Foto di Smilespedia
NON USO FACEBOOK, non accetto inviti su facebook. Facebook non serve a farsi nuovi amici, ma solo a trasferire online la mappatura delle relazioni sociali già esistenti. Solo chi ti conosce ti trova, mentre gli altri restano fuori dalla porta. Come a casa. E quindi?
E sai una cosa? Se su Facebook citi tra i tuoi libri preferiti l’Ulisse di Joyce puoi anche pensare di fare la figura dell’intellettuale. Ma davanti a una tazza di té è più difficile, perché o l’hai letto davvero o la figura è grama.
Non ultimo, non me ne frega assolutamente niente di incontrare vecchi compagni di scuola, vecchi colleghi e il cugino australiano: se non ci incontriamo più di nostro, un motivo ci sarà. La Marilù la sento ancora dalle medie e la Francy dall’università, è evidente che non mi serva Facebook.
Questo capitalismo della relazione sociale non mi entusiasma e ancor meno l’idea che qualcuno attinga dai miei poveri averi dopo aver ricostruito online la mia vita sociale. Negli USA si contano già i conti bancari svuotati grazie a questa massimizzazione dei dati personali online.
L’anno scorso sul Guardian, il caro Tom Hodgkinson scriveva:
E’ un sito che incoraggia una competitività inquietante. Oggi sembra che nell’amicizia non conti la qualità, ma solo la quantità: più amici hai, meglio stai. [...]
Facebook è un altro esperimento ipercapitalista. Si possono fare soldi con l’amicizia? E’ possibile creare comunità svincolate dai confini nazionali (e vendergli la Coca-Cola)? Il sito non crea niente di orignale. Non fa niente. Si limita a mediare rapporti già esistenti.
I creatori di Facebook non devono fare quasi niente. Se ne restano seduti mentre tre milioni di “Facebook-dipendenti” caricano spontaneamente dati anagrafici, fotografie e liste dei lori prodotti preferiti. Dopo aver costruito questo immenso database di esseri umani, Facebook non fa altro che rivendere le informazioni agli inserzionisti . [...]
E poi, cari utenti di Facebook, avete letto le dichiarazioni del sito sulla riservatezza dei dati? In sostanza vi dice che la privacy non esiste. Facebook si dichiara a favore della libertà, ma in realtà somiglia ad un regime totalitario, virtuale e ideologicamente orientato, con una popolazione che presto supererà quella britannica.
concludendo:
condivido pienamente, non avrei saputo dirlo meglio. (L’articolo completo, a proposito, lo trovate QUI)
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