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12/05/10

Bella Italia ...

L'Italia che cambia, esempio mondiale d'onestà e correttezza e rispetto per i lavoratori ed immigrati, dove i politici e parlamentari e scassacazzi vari si riducono gli stipendi, che ora, a seconda delle cariche, vanno dai 1200 Euro ad un massimo di 8000 per le massime cariche; vendute 500.000 auto blu ai cinesi ad una media di 10.000 Euro caduna per un incasso complessivo di Euro 50.000.000.000! Gli aiutisti delle autoblu si riteovano ora molto più avantaggiati dei "normali" cassaintegrati/mobilitati/disoccupati, perchè con il pensionamento anticipato, possono comprarsi un pezzo di terra e qualche capra da allevare e sostenersi in vita sana in qualche terreno sequestrato alla mafia.
Annullati i progetti Tav e ponte sullo stretto e reinvestiti i denari per mettere in sicurezza i territori disastrati e deturpati come quelli della Calabria e Sicilia, purificati tutti i mari e spiagge dell'Italia dai rifiuti tossici, annullati i progetti nucleari ed investiti i denari in energia pulita ed ora come d'incanto, con questi nuovi progetti sono stati creati 3.000.000 nuovi posti di lavoro. Rallentati i tempi di produzione alimentare, ora sana con progetti di degressione puntati all'allevamento e coltivazione di prodotti biologici.
Nessuno paga più l'acqua, l'aria che respira è sana ed i nostri figli hanno l'istruzione garantita e gratuita.
I centri commerciali trasformati i centri di scambio merci equosolidali. Con la totale responsabilizzazione della popolazione si sono svuotate le carceri per far spazio a mafiosi ealtri delinquenti asociali incalliti che però saranno impiegati in campi di lavoro sociale per un'eventuale futura re-integrazione...
Ma allora l'Italia è diventata una società onesta e comunista?
No cazzo! era solo un altro dei miei sogni impossibili!
Peccato! stavo già meglio e più sereno, meglio tornare a dormire? No!
Raconterò a tutti questo mio sogno perchè credo sia possibile quando tutti si sveglieranno dal rincoglionimento autodistruttivo manovrato da chi ci governa, per sottometterci, per i propri porci comodi ...
Ma, scusate! il fascismo! non era fuori legge? (ma questo è un altro discorso)

12/03/10

Chi profitta della crisi

Aspettando il Grecale - di Galapagos

Ieri in Grecia, oggi in Italia: milioni di lavoratori stanno scendendo nelle piazze chiedendo una politica economica diversa che faccia pagare la crisi soprattutto a chi con la crisi si è arricchito tanto. Come ci ha fatto sapere ieri la rivista Forbes (edita dal miliardario Steve Forbes) lo scorso anno i miliardari (con patrimonio superiore al miliardo) sono aumentati di oltre il 20%: da 793 a 1001. E tutti insieme posseggono una fortuna di 3.600 miliardi (quasi il doppio del PIL italiano) il 30% in più dell'anno precedente: Per loro la crisi è stata una benedizione.
Ma come è possibile arricchirsi in un anno di crisi nel quale il Pil mondiale è diminuito di quasi il 4%?
Semplice: facendola pagare ai lavoratori, riducendo ulteriormente la loro quota nella distribuzione dei redditi. Al tempo stesso proteggendo le enormi ricchezze depositate nelle banche, evitando di far fallire le banche. E stiamo parlando di "sussidi" per migliaia di dollari. Il tutto in base al principio che il capitale finanziario non può essere fatto fallire perché tutto il sistema economico gli crollerebbe dietro. Forse. Ma il risultato è evidente: decine di milioni di lavoratorihanno perso il posto di lavoro e il tasso di disoccupazione sfiora il 10%: Senza contare, come sostengono le Nazioni Unite, che il livello di povertà sta costringendo alla fame centinaia di milioni di persone. Nei paesi "arretrati", ma anche nel cuore dell'impero. E la crisi morde in profondità senza differenze nei paesi nei quali la flessibilità era massima (Stati Uniti e Spagna, tanto per fare un paio di esempi) e dove le garanzie per i lavoratori "erano" un pò più serie. Come in Italia. Erano, perché ora anche in Italia il lavoratore non ha più protezione: con l'abolizione di fatto dell'articolo "18" il capitale anche da noi ha ripreso il coltello dalla parte del manico, pronto a pugnalare.
La Cgil che oggi scende in piazza (in maniera un pò sfrangiata e dando l'impressione di aver indetto lo sciopero di 4 ore solo per problemi di rapporti interni) ha posto al primo punto proprio lo smantellamento dell'articolo 18. Purtroppolo fa tardivamente: la mobilitazione andava fatta prima che il parlamento approvasse il progetto degli ex (tanto ex) socialiti Brunetta e Sacconi. Lo sciopero è stato proclamato anche per la difesa della democrazia, del potere d'acquisto dei lavoratori e dei pensionati e per la creazione di posti di lavoro. Il governo che due anni fa aveva lanciato l'elemosina della social card, ieri ha fatto di peggio: ha stanziato 300 milioni di euro per incentivare la ripresa dei consumi. Ogni italiano in media potrà ricevere 5 euro, ogni famiglia 15. Statistiche "false", ma che assumono significato quando si scopre che gli incentivi sono destinati anche per l'acquisto di motori per la nautica da diporto. Immaginiamo la fila di cassaintegrati Fiat o dei lavoratori Eutelia o dei piccoli imprenditori che fanno a pugni per gli incentivi!
Ma non è finita: ieri la Bce ci ha detto che la ripresa è lenta e la creazione di nuovi posti di lavoro è rinviata al fututo. Poi ha lanciato un avvertimento ai governi: preparatevi a un "exit Strategy", cioè a ridurre i deficit di bilancio provocati dalla crisi. Visto che il 90% degli aiuti è finito in mani ricche, l'avvertimento potrebbe sembrare buono. ma non è così: quando gli "gnomi" di Francoforte parlano lo fanno a senso unico. Il loro modello sono i provvedimenti greci: il blocco delle pensioni, la riduzione dei salari. In più, privatizzazioni e flessibilità. Il dramma è che molti sono convinti che Menenio Agrippa col suo "apologo" avesse ragione e che un mondo diverso non è possibile: gli schiavi debbono rimanere schiavi e i padroni, padroni per sempre.

09/06/09

Obama: "Fermate gli insediamenti"


Obama sta chiedendo con forza al governo di destra di Israele di fermare gli insediamenti, che stanno distruggendo le speranze di pace -- diamo vita ad un coro globale di voci per aiutarlo a sovrastare l'agguerrita opposizione in Israele e negli Usa:

Firma la petizione!

Le cartine della Cisgiordania mostrano come i Palestinesi siano ormai confinati in parti molto ridotte della loro terra:
Il Presidente Obama ha appena tenuto un discorso straordinario in Egitto, nel quale si è impegnato personalmente a costruire la pace nel Medio Oriente. La sua prima mossa è stata sorprendentemente di sfidare il nuovo governo di destra di Israele, alleato americano -- mettendolo sotto pressione per far cessare la politica autolesionistica degli insediamenti (colonie illegali sul territorio riconosciuto dagli Usa e dal mondo come palestinese).

Questo è un raro momento di crisi e di opportunità. L'ardita strategia di Obama deve fare i conti con forti resistenze, e avrà bisogno di aiuto da tutto il mondo nei prossimi giorni e settimane per rafforzare le sue intenzioni. Iniziamo subito -- con un coro globaledi voci a supporto dell'affermazione di Obama che gli insediamenti nei territori occupati devono finire.

Faremo pubblicare il numero delle firme su importanti giornali in Israele e a Washington (dove ci sono tentativi di alienare a Obama il supporto del Congresso Usa). Leggi le parole di Obama e aggiungi la tua firma andando al link qui sotto, poi fai girare questa mail ai tuoi amici e familiari così che possano farlo anche loro:

http://www.avaaz.org/it/obama_stop_settlements

C'è ampio consenso sul fatto che gli insediamenti siano un impediment o importante al raggiungimento della pace, un punto di vista condiviso anche da una maggioranza silenziosa di Israeliani. In combinazione con una rete di barriere e posti di blocco queste colonie ormai tappezzano la Cisgiordania, occupando il territorio e obbligando i Palestinesi a vivere come prigionieri in enclavi sempre più piccole (guarda la mappa a destra).

Fino a che questo tema non sarà affrontato sembra impossibile costruire sia un vero stato paestinese che un pace durevole, di qualsiasi sorta Per gli stati arabi che cercano di impegnarsi ad aiutare la pace il fermare gli insediamenti è un test fondamentale per la credibilità di Israele.

Dobbiamo chiedere anche alle altre parti in causa di fare passi audaci. Se riusciamo ad aiutare Obama a mantenere questa linea sugli insediamenti, a far cambiare strada alla politica israeliana e a incoraggiare i Palestinesi e altri stati arabi a offrire una mano tesa, un nuovo inizio per il Medio O riente diventa possibile.

Ma nulla di tutto questo potrà accadere senza un movimento di opinione globale che agisca e supporti il processo.Leggi le parole di Obama, aggiungi la tua firma e fai girare la voce ora:

http://www.avaaz.org/it/obama_stop_settlements

Con speranza e determinazione,

Paul, Raluca, Ricken, Brett, Paula, Graziela, Rajeev, Iain, Taren, Milena, Luis, Alice e tutto il team Avaaz

Il testo completo del discorso del Presidente Obama (in inglese):
http://www.nytimes.com/2009/06/04/us/politics/04obama.text.html?_r=2

http://www.corriere.it/Speciali/Esteri/2009/Discorso_Obama/

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/?id=3.0.3395031504

25/03/09

GAZA - Restiamo Umani - dicembre 2008 gennaio2009 - di Vittorio Arrigoni

Cari Hermanos,
il nostro adagio "RESTIAMO UMANI" ,
diventa un libro.

