I simboli sono importanti, eccome. Quando se ne parla, mi torna sempre in mente una scritta scolorita dal tempo ma ancora leggibile che vidi sul muro di cinta di una antica villa della Val d’Orcia, in Toscana. Era tracciata con vernice rossa e pennello e diceva “Viva Mao”. Al di là di quel che, con senno di poi, si può dire della Rivoluzione culturale ecc., quel che fu per me quasi commovente era il fatto che fino in quell’angolo del paese, tra cipressi e crete rosse, un ragazzo, evidentemente sessantottino, aveva creduto giusto, utile, far sapere quale fosse il simbolo, il nome di Mao Tse-tung, che voleva scagliare contro l’ordine costituito. Evento microscopico, ma a ben pensarci non molto diverso dalla radio con cui Peppino Impastato, assassinato quarant’anni fa, pensò di combattere la mafia. Oggi ci si attarda a “raccogliere le bandiere” e a tutelare le falci e i martelli, ma la verità è che di simboli efficaci non ne abbiamo gran che, noi – parola molto complicata e più vasta di quanto appaia – che ci sentiamo sulle spine se un campo rom viene incendiato, ci irritiamo se un manipolo di “forzanovisti” (così li chiama il loro duce, debitamente intervistato dalla tv) prende a mazzate un gruppo di studenti, ci allarmiamo se attorno alla questione dei rifiuti napoletani si costruisce un apparato legislativo degno, scrive Stefano Rodotà sulla Repubblica, di una “democrazia autoritaria” (Marco Revelli dice “dispotica”), ci sentiamo impotenti se un milione circa di persone, dette “clandestini”, viene indicato come la selvaggina nella caccia alla “sicurezza”.
E dunque, siccome il nostro mestiere è quello di comunicare, e anche di fabbricare simboli se ne siamo capaci, noi di Carta abbiamo pensato di proporne uno. Non sappiamo se funzionerà, se abbiamo la capacità e la forza di diffondere a sufficienza l’idea, ma chissà. Il ragionamento è questo: dobbiamo trovare una parola-simbolo che unifichi i comitati (proibiti per legge) di cittadini contro le discariche (ma domani toccherà a quelli contro la Tav o la base di Vicenza o il Ponte sullo Stretto); i migranti la cui stessa vita viene negata; i rom, che sono l’ultimo gradino della scala; i lavoratori in nero, molti dei quali stranieri sans papier, ecc. Insomma, dire: guardate che, fatte le debite differenze, alla fine è con tutti voi che i Maroni e i Berlusconi se la stanno prendendo. E qual è la parola che può simboleggiare tutto questo? Forse “clandestino”, ci siamo detti: nella storia molte di queste parole spregiative, cariche di negatività, sono state impugnate da chi le subiva e sfacciatamente esibite. E come auto-denunciare la propria condizione di “clandestino”? Con un mezzo di comunicazione classico: una maglietta. Detto e fatto, ecco la maglietta che semplicemente dichiara “Clandestino”, con un tocco in più nel fatto che la “o” finale è sostituita da una impronta digitale. E la filiera, per così dire, è garantita. Le magliette sono realizzate in Bangladesh da una delle prime esperienze di manifattura etica: le operaie hanno condizioni lavorative e salariali molto migliori della media nazionale e assistenza sanitaria garantita e sono importate da altraQualità, una delle più importanti centrali di commercio equo italiane; a stampare gli artigiani di Arte’ Grafica di Asti [www.promotus.it]: del prezzo finale (12 euro, compresa la spedizione) una certa percentuale va al progetto della “sartoria rom”, avviato nel campo rom di Quintiliani, periferia romana. A Carta vanno meno di due euro, giusto la fatica che ci mettiamo. Potete richiederla, potete indossarla in giro, visto che l’estate sarà caldissima, e potete anche rivenderla in botteghe, librerie, ecc. Se volete, potete guardare il sito bottega.carta.org, oppure scrivere a bottega@carta.org o ancora telefonare allo 0645495659. - come acquistare la maglietta
Entro pochi giorni, il governo inglese potrebbe creare la più estesa Area Marina Protetta del mondo. Ma i potenti interessi commerciali della pesca lo vogliono ostacolare. Lanciamo un'ondata di sostegno per salvare i nostri oceani. Firma la petizione in basso, e inoltra questa email a tutti quelli che conosci:
Questo venerdì il governo inglese potrebbe passare alla storia creando l'Area Marina Protetta più estesa del mondo intorno alle Isole Chagos.
I nostri ecosistemi oceanici stanno letteralmente moren do sotto la pressione della pesca commerciale massiccia e incontrollata e dell'inquinamento. Questa decisione potrebbe iniziare a cambiare il corso degli eventi. Ma le compagnie di pesca commerciale si stanno opponendo alla mossa , mettendo i profitti a breve termine al primo posto. Non possiamo permettere che questo accada – abbiamo già perso più del 90% dei grandi pesci come il tonno e il marlin.
Insieme, lanciamo un'ondata di sostegno pubblico globale al governo inglese, chiedendo di essere forti e proteggere gli oceani dallo sfruttamento. Firma la petizione in basso,poi inoltrala a tutti quelli che conosci. Sarà consegnata al Segretario per gli Affari Esteri David Miliband entro il termine ultimo di venerdì prossimo!
I report sono tremendi: nei prossimi 38 anni, i nostri ocea ni potrebbero essere completamente sfruttati dalla pesca, nei prossimi 100 anni tutte le barriere coralline potrebbero essere morte. Questa azione da sola non sarà sufficiente per invertire la tendenza. Ma servirà a creare un'Area Marina Protetta di 210.000 miglia quadrate – più estesa della Grande Barriera Corallina.
Per salvare veramente gli oceani dal collasso avremo bisogno di una forte leadership politica, e di cittadini che agiscano con impegno. Nel 2010, l'Anno Internazionale della Biodiversità, una decisione del Regno Unito per creare l'Area Marina Protetta più grande del mondo assicurerebbe un'eredità di conservazione senza precedenti per scala e significato. Questo costituirebbe un chiaro esempio per altri governi in tutto il mondo.
Sovrastiamo le voci delle compagnie di pesca commerciale e gettiamo le basi per proteggere i nostri oceani per le generazioni future. Firma la petizione in basso e inoltrala ad amici e familiari:
CHI SIAMO Avaaz.org è un'organizzazione non-profit e indipendente, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229
Clicca qui per avere maggiori informazioni sulle nostre campagne.
Non dimenticare di andare a vedere le nostre pagine:Facebook, Myspace e Bebo.
