04/03/09

Morti di Fame/1 [dal Blog di Beppe Grillo]

Qualcuno bussa alla porta. Tu apri e tutto cambia. Il licenziamento è arrivato anche per te. Non fai più parte degli Schiavi Moderni tenuti in vita da uno stipendio miserabile. E neppure dei candidati alle Morti Bianche che però hanno un lavoro. Ora sei un Morto di Fame. Hai diritto alla social card. Uno dei due, forse tre, nuovi milioni di disoccupati del 2009.
Il momento del distacco, dell'uscita dalla fabbrica o dall'azienda è uno stato di trance. Il cervello galleggia, tutto è in discussione. Chi l'ha vissuto o lo vive sa che è come un piccolo infarto. Ti senti perso nel nulla e non sai cosa fare. Il giorno prima i cancelli della fabbrica erano aperti e parlavi con i tuoi compagni di politica o di calcio. L'azienda poi chiude, senza un perchè, senza avvisare nessuno. Ti trovi alle 6 del mattino di fronte ai cancelli con i tuoi colleghi e con i celerini. Poca conversazione, molte manganellate.
Se sei precario non hai protezioni. Se sei dipendente hai la cassa integrazione per qualche mese. Sei fuori dal sistema e questo lo capisci solo adesso. La disoccupazione è contagiosa. Se chiude una società, spesso chiudono anche i suoi fornitori. Se i disoccupati in un una zona aumentano, in quella zona chiudono negozi e supermercati. Il disoccupato, il Morto di Fame moderno, è un virus. Abita in un Paese governato dall'uomo più ricco, dai parlamentari più numerosi e più pagati, dalle pensioni a senatori e deputati dopo due anni e mezzo. In città è circondato da Suv, da evasori fiscali che frodano 250 miliardi di euro all'anno allo Stato, da dipendenti della criminalità organizzata, la prima azienda del Paese per fatturato. Lui non è un politico, un evasore, un criminale, per questo è disoccupato. E' vissuto in un mondo a parte in cui la parola onestà aveva un significato.
Vedo persone dignitose chiedere la carità nelle stazioni o premere le gettoniere dei telefoni nelle metropolitane. Una signora mi ha chiesto qualche euro, non mi ha riconosciuto, non sapeva di parlare con un genovese, belin. Mi ha detto che aveva fame. Non era extracomunitaria, clandestina, zingara, era italiana e senza un lavoro. Era una nuova Morta di Fame.
Il blog riceve ogni giorno storie di nuovi Morti di Fame, su come sono stati licenziati. Ho deciso di raccogliere le testimonianze in un libro che pubblicherò in formato digitale scaricabile gratuitamente dal blog.
Raccontate le vostre storie e lucidate i vostri zoccoli.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

1 commento:

Brond ha detto...

"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Poi vennero a cacciare gli operai dalle fabbriche occupate,perché rivendicavano giusti salari per sfamare le loro famiglie,ma io ero un impiegato e la cosa non mi toccava..
Poi vennero a cacciare di casa chi non poteva più pagare l’affitto o il mutuo perché aveva perso il proprio posto di lavoro,ma a me la casa l’avevano lasciata i miei genitori.
Poi vennero e picchiarono chi protestava contro l’ordine costituito,ma io ero sul divano a guardare la tv nella mia casetta molto ordinata quindi non c’entravo
Poi un giorno persi il lavoro,i miei risparmi depositati in banca sparirono e mi incazzai iniziai a gridare, allora vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare."

VIGLIACCO CHE STAI IN SILENZIO SVEGLIATI!SOLO COSI’ POTRAI AVERE IL CORAGGIO DI GUARDARE IN FACCIA I TUOI FIGLI

Paolo Papillo