E all'interno del libro il racconto di tre settimane di massacro,
scritto al meglio delle mie possibilità,
in situazioni di assoluta precarietà,
spesso trascrivendo l'inferno circostante su un taccuino sgualcito
piegato sopra un'ambulanza in corsa a sirene spiegate,
o battendo ebefrenico i tasti su di un computer di fortuna
all'interno di palazzi scossi come pendoli impazziti da esplosioni tutt'attorno.
Vi avverto che solo sfogliare questo libro potrebbe risultare pericoloso,
sono infatti pagine nocive, imbrattate di sangue,
impregnate di fosforo bianco,
taglienti di schegge d'esplosivo.
Se letto nella quiete delle vostre camere da letto rimbomberanno i muri
delle nostre urla di terrore,
e mi preoccupo per le pareti dei vostri cuori
che conosco come non ancora insonorizzate dal dolore.

Mettete quel volume al sicuro,
vicino alla portata dei bambini,
di modo che possano sapere sin da subito di un mondo a loro poco distante, dove l'indifferenza e il razzismo fanno a pezzi loro coetanei come fossero bambole di pezza.
In modo tale che possano vaccinarsi già in età precoce
contro questa epidemia di violenza verso il diverso e ignavia dinnanzi all'ingiustizia.
Per un domani poter restare umani.

I proventi dell'autore,
vale dire Vittorio Arrigoni,
me medesimo,
andranno INTERAMENTE alla causa dei bambini di Gaza sopravvissuti all'orrenda strage,
affinché le loro ferite possano rimarginarsi presto (devolverò i miei utili e parte di quelli de Il Manifesto al Palestinian Center for Democracy and Conflict Resolution, sito web:
http://www.pcdcr.org/eng/ , per finanziare una
serie di progetti ludico-socio-assistenziali rivolti ai bimbi rimasti gravemente feriti o traumatizzati ).

Nonostante offerte allettanti come una tournee in giro per l'Italia con Noam Chomsky, ho deciso di rimanere all'inferno,
qui a Gaza.
Non esclusivamente perché comunque mi è molto difficile evacuare da questa prigione a cielo aperto (un portavoce del governo israeliano ha affermato :"e' arrivato via mare, dovrà uscire dalla Striscia via mare"), ma soprattutto perché qui ancora c'è da fare, e molto, in difesa dei diritti umani violati su queste lande spesso dimenticate.

Non avremo certo gli stessi spazi promozionali di un libro su Cogne di Bruno Vespa o una collezione di lodi al padrone di Emilio Fede,
da qui nasce la mia scommessa,
sperando si riveli vincente.

Promuovere il mio libro da qui, con il supporto di tutti coloro che mi hanno
dimostrato amicizia, fratellanza, vicinanza, empatia.
Vi chiedo di comprare alcuni volumi e cercare di rivenderli se non porta a porta quasi, ad amici e conoscenti, colleghi di lavoro, compagni di università, compagni di
volontariato, di vita, di sbronza.
E più in là ancora, proporlo a biblioteche,
agguerrite librerie interessate ad un progetto di verità e solidarietà.
Andarlo a presentare ai centri sociali e alle associazioni culturali vicino a dove state.

Si potrebbero organizzare dei readings nelle varie città, (io potrei intervenire telefonicamente, gli eventi sarebbero pubblicizzati su Il Manifesto, sui nostri blog e aggiro per internet)
e questo potrebbe essere anche una interessante occasione per contarsi, conoscersi,
legarsi.
Non siamo pochi, siamo tanti,
e possiamo davvero contare,
credetemi.

Il libro lo trovate fin d'oggi nelle edicole con Il Manifesto,
e fra due settimane nelle librerie.

Confido in voi,
che confidate in me,
non per i morti
ma per i feriti a morte di questa orrenda strage.

Un abbraccio grande come il Mediterraneo che separandoci, ci unisce.

Restiamo umani.

vostro mai domo

Vik

Per ordinare online i libri:

http://www.manifestolibri.it/vedi_autori.php?autor=Vittorio%20Arrigoni#

fonte: guerrilla radio dixit del 20/03/2009

22/03/09

Diciamola tutta 07 - Questa crisi è un vantaggio per molti, bisogna saperne approfittare


Nelle TV via cavo, in questi giorni si sprecano le interviste alle persone che girano per negozi. Molti sembrano contenti perchè "dicono" questa crisi ha fatto abbassare i prezzi e quindi "finalmente" si compra bene. Alcuni di voi si sono sentiti presi per il culo da queste interviste, le hanno considerate un offesa senza ritegno a chi non arriva a fine mese, a chi è rimasto senza lavoro, e a quelli (tantissimi) che non possono permettersi nemmeno di fare la spesa al supermercato. Per questo, ci sono arrivate in redazione centinaia di segnalazioni. Niente paura. Anche noi andremo a verificare se le persone sono contente perchè si sono abbassati i prezzi, magari se troviamo un pulloverino color porta chiusa in "super offerta" lo prendiamo eh!

Visita il sito: http://www.diciamolatutta.tv

13/02/09

No ai licenziamenti! Un anno e mezzo fa: i lavoratori della Terim:

18/lug/2007 No ai licenziamenti! Alla Terim, un'industria di tre stabilimenti nella provincia modenese, sono state avviate le procedure di licenziamento per circa 300 dipendenti, in quanto la direzione dell'azienda vuole delocalizzare la produzione all'estero. Per questo motivo gli operai e i sindacati stanno lottando per mantenere il proprio posto di lavoro e il sito produttivo. Nel servizio sono raccolte le testimonianze di alcuni lavoratori durante una giornata di picchetto.


TERIM MODENA DI NUOVO IN LOTTA 23-1-2009...

18/01/09

PERCHE' ISRAELE E' UNO STATO NAZISTA da ComeDonChisciotte

Israele / Palestina DI ELIAS AKLEH
Desertpeace

Richard Falk, il professore di diritto internazionale della Princeton University e inviato speciale Onu nei territori palestinesi, ha accusato Israele di violare la legge internazionale, le leggi umanitarie internazionali e la convenzione di Ginevra. Egli ha descritto le politiche di Israele contro i palestinesi e l'assedio di Gaza come " crimini di guerra", "tendenze genocide", " risvolti da Olocausto", e " Olocausto in corso". Egli ha esortato il Tribunale Criminale Internazionale ad indagare la possibilità di incriminare i leader israeliani per crimini di guerra.

Il professor Falk conosceva già i crimini nazisti di Israele e le sue violazioni di diritti umani quando si è diretto in Israele la scorsa domenica 14 dicembre 2008 per visitare la Cisgiordania occupata e la striscia di Gaza per riferire sul rispetto israeliano degli standard dei diritti umani e della legge umanitaria internazionale. Gli israeliani hanno detenuto il professor Falk all'aeroporto, lo hanno trattato come criminale e come una minaccia per lo Stato, lo hanno umiliato e deportato il giorno dopo a Ginevra.

Nonostante le forti dichiarazioni di Israele sul fatto che ogni ebreo al mondo ha la garanzia di ricevere automaticamente la piena cittadinanza israeliana con tutte le protezioni che questa implica, e nonostante sia un ebreo egli stesso, al professor Falk non sono state risparmiate le umiliazioni e la crudeltà cui Israele tratta i propri nemici.

A seguire: "Parlamentare ebreo britannico accusa Israele di comportarsi come i nazisti" (Uruknet)

Accanto al titolo: la vignetta pubblicata da VG, il maggiore quotidiano norvegese

Rafforzata dalla cecità e dal cieco supporto dell'America, lo spavaldo Israele voleva additare pubblicamente Falk e le Nazioni Unite che egli rappresenta, dichiarandosi al di sopra delle leggi internazionali e al di sopra di qualunque critica sui crimini e le sue violazioni di diritti umani, persino se tali critiche provengono da un ebreo. Una tale sfacciata umiliazione dell'organismo politico mondiale serve ad allontanare l'Onu, e perciò il mondo intero, dall'Olocausto che Israele sta perpetrando contro un milione e mezzo di palestinesi a Gaza e tutti gli attuali crimini di guerra contro il resto di palestinesi in tutta la Palestina.

Le accuse da parte di Falk di crimini da Olocausto nazista non sono differenti da quelle mosse da John Dugard, il suo predecessore, in diversi rapporti sulle condizioni della Palestina occupata. Molti personaggi politici coscienziosi, così come normali cittadini, di tutto il mondo, hanno descritto le politiche di Israele nella Palestina occupata in particolare, e in Medioriente in generale, come crimini di guerra e una minaccia alla pace mondiale.

Paragonando l'attuale Israele con la Germania nazista si scopre che la maggior parte delle politiche israeliane sono la copia esatta delle politiche naziste. La Germania nazista aveva invaso i suoi vicini europei dall'Inghilterra alla Russia. Anche Israele ha invaso tutti i suoi paesi confinanti: Egitto, Giordania, Siria e Libano. E' anche coinvolto pesantemente nell'invasione dell'Iraq e dell'Afganistan. I suoi tentacoli hanno anche raggiunto paesi africani come Sudafrica, Somalia, Sudan, Angola e Sierra Leone.

Le macchine da guerra naziste erano solite invadere le città che resistevano, allineare gli uomini al centro della città e ucciderli a sangue freddo, distruggere poi l'intera città come esempio deterrente per qualunque altra possibile città disposta a resistere. Peggio dei nazisti le forze israeliane hanno invaso pacifiche città palestinesi, ucciso uomini, donne e bambini a sangue freddo ovunque e in qualunque posto li incontrassero, hanno fatto esplodere le loro case con i residenti dentro e infine hanno demolito intere città per fare spazio a nuove colonie israeliane. In tutto il 1948-1949 gli israeliani hanno commesso 70 orribili massacri contro villaggi palestinesi, distrutto totalmente 675 città e villaggi palestinesi comprese chiese e moschee. Tali massacri e demolizioni hanno seguito un disegno prestabilito, sono stati ripetuti in un villaggio dopo l'altro indicando un piano genocida premeditato.