La rete Noponte da anni si oppone, in tutte le sedi e con i più vari mezzi (documentazione scientifica, dibattiti, campeggi, volantinaggi, manifestazioni sempre più partecipate) alla progettazione e realizzazione del cosiddetto manufatto stabile sullo stretto, per l'ingentissimo spreco di risorse che ha già inutilmente sperperato e ancor più sperpererà, per la devastazione ambientale e il dissesto idrogeologico che provocherà, per la sua inutilità sostanziale in un contesto trasportistico da quarto mondo. La Rete Noponte si oppone a una delle tante scelte calate dall'alto grazie alla famigerata legge obiettivo che ignora i bisogni e i diritti dei territori per privilegiare opere faraoniche e grandi imprese come lmpregilo, nota ormai più per l'abilità finanziaria e le disavventure giudiziarie con i cantieri dell'alta velocità, la casa dello studente all'Aquila e i megainceneritori campani che per la celerità e la correttezza dei lavori. Da sempre il movimento no-ponte si batte perché si investa sulle cosiddette opere di prossimità, il risanamento delle colline delle coste e dei torrenti, il consolidamento antisismico del patrimonio edilizio esistente evitando nuove aggressioni speculative a un territorio già compromesso, il potenziamento e il rilancio del trasporto marittimo nello stretto. Oggi, dopo il tragico e annunciato disastro del primo ottobre e il rischio che possa di nuovo accadere anche in altre parti del nostro territorio, occorre invertire decisamente la rotta e porre con forza la necessità di realizzare con gradualità ma con determinazione quello che ha detto, a caldo, anche il presidente Napolitano: non sprechiamo soldi per il ponte ma investiamoli per il risanamento del territorio. Senza questa scelta netta continuerà il balbettio confuso sulle responsabilità, sulle scelte da fare, sui soldi da trovare, su dove e se ricostruire, aggravando la sofferenza e il disagio degli sfollati che hanno il sacrosanto diritto di tornare, presto e in sicurezza, dove hanno sempre vissuto. Il governo invece persevera imperterrito: proprio in questi giorni ha stanziato 1,3 miliardi di euro per la progettazione esecutiva e le cosiddette opere collaterali e compensative e la Regione Sicilia ha dichiarato che investirà 100 milioni di euro per la costruzione dell'opera. Una delle opere compensative, la variante ferroviaria di Cannitello, sarà inaugurata in pompa magna il 23 dicembre e gabellata come inizio dei lavori del Ponte. La rete siciliana e calabrese risponderà con una grande manifestazione nazionale a Villa San Giovanni il 19 dicembre e con altre iniziative sul territorio. La rete No Ponte messinese indice pertanto a Torre Faro, a due mesi dall'alluvione, in un luogo simbolo minacciato dal megapilone del Ponte e lì dove oggi trovano accoglienza in strutture alberghiere buona parte degli abitanti delle zone alluvionate, una manifestazione martedì 1 dicembre alle 18con concentramento in Via Circuito (davanti al Campeggio dello Stretto) per chiedere l'utilizzo del miliardo e trecento milioni di euro stanziato per il Ponte per la messa in sicurezza dei nostri territori e, prioritariamente, per le aree alluvionate.
Questo lunedi partecipa alla grande Chiamata al Risveglio Globale – negli oltre 1000 eventi che si terranno in 88 paesi, riuniamoci per qualche minuto in luoghi pubblici in tutto il mondo per fare pressione sui leader mondiali perché rimettano le negoziazioni sul clima sulla giusta strada! Dai uno sguardo alla nostra mappa del mondo e alla lista degli eventi per trovare un evento nella tua area, e poi firma per partecipare a questa straordinaria giornata d’azione:
I membri di Avaaz hanno registrato un incredibile numero di eventi: 1000 eventi in 88 paesi per la straordinaria chiamata al risveglio globale sul clima del prossimo lunedi!!
Un migliaio di eventi è un risultato impressionante, ma se centinaia di migliaia di noi vi prenderanno parte il 21 settembre – inonderemo i leader mondiali in riunione a New York il giorno dopo con un numero storico di messaggi provenienti dalla società civile, giusto in tempo per ravvivare i loro discorsi pericolosamente languenti sul clima. Clicca qui per accettare l’invito.
La maggior parte sono eventi "flash" molto brevi – che richiedono solo 5 minuti durante la pausa pranzo o tornando a casa dal lavoro. Sono divertenti, politicamente incisivi, e danno l’opportunità di incontrare altre straordinarie persone di Avaaz di tutte le età e percorsi di vita. Non c’è bisogno di nessuna preparazione – basta arrivare e portare qualche amico! Il pianeta ha bisogno di noi, uniamoci per salvarlo -- clicca qui in basso per trovare un evento nella tua area:
I leader mondiali e i media sono già attenti a ciò che faremo il 21 settembre. E la stampa sta riportando che le urgenti negoziazioni su un accordo globale per fermare la catastrofe climatica sono trascurate - la verità è che i nostri leader non stanno prendendo le decisioni serie che sono necessarie – sembra che sentano più pressione dalle imprese petrolifere e del carbone che dalla gente comune che è invece preoccupata di invertire la crisi climatica e dare il via a una nuova economia verde. il 21 settembre è il momento per innescare tutti questi cambiamenti.
Gli eventi saranno semplici e divertenti. Basta cercare altre persone che tengano sollevati cellulari i cui allarmi squillano all’ora giusta, convergere gli uni verso gli altri, fare una foto e una telefonata di sveglia ai nostri governanti. Le foto saranno raccolte e mostrate in televisione e ai leader mondiali per dimostrare la forza della nostra richiesta e le telefonate inonderanno gli uffici dei nostri governanti direttamente.
Non tutti gli eventi sono uguali – molti eventi di Chiamata al Risveglio sono entusiasmanti per la loro varietà -- monaci reciteranno preghiere, chiese suoneranno le campane, alcuni proietteranno il nuovo film sul clima "L’Era dello Stupido". Clicca qui in basso per trovare un evento nella tua area, rispondi per accettare l’invito e passa parola ad un amico:
La nostra richiesta ai leader mondiali è che firmino un trattato globale equo, ambizioso e vincolante che fermi la catastrofe climatica. La settimana prossima è l’ultima riunione dei leader mondiali sul clima! Dal momento che le loro negoziazioni si sono mostrate finora inadeguate , dipende davvero da noi. Sorprendiamoli.
Ci vediamo il 21,
Paul, Iain, Graziela, Ricken, Alice J, Ben, Milena, Brett, Taren, Pascal, Paula, Benji, Alice W, Luis, Raluca, Milena, Veronique, Chris, Margaret, Julius, e tutto il team di Aaaz
PS La Chiamata al Risveglio Globale è una giornata d’azione aperta e creativa che dipende dall’energia e dall’ingegno di tutti noi -- e quindi lo è anche ognuno dei nostri eventi. Se pensi di poter coinvolgere un leader, un personaggio pubblico o un’organizzazione ben noti; se hai a disposizione un teatro o un gruppo di danza o di arte che potrebbe fare un’esibizione vistosa in uno spazio pubblico; se puoi chiedere alla chiesa o ad un’altra istituzione di cui fai parte di suonare le campane o se vuoi invitare qualche collega a partecipare con te ad un flashmob di sveglia a o vicino al vostro posto di lavoro, o se vuoi dare un tuo contributo unico alla chiamata al risveglio in qualche altro modo che non possiamo neanche immaginare -- fai pure! Non aspettare la nostra autorizzazione -- basta che registri il tuo programma inviandocelo per email a open21@avaaz.org.
---------------------------------------
CHI SIAMO Avaaz.org è un'organizzazione non-profit e indipendente, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229
Clicca qui per avere maggiori informazioni sulle nostre campagne.
Non dimenticare di andare a vedere le nostre pagine:Facebook, Myspace e Bebo.
Koma Civakên Kurdistan Peoples` Confederation of Kurdistan
In Turchia recentemente si sono svolte le elezioni comunali, segnate da un’intensa campagna elettorale come se si trattasse di elezioni per il Parlamento Nazionale.
