19/07/10

Lettera aperta al governo in favore della cultura italiana



TAGLIO BASSO | di Arianna Di Genova
CIVILTÀ IN PEZZI
Lettera aperta al governo in favore della cultura italiana
Contro la manovra, si uniscono Federculture, Fai, Italia Nostra, Wwf, Legambiente, Civita
La manovra di Tremonti che tiene in scacco l'Italia che lavora (quella vera) continua a non far entrare in nessun emendamento la parola «cultura» e a tenerla accuratamente fuori la porta. Parola che persevera nella sua «invisibilità», facendo colare a picco il nostro paese in una recessione di civiltà. Così, dopo il drammatico incontro svoltosi al Maxxi lo scorso 6 luglio, alcune associazioni nazionali - Federculture, Civita, Fai, Italia Nostra, Legambiente e Wwf - hanno deciso di unire le loro firme per inoltrare una lettera aperta al presidente del consiglio Berlusconi, al ministro Sandro Bondi e a Giulio Tremonti, annunciado un allarme rosso.
In gioco, infatti, con i tagli alla spesa e i trasferimenti di beni agli enti locali (peraltro decurtati fino all'osso del loro budget), c'è la sopravvivenza stessa di un'intera fetta di patrimonio, non ultimo quello paesaggistico e ambientale. La tutela si fa impossibile così come la promozione - e meno che mai programmazione - dell'offerta culturale. La mortificazione dai contorni sadici di quel settore, l'unico che potrebbe consegnare l'Italia a una prospettiva futura, invece di farla sprofondare in un buco nero, risulta incomprensibile perché «anti-economica» e nefasta portatrice di una paralisi che bloccherebbe ogni crescita del paese. È quanto sottolineato anche da questo inedito «consorzio» di lavoratori, unanimi nello spedire la «cartolina di sos» al governo, con la speranza di trovare ascolto e di abbattere il muro dell'indifferenza.
Nel testo, le sei associazioni condividono la necessità di individuare gli sprechi di denaro, ma chiedono di salvaguardare le eccellenze e di salvaguardare i livelli dei servizi erogati ai cittadini, facendo leva sulla cultura vista come un tesoro in grado di attirare il capitale privato. «La manovra - scrivono - rischia di mettere in discussione il principio costituzionale di tutela e promozione del nostro patrimonio culturale, artistico e ambientale, sancito dall'articolo 9. La riduzione del 50% delle risorse destinate agli istituti culturali, quasi fossero tutti 'enti inutili', senza l'individuazione di criteri e parametri oggettivi che valutino l'effettiva esistenza di sprechi, decreterà un indiscriminato abbassamento dell'intervento pubblico per la cultura... Non si investe, anzi risultano ulteriormente penalizzate le ricchezze artistiche e l'industria creativa, che sono un volano per l'economia, la competitività locale, l'occupazione». Poi, l'affondo finale: «La recessione culturale è un danno troppo grave, che il paese non può permettersi e i cui effetti negativi si farebbero sentire per molti anni, ben al di là della crisi economica». Messo a punto lo stato delle cose, le associazioni reclamano dunque un'azione coraggiosa che colpisca le inefficienze e valorizzi la qualità delle iniziative; chiedono criteri selettivi e trasparenti e, soprattutto, un severo controllo del governo sui meccanismi del federalismo demaniale. La ricetta sarebbe utile anche per evitare l'emorragia di talenti e l'emigrazione intellettuale che affligge l'Italia da troppi anni.

18/07/10

PENA di MORTE: Mumia Abu-Jamal -«Obama ferma l'esecuzione contro la voce dei senza voce»