Come detto dal defunto generale israeliano Moshe Dayan: " la dichiarazione dello stato di Israele nel 1948 è stata fatta alle spese della pulizia etnica di 513 villaggi palestinesi, creando più di 700.000 rifugiati palestinesi, espropriando le loro terre, case e negozi per il 78% della Palestina... Non c'è un solo posto costruito in questo paese che non avesse una precedente popolazione (palestinese)."

Israele sta, ancora oggi, compiendo questi crimini genocidi da Olocausto nazista soffocando gradualmente un milione e mezzo di palestinesi a Gaza con la fame, la sete, la mancanza di carburante e le malattie. L'esercito israeliano sta demolendo 40 villaggi palestinesi nel deserto del Negev. I bulldozer dell'esercito distruggono quotidianamente le case palestinesi in tutte le maggiori città della Palestina quali Gerusalemme, Betlemme, Hebron, Ramallah, e Nablus.

L'esercito nazista perpetrò molti massacri contro i prigionieri di guerra. Erano soliti giustiziare i prigionieri e gettarli in fosse che precedentemente i prigionieri erano stati ordinati di scavare per se stessi. L'esercito israeliano ha seguito lo stesso metodo di giustiziare i prigionieri di guerra, specialmente durante le guerre tra Israele ed Egitto del 1956 e del 1967. Ciò è stato riferito dal quotidiano israeliano Haaretz il 27 giugno del 2000. Il segretario generale dell'organizzazione egiziana per i diritti umani, Muhammad Munib, ha pubblicato un rapporto che conferma che Israele aveva uccisotra i 7000 e i 15000 prigionieri di guerra egiziani del 1956 e del 1967. Il rapporto identificava anche l'ubicazione di 11 fosse nel Sinai e in Israele in cui erano stati sepolti migliaia di prigionieri egiziani.

Il più grande di questi massacri fu quello di El-Arish, in cui le forze israeliane uccisero almeno 150 prigionieri di guerra egiziani. Alcuni dei prigionieri furono investiti più volte dai carri armati israeliani, un crimine che è ancora praticato dall'esercito israeliano specialmente nella striscia di Gaza. La storia del massacro fu inizialmente riferita da testimoni oculari israeliani sul quotidiano Yediot Ahronot e successivamente dal giornalista Ran Adelist sulla tv israeliana. Fu anche riportato dallo Washington Report di maggio/giugno 1996 alle pagine 27 e 28. Il massacro fu anche registrato dalla nave di pattuglia americana USS Liberty che navigava a 12 miglia dalla costa di Gaza. Questo massacro era un grave crimine di guerra e potrebbe essere stata la principale ragione per l'attacco israeliano contro la Liberty.

Peggio dei nazisti l'esercito israeliano ha adottato la politica di colpire giovani bambini palestinesi nel tentativo di "incoraggiare" le famiglie palestinesi a lasciare il paese per garantire un futuro ai figli e/o per esaurire le loro risorse economiche con le cure e l'assistenza ai loro figli feriti e disabili, vittime dei cecchini israeliani. Dall'inizio della seconda intifada palestinese, settembre 2000, le forze israeliane hanno assassinato 1050 bambini nella striscia di Gaza e in Cisgiordania; vedete anche il Guardian del 21 ottobre 2008 e Al-Jazeera, 22 ottobre 2008. Un documentato rapporto del Palestinian Centre for Human Rights, con testimonianze oculari, riferisce che almeno 68 bambini sono stati uccisi dall'esercito israeliano durante 12 mesi dal giugno 2007 al giugno 2008 prima dell'accordo di tregua. Il numero delle vittime tra i bambini è salito drammaticamente durante i primi sei mesi del 2008 con il massiccio assalto dell'esercito israeliano contro la striscia di Gaza denominato "Operation Winter Heat". I bambini venivano direttamente presi di mira dai cecchini israeliani mentre camminavano per le strade, mentre stavano di fronte alle loro case e persino mentre stavano nelle aule di scuola, così come sono stati colpiti da missili comandati a distanza mentre giocavano nei cortili. Essi sono anche le vittime indirette del deliberato prendere di mira da parte di Israele di aree residenziali densamente popolate (Gaza è densamente popolata) che comprendono scuole, ospedali e mercati.

L'età media dei bambini colpiti è di 10 anni secondo un documento di 1000 pagine di Save the Children. La maggioranza di questi bambini erano innocenti passanti che non partecipavano ad alcuna attività "ostile" e che non costituivano alcuna minaccia ai soldati israeliani pesantemente armati. Nell'80% dei casi di bambini colpiti, Israele ha impedito che le vittime ricevessero cure mediche. Il rapporto documenta anche che più di 50.000 vittime minorenni hanno avuto bisogno di cure mediche per ferite che comprendono colpi di arma da fuoco, inalazione di gas lacrimogeni e fratture multiple. Un bollettino intitolato " omicidio deliberato" pubblicato nel 1989 dalla Israeli League for Human and Civil Rights riferiva che soldati e cecchini israeliani, provenienti da unità speciali e che prendevano di mira bambini palestinesi avevano "accuratamente scelto" le vittime, che furono colpiti alla testa o al cuore morendo istantaneamente (Mike Berry & Greg Philo, 'Israel and Palestine-Competing Histories’, Pluto Press, London, 2006, pp. 86-87).

Secondo la quarta convenzione di Ginevra del 1949, secondo la Convenzione Onu sui Diritti del Bambino del 1989 (firmate da Israele) ai bambini deve essere fornita speciale protezione durante i conflitti armati internazionali. Israele ha violato e continua violare queste leggi internazionali.

Come la Germania nazista, che ha sviluppato e utilizzato ogni tipo di nuova arma compresi i razzi V2 e il gas nervino, Israele ha utilizzato ogni tipo di armi, comprese armi nuove e sperimentali, contro i civili palestinesi. Queste comprendevano i proiettili esplosivi Dumdum, il gas nervino, armi sperimentali chimiche e biologiche, velivoli comandati a distanza e DIME (Dense Inert Metal Explosive, esplosivi a metalli inerti e densi) e le ultime mitragliatrici ad alta potenza e controllo remoto ("seer shots", vedi filmato sotto n.d.t.) installate sulle alte torri del muro di prigionia ("muro di separazione") e gestite da soldatesse adolescenti in lontane stanze di controllo come se fossero giochi di guerra al computer. Israele è anche noto per possedere armi nucleari ed è solita suggerire che la userebbe se/quando si sentisse minacciato.

I nazisti tedeschi avevano subito un lavaggio del cervello ed erano guidati da un'ideologia sociale suprematista della superiore Razza Ariana. Essi credevano di essere superiori agli altri popoli e che avrebbero dovuto governare il mondo. In modo simile gli israeliani hanno subito un lavaggio del cervello e sono guidati da un'ideologia religiosa suprematista di un popolo scelto da Dio nella terrà promessa da Dio, e credono che sia loro dovere religioso (mitzvah) ripulire la terra dai gentili e stabilire un governo ebraico in preparazione dell'arrivo del Messia. Un'ideologia estremista simile viene insegnata ai bambini israeliani sin dall'infanzia.

Moshe Feiglin, che ha raggiunto una rispettabile posizione nella lista di candidati del Likud alla Knesset per le prossime elezioni, è un ammiratore di Hitler e della sua ideologia superiore. In un'intervista col quotidiano Ha’aretz nel 1995 e gli ha descritto Hitler come un genio militare e un grande costruttore della nazione. "Hitler era un genio militare senza pari. Il nazismo aveva trasformato la Germania da un basso ad un fantastico status fisico e ideologico. La gioventù stracciona si trasformò in una parte pulita e ordinata della società e la Germania ricevette un regime esemplare, un sistema di giustizia appropriato e un ordine pubblico.... Non era un branco di delinquenti. Essi semplicemente utilizzarono delinquenti e omosessuali". La sua soluzione da olocausto al problema palestinese, secondo il suo sito Manhigut ha’Yehudit (" leadership ebraica"), è di ordinare "la completa interruzione di acqua, elettricità e comunicazioni" ai 4 milioni di palestinesi in Cisgiordania e a Gaza.

Feiglin esprime i sentimenti profondi di ogni leader politico israeliano ad iniziare dal primo Primo Ministro Ben Gurion sino a Tzipi Livni, l'ultimo primo ministro facente funzione e ministro degli esteri, che hanno chiesto l'uccisione e il trasferimento di palestinesi al di fuori della terra di Israele promessa da Dio (Eretz Israel). Le loro vere politiche diventano ovvie e più evidenti nella loro retorica da campagna elettorale.

Tali tendenze genocide sono nutrite, incoraggiate e richieste dei maggiori rabbini e leader politici israeliani. Rabbi Yousef Obadia, il maggiore leader religioso israeliano, Rabbi Yisrael Rosen, direttore dello Tsomet Institute, Rabbi Mordechai Eliyahu, la maggiore autorità religiosa nella corrente nazionalista religiosa israeliana ed ex capo di "Eastern rabbi for Israel", Rabbi Dov Lior, presidente del consiglio dei rabbini di Giudea e Samaria (la Cisgiordania), Rabbi Shmuel Eliyahu, il rabbino capo di Safed e candidato al posto di rabbino capo di Israele, Rabbi Eliyahu Kinvinsky, la seconda autorità per anzianità nella corrente religiosa ortodossa, Rabbi Israel Ariel, uno dei più prominenti rabbini nelle colonie della Cisgiordania, e Rabbi Yitzhaq Ginsburg, un importante rabbino israeliano, insieme a molti altri leader religiosi estremisti, chiedono ripetutamente il totale sterminio e il trasferimento dei palestinesi.