Nella regione del Kurdistan le elezioni sono state seguite con grande interesse e vi era grande attesa per i risultati che hanno visto la vittoria della linea patriottico-democratica. Tutti gli ambienti politici e la stampa sia quella nazionale che internazionale, sia quella di partito che quella indipendente hanno avuto modo di constatare come il popolo kurdo rifiuti la politica verso i Kurdi dello Stato turco e del governo dell’AKP. Ed è stato chiaramente fatto riferimento al fatto che la questione kurda non può essere risolta ignorando Abdullah Öcalan, il PKK e il DTP. In seguito ai risultati elettorali è emersa nell’opinione pubblica straniera l’aspettativa che la questione kurda dovesse essere risolta facendo ricorso ad una nuova politica orientata decisamente ad individuare delle soluzioni.
Nonostante il clima repressivo nel periodo elettorale e i continui controlli della parte kurda è stata manifesta la volontà della popolazione kurda; in tutte le città, grandi e piccole del Kurdistan, si è assistito alla netta avanzata ed al successo del DTP. La popolazione kurda ha espresso votando per il DTP la sua volontà per una soluzione democratica della questione kurda. Se si vuole considerare la popolazione kurda una parte della popolazione della Turchia, i decisori politici in Turchia devono assumersi la responsabilità di considerare la volontà e le richieste della parte kurda. Tradurre tutto questo in fatti politici concreti è un imperativo morale e politico per uno Stato che ha la pretesa di essere uno Stato di diritto.
Le elezioni hanno fatto capire che la questione della democraticizzazione della Turchia e la questione kurda possono essere risolte per via democratica. I popoli della Turchia hanno conferito attraverso le elezioni ai decisori politici e principalmente all’AKP questo compito. Il popolo kurdo ha festeggiato il Newroz con gli slogan “Libertà per l’identità”, Libertà per Abdullah Öcalan, “ Autonomia democratica”. Il DTP ha formulato chiaramente questi slogan nella sua campagna elettorale e principalmente quello dell’“Autonomia democratica”. E che il popolo abbia espresso il suo consenso a questo programma è una grossa responsabilità anche per il nostro movimento.
Il movimento di liberazione kurdo ha sempre cercato di assumersi le proprie responsabilità e di rendere possibile una soluzione democratica, quando ha visto un clima politico favorevole e delle buone basi di partenza. Dal dicembre 2008 sino al 29 marzo 2009, data delle elezioni, ha assunto la posizione di rifiuto dei combattimenti dimostrando in questo modo che in Turchia è necessaria una soluzione politica e che è possibile lo svolgimento delle elezioni in un clima sereno, opponendosi così a coloro che non vogliono la soluzione della questione kurda ma solo guerra e repressione.
Che sino al 29 marzo non vi sono stati combattimenti è il risultato dell’atteggiamento del nostro movimento. E che in linea di massima anche l’esercito turco si sia adeguato a questa situazione ha fatto scaturire una situazione non conflittuale che tutti avevano auspicato e poi avvertito in Turchia. Per la prima volta si è pensato che un clima non conflittuale potesse mettere in moto un processo per una soluzione della questione kurda.
Il nostro movimento ha preso la decisione di proseguire in questo clima non conflittuale sino all’1. Giugno per offrire l’opportunità di una politica tesa alla soluzione della questione. La popolazione ha dato questo incarico alle forze politiche di tutti gli schieramenti. Anche il nostro presidente, detenuto in un carcere per una sola persona sull’isola di Imrali che si batte con risolutezza per la pace e per una soluzione democratica ha appoggiato la nostra scelta. La via è libera per un nuovo corso nel quale si può tracciare una politica democratica per una soluzione democratica.
E’ significativo e ci fa riflettere il fatto che proprio nella giornata in cui Abdullah Öcalan ha dichiarato il suo appoggio a questo nuovo corso, l’esercito turco abbia intrapreso operazioni militari a Sirnak e Dersim che hanno procurato pesanti perdite per l’esercito stesso. E’ difficile dare una giustificazione a queste operazioni militari, proprio dopo le elezioni che avevano dischiuso nuove possibilità e aspettative per una politica democratica. Allo stesso modo, le decisioni assunte dalle potenze che hanno preso parte all’incontro trilaterale a Baghdad non contribuiscono al processo di pace, anzi al contrario distruggono il clima positivo. Il massiccio dispiegamento di unità militari vicino al confine, la costruzione di nuove postazioni militari e i diversi preparativi alla guerra ignorano il clima positivo e spingono verso una soluzione di guerra e liquidatori.
Sia il prosieguo dei piani liquidatori a livello internazionale , sia, da dopo le elezioni, il crescente atteggiamento delle forze di sicurezza statali, l’ingiustificabile assassinio di due Kurdi a Halfeti, il gran numero di arresti e le operazioni militari non favoriscono un clima favorevole alla soluzione della questione. Marchiare il PKK come terrorista da coraggio a quelle forze che hanno come obiettivo il non voler risolvere la questione e trovare una via politica.
E’ oramai chiaro che, attraverso le quasi trentennali e continue operazioni militari, con una politica di repressione e violenza non si risolvono i problemi.
Non serve a nessuno il non voler risolvere la questione kurda, nemmeno alla Turchia. Gli interessi della Turchia e dei paesi della regione richiedono una soluzione politico-democratica della questione kurda, possibile solo attraverso il dialogo. A partire da questa considerazione dovrebbero la Turchia e i paesi della regione occuparsi della questione kurda e appoggiare con decisione la soluzione democratica per la quale si batte il nostro movimento. Se l’esercito turco fa in modo che non vi siano combattimenti e i decisori politici manifestano la loro volontà per una soluzione e per il dialogo, a breve si può rendere possibile la soluzione della questione kurda.
Il nostro movimento si aspetta che tutte le parti sociali s’impegnino con decisione per l’opzione democratica. E’ necessario che i responsabili in Turchia e le potenze internazionali sostengano il dialogo e gli sforzi per una soluzione democratica.
Pensiamo che la prevista Conferenza Nazionale del Kurdistan possa fornire il suo contributo per una soluzione democratica e pacifica della questione kurda. La Conferenza potrà creare il clima positivo per una soluzione , andando a definire le condizioni per una situazione senza più combattimenti. La Conferenza potrà facilitare il passaggio da una situazione senza più combattimenti ad una soluzione duratura che obbliga al rispetto le parti coinvolte.
Il DTP ha posto le sue richieste davanti all’opinione pubblica interna ed internazionale. “Libertà per l’identità”, Libertà per Abdullah Öcalan” e “Autonomia democratica”. E’ un progetto che è stato approvato chiaramente dalla popolazione kurda e che deve essere tradotto in una via democratica e politica. Non è più possibile intraprendere dei passi nella questione kurda senza parlare con i rappresentanti del popolo kurdo. Questi rappresentanti hanno chiaramente gettato le basi per una soluzione della questione. E anche più chiaramente è emerso dal risultato elettorale che la via più realistica è una soluzione nell’ambito di un’autonomia democratica e il dialogo con Abdullah Öcalan. Il movimento di liberazione crede che la questione possa essere risolta con il dialogo, con i metodi pacifici econ posizioni ragionevoli. E per rendere possibile tutto questo abbiamo preso la decisione di prorogare all’1. Giugno lo stop a ogni forma di combattimento. Se non vi saranno attacchi dei militari turchi e se non si userà questo periodo per assestare colpi al movimento di liberazione per liquidarlo, tradurremo in realtà concreta la nostra decisione di stop alle armi. Siamo disposti già da subito a voler sottoscrivere un progetto per la soluzione della questione.
