendo la Striscia di Gaza e la sua popolazione civile, senza pietà, senza alcuna minima osservanza dei diritti umani e delle convenzioni di Ginevra. Soprattutto senza che nessun governo occidentale muova un solo dito per fermare questi massacri, per inviare qui personale medico, per arrestare il genocidio di cui si sta macchiando Israele in queste ore.

Continuano gli attacchi indiscriminati a ospedali e a personale medico. Ieri dopo aver lasciato l'ospedale di Al Auda a Jabiliya ho ricevuto una telefonata da Alberto, compagno spagnolo dell'Ism, una bomba è caduta sull'ospedale. Abu Mohammed, infermiere, è rimasto seriamente ferito al capo. Giusto poco prima, con lui, comunista, davanti a un caffè, ascoltavo le eroiche gesta dei leader del Fonte Popolare, i suoi miti: George Habbash, Abu Ali Mustafa, Ahmad Al Sadat. Gli si erano illuminati gli occhi al sapere che le prime nozioni di cosa fosse l'immensa tragedia della Palestina mi erano stati impartiti dai miei genitori, comunisti convinti. Mi aveva chiesto quali erano i leader di sinistra italiani davvero rivoluzionari, del passato, e gli avevo risposto Antonio Gramsci, e quelli di oggi, mi ero preso tempo, gli avrei risposto oggi. Abu Mohammed giace ora in coma nell'ospedale dove lavorava, si è risparmiato la mia deludente risposta.

Verso mezzanotte ho ricevuto un'altra chiamata, questa volta da Eva, l'edificio in cui si trovava era sotto attacco. Conosco bene anche quel palazzo, al centro di Gaza city, ci ho passato una notte con alcuni amici fotoreporters palestinesi, è la sede dei principali media che stanno cercando di raccontare con immagini e parole la catastrofe innaturale che ci ha colpito da dieci giorni. Reuters, Fox news, Russia today, e decine di altre agenzie locali e non, sotto il fuoco di sette razzi partiti da un elicottero israeliano. Sono riusciti a evacuare tutti in tempo prima di rimanere seriamente feriti, i cameramen, i fotografi, i reporter, tutti palestinesi dal momento in cui Israele non permette a giornalisti internazionali di mettere piede a Gaza. Non ci sono obbiettivi «strategici» attorno a quel palazzo, né resistenza che combatte l'avanzata dei mortiferi blindati israeliani, ben più a nord. Chiaramente qualcuno a Tel Aviv non riesce a digerire le immagini dei massacri di civili che si sovrappongono a quelle dei briefing, con rinfresco offerto ai giornalisti prezzolati.
Tramite queste conferenze stampa stanno dichiarando al mondo che gli obbiettivi delle bombe sono solo terroristi di Hamas, e non quei bambini orrendamente mutilati che tiriamo fuori ogni giorno dalle macerie. A Zetun, una decina di chilometri da Jabaliya, un edificio bombardato è crollato sopra una famiglia, una decina le vittime, le ambulanze hanno atteso diverse ore prima di poter correre sul posto, i militari continuano a spararci a contro. Sparano alle ambulanze, bombardano gli ospedali. Pochi giorni fa una «pacifista» israeliana mi avevo detto a chiare lettere che questa è una guerra dove le due parti contrapposte utilizzano tutte le loro armi a disposizione. Invito allora Israele a sganciarci addosso una delle sue tante bombe atomiche che tiene segretamente stivate contro tutti i trattati di non proliferazione nucleare. Ci tiri addosso la bomba risolutiva, terminino l'inumana agonia di migliaia di corpi maciullati nelle corsie sovraffollate degli ospedali che ho visitato. Ho scattato alcune fotografie in bianco e nero ieri, alle carovane di carretti trascinati dai muli, carichi all'inverosimile di bambini sventolanti un drappo bianco rivolto verso il cielo, i volti pallidi, terrorizzati.
Riguardando oggi quegli scatti di profughi in fuga, mi sono corsi i brividi lungo la schiena. Se potessero essere sovrapposte a quelle fotografie che testimoniano la Naqba del 1948, la catastrofe palestinese, coinciderebbero perfettamente. Nel vile immobilismo di stati e governi che si definiscono democratici, c'è una nuova catastrofe in corso da queste parti, una nuova Naqba, una nuova pulizia etnica che sta colpendo la popolazione palestinese.