Gli israeliani ipnotizzati e fuorviati, specialmente i fondamentalisti religiosi, attaccano regolarmente le città palestinesi, le loro chiese, moschee e cimiteri con slogan come " morte agli arabi", " gasiamo gli arabi" e " Maometto è un maiale" occupando la terra palestinese dopo avere cacciato con la forza i proprietari, attaccato i contadini, bruciato i raccolti, tagliato i loro alberi da frutto, avvelenato i loro pozzi d'acqua, ucciso i loro animali, distrutto le proprietà, saccheggiato i negozi, terrorizzato civili e bambini e sparato alla gente. Cercate su YouTube "Israeli settlers violence" e vedrete centinaia di video che mostrano il terrorismo dei coloni israeliani [un esempio qui sotto n.d.t.].

Una notevole somiglianza tra Israele e i nazisti è data dai loro gruppi terroristici appoggiati dallo Stato. Secondo gli articoli "Eichmann Tells His Own Damning Story" ["Eichmann racconta la sua maledetta storia"], Life Magazine, Volume 49, Numero 22, (28 Novembre 1960) pp. 19-25, 101-112, e "Eichmann’s Own Story: Part II" ["La storia di Eichmann: parte II"], Life Magazine, 6 Dicembre 1960 pp. 146-161, Adolf Eichmann affermò come i leader sionisti fossero idealisti come i leader nazisti, disposti a sacrificare centinaia di migliaia di persone del loro stesso sangue per raggiungere uno scopo politico. Lenni Brenner spiega nel suo libro "Zionism in the Age of Dictators", [" il sionismo nell'età dei dittatori"], capitolo 25, che Eichmann si riferiva ad un accordo che i nazisti strinsero con i leader sionisti, come l'ungherese Rezso Kastner, per salvare poche migliaia di sionisti appositamente scelti e ricchi ebrei, che sarebbero immigrati in Palestina, in cambio della consegna di 750.000 ebrei ungheresi e di altri milioni di ebrei europei destinati alla morte per rendere gli ebrei le "vittime legittime" in modo che l'Organizzazione Sionista Mondiale avesse poi il "diritto" di andare " al tavolo delle trattative a cui sarebbero state divise nazioni e terre alla fine della guerra... perché solo con il sangue (ebraico) noi (sionisti) otterremo la terra".


[Un altro esempio di legame tra sionisti e nazisti: la lettera del 1941 con cui il gruppo armato sionista Lehi, di cui faceva parte il futuro primo ministro israeliano Yitzhak Shamir, offriva collaborazione alla germania nazista. Vedi storia su Wikipedia.]


I nazisti crearono il Police Battalion 101, un gruppo terroristico il cui solo scopo era dare la caccia a cittadini ebrei, ucciderli e saccheggiare e distruggere le loro proprietà. Daniel Jonah Goldhagen afferma nel suo libro "Hitler’s Willing Executioners" ["I volenterosi carnefici di Hitler"] che il Battalion 101 fu responsabile per " la deportazione e l'orribile massacro di decine di migliaia di uomini, donne e bambini ebrei in Polonia".

Israele sotto il terrorista Ariel Sharon, che dopo divenne primo ministro d'Israele, ebbe la sua esatta copia del Battalion 101 chiamata Unit 101. Sotto la leadership di Sharon la Unit 101 adottò gli stessi metodi criminali per terrorizzare i palestinesi. Sviluppò anche quelli che divennero noti come "jeep raids"; guidare jeep, con mitragliatrici montate davanti e dietro, dentro le città palestinesi uccidendo abitanti, bombardando case e bruciando campi. Sin dai primi anni 50 la Unit 101 fu responsabile per massacri di palestinesi in città quali il campo profughi di Bureij, Qibya, Idna, Surif, Wadi Fukin, Falameh, Rantis, Gerusalemme, Budrus, Dawayima, Beit Liqya, Khan Younis e Gaza.

Israele ha sempre fatto ricorso ad attacchi terroristici contro gli ebrei in altri paesi, specialmente paesi arabi come paesi nordafricani, Iraq, Libano e Giordania, per incoraggiare i residenti arabi ebrei ad emigrare in Israele. L'affare Lavon è solo un famoso episodio terroristico di questo tipo avvenuto in Egitto.

Il 29 gennaio 1999, in un articolo sul quotidiano Ha’aretz, Gideon Spiro, ex membro del battaglione 890, affermò che la Unit 101 era un prototipo iniziale e primitivo per le più sofisticate unità di liquidazione Duvdevan e Shimshon costituite durante l'intifada. Le loro operazioni erano caratterizzate "dall'uccisione di mucchi di civili e da poco vero combattimento".

Israele è l'unico paese al mondo con molti primi ministri che sono stati membri di organizzazioni terroristiche o di terrorismo di Stato coinvolte nel massacro di civili. Questi personaggi includono Golda Meir, Yitzhak Rabin, Menachem Begin, Yitzhak Shamir, Ehud Barak, Ariel Sharon, e Shimon Peres.

Arnold Toynbee scrisse che " è stata una tragedia suprema che la lezione imparata dagli ebrei dall'incontro con la Germania nazista sia stata non di rifuggire ma di imitare alcune delle malvagità che i nazisti avevano commesso contro gli ebrei".

Gli israeliani e gli ebrei del mondo hanno inseguito senza sosta per decenni i criminali di guerra nazisti per i loro crimini commessi durante la seconda guerra mondiale. Hanno inseguito criminali di guerra nazisti per il resto delle loro vite, anche quando erano vecchi e prossimi alla morte, perché pagassero per i loro crimini. Non ho alcun dubbio che, a loro volta, i criminali di guerra israeliani saranno perseguiti e condannati per i loro crimini di guerra commessi contro gli arabi.

Il Dr. Elias Akleh, redattore di MWC (Media With Coscience), è uno scrittore arabo di origine palestinese nato nella città di Beit Jala. La sua famiglia fu dapprima espulsa da Haifa dopo la "Nakba" del 1948. poi espulsa da Beit Jala dopo la "Nakseh" del 1967. Oggi vive negli USA, e pubblica su internet i suoi articoli sia in arabo che in inglese.

Titolo originale: "Nazi Israel … Indeed"

Fonte: http://desertpeace.wordpress.com
Link
22.12.2008

PARLAMENTARE EBREO BRITANNICO ACCUSA ISRAELE DI COMPORTARSI COME I NAZISTI

DI SETFREE68
Uruknet

"Israele è nato dal terrorismo ebraico, il padre di Tzipi Livni era un terrorista". Incredibili affermazioni alla House of Parliament. Sir Gerald Kaufman, un veterano dei parlamentari laburisti, ieri ha paragonato le azioni delle truppe israeliane a Gaza ai nazisti che costrinsero la sua famiglia a scappare dalla Polonia.

Durante un dibattito alla Camera dei Comuni sui combattimenti a Gaza, egli ha esortato il governo a imporre un embargo delle armi a Israele.

Sir Gerald, che è stato cresciuto come ebreo ortodosso e sionista, ha detto: "Mia nonna era malata nel suo letto quando i nazisti entrarono nella sua casa e un soldato tedesco le sparò uccidendola mentre era a letto."

"Mia nonna non è morta per fornire una copertura ai soldati israeliani che uccidono le nonne palestinesi a Gaza. L'attuale governo israeliano sfrutta cinicamente e spietatamente la perpetua colpa dei gentili per il massacro degli ebrei nell'Olocausto come giustificazione per la sua uccisione dei palestinesi".

Egli ha detto che l'affermazione che gran parte delle vittime palestinesi fossero militanti "era la replica dei nazisti" e ha aggiunto: "Suppongo che gli ebrei che combattevano per la loro vita nel ghetto di Varsavia sarebbero potuti essere qualificati come militanti".

Egli ha accusato il governo israeliano di cercare la conquista e ha aggiunto: "non sono semplicemente dei criminali di guerra, sono dei pazzi".


Titolo originale: "Video: UK Jewish MP: Israel acting like Nazis in Gaza"

Fonte: http://www.uruknet.info
Link
17.01.2009

Articoli scelti e tradotti per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO

VEDI ANCHE: PERCHE’ E’ GIUSTO PARAGONARE SIONISMO E NAZISMO


15/01/09

Una Donna Palestinese - (cortometraggio - documentario)


fonte: Alternate Focus

Questo cortometraggio documentario porta lo spettatore a conoscere le condizioni di isolamento palestinesi all'interno delle loro comunità. E 'girato accanto al muro di separazione che Israele continua a costruire nei territori palestinesi occupati.

Terry Boulatta, madre, insegnante e attivista della comunità, mostra come il muro alto "27 piedi" circonda il suo quartiere a Gerusalemme Est, racconta la separazione dalle comunità adiacenti di Abu Dis, la separazione con i legami storici delle due comunità. Il muro contribuisce al soffocamento della vita, l'ultima realtà per i palestinesi sotto occupazione.

Terry ci porta a mezza ora di macchina per arrivare da un lato del muro ad un altro, un viaggio, che in precedenza ha avuto solo quattro minuti.
Noi impariamo a conoscere i terminal di controllo attraverso i quali i palestinesi devono passare per viaggiare all'interno del loro territorio.

Terry parla di insediamenti illegali e confische di terra elementi di apartheid, che Israele ha costituito e imposto per i coloni "i padroni della terra".
[traduzione webrond]

14/01/09

Un sito sionista chiede di uccidere Vittorio Arrigoni!

Negli USA, il sito web di estrema destra, sionista www.stoptheism.com ha messo in rete il nome e la foto di Arrigoni indicandolo all'esercito israeliano come "il bersaglio n.1" da uccidere.

Vittorio Arrigoni è il cooperante italiano residente a Gaza che in queste settimane sta fornendo testimonianze preziose su quanto sta avvenendo nella Striscia, sia attraverso il quotidiano Il Manifesto sia attraverso il suo blog.
Per un sito, evidentemente criminale, che va immediatamente denunciato ed oscurato, che si intitola http://stoptheism.com, Vittorio Arrigoni è indicato come il bersaglio numero uno da uccidere. Avete capito bene, da uccidere. Di lui e di altri cooperanti,
Jenny Linnel (bersaglio numero due), Ewa Jasiewicz, bersaglio numero 3, e una lista di altre persone, sono pubblicate foto e dettagli e segni particolari per poterli identificare e viene fornito perfino un numero di telefono negli Stati Uniti per poter segnalare all'esercito israeliano l'eventuale avvistamento e come poterli eliminare.
La Polizia postale e la Farnesina devono immediatamente attivarsi presso le autorità estere competenti perché chiunque si celi dietro il sito venga identificato e il sito oscurato. Ad una ricerca sul database del servizio Whois per il dominio in questione non è possibile ottenere alcuna informazione rilevante per identificare gli istigatori all'omicidio.