Invochiamo lo Stato turco e tutte le forze coinvolte che si battono per la pace e la democrazia ad un’assunzione di responsabilità affinché vi sia un prosieguo di questo processo, fornendo, così, in questo modo, il nostro contributo per una soluzione.
Invitiamo l’opinione pubblica kurda e tutte le formazioni presenti in Kurdistan ad agire in modo fedele a questi principi e a fare di tutto affinché questo processo conduca ad una soluzione democratica. Invitiamo le potenze internazionali e quelle della regione, prima di tutte gli USA ad assumersi le loro responsabilità per favorire una soluzione pacifica della questione kurda.
Più di un migliaio di tibetani hanno protestato in Ragya, una città nella parte orientale del Tibet, dopo che un giovane monaco chiamato Tashi Sangpo si è buttato nel fiume Machu (Fiume Giallo). Quando ha assunto questo atto disperato, Tashi era in custodia della polizia per la raccolta di notizie di bandiera tibetana in cima il monastero e la distribuzione di volantini pro-indipendenza del10 marzo. Anche se Tashi non è atao ritrovatoi, i tibetani della zona dicono che è improbabile che possa sopravvivere data la forza del fiume.
Venerdì scorso, il governo tibetano in esilio ha pubblicato un video, compresi i filmati di contrabbando fuori dal Tibet, che conferma come le forze cinesi sono state usate con estrema violenza contro i tibetani in seguito alle proteste del marzo 2008.
Questo preoccupante video ci mostra l'inimmaginabile e duratura sofferenza dei tibetani nelle mani delle autorità cinesi. Ma le nostre azioni sono in grado di dimostrare loro che non sono soli.
In questo momento buio, è essenziale che noi teniamo i riflettori internazionali sul Tibet e far pressione su Pechino per fermare la sua violenta repressione.
Dillo al mondo, con le parole, quello che 50 anni di occupazione cinese ha significato per voi (se siete tibetano) o per il popolo tibetano (se sei un sostenitore del Tibet).Inviaci un video o una dichiarazione scritta che si può postare sul blog SFT in risposta alle indicazioni della Cina che ha "liberato" il Tibet.
Grazie per aver scelto di agire per il Tibet in questo momento critico, Lhadon, Tendor, Kate, Heather, Chand and all of us at SFT HQ
Visita il sito indicato di seguito per dire ai tuoi amici su questo. Tell-a-friend!
Comunione e Liberazione è l’unico movimento fondamentalista in Europa che ha costituito una situazione di potere monopolistico nell’ambito di una importante istituzione pubblica come la Regione Lombardia attraverso un’occupazione militare dei suoi esponenti in tutti i centri di potere (dai Direttori Generali ai dirigenti delle Unità Organizzative nei più importanti Assessorati, dai Direttori Generali delle pubbliche Aziende Ospedaliere ai primari, dagli Amministratori Delegati ai Presidenti delle società di trasporto, dai Direttori Generali degli Enti e delle Agenzie regionali ai consigli di amministrazione delle società a capitale pubblico della Regione Lombardia operanti in ambiti strategici come le infrastrutture, la formazione, l’ambiente ecc.) costituendo, di fatto, una pericolosa situazione di potere « dominante ».
La petizione verrà presentata al Parlamento Europeo, alla Camera dei deputati della Repubblica Italiana, al Senato della Repubblica Italiana
e per opportuna conoscenza:
Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente della Repubblica Italiana.
[fonte:Studi di teologia politicaTutti i movimenti fondamentalisti sono portatori di una ideologia totalitaristica “onnicomprensiva” che non opera alcuna distinzione di piani tra fede e politica e tende ad imporre un regime della verità all’intera collettività]
L'8 marzo, presso il Saschall di Firenze, via Fabrizio De André, angolo lungarno Aldo Moro, ( visualizza mappa) le Liste Civiche di tutt'Italia e i cittadini sostenitori si incontreranno per discutere i programmi e le iniziative da attuare all'interno deirispettivi Comuni.
Il programma prevede:
ore 9.15 accredito
Introduzione - Beppe Grillo Politica - Marco Travaglio Ambiente - Maurizio Pallante Salute - Patrizia Gentilini, Giuseppe Miseretti, Michelangelo Bolognini Energia - Marco Boschini Riciclo - Matteo Incerti Connettività - Maurizio Gotta (Anti Digital Divide) Diritti dei cittadini - Sonia Alfano Acqua - Riccardo Petrella
Break
Presentazione sito Liste Civiche Interventi delle Liste Civiche e dei Meetup Conclusioni - Beppe Grillo
Una persona senza orecchie e senza bocca. Un mostro uscito da una novella di Stephen King. Questo è il cittadino italiano senza connettività. L'accesso all'informazione attraverso la Rete deve essere gratuito, riconosciuto insieme alla carta di identità. I servizi via Internet devono essere accessibili da Castel Volturno a Pizzo Calabro, dalle periferie romane ai paesi dell'Appennino. La legge Pisanu che limita lo sviluppo dei punti Wi Fi va abolita. La Rete deve diventare come l'aria. Da una panchina di un parco o da un bar. Da un tunnel dell'autostrada o da un treno. Ovunque. La dorsale di accesso alla Rete va separata da chi fornisce i servizi. Deve tornare in mano pubblica, non di Mediaset, e fornire un servizio pubblico. I Comuni devono considerare la copertura della Rete allo stesso livello della rete idrica. Essenziale. Vitale. Per lavorare, per comunicare, per formare comunità, per informarsi. La Rete è trasparenza. Le sedute comunali vanno filmate dal Comune, a cura del Comune, trasmesse in diretta streaming, caricate su YouTube. I Comuni senza la connessione alla Rete o con velocità di accesso limitata sono tagliati fuori. Il vero Digital Divide per il lavoro e per l'informazione è tra il Comune connesso e il Comune disconnesso. La connettività è lavoro, promuove i servizi e le produzioni locali. La connettività è turismo. La connettività è democrazia. I Comuni a Cinque Stelle sono Comuni connessi. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
L'incontro nazionale delle Liste dei Comuni a Cinque Stelle si terrà a Firenze, al Saschall Teatro, domenica 8 marzo 2009. Le Cinque Stelle corrispondono a cinque aree specifiche: Acqua, Energia, Sviluppo, Ambiente e Trasporti. Oggi pubblico un post sulla CONNETTIVITA ' (SVILUPPO) Inviate le vostre considerazioni nei commenti. Iscrivetevi all'incontro nazionale dei Comuni a Cinque Stelle dell'otto marzo.
CONNETTIVITA' 1. Cittadinanza digitale a ogni residente 2. Favorire l'Introduzione di ripetitori Wimax per l'accesso mobile e diffuso della Rete e, allo stesso tempo, pretendere la diffusione dell'ADSL 3. Diffusione di punti Wi Fi nel territorio del Comune per una massima copertura, in particolare delle aree di maggior frequentazione 4.Servizi comunali disponibili, ogni volta che questo sia possibile, via Internet 5. Consigli comunali pubblici in diretta streaming via Internet 6. Incentivare la creazione di aree di telelavoro 7. Promuovere on line, con il concorso delle diverse aree produttive e di servizi, l'offerta presente nel Comune 8. Punti di accesso alla Rete nei posti pubblici, ad esempio le biblioteche 9. Promuovere corsi di informatizzazione e Internet 10. Dotare le scuole comunali di strutture per l'accesso a Internet (pc, stampanti, ecc.) da parte di studenti e insegnanti
CultCorner.info condivide e si associa alla SECONDA BATTAGLIA CONTRO IL NUCLEARE: a seguire tutti i contatti e le informazioni e tutto quel che ti serve per spiegare perchè siamo CONTRO:[ fonte: www.jacopofo.com ]
Lanciamo una campagna contro il nucleare in Italia! Non lasciarti travolgere dalla fessacchiaggine. Questi sono pericolosi veramente. Ed è anche una battaglia divertente perchè questa la vinciamo di sicuro. Abbiamo dalla nostra parte il 70% degli italiani. Voglio poi ridere quando dovranno annunciare DOVE le voglio fare sté quattro centrali francesi che Berlusconi ha fatto l'accordo con Sarkozy e l'Enel. Alla fine non se ne farà niente e saranno solo soldi buttati.
