Sì, il movimento: muoversi, spostarsi, cambiare luogo, collegarne due, preferibilmente tre, per lavoro o per vacanza, per un’esigenza personale o per incontrare un amore.
In treno, in auto, in aereo, via mare fa lo stesso. Questa e’ l’incognita che ci pervade e governa la nostra cadenza quotidiana. L’incognita italiana comprende un intero mondo, oscuro, misterioso, il dilemma di quando partire e con quale mezzo di trasporto, la pressoché totale incertezza di come e quando arrivare a destinazione.
Un viaggio e l’ignoto, cosi, diventano sinonimi. L’imponderabile, il rischio, la pazienza al limite, il tempo senza più un cronometro che ne misuri l’ampiezza, il giorno che si fa notte e viceversa, il disagio assicurato, l’imprevisto garantito: ecco gli ingredienti che riempiranno quel tempo chiamato viaggio, quel verbo che ci ostiniamo a declinare come un evento esaltante, consolante, benevolo.
Provate a partire in macchina dal centro di Roma con l’obiettivo di arrivare a Bologna per ora di cena. O da Roma a Milano. Percorso tipo, un classico. Niente vi consentirà di arrivare puntuali. Tutto sembrerà congiurare contro i vostri programmi. Ci sarete a notte, sotto le due Torri. Neve, ghiaccio, incidenti, code, lavori in corso infiniti, interminabili colonne di mastodonti segneranno il vostro cammino strangolando il vostro sottile ed incerto nastro di asfalto.
Partire in treno? Provateci voi. Partire in aereo? Bene, ma come pensate di superare il GRA. Traffico fermo. Auto in panne.
A Fiumicino il check-in e’ una coda infinita, poi il bus per l’aereo, poi la sosta in pista per nebbia e poi il volo liberatorio verso il ghiaccio della Padania. Tutto e’ difficile, tutto costoso, in fatica, in stress, euro.
Gli aerei costano di più, di più i treni, molto di più le autostrade,l e quali per guadagnare sui pedaggi lasciano entrare in pista i camionisti che si intrappolano nella bufera di neve e chiudono i caselli per il ghiaccio solo dopo un filotto di auto con quattro morti. Tutti protestano, nessuno paga. Nessuno viene chiamato a rispondere della Grande Incognita.
Si sente davvero il bisogno di una Autority con ampi poteri che sia chiamata a regolare il mercato della mobilità. In un paese normale basterebbe il codice civile -e se occorresse quello penale - e qualche altra regola di servizio.. Ma il regime di monopolio o quasi del traffico su rotaia, gomma, aria e mare ha reso fino ad ora disastroso l’intero comparto.
Il sistema internodale è il presente e il futuro del trasporto: ecco che una Autority che vigili sul mercato, che sorvegli le tariffe, che vigili sulla intera rete della sicurezza della mobilità e forse quel che occorre subito per dare risposte adeguate alla Grande Incognita.
In attesa di novita’io mi accingo a partire. Ascolterò i bollettini meteo e sul traffico per essere sicura però chiederò a Branko, se domani sulla strada del Leone, sono previsti guai.
post by mary 18/02/2008 sometimes
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