Per mio conto, non é una questione di schieramento da una o dall'altra parte, non c'é tempo per ciò, mi schiero dalla parte della pace, per fermare il massacro, per restituire dignità e libertà al Popolo Palestinese, per fermare la politica Israeliana che sembra completamente impazzita, folle, cieca al rispetto dei Diritti Umani e costringere Israele ed Hamas ad una risoluzione DEFINITIVA che volga al riconoscimento e rispetto della libertà di vivere in pace al così tanto offeso popolo Palestinese finora solo deturpato delle terre, sfruttato e schiavizzato.
Se i Media non lo vogliono fare, raccontare la verità e quel che succede, lo faremo noi freebloggers, con l'unico interesse di fermare il massacro e di rendere un Popolo libero.
Solidarietà a Vittorio Arrigoni e FREE PALESTINA, quindi.... documentando sui blogs e nelle piazze finché sarà necessario. A Udine come in tante altre piazze italiane e nel mondo intero ci sarà una manifestazione/presidio questo sabato 17 Gennaio, leggi qui il comunicato stampa.
http://whoisguerrillaradio.blogspot.com/

13/01/09

Gaza: quel che é troppo é troppo

Cari Amici,

Con piu` di 900 morti a Gaza e` tempo di fermare questa guerra, ma Bush sta fermando un giusto cessate il fuoco da parte delle Nazioni Unite- mandiamo 500,000 voci per la pace:
Lo spargimento di sangue a Gaza sta crescendo--le fatalita` si aggirano intorno alle 800 persone di cui quasi la meta` cibvili e piu` di 250 bambini. Gli Israeliano grazie a areoplani e artiglieria bombardano aree urbane densamente popolate, scuole delle Nazioni Unite incluse, migliaia i feriti a piu` di 1.5 milioni di civili terrorizzati non hanno via di scampo da questo territorio prigione -- i confini sono stati sigillati. Hamas continua a combattere e a lanciare razzi su Israele: 11 Israeliani sono morti, anche da fuochi amici.

La nostra chiamata mondiale per un cessate il fuoco internazionalmente garantito sta iniziando a farsi sentire chiara e forte, guadagnandosi il supporto dei leaders d`Europa, del Medio Oriente e senza dubbio: le fondamenta per un accordo stanno diventando chiare. Ma israele continua a rifiutare la via della tregua, e l`ex presidente Bush sta bloccando un cessate il fuoco negoziato dalle Nazioni Unite , cercando invece di imporre un alternativa incline al renedere legittima da parte di Israele il soffocamento e isolamento di Gaza.

Quel che e` troppo e` troppo. Non possiamo permettere che Bush & Co. blocchino un giusto cessate il fuoco. 250,000 hanno firmato la petizione per il cessate il fuoco, arriviamo a mezzo milione--lo pubblicheremo con un duro-colpo avviso sul Washington Post e lo consegneremo ai membri Consiglio della Sicurezza delle Nazioni Unite durante riunioni -- segui il link sotto per vedere l`avviso, firma la petizione, e inoltra questo messaggio a tutti i tuoi amici e familiari:

http://www.avaaz.org/it/gaza_time_for_peace/

Il nostro sforzo puo` davvero fare la differenza--Lo stesso ministro degli esteri israeliano assicura che una forte pressione internazaionale, se intensa abbastanza, potrebbe assicurare un cessate il fuoco.
Mentre la comunità internazionale continua i dibattiti e postpone il problema, sempre più civili muoiono ogni giorno. Un ufficiale di alto rango dell’ONU ha dichiarato “Non esiste un posto sicuro a Gaza. Qui tutti sono terrorizzati e traumatizzati”. Opponendosi a una risoluzione delle Nazioni Unite, secondo quanto si dice Bush propone di escludere Hamas da qualsiasi cessate il fuoco e lasciare carta bianca ad Israele, garantendo quindi che la violenza continui indisturbata. Ecco perché ci rivolgiamo al neoeletto presidente Obama e ai principali strateghi degli Stati Uniti, così come all’UE e ai principali leader internazionali, per raggiungere una risoluzione equa e stabile.

Affinchè sia duraturo, il cessate il fuoco deve proteggere i civili e pore finea tutti gli attacchi. -- Le incursioni e i bombardamenti israeliani così come i razzi palestinesi sono diretti al sud di Israele. È sempre più necessaria una supervisione internazionale alle frontiere, affinchè siano riaperte le frontiere di Gaza per poter portare viveri, carburante, medicinali e altri beni di prima necessità , e per far sì che non ci sia un traffico di armi che tra l’altro è solamente aumentato con il blocco delle frontiere e per monitorare e rafforzare un bilaterale cessate il fuoco

Hamas, che ha vinto le elezioni del 2006 e ora governa a Gaza, ha dichiarato che accetterà il suddetto cessate il fuoco. Dovrà mantenere la sua parola esattamente come lo dovrà fare Israele. Non esiste una soluzione militare per nessuna delle due parti – è giunto il momento che i poteri mondiali entrino in gioco proponendo un accordo equo che protegga i civili da entrambe le parti e permetta loro di vivere le proprie vite in pace e tranquillità.Firma la petizione ora con il link qui sotto e invia il messaggio a tutti quelli che conosci – lo pubblicheremo sul Washington Post e non solo, e cercheremo di raggiungere incontri faccia a faccia per consegnare la petizione all’equipe di Obama, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e ai leader europei:

http://www.avaaz.org/it/gaza_time_for_peace/

Con speranza e determinazione,

Paul, Graziela, Ricken, Luis, Alice, Brett, Ben, Iain, Paula, Veronique, Milena e tutto il team di Avaaz & Webrond con CultCorner.info

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P.S. Per un riassunto di molte delle campagne di Avaaz fino ad ora guarda qui:
https://secure.avaaz.org/it/report_back_2

Fonti:

1. La Repubblica: http://www.repubblica.it/2009/01/dirette/sezioni/esteri/striscia-gaza/domenica-undici-genn/index.html

2. Corriere della sera: http://www.corriere.it/esteri/09_gennaio_11/gaza_obiettivi_colpiti_d138af60-dfb8-11dd-a8a3-00144f02aabc.shtml

3. Amira Hass per Internazionale: http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=21238

4. ASCA: http://www.asca.it/news-M_O___UE_CONDANNA_FUOCO_ISRAELIANO_CONTRO_CONVOGLIO_ONU_A_GAZA-800866-ORA-.html

5. L'Unità: http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=75010

6. La Stampa: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200901articoli/39911girata.asp

07/01/09

Gaza / Italia e la lotta per la liberazione - 25 aprile!!!

ALLORA MIO PADRE ERA UN TERRORISTA! guerra di liberazione partigiana (poco più di sessantanni fa)

GAZA: 60 anni di OCCUPAZIONE!!!
60 anni di lotta e compromessi e promesse mai mantenute da parte NOSTRA! Si, perché NOI [occidente] siamo complici dei CAPI Israeliani e dei Governi che SEMPRE hanno sostenuto la loro causa di OCCUPAZIONE e violazione dei diritti umani, sbandierando continuamente, facendosi scudo con lo STERMINIO NAZISTA nei confronti del POPOLO EBREO!
Basta! non serve sprecare altro fiato e mi sento solo di dire che ognuno di noi sarà RESPONSABILE DI QUESTO MASSACRO e che OGNUNO DI NOI DEVE ORA PRENDERE POSIZIONE su questa SPORCA GUERRA ( di sterminio da parte di Israele) (partigiana, da parte dei PALESTINESI)

.. mio padre é stato partigiano, non c'é più ora... ma so che non é felice........

Gaza/Italy and the struggle for liberation - april the 25th!!!

THEN MY FATHER WAS A TERRORIST!
partisan war for liberation (few more than sixty years ago)

OCCUPATION!!!
60 years of fighting and compromise and promises WE never kept!
that's so because WE (the West) are partner in crime with the Israeli LEADERS and the Governments that have been claiming their OCCUPATION and VIOLATION OF HUMAN RIGHTS campaign since ever, nonstop touting and shielding themselves behind the NAZI EXTERMINATION against the JEWISH PEOPLE

THAT IS ENOUGH! ain't no use in spreading more words, I say but EACH OF US will be RESPONSIBLE FOR THIS SLAUGTHER and EACH OF US MUST TAKE A STAND NOW on this FILTHY WAR (of extermination from Israel) (partisan from the Palestinians)

...my father was a partisan, now he is no more...but I know he's not happy...

Diario da Gaza, noi bersagli ambulanti

Testimonianza di Vittorio Arrigoni

Sfilano timorosi con gli occhi rivolti in alto, arresi ad un cielo che piove su di loro terrore e morte, timorosi della terra che continua a tremare sotto ogni passo, che crea crateri dove prima c'erano le case, le scuole, le università, i mercati, gli ospedali, seppellendo per sempre le loro vite. Ho visto carovane di palestinesi disperati sfollare da Jabiliya, Beit Hanoun e da tutti i campi profughi di Gaza, ed andare ad affollare le scuole delle Nazioni Unite come terremotati, come vittime di uno tsunami che giorno per giorno sta inghiottendo la Striscia di Gaza e la sua popolazione civile, senza pietà, senza alcuna minima osservanza dei diritti umani e delle convenzioni di Ginevra. Soprattutto senza che nessun governo occidentale muova un solo dito per fermare questi massacri, per inviare qui personale medico, per arrestare il genocidio di cui si sta macchiando Israele in queste ore.