4 centrali nucleari in Italia. Ma sono francesi...
E ora voglio ridere quando si scopre dove dovranno essere costruite queste 4 centrali.... Le vuoi vicine a casa tua? Ma sono di nuovo tipo... Non ti devi preoccupare... Non ti fidi di Sarkozy?
Berlusconi ha firmato un accordo con Sarkozy per 4 centrali nucleari francesi costruite in Italia. Una follia in collaborazione con Enel. Saranno pronte fra 20 anni. La crisi energetica sta già scoppiando (solo la crisi economica ci sta dando una boccata d'aria. Non ci serve energia fra 20 anni, Ci serve ora. Qui di seguito pubblico due approfondimenti sul nucleare con una serie di notizie che i media si guardano bene dal diffondere. Si tratta di un grande lavoro di ricerca per il quale devo ringraziare Laura Maluccelli, grande amica e straordinaria ricercatrice. Leggi solo se hai voglia di farti rizzare i capelli in testa. La storia del nucleare e 100 volte più folle di quel che credi. [fonte]
E DOVE LE FANNO STE' CENTRALI NUCLEARI? ECCO DOVE LE FANNO!
(ripubblico l'articolo sullo studio lanciato mesi fa da Roggiolani, i disegni sono relativi a quella campagna, clicca per ingrandirli)
Ma gll’italiani sono lenti e aspetteranno per incazzarsi quando vedranno muoversi la macchina nucleare sotto casa loro. Basta un solo discorso per dire quanto progetto questo sia folle. I dati ce li dà Repubblica di qualche giorno fa, in un articolo che finge di essere imparziale e ci presenta il piano della Edison per 5-10 centrali nucleari sparse per il paese. Una vera follia. Vediamo perché. Innanzi tutto se si partisse immediatamente a costruirle entrerebbero in funzione (secondo i tecnici Edison) nel 2019. Se ciò si avverasse sarebbe la prima volta in Italia che un’opera viene realizzata nel tempo previsto. Ma poniamo pure che ci riescano sarebbe una realizzazione tardiva visto che la crisi energetica e gli alti costi del petrolio stroncheranno l’economia italiana entro 5 anni se non si troveranno delle soluzioni. Ma al di là di questo, la spesa prevista da Edison per 10 centrali è di 40 miliardi di euro (ottantamila miliardi di lire) con un costo di 2 mila euro a kilowat. Ma con 2 mila euro a kilowatt posso installare le turbine a acqua di nuova generazione che lavorano spinte dalla alta e dalla bassa marea o dalla corrente dei fiumi. Cioè non hanno bisogno di cascate. Ogni singola turbina produce 1 kilowatt di potenza e ha un diametro di 120 centimetri. Quindi è piccola e può essere installata sul fondo di un corso d’acqua senza interferire con la navigazione. E queste turbine potremmo iniziare a installarle da domani mattina e si ripagherebbero con l’energia prodotta prima che le centrali nucleari possano entrare in funzione. Ma l’articolo di Repubblica ci informa anche che Moody’s, la nota agenzia di rating (cioè quelli che valutano l’affidabilità di un investimento) ha stimato che il prezzo reale di una centrale nucleare arriverebbe a 4 mila euro per ogni kilowatt di potenza, mentre il prezzo attuale di un kilowatt prodotto con l’eolico è intorno ai 3 mila euro. Inoltre bisognerebbe calcolare che nei prossimi anni i prezzi di idrico e eolico continueranno a calare grazie alla massificazione dei sistemi di produzione e alle nuove tecnologie che stanno per arrivare sul mercato. E si calcola che tra 3-4 anni il solare dovrebbe diventare conveniente rispetto al nucleare anche senza finanziamenti pubblici. Infine nel costo del nucleare non è conteggiata la spesa per stoccare per decine di millenni le scorie radioattive che in mano dei terroristi si trasformerebbero in bombe atomiche sporche (composte da esplosivo convenzionale e scorie che vengono sparse nell’atmosfera dalla deflagrazione). Infine, se ci fossero ancora dubbi potremmo aggiungere che l’uranio, che alimeta le centrali nucleari, è agli sgoccioli: nei prossimi anni sarà sempre più raro e più caro. In sintesi oggi costruire centrali nucleari è pericoloso, stupido e soprattutto anti economico. Sinceramente non credo che alla fine riusciranno a farle. Credo però che riusciranno a spendere un mare di soldi nel tentativo di farlo.[fonte]
TUTTI I PROBLEMI DEL NUCLEARE: PERCHE' E' UNA FOLLIA. (Da "salvare l'ambiente conviene!" Edizioni Nuovi Mondi Media-jacopo fo)
E CI RIPARLANO DI NUCLEARE... Sono trascorsi oltre 20 anni dal referendum che, nel 1987, bocciò l’uso del nucleare in Italia. Nonostante gli anni, le ragioni sollevate dal NO risultano ancora assai attuali: lo smaltimento delle scorie, la scarsa quantità di uranio disponibile, la pericolosità dimostrata da molteplici avvenimenti, gli astronomici costi che comporta... I problemi sono rimasti, nessuno è stato risolto. Ciononostante, nel periodo 1992-2005, dei fondi per la ricerca e lo sviluppo, l’11% è stato destinato alle fonti rinnovabili nel loro insieme mentre il nucleare ha assorbito oltre il 58%.4 62 Come riporta lo studioso Marco Cedolin: secondo le stime correnti, la quantità di tutto l’uranio estraibile è nell’ordine dei 3,5 milioni di tonnellate. Dal momento che il consumo attuale è di 70.000 tonnellate/anno (per coprire solo il 6% della domanda globale di energia primaria), basteranno 50 anni per esaurire tali scorte (considerando che ci vogliono almeno 10-12 anni per costru i re una centrale nucleare). Se ci fosse un “ritorno al nucleare” l’esaurimento della risorsa sarebbe, però, ancora più rapido: appena pochi anni. Gli operatori del mercato dell’uranio sanno benissimo che diventerà tra non molto una merce rara. anche un dato quantomeno strano rispetto al nucleare: in questi ultimi quattro anni, il prezzo dell’uranio è salito di circa 20 volte, senza che ci sia stato alcun aumento della richiesta. Allo sviluppo dei reattori di IV generazione (che, secondo i ricercatori, dovrebbe avvenire nel 2030) è affidato il compito di superare questi limiti: tre delle sei filiere studiate sono reattori veloci al plutonio e, tra queste, quella più avanti nello sviluppo è raff reddata con sodio liquido. Il Superphénix, un reattore veloce al plutonio raffreddato con sodio liquido, è stato il più grande fallimento industriale della storia: 13.000 miliardi di lire per un ventennio (a partire dagli anni Ottanta), a cui si devono aggiungere 2,1 miliardi di euro (stimati dalla Corte dei Conti francese per 63 lo smantellamento). Dopo 54 mesi, Superphénix è stato chiuso nel 1994 per i continui incidenti. I cittadini italiani non lo sanno ma hanno pagato, attraverso Enel, il 33% di questa folle spesa. Le scorie nucleari si possono dividere in diverse categorie in base al loro stato (solido, liquido o gassoso), dal potenziale di radioattività in esse contenuto e dalla durata nel tempo della loro