01/04/10

Daniele Biacchessi "Il lavoro rende liberi"

19/03/10

Frames in nyc _ video: Caterina Ongaro

Una piccola fotocamera digitale e la grande voglia di osservare una sconfinata metropoli.
Canon Ixus 75 ha permesso a Caterina Ongaro di muoversi con discrezione, agilità e disinvoltura a New York, catturando immagini dense di significato. Videomaker distante da ciò che è superficiale, con uno stile diretto e incisivo traduce le sue sensazioni in un approccio non banale verso la quotidianità, in cui coglie con intelligenza dettagli sommersi che rende tangibili.

Frames in NYC, nasce dall'incontro con Alessandro Lepore cantautore con influenze blues e rock, la cui voce graffiata si esprime in ballate che fanno vibrare cuore e stomaco. Le sue esperienze negli USA emergono in brani che profumano di chilometri e polvere, che lasciano sospesi in luoghi senza tempo governati da ritmo e poesia.

www.caterinaongaro.it
www.alessandrolepore.com

18/03/10

1 milione contro gli OGM

Cari amici,

La Commissione Europea ha appena autorizzato la coltivazione di raccolti geneticamente modificati, mettendo i profitti della lobby degli OGM al di sopra delle preoccupazioni per la salute della pubblica opinione. Clicca in basso e aiutaci a sottoscrivere una petizione con un milione di cittadini che chiedono una ricerca indipendente ed una forte regolamentazione in materia di alimenti OGM:
La Commissione Europea ha appena approvato la coltivazione di raccolti OGM nell'Unione Europea per la prima volta in 12 anni!

Crollando di fronte alla lobby degli OGM, la commissione ha ignorato il 60% di Europei che sentono di dover valutare i fatti prima di coltivare alimenti che possono costituire una minaccia per la nostra salute e l'ambiente.

Una nuova iniziativa permette ad un milione di cittadini europei di presentare richieste ufficiali e legali alla Commissione Europea. Leviamo un milione di voci per la messa al bando di alimenti OGM fino a quando non sarà completata la ricerca; saranno consegnate al Presidente della Commissione Europea Barroso. Firma la petizione ed inoltra questa e-mail ad amici e familiari:

http://www.avaaz.org/it/eu_health_and_biodiversity/?vl

I gruppi di consumatori, della salute pubblica, ambientalisti e coltivatori per lungo tempo hanno manifestato contro uno sparuto gruppo di compagnie internazionali favorevoli agli OGM che hanno una significativa influenza sull'agricoltura europea. Le preoccupazioni sulla coltivazione di OGM includono: contaminazione di raccolti organici e dell'ambiente; il loro impatto sul clima per l'eccessivo uso di pesticidi richiesto; la distriuzione della biodiversità e dell'agricoltura locale; e gli effetti degli alimenti OGM sulla salute pubblica.

La decisione dell'Unione Europea di autorizzare la coltivazione della patata della BASF e del mais della Monsanto ha trovato la dura opposizione del ministero dell'agricoltura italiano, che ha dichiarato di volere "difendere e slavaguardare l'agricoltura tradizionale e la salute dei cittadini".

Non c'è ancora consenso sugli effetti a lungo termine dei raccolti OGM. Ed è l'industria OGM, che ricerca i profitti non il bene pubblico, che sta finanziando la scienza e guidando l'ambiente regolatore. Ecco perché i cittadini europei stanno richiedendo una ricerca più indipendente, esperimenti e precauzione prima che i raccolti vengano permessi nella nostra terra.

Adesso, l'"Iniziativa dei Cittadini Europei" dà l'opportunità ad un milione di cittadini europei di presentare proposte politiche alla Commissione Europea e ci offre una possibilità unica di scardinare l'influenza delle lobby.

Leviamo un milione di voci per porre una moratoria all'introduzione dei raccolti OGM in Europa e creare un ente scientifico etico ed independente per condurre la ricerca e determinare una forte regolamentazione dei raccolti OGM. Firma la petizione adesso e poi inoltrala ampiamente:

http://www.avaaz.org/it/eu_health_and_biodiversity/?vl

Con determinazione,

Alice, Benjamin, Ricken, Luis, Graziela, l'intero team Avaaz e PropitQmò

Ulteriori informazioni:

Rapporto Eurobarometro 2008 sull' "attitudine dei cittadini europei verso l'ambiente" (inglese), pagina 66:
http://bit.ly/aMkeVJ

L'Europa dice sì alle "superpatate", Il Tempo:
http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2010/03/03/1133194-europa_dice_alle_superpatate.shtml