Continuano gli attacchi indiscriminati a ospedali e a personale medico. Ieri dopo aver lasciato l'ospedale di Al Auda a Jabiliya ho ricevuto una telefonata da Alberto, compagno spagnolo dell'Ism, una bomba è caduta sull'ospedale. Abu Mohammed, infermiere, è rimasto seriamente ferito al capo. Giusto poco prima, con lui, comunista, davanti a un caffè, ascoltavo le eroiche gesta dei leader del Fonte Popolare, i suoi miti: George Habbash, Abu Ali Mustafa, Ahmad Al Sadat. Gli si erano illuminati gli occhi al sapere che le prime nozioni di cosa fosse l'immensa tragedia della Palestina mi erano stati impartiti dai miei genitori, comunisti convinti. Mi aveva chiesto quali erano i leader di sinistra italiani davvero rivoluzionari, del passato, e gli avevo risposto Antonio Gramsci, e quelli di oggi, mi ero preso tempo, gli avrei risposto oggi. Abu Mohammed giace ora in coma nell'ospedale dove lavorava, si è risparmiato la mia deludente risposta.

Verso mezzanotte ho ricevuto un'altra chiamata, questa volta da Eva, l'edificio in cui si trovava era sotto attacco. Conosco bene anche quel palazzo, al centro di Gaza city, ci ho passato una notte con alcuni amici fotoreporters palestinesi, è la sede dei principali media che stanno cercando di raccontare con immagini e parole la catastrofe innaturale che ci ha colpito da dieci giorni. Reuters, Fox news, Russia today, e decine di altre agenzie locali e non, sotto il fuoco di sette razzi partiti da un elicottero israeliano. Sono riusciti a evacuare tutti in tempo prima di rimanere seriamente feriti, i cameramen, i fotografi, i reporter, tutti palestinesi dal momento in cui Israele non permette a giornalisti internazionali di mettere piede a Gaza. Non ci sono obbiettivi «strategici» attorno a quel palazzo, né resistenza che combatte l'avanzata dei mortiferi blindati israeliani, ben più a nord. Chiaramente qualcuno a Tel Aviv non riesce a digerire le immagini dei massacri di civili che si sovrappongono a quelle dei briefing, con rinfresco offerto ai giornalisti prezzolati.
Tramite queste conferenze stampa stanno dichiarando al mondo che gli obbiettivi delle bombe sono solo terroristi di Hamas, e non quei bambini orrendamente mutilati che tiriamo fuori ogni giorno dalle macerie. A Zetun, una decina di chilometri da Jabaliya, un edificio bombardato è crollato sopra una famiglia, una decina le vittime, le ambulanze hanno atteso diverse ore prima di poter correre sul posto, i militari continuano a spararci a contro. Sparano alle ambulanze, bombardano gli ospedali. Pochi giorni fa una «pacifista» israeliana mi avevo detto a chiare lettere che questa è una guerra dove le due parti contrapposte utilizzano tutte le loro armi a disposizione. Invito allora Israele a sganciarci addosso una delle sue tante bombe atomiche che tiene segretamente stivate contro tutti i trattati di non proliferazione nucleare. Ci tiri addosso la bomba risolutiva, terminino l'inumana agonia di migliaia di corpi maciullati nelle corsie sovraffollate degli ospedali che ho visitato. Ho scattato alcune fotografie in bianco e nero ieri, alle carovane di carretti trascinati dai muli, carichi all'inverosimile di bambini sventolanti un drappo bianco rivolto verso il cielo, i volti pallidi, terrorizzati.
Riguardando oggi quegli scatti di profughi in fuga, mi sono corsi i brividi lungo la schiena. Se potessero essere sovrapposte a quelle fotografie che testimoniano la Naqba del 1948, la catastrofe palestinese, coinciderebbero perfettamente. Nel vile immobilismo di stati e governi che si definiscono democratici, c'è una nuova catastrofe in corso da queste parti, una nuova Naqba, una nuova pulizia etnica che sta colpendo la popolazione palestinese.

Fino a qualche istante fa si contavano 650 morti, 153 bambini uccisi, più di 3000 i feriti, decine e decine i dispersi. Il computo delle morti civili in Israele, fortunatamente, rimane fermo a quota 4. Dopo questo pomeriggio il bilancio sul versante palestinese va drammaticamente aggiornato, l'esercito israeliano ha iniziato a bombardare le scuole delle Nazioni Unite. Le stesse che stavano raccogliendo i migliaia di sfollati evacuati dietro minaccia di un imminente attacco. Li hanno scacciati dai campi profughi, dai villaggi, solo per raccoglierli tutti in posto unico, un bersaglio più comodo. Sono tre le scuole bombardate oggi. L'ultima, quella di Al Fakhura, a Jabiliya, è stata centrata in pieno. Più di 40 morti. In pochi istanti se ne sono andati uomini, anziani, donne, bambini che si credevano al sicuro dietro le mura dipinte in blu con i loghi dell'Onu. Le altre 20 scuole delle Nazioni Unite tremano. Non c'è via di scampo nella Striscia di Gaza, non siamo in Libano, dove i civili dei villaggi del Sud sotto le bombe israeliane evacuarono al nord, o in Siria e in Giordania. La Striscia di Gaza da enorme prigione a cielo aperto, si è tramutata in una trappola mortale. Ci si guarda sconvolti e ci si chiede se il consiglio di sicurezza dell'Onu riuscirà questa volta a pronunciare un'unanime condanna, dopo che anche le sue scuole sono prese di mira. Qualcuno fuori di qui ha deciso davvero di fare un deserto, e poi chiamarlo pace. Ci aspetta una lunga nottata sulle ambulanze, anche se l'alba da queste parti è ormai una chimera. I ripetitori dei cellulari lungo tutta la Striscia sono stati distrutti, abbiamo rinunciato a contarci.
Spero di riuscire a rivedere un giorno tutti gli amici che non posso più contattare, ma non mi illudo.

Qui a Gaza siamo tutti bersagli ambulanti, nessuno escluso. Mi ha appena contattato il consolato Italiano, dicono che domani evacueranno l'ultima nostra concittadina. Una anziana suorina che da ventanni anni abitava nei pressi della chiesa cattolica di Gaza,ormai adottata dai palestinesi della Striscia. Il console mi ha gentilmente pregato di cogliere quest'ultima opportunità, aggregarmi alla suora e scampare da questo inferno. L'ho ringraziato per la sua offerta, ma da qui non mi muovo, non ce la faccio. Per i lutti che abbiamo vissuto, prima ancora che italiani, spagnoli, inglesi, australiani, in questo momento siamo tutti palestinesi. Se solo per un minuto al giorno lo fossimo tutti, come molti siamo stati ebrei durante l'olocausto, credo che tutto questo massacro ci verrebbe risparmiato.

Restiamo umani.

Vittorio Arrigoni

06/01/09

Stop ai bombardamenti israeliani a Gaza!.

Francesco Bachis posted an announcement to the cause Stop ai bombardamenti israeliani a Gaza!.

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Cari tutti,
mi permetto di inviarvi questo report da Gaza, inviato dal volontario Vittorio Arrigoni, forse l'unico testimone italiano presente a Gaza attualmente, visto il divieto d'ingresso che il governo israeliano ha imposto ai giornalisti stranieri. Ciò consente di farci una idea di quanto stia succedendo in quella regione.
L'amministratore

Vittorio Arrigoni
Diario da Gaza,
un giorno in ambulanza

«Alla gente innocente di Gaza: la nostra guerra non è contro di voi ma contro Hamas, se non la smettono di lanciare razzi voi vi troverete in pericolo». E' la trascrizione di una registrazione che è possibile ascoltare rispondendo al telefono queste ore a Gaza. L'esercito israeliano la sta diffondendo illudendosi che i palestinesi non abbiano occhi e orecchi. Occhi per vedere che le bombe colpiscono quasi esclusivamente obiettivi civili, come moschee (15, l'ultima quella di Omar Bin Abd Al Azeez di Beit Hanoun) scuole, università, mercati, ospedali. Orecchie per non udire le urla di dolore e terrore dei bambini, vittime innocenti e eppure predestinate di ogni bombardamento. Secondo fonti ospedaliere, nel momento in cui sto scrivendo sono 120 i minori rimasti uccisi sotto le bombe, su un totale di 548 morti, più di 2700 feriti, decine e decine di dispersi.
Due giorni fa all'ospedale della mezzaluna rossa nel campo profughi di Jabalia, la notte non è mai calata. Dal cielo gli elicotteri Apache hanno lanciato ordigni illuminanti in continuazione, tanto da non farci accorgere di una qualche differenza tra giorno e notte. Il cannoneggiare ripetuto di un tank posto a meno di un chilometro dall'ospedale ha crepato seriamente le mura dell'edificio, ma abbiamo resistito fino alla mattina. Verso le 10 circa, bombe sul campo incolto adiacente all'edificio, fuoco di mitragliatrice tutt'attorno: per i medici della mezzaluna rossa quello era un messaggio dell'esercito rivolto a noi -evacuazione immediata, pena la vita. Abbiamo trasferito i feriti in altre strutture ospedaliere e ora la base operativa delle ambulanze è sulla strada di Al Nady, il personale medico sta seduto sui marciapiedi in attesa delle chiamate, che si susseguono febbrilmente.
Per la prima volta dall'inizio dell’attacco israeliano ho visto negli ospedali dei cadaveri di membri della resistenza palestinese. Un numero piccolo, di fronte alle centinaia di vittime civili, che dopo l'invasione di terra si sono moltiplicate esponenzialmente. Dopo l'attacco alla moschea di Jabalia (coinciso con l'entrata dei tank) che ha causato 11 morti e una cinquantina di feriti, per tutta la notte di sabato scortando le ambulanze ci siamo resi conto della tremenda potenza distruttiva dei proiettili sparati dagli israeliani. A Bet Hanoun una famiglia che si stava scaldando nella propria casa dinnanzi ad un fornellino a legna è stata colpita da uno di questi micidiali colpi di cannone. Abbiamo raccolto 15 feriti, 4 casi disperati. Poi verso le 3 del mattino abbiamo risposto ad una chiamata d'emergenza: troppo tardi, davanti alla porta di un'abitazione tre donne in lacrime ci hanno messo in braccio una bambina di quattro anni avvolta da un lenzuolo bianco, il suo sudario, era già gelida. Ancora una famiglia colpita in pieno, questa volta dall'aviazione, a Jabalia, due adulti con in corpo schegge di esplosivo. I due figli hanno riportato ferite lievi, ma da come strillavano era evidente il trauma psicologico che stavano vivendo, qualcosa che li segnerà indelebilmente per tutta la vita più di uno sfregio su una guancia. Anche se nessuno si ricorda di citarli, sono migliaia i bambini afflitti da gravi turbe mentali procurate dal terrore dei continui bombardamenti, o peggio dalla vista dei genitori e dei fratellini dilaniati dalle esplosioni.
I crimini di cui si sta macchiando Israele in queste ore vanno oltre i confini dell'immaginabile. I soldati non ci permettono di andare a soccorrere i superstiti di questa immensa catastrofe innaturale. Quando i feriti si trovano in prossimità dei mezzi blindati israeliani che li hanno attaccati, a noi sulle ambulanze della mezzaluna rossa non è concesso avvicinarci, i soldati ci bersagliano di colpi. Avremmo bisogno della scorta di almeno un'ambulanza della croce rossa, in coordinamento con i comandi militari israeliani, per poter correre a cercare di salvare vite: provate a immaginare quanto tempo porterebbe via una procedura del genere, una condanna a morte certa per dei feriti in attesa di trasfusioni o di trattamenti di emergenza. Tanto più che la croce rossa ha i suoi di feriti a cui pensare, non potrebbe in nessun modo rendersi disponibile ad ogni nostra chiamata. Ci tocca allora stazionare in una zona «protetta», eufemismo qui a Gaza, e attendere che i parenti ci portino i congiunti moribondi, spesso in...
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View Announcement - Invite Friends