pericolosità. Sostanzialmente i rifiuti radioattivi si dividono in tre gruppi: • le scorie a bassa attività costituite da carta, stracci, indumenti, guanti, soprascarpe, filtri liquidi. Un tipico reattore nucleare ne produce annualmente circa 200 metri cubi (mc); • le scorie a media attività, costituite dagli scarti di lavorazione, da liquidi, dalle resine di ioni derivanti dalle centrali nucleari, dagli impianti di riprocessamento e dai centri di ricerca. Un tipico reattore nucleare ne produce circa 100 mc l’anno; • le scorie ad alta attività, costituite dal combustibile nucleare irraggiato e dalle scorie primarie del riprocessamento, derivanti unicamente dalle centrali nucleari e dagli impianti di riprocessamento. Un tipico reattore nucleare ne produce annualmente circa 30 tonnellate che corrispondono una volta riprocessate a 4 mc di materiale. Le scorie a bassa e media attività resteranno pericolose per centinaia d’anni (circa 300) quelle ad alta attività, che pur costituendo il 3% del volume totale rappresentano da sole il 95% della radioattività complessiva, manterranno la loro carica mortale per molte migliaia di anni (fino a 250.000 anni). Periodi lunghissimi, che vanno molto al di là non solo dell’arco di una vita umana, ma anche della possibile durata di una “civiltà” e perfino della storia dell’esistenza umana così per come la conosciamo. Questi dati dovrebbero bastare da soli a darci la dimensione dell’incommensurabile grandezza del problema con il quale ci stiamo confrontando e dell’assoluta impossibilità della tecnologia scientifica attuale (e con tutta probabilità anche futura) di smaltire in qualche maniera l’enorme carico di materiale radioattivo che anno dopo anno si sta accumulando (come conseguenza dell’attività delle oltre 400 centrali nucleari disseminate sul pianeta). Ogni anno queste centrali, presenti in 31 nazioni, producono migliaia di tonnellate di scorie.5 Anche nel caso (improbabile) di una perfetta tenuta delle strutture di stoccaggio per tutto l’arco di tempo, subentrerebbe comunque l’altissimo rischio di eventi imponderabili quali guerre, terremoti, alluvioni e incidenti di vario genere, la cui possibilità in un periodo così lungo e per come stanno adesso le cose nel mondo, risulta tutt’altro che remota. Le mappe che indicano i depositi esistenti nel mondo riguardano quasi esclusivamente i rifiuti nucleari a bassa radioattività e viene spontaneo domandarsi cosa ne sia stato delle scorie ad alta radioattività. In realtà, per custodire i rifiuti nucleari ad alta radioattività non è stato fatto assolutamente UN PALAZZO DI PIÙ DI SESSANTA PIANI DI PAURE ATOMICHE LA MAPPA DEGLI 80.000 METRI CUBI DI SCORIE NUCLEARI IN ITALIA nulla. O meglio, tutto il gotha della tecnologia mondiale ha dimostrato di non avere assolutamente né i mezzi né tanto meno le conoscenze tecnico/ scientifiche per affrontare un problema che travalica di gran lunga le capacità operative dell’essere umano, qualunque siano le competenze tecniche raggiunte. “Rapportarsi con periodi di tempo il cui ordine è quello delle ere geologiche significa abbandonare ogni stilla di realismo, per rifugiarsi fra le pieghe dell’utopia, dell’incoscienza e della pazzia. Nulla e nessuno potrà mai prevedere le mutazioni di ogni genere che riguarderanno il pianeta nei prossimi 100/200.000 anni, né individuare luoghi o spazi adatti a stipare in sicurezza le scorie ad alta radioattività in un futuro tanto lontano”.6 In attesa di una soluzione che mai potrà essere trovata, le 440 centrali nucleari di cui è costellato il pianeta lavorano a pieno regime e i rifiuti ad alta radioattività vengono semplicemente stoccati in depositi “di fortuna” in attesa di un trasferimento definitivo che non avverrà mai. Il Dipartimento dell’Energia (DOE) americano, per risolvere (in realtà, si tratta piuttosto di “rammendare”) il problema delle scorie nucleari, impiegherà dai 70 ai 100 anni, spendendo dai 200 ai 1.000 miliardi di dollari. Con tutta probabilità, quando il deposito sarà terminato, e cioè non prima del 2015, la quantità di nuove scorie accumulatesi nel corso degli anni (al ritmo di 2.300 tonnellate annue) richiederà immediatamente la costruzione di un nuovo deposito. Inoltre, studi scientifici effettuati da commissioni non governative hanno dimostrato che, nel lungo periodo, sarà impossibile impedire le infiltrazioni delle acque sotterranee nel deposito. L’attuale stato di conservazione delle scorie nei vari paesi è spesso estremamente precario e anche le più elementari norme di sicurezza non sono neppure prese in considerazione, costituendo la potenziale occasione per incidenti di gravità anche superiore rispetto a quello di Chernobyl. Questo non avviene solo nei paesi meno sviluppati e nell’est europeo, ma anche in Europa e negli Stati Uniti che, dal punto di vista tecnologico, rappresentano una delle realtà fra le più avanzate al mondo. Diciamo pure che il problema è ovunque irrisolvibile, pensate che persino l’uranio usato nel 1942 da Enrico Fermi è ancora in attesa di una sistemazione finale. La “banda dell’atomo” (Berlusconi, Bush, Sarkozy e compagnia atomica) che, anche in Italia, sta tentando di riproporsi con la promessa di energia a buon mercato può solo fingere che i rifiuti radioattivi non esistano, poiché qualunque tentativo serio di smaltimento degli stessi, avrebbe dei costi esorbitanti (a fronte di ben scarsa resa) e li metterebbe inevitabilmente fuori dai giochi. Il pericolo più grave, posto nell’immediato, è quello che alcune organizzazioni (molte delle quali private) fra quelle che gestiscono le centrali e il loro contenuto scelgano la strada più semplice e decidano di far “sparire” le proprie scorie, magari in fondo al mare o interrandole in vecchie cave e gallerie in disuso, confidando nel fatto che difficilmente un simile crimine ecologico verrebbe alla luce in tempi brevi. Il rapporto dell’Italia con le proprie scorie nucleari è esemplificativo. Nel nostro paese tutto ciò che oggi riguarda il nucleare fa capo alla Società Gestione Impianti Nucleari S.p.S. (SOGIN) istituita nel 1999, che ha incorporato tutte le stru t t u re e le competenze che prima appartenevano all’Enel nell’ambito del nucleare. Presidente della SOGIN è il generale Carlo Jean che, nel febbraio 2003, ha così quantificato i rifiuti radioattivi presenti in Italia: circa 50.000 metri cubi (mc) di scorie radioattive a bassa e media radioattività, circa 8.000 mc di scorie radioattive ad alta radioattività, 62 tonnellate di combustibile irraggiato, oltre a ospedali, acciaierie, impianti petrolchimici e così via che producono circa 500 tonnellate di rifiuti radioattivi ogni anno.