OGM: Tutta l'Italia (o quasi) contro la patata transgenica, ASCA:
http://bit.ly/bbJUyA

Basf senza freni, altri due Ogm entro il 2010, Terra:
http://www.terranews.it/news/2010/03/basf-senza-freni-altri-due-ogm-entro-il-2010

Greenpeace e il rapporto Isaaa: «Il miracolo Ogm è finito in un ruzzolone», Greenreport :
http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=3633&cat=Consumi

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CHI SIAMO
Avaaz.org è un'organizzazione non-profit e indipendente, che lavora con campagne di sensibilizzazione in modo che le opinioni e i valori dei popoli del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali. (Avaaz significa "voce" in molte lingue.) Avaaz non riceve fondi da governi o aziende ed è composta da un team internazionale di persone sparse tra Londra, Rio de Janeiro, New York, Parigi, Washington e Ginevra. +1 888 922 8229

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14/03/10

La maglietta clandestina


I simboli sono importanti, eccome. Quando se ne parla, mi torna sempre in mente una scritta scolorita dal tempo ma ancora leggibile che vidi sul muro di cinta di una antica villa della Val d’Orcia, in Toscana. Era tracciata con vernice rossa e pennello e diceva “Viva Mao”. Al di là di quel che, con senno di poi, si può dire della Rivoluzione culturale ecc., quel che fu per me quasi commovente era il fatto che fino in quell’angolo del paese, tra cipressi e crete rosse, un ragazzo, evidentemente sessantottino, aveva creduto giusto, utile, far sapere quale fosse il simbolo, il nome di Mao Tse-tung, che voleva scagliare contro l’ordine costituito. Evento microscopico, ma a ben pensarci non molto diverso dalla radio con cui Peppino Impastato, assassinato quarant’anni fa, pensò di combattere la mafia. Oggi ci si attarda a “raccogliere le bandiere” e a tutelare le falci e i martelli, ma la verità è che di simboli efficaci non ne abbiamo gran che, noi – parola molto complicata e più vasta di quanto appaia – che ci sentiamo sulle spine se un campo rom viene incendiato, ci irritiamo se un manipolo di “forzanovisti” (così li chiama il loro duce, debitamente intervistato dalla tv) prende a mazzate un gruppo di studenti, ci allarmiamo se attorno alla questione dei rifiuti napoletani si costruisce un apparato legislativo degno, scrive Stefano Rodotà sulla Repubblica, di una “democrazia autoritaria” (Marco Revelli dice “dispotica”), ci sentiamo impotenti se un milione circa di persone, dette “clandestini”, viene indicato come la selvaggina nella caccia alla “sicurezza”.

E dunque, siccome il nostro mestiere è quello di comunicare, e anche di fabbricare simboli se ne siamo capaci, noi di Carta abbiamo pensato di proporne uno. Non sappiamo se funzionerà, se abbiamo la capacità e la forza di diffondere a sufficienza l’idea, ma chissà. Il ragionamento è questo: dobbiamo trovare una parola-simbolo che unifichi i comitati (proibiti per legge) di cittadini contro le discariche (ma domani toccherà a quelli contro la Tav o la base di Vicenza o il Ponte sullo Stretto); i migranti la cui stessa vita viene negata; i rom, che sono l’ultimo gradino della scala; i lavoratori in nero, molti dei quali stranieri sans papier, ecc. Insomma, dire: guardate che, fatte le debite differenze, alla fine è con tutti voi che i Maroni e i Berlusconi se la stanno prendendo. E qual è la parola che può simboleggiare tutto questo? Forse “clandestino”, ci siamo detti: nella storia molte di queste parole spregiative, cariche di negatività, sono state impugnate da chi le subiva e sfacciatamente esibite. E come auto-denunciare la propria condizione di “clandestino”? Con un mezzo di comunicazione classico: una maglietta.
Detto e fatto, ecco la maglietta che semplicemente dichiara “Clandestino”, con un tocco in più nel fatto che la “o” finale è sostituita da una impronta digitale. E la filiera, per così dire, è garantita. Le magliette sono realizzate in Bangladesh da una delle prime esperienze di manifattura etica: le operaie hanno condizioni lavorative e salariali molto migliori della media nazionale e assistenza sanitaria garantita e sono importate da altraQualità, una delle più importanti centrali di commercio equo italiane; a stampare gli artigiani di Arte’ Grafica di Asti [www.promotus.it]: del prezzo finale (12 euro, compresa la spedizione) una certa percentuale va al progetto della “sartoria rom”, avviato nel campo rom di Quintiliani, periferia romana. A Carta vanno meno di due euro, giusto la fatica che ci mettiamo. Potete richiederla, potete indossarla in giro, visto che l’estate sarà caldissima, e potete anche rivenderla in botteghe, librerie, ecc. Se volete, potete guardare il sito bottega.carta.org, oppure scrivere a bottega@carta.org o ancora telefonare allo 0645495659.