PENA DI MORTE
LA STORIA
Scelse il nome swahili Mumia al liceo, sotto l'influenza di un insegnante d'origine kenyota a cui aggiunse Abu-Jamal alla nascita del suo primo figlio, Jamal. Scrittore e giornalista, Mumia è soprannominato «la voce dei senza-voce» per la sua critica della corruzione della polizia e dei dirigenti politici locali. Il 9 dicembre 1981 Mumia Abu-Jamal fu gravemente ferito nel corso di una sparatoria nel quartiere sud della città, dove aveva appena portato un cliente. Arrestato, fu accusato dell'omicidio di un poliziotto, Daniel Faulkner, ucciso in quella sparatoria. Malgrado i suoi dinieghi e l'assenza di suoi precedenti giudiziari, un'inchiesta molto discussa portò all'imputazione di Mumia e alla sua comparizione davanti al tribunale di giustizia della Pennsylvania. Nel luglio 1982 fu condannato alla pena di morte nonostante diverse contraddizioni nelle prove a suo carico e violazioni dei suoi diritti. Nel giugno 1999 un vecchio sicario, Arnold Beverly, ha confessato a uno degli avvocati di Mumia di aver ucciso il poliziotto Faulkner, in un quadro di collusioni tra polizia e mafia, questa confessione non è stata tuttavia tenuta in considerazione. Intorno al processo e alla condanna di Mumia si è creata una mobilitazione internazionale, Mumia è diventato un simbolo della lotta contro la pena di morte. L'8 ottobre del 2003 sono stati respinti gli ultimi ricorsi, rimandando la questione a livello federale, dove la sua pena avrebbe potuto essere commutata in ergastolo.

di Mumia Abu-Jamal
Lezioni dimenticate
Dal Vietnam all'Afghanistan, l'impero Usa scorda le sconfitte e prova a perpetuare il suo dominio militare
Sono passate generazioni dalla guerra del Vietnam, il conflitto che potrebbe essere ribattezzato «La guerra che la maggior parte degli americani vorrebbe dimenticare». Per molti si tratta di un conflitto da non ricordare, in parte proprio perché gli Stati Uniti l'hanno perso. E in quel periodo una sconfitta bellica Usa rappresentava un evento inimmaginabile: come poteva un piccolo paese del terzo mondo sconfiggere una super-potenza mondiale? Il suo segreto era semplice: i vietnamiti si rifiutarono di perdere.
Anni fa, l'ex segretario della difesa Robert McNamara era un avvoltoio in guerra: sosteneva la necessità di sganciare tonnellate di bombe sui nazionalisti che cercavano di riunificare il paese. Anni dopo, ormai sceso dal trono esaltante del potere, McNamara denunciò il fervore distruttivo di quegli anni di guerra imperialista.
Nel documentario «La nebbia della guerra», McNamara, parlando della carneficina della seconda guerra mondiale, disse: «Abbiamo bruciato vivi 100.000 giapponesi a Tokyo». E aggiunse: «Il generale Curtis Lemay ammise che quello che stava facendo sarebbe stato ricordato per sempre, se avesse perso. Ma cos'è che ti rende immortale se perdi e mortale se vinci?».
La guerra in Vietnam è stata una guerra imperialista, creata e sostenuta dalle bugie. Suona familiare?
Un impero intraprende una guerra per salvarsi la faccia ed estendere la propria influenza. Non c'entrano la democrazia da esportare, il terrorismo da debellare, il buon governo, e neanche il controllo del narcotraffico. Questi sono solo pretesti, utilizzati dalla propaganda per mascherare i reali motivi che stanno dietro alla decisione d'intraprendere una guerra. C'entrano il potere e le sfere di influenza globale, basta.
Oggi, l'Afghanistan è un paese impegnato nella produzione e nel traffico di droga: una cosa che i temuti taleban non tollererebbero. Dopo oltre otto anni di campagne militari, la situazione del paese asiatico è quanto di più lontano si può avere dalla democrazia. E sia l'Iraq che l'Afghanistan hanno governi saliti al potere attraverso imbrogli elettorali.
Tutto ciò merita le vite, la salute fisica e mentale delle persone che amiamo?
Traduzione di Alessandra Potenza

L'APPELLO
«Obama ferma l'esecuzione contro la voce dei senza voce»