Fino a qualche istante fa si contavano 650 morti, 153 bambini uccisi, più di 3000 i feriti, decine e decine i dispersi. Il computo delle morti civili in Israele, fortunatamente, rimane fermo a quota 4. Dopo questo pomeriggio il bilancio sul versante palestinese va drammaticamente aggiornato, l'esercito israeliano ha iniziato a bombardare le scuole delle Nazioni Unite. Le stesse che stavano raccogliendo i migliaia di sfollati evacuati dietro minaccia di un imminente attacco. Li hanno scacciati dai campi profughi, dai villaggi, solo per raccoglierli tutti in posto unico, un bersaglio più comodo. Sono tre le scuole bombardate oggi. L'ultima, quella di Al Fakhura, a Jabiliya, è stata centrata in pieno. Più di 40 morti. In pochi istanti se ne sono andati uomini, anziani, donne, bambini che si credevano al sicuro dietro le mura dipinte in blu con i loghi dell'Onu. Le altre 20 scuole delle Nazioni Unite tremano. Non c'è via di scampo nella Striscia di Gaza, non siamo in Libano, dove i civili dei villaggi del Sud sotto le bombe israeliane evacuarono al nord, o in Siria e in Giordania. La Striscia di Gaza da enorme prigione a cielo aperto, si è tramutata in una trappola mortale. Ci si guarda sconvolti e ci si chiede se il consiglio di sicurezza dell'Onu riuscirà questa volta a pronunciare un'unanime condanna, dopo che anche le sue scuole sono prese di mira. Qualcuno fuori di qui ha deciso davvero di fare un deserto, e poi chiamarlo pace. Ci aspetta una lunga nottata sulle ambulanze, anche se l'alba da queste parti è ormai una chimera. I ripetitori dei cellulari lungo tutta la Striscia sono stati distrutti, abbiamo rinunciato a contarci.
Spero di riuscire a rivedere un giorno tutti gli amici che non posso più contattare, ma non mi illudo.

Qui a Gaza siamo tutti bersagli ambulanti, nessuno escluso. Mi ha appena contattato il consolato Italiano, dicono che domani evacueranno l'ultima nostra concittadina. Una anziana suorina che da ventanni anni abitava nei pressi della chiesa cattolica di Gaza,ormai adottata dai palestinesi della Striscia. Il console mi ha gentilmente pregato di cogliere quest'ultima opportunità, aggregarmi alla suora e scampare da questo inferno. L'ho ringraziato per la sua offerta, ma da qui non mi muovo, non ce la faccio. Per i lutti che abbiamo vissuto, prima ancora che italiani, spagnoli, inglesi, australiani, in questo momento siamo tutti palestinesi. Se solo per un minuto al giorno lo fossimo tutti, come molti siamo stati ebrei durante l'olocausto, credo che tutto questo massacro ci verrebbe risparmiato.

Restiamo umani.

Vittorio Arrigoni

06/01/09

Stop ai bombardamenti israeliani a Gaza!.

Francesco Bachis posted an announcement to the cause Stop ai bombardamenti israeliani a Gaza!.

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Cari tutti,
mi permetto di inviarvi questo report da Gaza, inviato dal volontario Vittorio Arrigoni, forse l'unico testimone italiano presente a Gaza attualmente, visto il divieto d'ingresso che il governo israeliano ha imposto ai giornalisti stranieri. Ciò consente di farci una idea di quanto stia succedendo in quella regione.
L'amministratore