Dal 1989 in poi il cittadino italiano ha iniziato a pagare, attraverso un’addizionale sulle bollette Enel, i cosiddetti “oneri nucleari” destinati in un primo tempo a compensare l’Enel e le altre società collegate per le perdite conseguenti alla dismissione delle centrali. Dal 2001 fino al 2021 gli oneri sono stati destinati alla SOGIN e finalizzati alla messa in sicurezza degli 80.000 mc di scorie radioattive frutto dell’attività nucleare. Alla data del 2021 i cittadini avranno pagato attraverso addizionali sulla bolletta Enel la cifra astronomica di 11 miliardi di euro.
[fonte: blog di Beppe Grillo - commento finale dell'autore di questo blog]
Eluana non c'entra. E' un pretesto per sfiduciare la Presidenza della Repubblica. La sua funzione di controllo e di garante della Costituzione. E' un braccio di ferro, forse un braccio di merda. Lo psiconano non vuole più nessuno che lo intralci nella sua marcia di occupazione delle istituzioni. Napolitano non ha firmato il decreto legge. Il Consiglio dei ministri allora lo scavalca con un disegno di legge identico al decreto. Dovremo ricordarci chi lo ha votato. Un giorno potremmo procedere contro di loro per attentato contro lo Stato.
Il disegno di legge verrà proposto al Parlamento dei burattini di Arcore che lo approverà. Il disegno di legge è incostituzionale? Si cambierà la Costituzione! Nessun primo ministro europeo farebbe, direbbe quello che dice, quello che fa questa bombetta a orologeria della democrazia. Eluana potrebbe procreare? Eluana potrebbe sopravvivere per tre, quattro giorni al digiuno forzato come Pannella? Io sono un comico, ma chi pronuncia queste parole è solo un pover'uomo.
Schifani è stato contingentato in una corsa contro il tempo per l'approvazione del disegno di legge al Senato. Il Presidente del Senato agli ordini dello psiconano. Ma non vi rendete conto che è una farsa? Che Eluana è un'informazione di distrazione di massa? Ogni giorno una nuova, pessima notizia. Non è sufficiente difendersi dal crollo dell'economia, occuparsi dei mille problemi quotidiani. Non basta. Ogni giorno che Dio manda in terra dobbiamo difenderci da una nuova legge, un decreto, un emendamento, un esproprio dei nostri diritti civili.
I nostri dipendenti operano senza sosta per mettersi al sicuro dalla magistratura e dalla resa dei conti. E' spossante e anche umiliante per un cittadino vivere in Italia. In tutto il mondo si cerca di fronteggiare la crisi, questi politicanti, ex fascisti, ex leghisti, piduisti a tempo pieno usano la crisi per rafforzare il loro potere ed eliminare gli altri, dalla magistratura, al Parlamento, alla Corte dei conti, alla presidenza della Repubblica.
Hanno fretta, una maledetta fretta. Sentono gli zoccoli dei bisonti, la cascata del Niagara che aspetta l'Italia. non vogliono fare la fine di Ceaucescu, ma neppure quella di Bottino Craxi. Il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato "prospettive tetre" per l'Italia. Tetre, un termine da Dario Argento, da film dell'orrore. Vogliono mettere l'esercito sul ponte del Titanic e fuggire con le scialuppe di salvataggio.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?).Noi neppure.
e questo è quel che ci dice il nostro caro Beppe ed è veramente un peccato che solo pochi possano ascoltarlo o leggerlo perchè è uno dei pochi che lotta contro questa situazione "tipicamente" italiana, di farsi abindolare da chiunque sappia "entrare" in politica, sfruttando l'ignoranza stessa politica degli italiani, politicanti da bar, voto e poi mi sbatto le balle! E' tutto da rifare, ricreando una Vera cultura del rispetto, della dignità e dell'onestà, dell'antimafia, dell'anticrimine, dell'antifascismo, della fratellanza e quindi cominciare col licenziamento di TUTTI i politici e azzeramento totale di tutti i privilegi acquisiti (in mobilità con 120 euro al mese in social card senza PIN come a molti bisognosi è successo, ma che per dignità ed orgoglio se ne sono stati zitti, ma anche per paura!) Non è uno sfogo ma una convinzione! M.Londeroaka webrond
"Ducj i oms a nassin libars e compagns come dignitât e dirits... ... cence nissune distinzion par vie di gjernazie, colôr, mascjo o femine, lenghe, religion, di impinion politiche o alcaltri, di çoc nazionâl o sociâl, di ricjece, di nassite ... ...ogni individui al à dirit a la vite, a la libertât
... (dai articui 1, 2, 3, de Declarazion Universâl dai Dirits dal Om, 1948)
MSF, ASGI, SIMM e OISG lanciano un appello alla società civile per chiedere ai Senatori di respingere l’emendamento che elimina il principio di non segnalazione alle autorità per gli immigrati irregolari che si rivolgono a una struttura sanitaria.
28/01/2009
FIACCOLATA DAVANTI A MONTECITORIO
2 FEBBRAIO DALLE 17.30 alle 20.00
Roma, 28 gennaio 2009 – Il 3 febbraio prossimo il Senato voterà un emendamento volto a sopprimere il principio di “non segnalazione” alle autorità per il migrante irregolare che si rivolge ad una struttura sanitaria. Medici Senza Frontiere (MSF), Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG) hanno lanciato oggi un appello alla società civile per chiedere ai Senatori di non abrogare il suddetto principio.
MSF, SIMM, ASGI e OISG hanno inoltre annunciato una fiaccolata della società civile il 2 febbraio davanti a Montecitorio (tra Piazza della Colonna Antonina e l’obelisco) dalle 17.30 alle 20.00 al quale sono invitati a partecipare operatori sanitari, organizzazioni non governative, rappresentanti della società civile e cittadini.
Per il quinto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2 in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30, lancia per il 13 febbraio 2009 M’illumino di meno, una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.
Dopo il successo delle passate edizioni, i conduttori Cirri e Solibello chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio. L’invito rivolto a tutti è quello di spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili il 13 febbraio 2009 dalle ore 18.
Nelle precedenti edizioni M’illumino di meno ha contagiato milioni di persone impegnate in un’allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, società sportive, istituzioni, associazioni di volontariato, università, commercianti e artigiani hanno aderito, ciascuno a proprio modo, alla Giornata del Risparmio. Lo scorso anno il “silenzio energetico” coinvolse simbolicamente le piazze principali in Italia e in Europa: a Roma il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l’Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a Bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala ma anche Parigi, Londra, Vienna, Atene, Barcellona, Dublino, Edimburgo, Palma de Mallorca, Lubiana si sono “illuminate di meno”, come altre decine di città in Germania, in Spagna, in Inghilterra, in Romania.
Anche grazie al contributo di ANCI e ANPCI nella diffusione capillare dell’iniziativa, molte città italiane si sono mobilitate per coinvolgere i comuni gemellati all’estero: un passaparola virtuoso che, anche tramite il coinvolgimento delle ambasciate, ha consentito di spegnere luci davvero in ogni parte del mondo. Dopo il successo europeo dell'edizione 2008, per il 2009 vorremmo dar spazio non solo alle istituzioni ma anche ai cittadini d’Europa, invitando tutti, insegnanti, sportivi, professionisti, associazioni, a creare gemellaggi inediti tra categorie o tra singoli individui diffondendo la campagna di sensibilizzazione oltre confine.