Thanks,
The Causes Team

GAZA: Stop the Siege! Stop the War! Petition

GAZA: Stop the Siege! Stop the War! Petition

02/01/09

Hamas PARLA IL LEADER - MESHAAL: OBAMA SVOLTI, NELL'INTERESSE DEGLI USA

INTERVISTA | di Alain Gresh* - DAMASCO
Il capo del partito islamico che governa la Striscia racconta lo scontro con Abu Mazen e manda un messaggio al prossimo inquilino della Casa Bianca: «Ci vuole un cambiamento che risollevi l'immagine di Washington in Medio Oriente e risolva il conflitto con Israele»
«Hamas e le forze palestinesi hanno offerto un'occasione d'oro per portare una soluzione ragionevole al conflitto arabo-israeliano. Sfortunatamente nessuno l'ha colta, né l'amministrazione americana, né l'Europa, né il Quartetto». In una villa di Damasco, Khaled Meshaal, capo dell'ufficio politico di Hamas, moltiplica le interviste da quando, il 19 dicembre, è scaduto il cessate il fuoco con Israele a Gaza, e mentre il mandato del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) giunge al termine all'inizio di gennaio.
Meshaal gode di un'aura particolare dopo essere scampato per un pelo alla morte nel settembre 1997. Allora risiedeva ad Amman. Su ordine di Benyamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, un commmando dei servizi segreti israeliani gli aveva iniettato del veleno. Ma l'operazione si risolse in un fiasco, i membri del commando furono infatti arrestati dai giordani; il re Hussein pretese che il suo vicino gli consegnasse l'antidoto. Inoltre Israele accettò anche di liberare lo sceicco Ahmed Yassin, capo spirituale di Hamas (che è stato poi assassinato il 22 marzo 2004).
Hamas si difende dall'accusa di essere un ostacolo per la pace. «Noi abbiamo delle riserve rispetto al riconoscimento di Israele. Ciò nonostante, abbiamo detto che non saremo un ostacolo per la realizzazione dell'iniziativa araba del 2002. Gli arabi hanno moltiplicato le loro iniziative. Hanno rinnovato le loro proposte nel 2007. Ma, malgrado questo, la direzione israeliana rifiuta l'iniziativa di pace araba, la spezza in tante parti, gioca con le parole, moltiplica le manovre».
Il precedente del riconoscimento incondizionato dello stato d'Israele da parte dell'Olp non spingerà certo Hamas a seguire la stessa strada. Anche alla fine degli anni '80 gli Stati uniti esercitavano numerose pressioni sull'Olp, affinché questo riconoscesse ufficialmente lo stato d'Israele (senza mai precisare entro quali confini). Nel dicembre 1988 Arafat obbedì. Vent'anni dopo, lo stato palestinese ancora non esiste. Per Meshaal, così come per numerosi palestinesi, a cosa servirebbero ulteriori concessioni? Dopo tutto Abbas ha già fatto tutte le concessioni richieste, e i negoziati che porta avanti da anni non sono avanzati...
Meshaal sembra essere ben determinato. Dopo la vittoria alle elezioni amministrative nel gennaio 2006, e malgrado tutte le pressioni, Hamas resta ancora un attore che non può essere ignorato, soprattutto dopo che, nel giugno 2007, ha assunto il controllo della Striscia di Gaza. Tanto più che è riuscito a infliggere una sconfitta militare ad Israele, che ha costretto quest'ultimo a cercare un cessate il fuoco.
È questo cessate il fuoco (o piuttosto tahdi' a, «ritorno alla calma», in arabo), negoziato sotto l'egida dell'Egitto, che è giunto a scadenza il 19 dicembre. Perché?
«Il cessate il fuoco non è terminato a causa di una decisione. Doveva concludersi in capo a sei mesi, ed è esattamente quello che è successo. L'accordo comprendeva tre punti: il cessate il fuoco tra le parti; l'estensione del cessate il fuoco, nel giro di qualche mese, alla Cisgiordania; la fine del blocco di Gaza. D'altra parte c'era un impegno dell'Egitto ad aprire il punto di passaggio di Rafah».
«Questi impegni non sono stati rispettati da Israele se non in maniera molto parziale. Sì, il livello di violenza si è abbassato, le aggressioni contro Gaza sono diminuite, ma non si sono arrestate ( 25 palestinesi sono stati uccisi dopo la firma dell'accordo). Quanto al resto, niente è stato concluso. I punti di passaggio che avrebbero dovuto essere riaperti entro i dieci giorni seguenti il 19 giugno, sono stati aperti in misura molto minore rispetto al previsto. E, nell'ultimo periodo, la situazione a Gaza è divenuta peggiore rispetto a prima dell'accordo». «A giugno il 94% della popolazione di Gaza era a favore dell'accordo. Oggi le persone sono contrarie, perché esso non ha realizzato ciò che per loro è essenziale: la rimozione del blocco».
Meshaal aggiunge: «In ogni caso la tahdi' a non poteva che essere provvisoria. Perché ciò che è all'origine della situazione, è l'occupazione, e l'occupazione genera la resistenza. Noi facciamo una guerra difensiva, non una guerra d'aggressione».
Sul territorio i combattimenti sono ricominciati. Ai raid israeliani rispondono i razzi palestinesi. La stampa israeliana evoca un'operazione su larga scala contro la Striscia di Gaza, e Tzipi Livni, ministra degli esteri israeliana, dichiara che bisogna sbarazzarsi di Hamas con tutti i mezzi. Ma che cosa si può tentare d'altro, se non un ritorno all'occupazione diretta di Gaza?
Hamas dispone di sostegni regionali, in primo luogo Siria e Iran. Diversi paesi del Golfo hanno mantenuto relazioni con il movimento. La Giordania, dopo un lungo periodo di boicottaggio, ha iniziato un dialogo con l'organizzazione. Con spirito pragmatico, il re Abdallah ha dovuto tener conto del fallimento dei tentativi di eliminare Hamas, che dispone di appoggi importanti nel regno, in particolare l'organizzazione dei Fratelli musulmani. D'altra parte i negoziati israelo-palestinesi sono in un'impasse, e l'assenza di qualsiasi soluzione per la questione dei rifugiati - ci sono diversi milioni di palestinesi in Giordania - fa temere al sovrano la ripresa dell'idea che la Giordania debba essere lo stato palestinese, idea agitata a più riprese dalla destra israeliana.
Ora, Hamas si oppone sia a questa idea, sia a quella dell'installazione definitiva dei rifugiati nel paese d'accoglienza.Il problema per Hamas resta la disposizione dell'Egitto. Il Cairo ha gestito direttamente la Striscia di Gaza tra il 1949 e il 1967, e ha un'influenza reale. L'Egitto è stato il padrino dell'accordo della tahdi'a tra Hamas e Israele. Pertanto non considera che Hamas, che ha vinto le elezioni del 2006, sia l'autorità legittima; lo vede piuttosto come una semplice estensione dei Fratelli musulmani, la principale forza d'opposizione, molto repressa, al regime del presidente Mubarak. Inoltre l'Egitto, firmatario di un accordo di pace con Israele, preferisce la «morbidezza» di Abbas all'«intransigenza» di Hamas. È forse questo che permette di comprendere come mai Il Cairo rifiuta di aprire il passaggio di Rafah tra l'Egitto e Gaza, apertura che consentirebbe di rompere il blocco ma che sarebbe interpretata come una vittoria di Hamas?
«Noi vogliamo buone relazioni con i paesi arabi - spiega Meshaal - non siamo mai all'origine della rottura con questo o quell'altro. Trattiamo sempre con i governi, mai con le forze d'opposizione; non ci immischiamo negli affari interni».
Un ritorno all'unità palestinese è concepibile? Dopo che Hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza, i ponti tra gli islamici e il presidente Abbas si erano rotti.
«Ci sono due tappe nei tentativi di riconciliazione tra il potere di Ramallah e noi. All'inizio il potere non voleva accordi, a causa dei veti americani e israeliani: perché pensava che noi saremmo affondati a Gaza sotto l'effetto del blocco; e che il vertice di Annapolis avrebbe portato ad uno sfondamento. In seguito, messe in scacco queste speranze - e con l'arrivo al potere di un nuovo presidente negli Stati uniti, e anche, in febbraio, di un nuovo premier israeliano - la presidenza palestinese ha cambiato posizione. Gli è sembrato necessario cercare di ottenere un accordo che permettesse di presentare, sotto la direzione di Abbas, un progetto palestinese unificato. E, per esser franco, alcuni sperano che l'accordo garantisca la tenuta delle elezioni e la rimozione di Hamas dal potere per via elettorale. Ma questo mostra come la volontà di riconciliazione si appoggi su basi false, e spiega anche perché sia fallita».
La regione attraversa una fase d'attesa. Le elezioni generali avranno luogo in Israele il 10 febbraio. Tra meno di un mese Barack Obama prenderà le funzioni presidenziali. Si va verso dei cambiamenti? «All'inizio il nuovo presidente dovrà ammorbidire la politica americana per due ragioni. Prima di tutto perché l'amministrazione Bush ha fallito, ha portato l'impasse nella regione. Inoltre poiché la non risoluzione del conflitto arabo-israeliano, e la non soluzione della questione palestinese su una giusta base, porteranno l'instabilità non soltanto nella regione ma nel mondo intero. È dunque nell'interesse degli Stati uniti sopprimere le cause dell'ostilità agli americani nella regione e nel mondo musulmano».
Meshaal riflette un momento poi aggiunge: «C'è una terza ragione. Se Obama vuole ridare un ruolo più effettivo agli Stati uniti nel mondo, deve trattare il Medioriente in una maniera differente. Su molti dossier si sono allineati ad Israele e alla lobby sionista. Questo cambiamento si produrrà? In questo stadio, non saprei rispondere. Ma, per quanto ci riguarda, avremo un atteggiamento positivo e risponderemo in maniera responsabile a ogni iniziativa americana che terrà conto dei diritti dei palestinesi».