«Obama, ferma l'esecuzione». Noi sottoscritti Le chiediamo di pronunciarsi contro la pena di morte per Mumia Abu-Jamal e per tutti quelli che nel mondo devono affrontare un'esecuzione. Questa forma di punizione finale è inammissibile in una società civilizzata e pregiudica la dignità umana (Onu- Moratoria Pena di Morte, Ris. 62/149, 18/12/2007). Mumia Abu-Jamal, famoso giornalista e scrittore afro-americano, è nel braccio della morte da quasi trent'anni. (...) Le chiediamo, come leader morale sulla scena mondiale, di richiedere una moratoria globale sulla pena di morte (...). Mumia Abu-Jamal è diventato un simbolo globale, la «Voce dei senza voce», nella lotta contro la pena capitale e contro gli abusi dei diritti umani. Più di 20.000 persone nel mondo stanno aspettando l'esecuzione, e oltre 3.000 di loro si trovano nei bracci della morte negli Stati Uniti. Il processo di Mumia Abu-Jamal del 1982 fu caratterizzato da irregolarità e razzismo, ed ebbe luogo a Philadelphia, città con una lunga storia di corruzione della polizia e di discriminazioni. Secondo Amnesty International (già Nobel per la pace), «molti aspetti del caso chiaramente non hanno rispettato le norme internazionali che salvaguardano i processi. La concessione di un nuovo processo a Mumia Abu-Jamal servirebbe gli interessi della giustizia. Il nuovo processo dovrà conformarsi alle norme internazionali della giustizia e non potrà consentire una nuova imposizione della pena di morte».
Per firmare l'appello in sostegno di Mumia Abu-Jamal: http://mumialegal.org

17/06/10

VIOLENZA SESSUALE "LIEVE" AI MINORI: ECCO I NOMI DEI SENATORI FIRMATARI

Ricevo e inoltro (senza commenti che è meglio)


Si erano inventati un emendamento proprio carino.

Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1.707, quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori.

Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arresto in flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità".

Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.

Dopo la denuncia del Partito Democratico, nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito", il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano "ci avete frainteso".

Poi, finalmente, un deputato del Pd ha scoperto i firmatari dell'emendamento 1707.

Annotateli bene:

sen. Maurizio Gasparri (Pdl),
sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania),
sen. Gaetano Quagliariello (Pdl),
sen. Roberto Centaro (Pdl),
sen. Filippo Berselli (Pdl),
sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania) e il
sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).

Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico" (ma non per chi palpeggia o mette un dito dentro ad una bambina);

il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...);

il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti";

mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi e che capiscono solo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).

...e ora votateli gente!

09/06/10

Il governo cancella l'assegno di assistenza per chi soffre della sindrome di Down

Apprendo dalle notizie stampa che il Governo intende alzare la soglia dell'handicap per cui è previsto il mantenimento dell'assegno di assistenza che dovrebbe passare così dal 74% all'85%.
Quasi tutti i 38mila down italiani hanno un handicap riconosciuto del 75%, e resteranno quindi tagliati fuori dal contributo.
Lo stato dovrebbe investire maggiormente nel Welfare invece che considerarlo la fonte dove continuamente togliere risorse.
Ancora una volta a pagare la crisi sono le persone più bisognose e meno abbienti: invece di tassare chi ha più disponibilità economica si continua a penalizzare chi fa difficoltà ad arrivare a fine del mese ( ed in numerosi casi si parla di difficoltà già alla terza settimana mensile).
Se desideriamo davvero superare la crisi le politiche economiche devono essere di ben altro spessore e toccare veramente i soggetti che possono sopportare agevolmente tassazioni e tagli adeguati.

LUCA MARSI

Email: lucamarsi@triestegiovane.it

Cell. 347 98.33.464

Emendamento 1707: la vergogna italiana

Con tale emendamento i reati di Pedofilia vengono suddivisi in Reati maggiori o minori.

Toccherà al poliziotto, sorprendendo il Pedofilo mentre abusa di un minore, decidere se si tratta di Reato grave o meno grave.
Se egli lo considera meno grave non vi sarà nessun obbligo di arresto immediato per il Pedofilo.
Tale emendamento è un fatto gravissimo: i bambini non devono mai essere toccati; essi sono intangibili ed intoccabili.
Vanno protetti e difesi dalle insidie.
Non si può in alcun modo legittimare il comportamento di persone, malate, che abusano ed approfittano delle povere creature indifese.
Se un emendamento andata fatto, doveva andare in direzione di un inasprimento delle pene per questa gente, che merita tutto ad eccezione delle nostra solidarietà e delle attenuanti del caso (ovvero che il reato in essere sia grave o meno).
Anzi, con le attenuanti del caso, si rischia ulteriormente di incrementare la pedofilia favorendo l’espansione di questo fenomeno.
Bisogna in tutti i modi attivarsi per bloccare questo scellerato emendamento.
I bambini sono sacri.

LUCA MARSI

Email: lucamarsi@triestegiovane.it

Cell. 347 98.33.464