Vittorio Arrigoni
Diario da Gaza,
un giorno in ambulanza

«Alla gente innocente di Gaza: la nostra guerra non è contro di voi ma contro Hamas, se non la smettono di lanciare razzi voi vi troverete in pericolo». E' la trascrizione di una registrazione che è possibile ascoltare rispondendo al telefono queste ore a Gaza. L'esercito israeliano la sta diffondendo illudendosi che i palestinesi non abbiano occhi e orecchi. Occhi per vedere che le bombe colpiscono quasi esclusivamente obiettivi civili, come moschee (15, l'ultima quella di Omar Bin Abd Al Azeez di Beit Hanoun) scuole, università, mercati, ospedali. Orecchie per non udire le urla di dolore e terrore dei bambini, vittime innocenti e eppure predestinate di ogni bombardamento. Secondo fonti ospedaliere, nel momento in cui sto scrivendo sono 120 i minori rimasti uccisi sotto le bombe, su un totale di 548 morti, più di 2700 feriti, decine e decine di dispersi.
Due giorni fa all'ospedale della mezzaluna rossa nel campo profughi di Jabalia, la notte non è mai calata. Dal cielo gli elicotteri Apache hanno lanciato ordigni illuminanti in continuazione, tanto da non farci accorgere di una qualche differenza tra giorno e notte. Il cannoneggiare ripetuto di un tank posto a meno di un chilometro dall'ospedale ha crepato seriamente le mura dell'edificio, ma abbiamo resistito fino alla mattina. Verso le 10 circa, bombe sul campo incolto adiacente all'edificio, fuoco di mitragliatrice tutt'attorno: per i medici della mezzaluna rossa quello era un messaggio dell'esercito rivolto a noi -evacuazione immediata, pena la vita. Abbiamo trasferito i feriti in altre strutture ospedaliere e ora la base operativa delle ambulanze è sulla strada di Al Nady, il personale medico sta seduto sui marciapiedi in attesa delle chiamate, che si susseguono febbrilmente.
Per la prima volta dall'inizio dell’attacco israeliano ho visto negli ospedali dei cadaveri di membri della resistenza palestinese. Un numero piccolo, di fronte alle centinaia di vittime civili, che dopo l'invasione di terra si sono moltiplicate esponenzialmente. Dopo l'attacco alla moschea di Jabalia (coinciso con l'entrata dei tank) che ha causato 11 morti e una cinquantina di feriti, per tutta la notte di sabato scortando le ambulanze ci siamo resi conto della tremenda potenza distruttiva dei proiettili sparati dagli israeliani. A Bet Hanoun una famiglia che si stava scaldando nella propria casa dinnanzi ad un fornellino a legna è stata colpita da uno di questi micidiali colpi di cannone. Abbiamo raccolto 15 feriti, 4 casi disperati. Poi verso le 3 del mattino abbiamo risposto ad una chiamata d'emergenza: troppo tardi, davanti alla porta di un'abitazione tre donne in lacrime ci hanno messo in braccio una bambina di quattro anni avvolta da un lenzuolo bianco, il suo sudario, era già gelida. Ancora una famiglia colpita in pieno, questa volta dall'aviazione, a Jabalia, due adulti con in corpo schegge di esplosivo. I due figli hanno riportato ferite lievi, ma da come strillavano era evidente il trauma psicologico che stavano vivendo, qualcosa che li segnerà indelebilmente per tutta la vita più di uno sfregio su una guancia. Anche se nessuno si ricorda di citarli, sono migliaia i bambini afflitti da gravi turbe mentali procurate dal terrore dei continui bombardamenti, o peggio dalla vista dei genitori e dei fratellini dilaniati dalle esplosioni.
I crimini di cui si sta macchiando Israele in queste ore vanno oltre i confini dell'immaginabile. I soldati non ci permettono di andare a soccorrere i superstiti di questa immensa catastrofe innaturale. Quando i feriti si trovano in prossimità dei mezzi blindati israeliani che li hanno attaccati, a noi sulle ambulanze della mezzaluna rossa non è concesso avvicinarci, i soldati ci bersagliano di colpi. Avremmo bisogno della scorta di almeno un'ambulanza della croce rossa, in coordinamento con i comandi militari israeliani, per poter correre a cercare di salvare vite: provate a immaginare quanto tempo porterebbe via una procedura del genere, una condanna a morte certa per dei feriti in attesa di trasfusioni o di trattamenti di emergenza. Tanto più che la croce rossa ha i suoi di feriti a cui pensare, non potrebbe in nessun modo rendersi disponibile ad ogni nostra chiamata. Ci tocca allora stazionare in una zona «protetta», eufemismo qui a Gaza, e attendere che i parenti ci portino i congiunti moribondi, spesso in...
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