- come acquistare la maglietta

12/03/10

Chi profitta della crisi

Aspettando il Grecale - di Galapagos

Ieri in Grecia, oggi in Italia: milioni di lavoratori stanno scendendo nelle piazze chiedendo una politica economica diversa che faccia pagare la crisi soprattutto a chi con la crisi si è arricchito tanto. Come ci ha fatto sapere ieri la rivista Forbes (edita dal miliardario Steve Forbes) lo scorso anno i miliardari (con patrimonio superiore al miliardo) sono aumentati di oltre il 20%: da 793 a 1001. E tutti insieme posseggono una fortuna di 3.600 miliardi (quasi il doppio del PIL italiano) il 30% in più dell'anno precedente: Per loro la crisi è stata una benedizione.
Ma come è possibile arricchirsi in un anno di crisi nel quale il Pil mondiale è diminuito di quasi il 4%?
Semplice: facendola pagare ai lavoratori, riducendo ulteriormente la loro quota nella distribuzione dei redditi. Al tempo stesso proteggendo le enormi ricchezze depositate nelle banche, evitando di far fallire le banche. E stiamo parlando di "sussidi" per migliaia di dollari. Il tutto in base al principio che il capitale finanziario non può essere fatto fallire perché tutto il sistema economico gli crollerebbe dietro. Forse. Ma il risultato è evidente: decine di milioni di lavoratorihanno perso il posto di lavoro e il tasso di disoccupazione sfiora il 10%: Senza contare, come sostengono le Nazioni Unite, che il livello di povertà sta costringendo alla fame centinaia di milioni di persone. Nei paesi "arretrati", ma anche nel cuore dell'impero. E la crisi morde in profondità senza differenze nei paesi nei quali la flessibilità era massima (Stati Uniti e Spagna, tanto per fare un paio di esempi) e dove le garanzie per i lavoratori "erano" un pò più serie. Come in Italia. Erano, perché ora anche in Italia il lavoratore non ha più protezione: con l'abolizione di fatto dell'articolo "18" il capitale anche da noi ha ripreso il coltello dalla parte del manico, pronto a pugnalare.
La Cgil che oggi scende in piazza (in maniera un pò sfrangiata e dando l'impressione di aver indetto lo sciopero di 4 ore solo per problemi di rapporti interni) ha posto al primo punto proprio lo smantellamento dell'articolo 18. Purtroppolo fa tardivamente: la mobilitazione andava fatta prima che il parlamento approvasse il progetto degli ex (tanto ex) socialiti Brunetta e Sacconi. Lo sciopero è stato proclamato anche per la difesa della democrazia, del potere d'acquisto dei lavoratori e dei pensionati e per la creazione di posti di lavoro. Il governo che due anni fa aveva lanciato l'elemosina della social card, ieri ha fatto di peggio: ha stanziato 300 milioni di euro per incentivare la ripresa dei consumi. Ogni italiano in media potrà ricevere 5 euro, ogni famiglia 15. Statistiche "false", ma che assumono significato quando si scopre che gli incentivi sono destinati anche per l'acquisto di motori per la nautica da diporto. Immaginiamo la fila di cassaintegrati Fiat o dei lavoratori Eutelia o dei piccoli imprenditori che fanno a pugni per gli incentivi!
Ma non è finita: ieri la Bce ci ha detto che la ripresa è lenta e la creazione di nuovi posti di lavoro è rinviata al fututo. Poi ha lanciato un avvertimento ai governi: preparatevi a un "exit Strategy", cioè a ridurre i deficit di bilancio provocati dalla crisi. Visto che il 90% degli aiuti è finito in mani ricche, l'avvertimento potrebbe sembrare buono. ma non è così: quando gli "gnomi" di Francoforte parlano lo fanno a senso unico. Il loro modello sono i provvedimenti greci: il blocco delle pensioni, la riduzione dei salari. In più, privatizzazioni e flessibilità. Il dramma è che molti sono convinti che Menenio Agrippa col suo "apologo" avesse ragione e che un mondo diverso non è possibile: gli schiavi debbono rimanere schiavi e i padroni, padroni per sempre.