ROSSO NATALE
(di Roberto Ritondale)
- Ti ricordi di quando c’era il Natale?
- Anche adesso è Natale…
- E questo me lo chiami Natale? - domandò il vecchio Luz alzandosi per prendere un coltello.
- Che vuoi farci con quell’arnese?
- Tagliare il pandoro, tranquillo…
Lo sezionò a fette orizzontali.
- Guarda, sembrano stelle - disse Luz.
- Le stelle di Natale…
- Ma davvero a te sembra Natale?
- Luz, fidati. Oggi il calendario segna proprio 24 dicembre.
- Del duemilaquarantanove.
- No, anno dodici dopo Ristok - precisò Flik allungando la mano verso una fetta di pandoro.
Mangiò veloce. Mangiava sempre troppo veloce, il vecchio Flik, e infatti spesso si sentiva male. Perché mangiare in fretta non aiuta a digerire, soprattutto a una certa età. Poi prese il suo tovagliolo verde e si pulì le labbra.
- Anche voi facevate il cenone? - domandò Luz.
- Certo che lo facevamo, la mia era una bella famiglia grande, numerosa.
- Anche la mia. Al cenone non eravamo mai meno di venti.
- A proposito, ma i tuoi nipoti non vengono quast’anno?
- Niente Villa Marik, quest’anno. Vacanza all’estero…
- All’estero? E come hanno fatto a ottenere il visto?
- Hanno amicizie tra quelli del regime.
- Shhhh! Ma sei pazzo? Non si può dire, lo sai che lo vieta lo statuto.
- Sarà pure vietato, ma sempre regime è.
- Hai 88 anni, Luz: quando la metterai la testa a posto?
- Quando riavrò il Natale…
Flik lo fissò rassegnato.
- Ma ti cambia la vita magiare su questa tovaglia verde?
- Fosse solo la tovaglia verde. E il presepe azzurro? E babbo natale vestito di bianco? Col rosso era tutta un’altra storia, Flik…
- Ma allora sei veramente pazzo. Lo sai che lo statuto…
- Tu m’hai rotto i coglioni con la storia dello statuto.
- E tu sei un vecchio rincoglionito!
- Dicesti che ero un rimbambito anche quando Ristok comprò il colore rosso in esclusiva.
- Mi ricordo…
- Ti ricordi, eh? E ti ricordi pure che parlasti di idea innovativa, di moderna strategia industriale…
- Mi sembrò un colpo di genio.
- Fu un colpo di Stato.
- Ma potevo mai immaginare che Ristok sarebbe diventato il Presidente dello Stato delle Libertà?
- Libertà! Libertà! Ma quale libertà? Quel dittatore farabutto…
- Zitto, santiddio! Zitto! Zitto!
- Non ci sto, zitto. Hai capito? Ma che cos’è uno che chiude le associazioni, abolisce i diritti e vieta persino l’uso di un colore?
- Ma che ti cambia, un colore?
- Questo colore è un simbolo!
- Appunto, è un simbolo. Il simbolo del male. L’ha detto pure il presidente, quando ha spiegato il motivo.
- E ti sembra un buon motivo? Abolire il rosso per “cancellare le vergogne del comunismo”…
- Ha fatto tanti danni, il comunismo.
- E a te hanno fatto il lavaggio del cervello.
Restarono in silenzio guardandosi in cagnesco. Non era la prima volta che litigavano per il rosso, per Ristok e anche per il regime. Però alla fine Luz guardò il vecchio amico con una strana aria complice.
- Flik, ho un segreto.
- Quale segreto, Luz?
- Non so se fidarmi di te. Non l’ho mai detto a nessuno…
- Ma cosa?
Esitò ancora un attimo. Poi si alzò, preso il suo vecchio borsone ingiallito e lo svuotò.
- Vedi qui sotto? C’è un doppiofondo sigillato.
Prese il coltello e lo squarciò, non senza difficoltà.
- Guarda, la tovaglia rossa della mia famiglia.
- Credi di essere un sovversivo, Luz? Un rivoluzionario?
- Le rivoluzioni cominciano dalle piccole cose.
- E che vuoi farne? Una bandiera da esporre sul pennone?
- No. Voglio imbandire la tavola.
Si guardarono di nuovo, questa volta con gli occhi lucidi. Vagamente arrossati.
- Dovesse essere l’ultimo Natale della mia vita, Flik, io lo voglio festeggiare con il rosso!
Dal rapporto dell’agente federale codice 40 barra 12 il direttore dell’ospizio seppe che Luz e Flik erano morti d’infarto alle tre del mattino seguente. Due infarti contemporanei e sospetti. Chi scoprì i due cadaveri negò ufficialmente di aver trovato nella stanza una tovaglia rossa, ma la leggenda passò di bocca in bocca suscitando scalpore e scuotendo le coscienze. Nessuno, si disse, aveva mai osato tanto.
Quella leggenda è stata ricordata anche oggi, 23 dicembre del 2056. Oggi che le salme di Luz e Flik sono state traslate al cimitero degli eroi. Sulla lapide c’è un nuovo epitaffio: “Un loro piccolo gesto fu la scintilla che fece scoppiare la rivoluzione. Onore ai grandi vecchi che per primi sfidarono il regime”.
La leggenda, ma nessuno può confermarlo, racconta anche che i due amici si abbracciarono, in quella notte fredda, prima di andare a letto.
- Buon Natale - disse Flik spegnendo la luce.
- Rosso Natale a te, fratello Flik - rispose il vecchio Luz aprendo il cuore alla speranza. E chiudendo gli occhi per sempre.