06/10/07

L’orso Bernardo e la sua compagna


Se ne è andato anche lui, in silenzio, come è solito fare degli animali.

Se ne vanno e basta. Forse con un lamento, forse, ma con tanta tanta più dignità di noi.

Uno sparo, un boccone avvelenato, nulla più di questo servono per liberarsi di uno “stupido”, “insulso”, irruente animale.

Questi animali se ne vanno, chissà, in un altro mondo più buono, più dolce di questo, e noi poveri, ignoranti umani abbiamo talmente tanta paura di morire, che restiamo a chiederci “e noi cosa ci facciamo qui?”.

Bernardo e la sua compagna e ancora un altro orso e probabilmente altri ne verranno sono solo il sintomo di un essere umano che non è capace di vivere con i propri simili, ma neanche con chi è tanto diverso.

Essere in grado di capire che questo mondo non appartiene solo a noi umani, non è debolezza, ma la constatazione di una realtà.

Nel Parco degli Abruzzi, se non ci fosse l’orso, se non ci fosse il lupo, nessuno investirebbe così tanti soldi. Nessuno!

E’ quello che non capisce la gente che vive lì (non tutti ovviamente), è quello che non capisce che mettendo dei probabili bocconi avvelenati non si avvelena solo l’orso e neanche il tanto odiato lupo, ma si avvelena la propria vita, fatta di pochezze e di piccole certezze che poi certezze non sono.

Dopo Jj1, dopo Bernardo e la sua compagna, dopo tutti gli orsi di questo mondo, sono convinta che saranno loro a restare su questo pianeta nella memoria e noi ad andarcene senza il rimpianto di nessuno.

Chaplin diceva che “se non vivi come pensi finisce che pensi a come vivi” e credo che questo è la vera unica ipotesi di vita che possiedono questi bastardi, ossia pensano solo a come vivono!

Daniela Bellon

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