(Traduzione di Nicola Vincenzoni)

* giornalista di Le Monde diplomatique. Tratto da http//blog.mondediplo.net

31/12/08

News dalla Striscia di Gaza: é STRAGE!


Il muro infinito

Il discorso di John Kennedy a Berlino, rivisto in luce dei fatti più recenti in Palestina

______________dai blogs & Websites_________________

  • MASADA n. 848. Israele-Palestina. Un dolore senza fineMurales a Ramallah

  • Striscia di Gaza Il primo camion di Medici Senza Frontiere entra nella Striscia di Gaza con un carico di materiale sanitario31/12/2008

  • (Gaza-Roma) - Dopo quattro giorni di attacchi aerei sulla Striscia di Gaza , gli ospedali sono sovraffollati per l afflusso di feriti. Il primo camion carico di materiale sanitario e di medicine è entrato ieri nella Striscia di Gaza e due team di Medici Senza Frontiere (MSF) stanno visitando i feriti.
    Un team di MSF, composto da un medico e da un'infermiera, danno appoggio all'ospedale di Shifa, il principale di Gaza, per visitare i feriti ed inviare i pazienti alla clinica di Gaza City, alleviando così il carico di lavoro dell'ospedale. La struttura è già sovraffollata a causa dell'afflusso costante di pazienti. Un secondo team di MSF, composto da un medico, tre infermieri e un fisioterapista, ha visitato una dozzina di feriti nella clinica e altri 20 pazienti sono in programma per oggi.
    Oggi un terzo team di MSF spera di riuscire a riaprire la seconda clinica pediatrica di MSF a Beit Lahia, a Nord della Striscia di Gaza, per occuparsi delle emergenze pediatriche e alleggerire il carico di lavoro dell Ospedale di Kemal Edwan, anch'esso sovraffollato di feriti. Un quarto team si sta preparando per operare nella clinica MSF di Khan Yunis , nella parte meridionale della Striscia di Gaza, per dare supporto all'ospedale Al Nasser (Khan Yunis) e all'ospedale Al Najar (Rafah).
    Solo ieri è riuscito ad entrare nella Striscia di Gaza il primo camion di MSF che trasportava un carico di aiuti: materiale sanitario e medicine. Questo materiale ci permetterà di rifornire i nostri stocks di emergenza e di distribuire aiuti agli ospedali della Striscia di Gaza, dove ormai scarseggia tutto. Il carico che ha fatto ingresso nella zona comprende kit per curare diverse centinaia di pazienti feriti e ustionati, ma anche materassi e altri materiali di supporto.
    Al momento nella Striscia di Gaza MSF lavora solo con staff locale, ma ora si sta cercando di rafforzare i team con personale internazionale.
  • Gaza City | 31 dicembre 2008
    Israele: "Nessuna tregua, l'offensiva continua"

    E' ufficiale. L'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza prosegue perché, ha spiegato il premier Ehud Olmert, non ci sono al momento le condizione per un cessate il fuoco.

    Al quinto giorno della operazione 'Piombo Fuso' contro Hamas a Gaza il gabinetto di sicurezza israeliano è convocato stamane per decidere se sia possibile assecondare la attività diplomatica internazionale per un cessate il fuoco o se sia necessario proseguire le ostilità, anche ricorrendo alle forze di terra.

    La 'tregua umanitaria' di 48 ore suggerita dalla Francia è stata respinta la scorsa notte, secondo la radio militare, nel corso di consultazioni tenute dal premier Ehud Olmert, dal ministro degli esteri Tzipi Livni e dal ministro della difesa Ehud Barak.

    Ma sul tavolo ci sono anche altre proposte, relative ad una "tregua di lunga durata" che sono ancora oggetto di esame. Al tempo stesso viene valutata anche la opzione di una operazione terrestre.

    Nel frattempo Hamas sta colpendo diverse città israeliane, fra cui Beer Sheva, Ashqelon, Sderot, Netivot, Ofakim e Kiryat Malach. Non si ha notizia di vittime.

    Con un comunicato diffuso in tarda serata, i ministri degli Esteri dei 27, riuniti d'urgenza a Parigi, avevano chiesto una tregua "immediata e permanente" che consenta "un intervento umanitario immediato" per la popolazione della Striscia di Gaza, oltre che la riapertura dei valichi fra la Striscia e Israele e l'Egitto. "L'Unione europea e' piu' che mai determinata a portare il suo contributo, assieme agli altri membri del Quartetto e gli altri Stati della regione, per la fine delle violenze e il rilancio del processo di pace", aggiunge la dichiarazione. "A questo proposito e' stato deciso che una delegazione ministeriale europea si rechi molto presto nella regione", prosegue il testo. Non ci sono dettagli sulla data della missione, sulla sua composizione e il suo itinerario.

    Il Quartetto per il Medio Oriente (Onu, Ue, Usa e Russia) ha dal canto suo lanciato un appello "per un cessate il fuoco immediato che sia pienamente rispettato e che consenta un accesso umanitario sicuro e che garantisca i soccorsi e poi un ritorno al processo di pace". I membri del Quartetto hanno anche invitato le parti in causa a considerare i bisogni urgenti in materia umanitaria della popolazione di Gaza.

    Ma stamattina proseguono i raid aerei israeliani sulla striscia di Gaza. Colpita anche Rafah, localita' sul confine con l'Egitto, dove nei giorni scorsi palestinesi avevano sfondato i valichi cercando rifugio nel paese vicino. L'ultimo bilancio delle vittime palestinesi registra 388 morti e circa 1400 feriti; 5 i morti israeliani.


    Abu Mazen chiede all'Onu una risoluzione per il cessate il fuoco

    Il presidente dell'Anp Abu Mazen ha fatto sapere che chiederà al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di approvare "il prima possibile" una risoluzione per l'immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito il portavoce Nabil Abu Rudeina rispondendo così alle critiche di quanti hanno accusato Abu Mazen di essere rimasto a guardare mentre i raid israeliani seminavano morte e distruzione nelle file dei rivali di Hamas e dei civili a Gaza. (fonte : RAINEWS24)
  • Gaza. È terrorismo. È strage. Si può raccontare il crimine - 30/12/08
    gaza-feritodi Pino Cabras - Megachip

    Nei giorni dell’atroce strage di Gaza l’orrore si condensa inevitabilmente sulle immagini e le voci delle vittime. Tanti piccoli tasselli che non riescono a ricomporre ancora il quadro della tragedia. Capire e riflettere in mezzo a tanta sciagura è difficile. Ma dobbiamo farlo, per ricostruire i fatti e il contesto. LEGGI IL RESTO....
  • La strage di Gaza

    Noi tutti sappiamo che gli Israeliani hanno occupato ingiustamente la Palestina. Israele non è uno stato perché sono un insieme di popolazioni che si sono unite e che cercano un territorio che hanno rubato alla Palestina. Hanno cominciato nel 1948 e tuttora rubano terre.
    Adesso se la prendono con Gaza perché resiste alle forze militari più potenti del mondo e dopo aver lasciato passare 40 camion di aiuti umanitari, Israele ha cominciato a bombardare (da 4 giorni) questa piccola striscia martoriando 400 persone di cui 60 bambini (quasi tutte persone civili), ferendo circa 2000 persone di cui 300 gravemente feriti. E poi sono stati bombardati anche gli ospedali aggravando la situazione.
    A nome dei bambini palestinesi chiedo alla Comunità Internazionale e in particolare al governo italiano di intervenire per fermare questo massacro contro i civili inermi di Gaza e mandargli gli aiuti umanitari.

    Un bambino palestinese di 11 anni
  • UNICO ITALIANO, CAPI HAMAS AL SICURO MA STRAGE CIVILI

  • Dal cuore di Gaza l'accusa via web
    "Hanno colpito anche obiettivi civili" La strage in diretta sui blog
    "In ospedale serve sangue"
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