La campagna di M’illumino di meno 2009, che ha ottenuto il patrocinio del Parlamento europeo per il secondo anno consecutivo, inizia il 12 gennaio e si protrarrà fino al 13 febbraio, dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all’estero, per razionalizzare i consumi d’energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi.
Quest’anno l’inno di M’illumino di meno è stato scritto e interpretato da Frankie HI-NRG MC. Il brano è scaricabile gratuitamente su www.caterpillar.rai.it .
Sul sito del programma è anche possibile segnalare la propria adesione alla campagna, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte.
Con piu` di 900 morti a Gaza e` tempo di fermare questa guerra, ma Bush sta fermando un giusto cessate il fuoco da parte delle Nazioni Unite- mandiamo 500,000 voci per la pace:
Lo spargimento di sangue a Gaza sta crescendo--le fatalita` si aggirano intorno alle 800 persone di cui quasi la meta` cibvili e piu` di 250 bambini. Gli Israeliano grazie a areoplani e artiglieria bombardano aree urbane densamente popolate, scuole delle Nazioni Unite incluse, migliaia i feriti a piu` di 1.5 milioni di civili terrorizzati non hanno via di scampo da questo territorio prigione -- i confini sono stati sigillati. Hamas continua a combattere e a lanciare razzi su Israele: 11 Israeliani sono morti, anche da fuochi amici.
La nostra chiamata mondiale per un cessate il fuoco internazionalmente garantito sta iniziando a farsi sentire chiara e forte, guadagnandosi il supporto dei leaders d`Europa, del Medio Oriente e senza dubbio: le fondamenta per un accordo stanno diventando chiare. Ma israele continua a rifiutare la via della tregua, e l`ex presidente Bush sta bloccando un cessate il fuoco negoziato dalle Nazioni Unite , cercando invece di imporre un alternativa incline al renedere legittima da parte di Israele il soffocamento e isolamento di Gaza.
Quel che e` troppo e` troppo. Non possiamo permettere che Bush & Co. blocchino un giusto cessate il fuoco. 250,000 hanno firmato la petizione per il cessate il fuoco, arriviamo a mezzo milione--lo pubblicheremo con un duro-colpo avviso sul Washington Post e lo consegneremo ai membri Consiglio della Sicurezza delle Nazioni Unite durante riunioni -- segui il link sotto per vedere l`avviso, firma la petizione, e inoltra questo messaggio a tutti i tuoi amici e familiari:
Il nostro sforzo puo` davvero fare la differenza--Lo stesso ministro degli esteri israeliano assicura che una forte pressione internazaionale, se intensa abbastanza, potrebbe assicurare un cessate il fuoco. Mentre la comunità internazionale continua i dibattiti e postpone il problema, sempre più civili muoiono ogni giorno. Un ufficiale di alto rango dell’ONU ha dichiarato “Non esiste un posto sicuro a Gaza. Qui tutti sono terrorizzati e traumatizzati”. Opponendosi a una risoluzione delle Nazioni Unite, secondo quanto si dice Bush propone di escludere Hamas da qualsiasi cessate il fuoco e lasciare carta bianca ad Israele, garantendo quindi che la violenza continui indisturbata. Ecco perché ci rivolgiamo al neoeletto presidente Obama e ai principali strateghi degli Stati Uniti, così come all’UE e ai principali leader internazionali, per raggiungere una risoluzione equa e stabile.
Affinchè sia duraturo, il cessate il fuoco deve proteggere i civili e pore finea tutti gli attacchi. -- Le incursioni e i bombardamenti israeliani così come i razzi palestinesi sono diretti al sud di Israele. È sempre più necessaria una supervisione internazionale alle frontiere, affinchè siano riaperte le frontiere di Gaza per poter portare viveri, carburante, medicinali e altri beni di prima necessità , e per far sì che non ci sia un traffico di armi che tra l’altro è solamente aumentato con il blocco delle frontiere e per monitorare e rafforzare un bilaterale cessate il fuoco
Hamas, che ha vinto le elezioni del 2006 e ora governa a Gaza, ha dichiarato che accetterà il suddetto cessate il fuoco. Dovrà mantenere la sua parola esattamente come lo dovrà fare Israele. Non esiste una soluzione militare per nessuna delle due parti – è giunto il momento che i poteri mondiali entrino in gioco proponendo un accordo equo che protegga i civili da entrambe le parti e permetta loro di vivere le proprie vite in pace e tranquillità.Firma la petizione ora con il link qui sotto e invia il messaggio a tutti quelli che conosci – lo pubblicheremo sul Washington Post e non solo, e cercheremo di raggiungere incontri faccia a faccia per consegnare la petizione all’equipe di Obama, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e ai leader europei:
Bellissima campagna la anti Aids condotta senza moralismo da AIDES realizzata da Erik Vervroegen di TBWA\PARIS. Merita il bronzo ai Cannes Lions 2008 per la categoria Outdoors.
Posted: 09 Feb 2008 08:07 PM CST su Le ultimissime sa SBLOOB Adesso si scopre chi c’è dietro il teaser di qualche giorno fa. E’ Parent PrPubblica postoject con la sua campagna sociale “Rompere il silenzio”. Un’importante occasione per attirare l’attenzione sul problema della Distrofia Muscolare Duchenne e Becker. Damiano Cunego, Paola Pezzo, Paolo Vanoli, Roberta Capua, Angelo Di Livio, Daniele Liotti, Pierfrancesco Favino, Chiara Mastalli, Milena Miconi e Massimiliano Rosolino, presteranno la loro immagine alla campagna come testimonial. Qui è possibile vedere lo spot. Da oggi fino al 29 Febbraio possiamo dare una mano a trovare una cura per questa malattia rara inviando un SMS (1 euro) dal cellulare (tim, vodafone, 3 e wind) oppure dal telefono fisso (2 euro) al numero 48584. I fondi raccolti saranno destinati al finanziamento del programma di sperimentazione sull’uomo condotta dall’equipe diretta da Irene Bozzoni, del Dipartimento di Genetica e Biologia Molecolare - Università La Sapienza di Roma.
Messaggio da Caterpillar - martedì 15 gennaio 2008 19.14
Cari amici di Caterpillar sparsi per l’Italia e per il mondo, la campagna di M'Illumino di Meno 2008 è ufficialmente iniziata! Come potete veder dal nostro sito, quest'anno le adesioni saranno visibili su una mappa del mondo. La vostra trasmissione radiofonica preferita vi chiede di diffondere il verbo nelle vostre università, luoghi di lavoro, quartieri di domicilio, parrocchie, associazioni e dovunque riusciate ad arrivare! Mi raccomando, aderite e fate aderire i vostri amici e colleghi: potete aiutarci a ricevere migliaia di adesioni da tutte le province d’Italia e a piantare bandierine in tutte le nazioni del mondo! Se ne avete la possibilità, inoltre, cercate di fare aderire anche le istituzioni (municipi, scuole, università, biblioteche...) con cui avete a che fare. Chiaramente lo spegnimento del15 di febbraio non può incidere sui consumi globali, ma forse può incuriosire e sensibilizzare sul tema del risparmio energetico e dare l'occasione per un dibattito... o semplicemente per un'ennesima "puttanade", come direbbe Cirri, in nome di Caterpillar! Dal nostro sito www.caterueb.rai.it è già possibile aderire nella sezione M’illumino di meno. Lì troverete anche tutto il materiale necessario a diffondere l’iniziativa. Un abbraccio a tutti e grazie fin da ora per l’aiuto